Questa
breve esposizione mira a sollecitare una riconsiderazione di ciò che noi
sappiamo sulla meteorologia classica. Forse sarebbe più opportuno dire “ci
hanno insegnato” in quanto buona parte del discorso gira intorno a questa
sottile ma grande differenza.
Mi
interesso di questa materia da quando, già a dieci anni, costruivo modelli
di aerei veleggiatori i quali, per volare in alto senza motore, avevano
bisogno di determinate condizioni meteorologiche. In seguito, a 18 anni, ho
iniziato a volare con piccoli aerei a motore ed alianti.
Questo mi
ha portato ad approfondire molto la materia, sia per necessità che per
passione. Già in questa fase notavo grosse incongruenze tra la teoria e
l’osservazione diretta, sia quando ero in volo che da terra.
La svolta
definitiva verso un nuovo modo di vedere quello che succede nella nostra
atmosfera è avvenuta da quando, nel giugno del 2003, sensibilizzato da
quello che leggevo sulla rivista Nexus, ho iniziato ad osservare il
“fenomeno” delle scie chimiche. Questo mio interesse mi ha portato a
controllare 24 ore al giorno le foto satellitari su scala nazionale delle
varie nazioni europee, su scala continentale per l’Europa ed in parte per
l’America e il Nord Africa. Dal giugno del 2003 ad oggi ho raccolto
mediamente 500 foto e cartine delle pressioni al mese, che ho integrato con
le registrazioni delle pressioni fatte dal 1899.
Come in
tutte le altre materie, gli “scienziati” sembrano essere anche qui
condizionati al punto di riuscire a dire e insegnare solo parte del tutto e,
una discreta parte di ciò, è falsa.Questo può sembrare anche qui legato all’
ignoranza o essere una conseguenza di una serie di errori. Non lo è.
La ragione
di questo, per quanto riguarda la materia in esame, credo sia il cercar di
nascondere i veri meccanismi che regolano la nostra atmosfera e di cercar di
far passare il sistema “Terra” come un sistema molto ma molto più chiuso
verso il sistema solare e il cosmo di quello che in verità non è. Questa
bugia è talmente grande che coinvolge enti spaziali, enti che studiano la
meteorologia a livello planetario e locale, università ecc..
Per
nascondere la verità è stato costruito un castello di teorie che, anche se
non si guarda con la massima attenzione, si vede bene il come non stia in
piedi. La prima conseguenza di ciò è la fallosità delle previsioni del tempo
e l’incapacità di prevedere catastrofi da parte degli “scienziati” addetti.
Poi, se si va a guardare un poco più in profondità, si vedono particolari
misteriosi nei vari fenomeni meteo, che vengono spiegati male o non vengono
spiegati affatto.
Quanto ho
osservato si integra benissimo con gli studi e le osservazioni di molti
personaggi scomodi del passato recente come W. Reich, N. Tesla, V.
Schauberger, G. Lawkosky, M.Todeschini (1). Per
tenere in piedi questa bugia ho notato che vengono fatte delle cose che
implicano un impegno veramente considerevole e devono coinvolgere anche un
notevole numero di persone. Ad esempio vengono mascherate, tagliate e
ritoccate delle immagini satellitari che riprendono nubi e sistemi nuvolosi,
vengono truccate le cartine della distribuzione delle pressioni sulla crosta
terrestre ecc..
Apro una
parentesi seria che proverei poi a sviluppare in fondo ma che ritengo
importante accennare ora: c’è una profonda collusione tra chi gestisce
l’attività legata alle scie chimiche e chi gestisce la scienza meteorologica
ai massimi livelli e con disponibilità di mezzi enormi.
Cominciamo
con la genesi delle alte e le basse pressioni: nessuno è in grado di
spiegare in maniera soddisfacente questo determinante fenomeno. Inoltre
nessuno spiega come mai la tendenza media della circolazione va sempre da
ovest verso est, oppure la genesi esatta di un tornado; la causa
della sua lunga vita e la sua immensa potenza sono ancora un mistero.
