Torre della Pallata e  Fontana Esoterica
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LA FONTANA 

DELLA PALLATA

LA TORRE DELLA PALLATA
 

la Fontana ai piedi della Torre della Pallata in una foto d'epoca('800)

 

 

la Fontana della Pallata oggi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io e uno scorcio completo della Fontana

 

Sul lato sud della torre è addossata la suddetta Fontana,posteriore all'epoca dell'erezione della torre stessa; fin dall'inzio ha avuto forme bizzarre, sullo stile barocco ed è formata da una nicchia nella quale è collocato un Tritone lanciante acqua nella vasca sottostante;ai due lati, vi sono due figure di uomini barbuti,che simboleggiano i due fiumi di Brescia,il MELLA e il GARZA.Sopra la nicchia è collocata una donna seduta:è armata e al tempo stesso porta la cornucopia dell'Abbondanza.E'stato ipotizzato che essa simboleggi Brescia,che ebbe sempre fama di città bellicosa e ricca,per la fertilità del suo territorio e l'industriosità dei suoi abitanti.Queste staue sono grossolanamente scolpite:hanno contorni duri,ineleganti;tuttavia,nell'insieme la fontana non è spiacevole a vedersi e fà un certo effetto.E'attribuita all'architetto bresciano Pier Maria Bagnadore,che visse nel XVI secolo e allo scultore Antonio Carra,bresciano.

 

Particolare della dea Atena in alto e di Tritone, nella nicchia

 L'interpretazione esoterica                                         

Nel Volume "La Vita-La Grande Opera"dell'amico Ermando Danese, troviamo citato questo monumento( ne"La Fontana Sacra"),dove viene analizzata in chiave esoterica e lo seguirò nella trattazione di questo capitolo.

Partiamo dall'elemento centrale della fontana,tipico di molte antiche fontane:TRITONE, un dio marino della mitologia greca, che ha  la parte superiore di forma umana, e quella inferiore a forma di pesce. "Egli è rappresentato con due buccine in bocca, "la buccina cava e ritorta che dalla punta si allarga in su a spirale", come scrive Ovidio(ne  Metaformosi" libro I, vv. 335-336) parlando della conchiglia tradizionale di questo dio. Da queste buccine erutta due zampilli d’acqua che vanno a terminare la loro cascata all’interno di una grande conchiglia di San Giacomo posta su di un basamento. Questa conchiglia, traboccando a sua volta, rovescia l’acqua in una grande vasca sottostante che funge da base all’intero monumento".

Poco sopra ho già descritto la fontana,con la dea Atena al di sopra e i due personaggi barbuti,sono presenti anche altri simboli che certamente si devono ad aggiunte di varie epoche ma questo non distoglie dal concentrarsi sul significato più profondo che assume,agli occhi dell'ermetista,questa Fontana.

La testa del dio Tritone della nostra fontana, con le sue buccine che zampillano le due acque,ovvero le due spiritualità, traduce perfettamente le proporzioni filosofiche.Al riguardo dei due zampilli spirituali esiste un altro segreto, essi sono anche definiti, prosegue il Saggio, "doppio mercurio dei saggi", o "zolfo duplice", o "duplice fuoco". 

In questo modo, le due nature dell’Opera realizzano tre principi. I Filosofi, per spiegare questo fondamentale punto del Magistero, hanno inventato il simbolismo delle proporzioni. Il Maestro insegna che "la proporzione regolare e naturale, esige due parti di solvente per una di corpo fisso".

Per questo motivo il vaso dell’Opera contiene il compost, il crogiolo contiene il rebis ermetico, l’uovo filosofico i suoi due princìpi, ecc.

Così, nella simbologia dell’Arte sacra esiste sia la sacra famiglia, vale a dire le due nature o i genitori ermetici con il bambino, che le proporzioni filosofiche (2+1).

Fulcanelli rivela che "la testa umana è l’immagine del mercurio filosofico. I due zampilli, prosegue il Maestro, "è l’immagine del mercurio filosofico;acqua dalla duplice natura e proprietà, venuta dal latte della Vergine e dal sangue di Cristo; acqua ignea e fuoco acquoso, virtù dei due battesimi di cui si parla anche nei Vangeli".

 

Le due spiritualità, simboleggiate dagli zampilli del dio Tritone, o dal sangue di Cristo e dal latte della Vergine, si mescolano insieme; cosicché, aggiunge Fulcanelli, "il mercurio dei saggi è capolavoro della natura e dell'arte.La rivelazione, pertanto, possiede soltanto il potere di togliere il peccato originale e origine d’ogni male: la superficiale grossolanità. Ma sarà la seconda sorgente, il vero spirito risvegliato o fuoco segreto, che nel lunghissimo lavacro purificherà totalmente la psiche, personificato, appunto, da quel Cristo che "ha il potere in terra di rimettere i peccati".

 

Ritornando alla nostra fontana sacra, abbiamo visto che la parte inferiore di Tritone è a forma di pesce.

Il Maestro insegna che "il pesce è il geroglifico della pietra dei filosofi al suo primo stato, perché la pietra, come il pesce, nasce dall’acqua e vive nell’acqua.

Facciamo notare che in alcune basiliche bizantine, il Cristo, talvolta, era rappresentato come le sirene con una coda di pesce".

Per quanto riguarda la sirena ricordiamo che originariamente era rappresentata in aspetto di donna giovane e bella nella parte superiore del corpo e di uccello nella parte inferiore, soltanto in questa era il simbolismo è stato modificato, ma il significato è rimasto immutato: la fanciulla è l’immagine della prima madre che genera il pesce.