Nel
mistero sono ancora avvolti innumerevoli incidenti aerei più o meno gravi
avvenuti in decine di anni e dove si suppone una forte componente legata a
qualche fenomeno meteo non ben conosciuto o meglio specificato. Nessuno
spiega la rotazione terrestre, componente importantissima della
meteorologia. Le cause che hanno scatenato le ere glaciali e la causa della
temperatura interna della terra sono spiegate a mo' di favola. La genesi e
la formazione dei cirri è “incerta” e la caduta di grandi blocchi di
ghiaccio è un fenomeno che si tende a rimuovere.
Altra cosa
che gli scienziati non riescono a spiegare sono le variazioni del
comportamento dell’atmosfera che avvengono di anno in anno. Tutto viene
attribuito all’inquinamento legato all’attività umana, fenomeno sicuramente
gravissimo, ma che porta a ipotesi in totale contrapposizione: c’è chi dice
che ci scaldiamo troppo e chi invece nota un raffreddamento ecc.. Vediamo
ora se, inserendo la variabile che “qualcuno” (molto ben organizzato) ci
vuol nascondere, i nostri conticini possano tornare meglio.
Questa
variabile è a mio avviso il vento cosmico.
Anche qui,
per confonderci le idee, il “qualcuno” ce lo vende come puro vento solare. Sicuramente
esiste anche il vento solare e tra i due c’è una interazione che ci
influenza in maniera determinante ma della quale forse conosciamo poco i
meccanismi. Quello che prevale in assoluto è sicuramente il vento cosmico a
cui anche il nostro microscopico sole (visto su scala cosmica) è totalmente
sottomesso. Probabilmente, io direi sicuramente, è questo vento cosmico che
crea e distrugge tutto, pertanto ha delle caratteristiche per noi
comprensibili se non in maniera infinitesimale sia dal punto di vista della
sua composizione che da quello comportamentale. Vediamo ora se alcune delle
osservazioni dei summenzionati scienziati eretici possono aiutarci.
Tutti e
cinque menzionavano una forza con caratteristiche incredibili di cui sono
riusciti a dimostrare l’esistenza facendo cose nuove e molto interessanti.
In comune hanno avuto anche l’essere pesantemente ostacolati sempre da
questo “qualcuno” attraverso i suoi tentacoli. I nomi da loro usati erano
diversi: orgone, takione, forza biologica, universione, etere. Da notare che
ogni cultura antica ha un nome per questa energia. Per menzionarne alcuni:
prana, vril, od, ki e tanti altri. Gli studi che dei cinque forse riguardano
di più la meteorologia sono quelli del W. Reich e del V. Schauberger. Tutto
ciò che ci hanno lasciato questi cinque grandi personaggi è così integrabile
che le differenze sono irrilevanti e sono differenze che non vanno in
contrasto tra di loro.
Riassumendo molto: Reich parlava di correnti orgoniche che,
sovrapponendosi in una circolazione spiraloide, ad un certo punto, intorno
ad un angolo di incontro di 62°, iniziavano a creare vita e materia con una
pulsazione che andava da una massima espansione ad una massima contrazione,
Schauberger spiegava i fenomeni implosivi e la biosintesi che avviene in
natura e specialmente nell’ acqua e nell’aria all’interno dei vortici.
Ecco un
altro tabù: l’implosione. Proviamo ora a mettere in piedi questo modello di
meteorologia considerando questi nuovi elementi.
Il vento
cosmico arriva in vortici e da una direzione che coincide circa con la zona
in cui si trova la stella polare, è fatto di particelle subatomiche e di
questa energia cosmica, nome che riassume gli altri. Il vortice che avvolge
la terra ne determina sicuramente anche la rotazione. La rotazione viene
garantita dall’azione di questo vento sull’atmosfera che fa da cuscinetto
tra esso e la terra. Questo spiegherebbe la tendenza media costante
dell’atmosfera di superare, nella stessa direzione, la rotazione terrestre
di circa 30-50 km/h. Visto dalla posizione della stella polare ha un senso
di rotazione sinistrorso. Questo vento è incostante sia dal punto di vista
della velocità che della densità: la velocità media è di 350 km/sec, ma può
scendere a 200 e salire fino a1.000. Anche la densità può andare da 1
particella/cm cubo a 40 particelle.
Pertanto
ci troviamo di fronte ad una forza immensa e con variazioni enormi.
Questo non
significa che molti degli studi fatti dai vari meteorologi degli ultimi
duecento anni non abbiano fondamento, ma per spiegare la circolazione
generale dell’atmosfera e togliere pesanti lacune alle loro teorie, occorre
considerare appunto l’influenza del vento cosmico.
Quest'ultimo,
avvicinandosi ai corpi celesti, si modifica in funzione della loro
costituzione energetico/materiale e crea degli effetti diversi da corpo a
corpo. Probabilmente viene influenzato molto dalla composizione materiale
del corpo stesso che funge da transponder e comunica quindi al vento
informazioni caratteristiche. Diciamo che ogni pianeta ha un suo modo
specifico e unico di interpretare il vento cosmico.
Schauberger ci spiega come, attraverso un vortice, avvengono cambiamenti di
tipo molecolare ed atomico negli elementi, e questa da lui chiamata
biosintesi, implica un implosione del volume della materia e dello
spazio. Sempre lui ci spiega che le forze implosive, essendo legate ad un
vuoto non solo fisico ma anche energetico, superino circa di 126 volte
quello che noi consideriamo la forza generata dal vuoto atmosferico spinto.
Pertanto,
se noi immaginiamo delle bolle circoscritte e delle lingue di questo vento
cosmico penetrare più o meno in profondità nella nostra atmosfera e cambiare
di stato durante questa fase di penetrazione, lo scenario meteorologico
cambierebbe in maniera radicale.
Le ere
glaciali sono legate alla quantità e densità del vento cosmico. Quando ne
arriva più del solito -sia come velocità che come densità e per periodi
lunghi- la sua implosione forma enormi quantitativi di acqua e genera
temperature bassissime. Anche i grandi blocchi di ghiaccio che cadono
possono generarsi in questa maniera in brevissimo tempo .
Gli
scienziati provano a spiegare questo terrificante fenomeno provando a
sostenere che i blocchi si formino sulle superfici degli aeroplani di linea
e che ad un certo punto si stacchino e cadono giù. Ebbene, non molto tempo
fa, in un lago ne fu trovato uno che galleggiava ed aveva un diametro di
circa sei metri. Se si osservano attentamente foto e filmati dal satellite di quello che
avviene in atmosfera, si può visualizzare bene questo fenomeno. In fondo al
testo c’è una lista con breve spiegazione e riferimenti alle foto.
Le basse
pressioni sono quasi solo lingue di questo vento che penetrano in atmosfera,
implodono più o meno dolcemente e creano questo tipo di circolazione. Anche
l’acqua che portano attraverso la pioggia è in parte sintesi di questo
fenomeno.
Sulla
rivista Nexus n° 61 pag. 45 c’è un interessante articolo sulla dimensione
del nostro pianeta che, nel corso delle ere, è aumentato in maniera
considerevole: “SI’, LA TERRA SI STA ESPANDENDO”. Ebbene credo che la
eventuale ragione di ciò sia da cercare non solo nell’apporto diretto di
materia cosmica o come sostenuto nell’articolo di una espansione del nucleo
terrestre, ma anche di quelle sostanze che arrivano insieme all’acqua per
biosintesi durante il fenomeno dell’implosione descritto prima e di
particelle che riescono a penetrare a grandi profondità nella crosta
terrestre.
I fenomeni
temporaleschi, ad esempio, vanno divisi, a mio avviso, in due categorie:
quelli che si sviluppano da sotto e quelli che si sviluppano da sopra. I
primi hanno il tipico decorso descritto dai classici che considerano
l’innalzamento di masse d’aria umida o per convezione o per sollevamento da
parte di fronti freddi; ci sono però casi, sempre più frequenti, dove questo
fenomeno non si riesce a spiegare nè col modello convettivo nè con quello
del sollevamento. In questo caso tutta l’accademismo tace. Ebbene, la
maggior parte di questi casi fuori orario per quanto riguarda la convezione
ed in assenza di fronti freddi, sono temporali che vengono da sopra.
Sono bolle
più o meno grandi o lingue di vento cosmico che sono riuscite a superare
indenni la barriera elettromagnetica terrestre, che è probabilmente ciò che
innesca le trasformazioni, e si sono introdotte nella bassa atmosfera. Li,
prima o poi, implodendo, creano fulmini, vento anche vorticoso, acqua e
freddo intenso. Il fenomeno misterioso dei fulmini globulari è collegabile a
questo.