"Ora la sirena — insegna il Maestro — mostro favoloso e simbolo ermetico, risultante dall’unione d’una donna e d’un pesce, serve a caratterizzare l’unione dello zolfo nascente, che è il nostro pesce, con il mercurio comune, chiamato vergine, nel mercurio filosofico o sale di saggezza. Il nome seirèn, termine contratto di Seír, Sole, e di Méne, Luna, indica anche la materia mercuriale lunare combinata con la sostanza solforosa solare".

Arriviamo ora a parlare della conchiglia di San Giacomo che raccoglie i due zampilli. Il nostro Adepto insegna che "le conchiglie di San Giacomo sono chiamate acquasantiere, queste grandi conchiglie, un tempo, servivano a contenere l’acqua benedetta, nome dato dagli Antichi all’acqua mercuriale; ancora oggi se ne trovano spesso in molte chiese rurali".

La conchiglia indica la mente nobilitata,aperta alla Rivelazione ed ha lo stesso significato della 'stella brillante'che compare nella seconda parte dell'Opera:indica la via giusta da seguire(il 'compost',l'acqua benedetta di Compostella"),il lavoro filosofale che condurrà alla realizzazione della Grande Opera Alchemica, che non è privo di insidie e di imprevisti e che verrà raggiunto solo dopo un paziente lavoro su sè stessi.

(Per una trattazione della 'conchiglia'vedasi anche la sezione "Visita alle cattedrali Francesi di Notre-Dame"presente in questo sito).

Torniamo alla nostra fontana sacra.Essa non svela solo la realizzazione della base del Magistero; essa va molto oltre, esprimendo proprio la Grande Opera realizzata. Infatti, sopra il gruppo marmoreo che ha richiamato tutta la nostra attenzione, si trova, assisa sul suo trono, la dea della Saggezza che sovrasta, con la sua maestà, tutta la struttura allegorica come segno di supremazia assoluta. La dea regge in mano, invece dell’arma simbolica, la famosa Cornucopia, colma di fiori e di frutta, che simboleggiamo, scrive il nostro Iniziatore, "il risultato dei due Magisteri, il piccolo e il grande, Medicina bianca e Pietra rossa".

Cioè s’intende la saggezza acquisita e la Pietra filosofale. Inoltre, il Maestro rivela che "il Corno dell’Abbondanza è sorgente inestinguibile delle felicità materiali del nostro mondo terreno".

San Paolo scrive a questo proposito:

"Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d’uomo, questo ha preparato Dio per coloro che lo amano".

la Torre della Pallata in una foto di fine '800: in basso,la Fontana ad essa addossata.

Ad occidente della Piazza del Duomo(oggi Piazza Paolo VI),in direzione di Corso Garibaldi,è situata un' antica TORRE, per la quale il popolo Bresciano ha sempre nutrito un particolare affetto.E'detta "Torre della Pallata"(o Palata)che risale al Medioevo,di cui conserva tutto il carattere.La Torre,ai cui piedi si trova la fontana che vedete nella foto a sinistra,sorge nel punto in cui si diramavano quelle quattro vie che un tempo erano le principali della città.La base della tore è quadrata,formata da grosse pietre disomogene.Ha un'altezza dal suolo di 34,50 metri.

Al di sopra della massiccia cordonata,che separa il basamento della torre e oltre la fontana,si alza maestoso il corpo della torre,dove si aprono cupe finestrelle con inferriata:davano luce a dei pianerottoli corrispondenti a piccole camerette dove,fino a tempi relativamente recenti,si tenevano rinchiuse le donne ree o in attesa di giudizio oppure anche per scontarvi la pena.Questa zona,quindi,fungeva da prigione e,sopra di essa,si trova il congegno del grande orologio che orna la torre:sul quadrante aleggia la figura simbolica del TEMPO.La Torre è merlata e sopra il terrazzo si eleva un'altra piccola costruzione,costruita nel XV° secolo,un cupolino o pinnacolo in cotto,a strati falcati,che ricorda una pigna.

Secondo alcuni,la data di costruzione della torre sarebbe il 1253,con termine cento anni dopo,nel 1353 sotto la dominazione di Bernabò Visconti,per fronteggiare una delle porte della città,che pare in quel tempo essere ivi contenuta in quel recinto;altri la indicano come molto anteriore al XIII secolo. Nella sua cronaca manoscritta sulle 'cose patrie' lasciataci da Camillo Maggi,in base alle predicazioni di Sam Barnaba fino al 1453,si fa risalire l'erezione della Torre al V°sec. per difesa della città dagli ERULI di ODOACRE,che erano acerrimi nemici di Brescia.Poteva contenere 200 guerrieri con relative macchine lanciapietre sugli assalitori.Il Maggi dice "Turris loco,palata varata fuit".Ma altri sostengono che 'Palata'sia da intendersi quale antico nome della dea Pallade(Atena)che sarebbe stato il nome antico della Torre.Nel 1253 è probabile che fosse restaurata o rifatta,alzata e dotandola in seguito delle caratteristiche merlature.A prova dell'antichità del monumento sono le pietre,di vario taglio e suquadratura,presenti nel suo basamento, che mostrano con  grande evidenza di essere provenienti da edifici del periodo romano e probabilmente anche dell'abbattuto Tempio di Vespasiano.

 

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