I
cirri sono le teste o le punte delle lingue e se si osservano le foto
sotto, è
interessante vedere come proprio le punte si pieghino e formino i famosi
uncini in quanto, ad un certo punto, questi incontrano gli strati più densi
di atmosfera e si ripiegano su se stessi.
Se si
osservano i picchi di freddo in cima ai sistemi ciclonici delle zone equatoriali
(v. foto sotto) si possono
notare facilmente temperature di –80°C .
Anche questo non si spiega
assolutamente nè con i fenomeni convettivi nè con la circolazione generale
dell’atmosfera in quanto questa, dal polo all’equatore, è divisa in almeno
tre celle. Ben evidente, in quanto arriva in questo caso a valori limite, è
questo fenomeno negli uragani. Se si osserva un tornado in tutti i suoi
particolari, si possono notare pesanti incongruenze con quanto sostenuto dai
classici. Anche qui occorre differenziare i tornados che vengono da
sotto da quelli che vengono anche da sopra.
Quelli che
nascono e vengono alimentati da sotto sono molto più piccoli, di vita più
breve degli altri e non mostrano da sopra un occhio grande e definito, la
cosiddetta “tromba” si crea sin da subito, il nuvolone sovrastante si crea
dopo la nascita dei vortici ed hanno la caratteristica di somigliare ad una
esplosione. Quelli invece che nascono da sopra, prendono indubbiamente
anche tutta l’energia accumulata nell’acqua e nell’aria sottostanti ma lo
fanno dopo la nascita e, l’energia che viene dal vento cosmico, è di gran
lunga superiore. Questi vortici, oltre ad avere una vita che può durare
oltre alle due settimane dalla nascita alla morte, hanno una energia
incalcolabile, caratteristiche fisiche particolari e una persistenza quasi
regolare per periodi di anche qualche giorno . Il loro aspetto somiglia al
vortice che si crea dopo un poco in una vasca da bagno piena d’acqua quando
si toglie il tappo: questo si alimenta da sopra.
Come il
vortice dello scarico che nasce da un leggero cono generato dalla
depressione e dal vorticare dell’acqua fino a diventare un vortice lungo che
finisce dentro al buco dello scarico, anche dai tornado che nascono da sopra
e da una nuvola nera, ad un certo punto scende il vortice che arriva a
terra. Contemporaneamente, da sopra, attraverso l’occhio, continua a
scendere energia che alimenta il sistema.
Prendendo
un recente caso limite di casa nostra, possiamo aggiungere elementi a questa
diversa visione delle cose: il nubifragio di Vibo Valentia del 3 luglio
2006.
In
allegato “A” vi sono commenti e domande che ritengo intelligenti trovate su
un forum e fatte da gente del posto. Il sunto dei discorsi è che gente
normale un pochino esperta e attenta a ciò che succede, non riesce a dare
una spiegazione al pesante fenomeno, e lo stesso esperto Francesco Nuocera,
dopo una discreta lista di ipotesi, ammette tra le righe l’inspiegabilità
del caso: 202 mm di pioggia persistente nel giro di 4-5 ore. L’equivalente
di 6-8 mesi di pioggia che normalmente cade da quelle parti.
La
persistenza per ore è proprio la caratteristica che manca ai fenomeni
temporaleschi a modello classico anche violenti. Tuttavia, per abbozzare un
poco di credibilità, questo esperto menziona una possibile “ formazione di
un sistema convettivo alimentato dal flusso in quota,…” non specificando
però nè caratteristiche nè provenienza del flusso, considerando che, oltre
alla nuvola su Vibo, non ce n'erano altre di significanti, in giro per il
Mediterraneo.
Ebbene, se
si guardano le foto sottostanti, si vede solo questo nuvolone allungato con nessun altro sistema
davanti che lo possa alimentare, ma solo una striscia con un paio di curve
che potrebbe essere proprio la lingua che è arrivata ed entrata in
atmosfera.
Sempre il
Noucera dice che la zona si trovava in un promontorio anticiclonico, inoltre
dalle cartine di pressione non si evidenzia nessun forte vento da NW che
invece sembra proprio esserci, vista la forma del nuvolone e delle altre
nuvolette presenti sull’Italia anche il giorno prima. Se si osserva bene la
cartina si nota
che quasi su Vibo V. è stata riportata una bassa pressione di 1011 mb, a
riprova di questo fenomeno implosivo.
Ebbene, il
nuvolone di Vibo Valentia del 3 luglio 2006 delle ore 10,00 potrebbe proprio
essere una lingua di vento cosmico entrata in profondità in quel punto che
ha persistito per quelle 4-5 ore. Se si guardano le foto dell’Italia del
giorno prima ad
esempio, si vedono fenomeni analoghi ma più limitati in giro per il
territorio.
La cosa da
considerare è che se l’arrivo di questo vento persiste specialmente in mare
aperto, dove non ci siano ostacoli per l’innescarsi di movimenti vorticosi
nel vento, potrebbe partire un uragano con conseguenze molto più
pesanti che non quelle viste a Vibo
Valentia.
La cosa
sospetta da provare a mettere in evidenza, a questo punto, è la strana
analisi della distribuzione delle pressioni registrata sulle apposite
cartine che, tra l’altro, non si prende molto spesso con quello che
evidenziano le nubi sia su larga scala che su scala più ristretta.
La strana
tendenza è di battezzare le zone più con alte pressioni di tipo
anticiclonico che non viceversa. Questo strano comportamento sembra a volte
scivolare nel ridicolo per quanto è poco obbiettivo. La pressione media
standard riportata nei testi ed usata anche come punto di riferimento
altimetrico in aeronautica è di 1013 mb. Da questo valore in giù di solito
si definiva “bassa pressione” ed invece in su si definiva “alta pressione”.
L’altro parametro determinante era il gradiente in crescita o in diminuzione
dal centro verso la periferia a prescindere dai valori. Naturalmente, per
poter battezzare una zona, occorreva, una volta, un gradiente di qualche
millibar ed anche una vita di alcune decine di ore. Ultimamente, invece,
questa modalità è stata stravolta dalla tendenza ad abbassare sia i tempi di
vita che i valori e la dimensione, diventata piccolissima, a cui aggiudicare
il nome “alta”. Se questa tendenza fosse solo una conseguenza della
sensibilizzazione degli strumenti e degli analizzatori, la stessa sorte
dovrebbe valere per le zone di bassa pressione.
Vero è che
anche per queste sono stati ristretti sia i parametri legati alla dimensione
dell’area che a quelli legati alla loro vita, ma non è stato alzato il
valore a partire dal quale si inizia a chiamare “bassa”. La ragione di ciò
non la conosco e mi limito ad avere dei sospetti che per ora non ritengo sia
giusto esprimere in quanto legati a speculazioni su qualcosa di molto serio
ma anche molto tenue e comunque ancora in fase di valutazione.
Potrebbe
anche essere che quello che viene mostrato sulle cartine sia in parte vero,
allora occorre velocemente riconoscere che nella nostra atmosfera da pochi
anni è cambiato qualcosa in maniera pesante o per forza naturale o
artificiale. Se addirittura quello che viene mostrato è vero del tutto e,
come scritto più sopra, non coincide con l’evidenza mostrata dalle nubi,
allora la situazione è, direi, molto seria, a prescindere che l’origine
possa essere di tipo naturale o artificiale.
Un' ultima
cosa da prendere molto sul serio, sono le stasi nella circolazione
atmosferica. Anche su questo tema vi sono latitanze e disinformazioni
pesanti. Questo fenomeno, a mio avviso, è legato prevalentemente alla molto
misteriosa faccenda delle
scie chimiche(2).
(Autore:Lorenzo de Curtis. Le immagini sono di pubblico dominio)
Note:
1)-Oltre
ai cinque scienziati veri che sapevano gran parte di queste cose, ve ne
erano anche altri e specialmente in antichità. Sarebbe un grave errore per
esempio non ricordare Giordano Bruno il quale forse sapeva quasi tutto.
Quello che forse sapeva tutto era Ermete Trismegisto e invito a
riconsiderare la
Tavola di Smeraldo a lui attribuita.
2)-Per
approfondimenti:
http://www.sciechimiche.org/
Sezioni
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