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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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Lodi
è una città antichissima, situata a sud di Milano, già colonia romana col
nome di Laus Pompeia, che venne distrutta dai Milanesi nel 1100 d.C. e fu
ricostruita da Federico Barbarossa. Oggi quell'antico paese di origine romana
prende il nome di Lodi Vecchio, situato a circa 6 km dalla cittadina più
moderna. Lodi è sempre stata ambita terra di conquista,per la sua posizione
strategica, tra due importanti vie fluviali, l'Adda ad est e il Po a sud,
che fungono quasi da confini naturali,mentre a ovest scorre un altro
fiume,il Lambro. PremessaUna
visita a Lodi è un'esperienza che arricchisce da molti punti di vista. La
scelta di proporre il Tempio Civico dell’ Incoronata, tra i molti
edifici presenti, nasce dal fatto che presenta alcune caratteristiche in comune
con la basilica
di Santa Maria della Croce a Crema. Identico è, infatti, l'architetto
che ha eseguito il progetto, Giovanni Battagio, (attivo
a Milano dal 1465 come scalpellino e dal 1474 ingegnere ducale), il quale
anche qui - come a Crema- abbandonerà il cantiere probabilmente per dissapori
con la committenza, e verrà sostituito da Gian Giacomo Dolcebuono,
anch’ egli collaboratore di Donato Bramante, come del resto lo era
Battagio. Anche la tipologia del Tempio a pianta centrale si ricollega a quello
di Crema e si inserisce in quel programma di recupero critico dell'antico,
postulato e concretizzato dagli architetti rinascimentali a cominciare da Leon
Battista Alberti. Ritengo fondamentale soprattutto il riferimento
allo schema ottagonale presente anche nel Tempio dell'Incoronata
di Lodi, che racchiude valenze simboliche, filosofiche e teologiche. Non trascurabile che il fatto ‘miracoloso’ legato all’edificazione dei due edifici sia cronologicamente vicino: il 1487 per Lodi e il 1490 per Crema. Non potendo esaurirsi in poche righe il profondo significato simbolico racchiuso nella costruzione, cercherò di presentare, aiutandomi con una piccola galleria fotografica, alcuni aspetti interessanti,premessa ad un eventuale scambio di opinioni con coloro che l’avessero già visitata e ne avessero da proporre di ulteriori, e tentativo di stimolo per chi, ancora,non l’ha vista e possa decidere di farlo. Il
luogo e il Prodigio Un
tempo qui si trovava un quartiere malfamato, dove aveva sede un prostibolo e
questa via si chiamava via dei Lomellini. Si trovava un dipinto della Vergine
con Bambino (foto1, oggi sull’Altare Maggiore,opera di incerta
attribuzione, forse a G.della Chiesa)su
una casa adiacente, che è (anche qui come a Crema) il motivo determinante per
la costruzione del Tempio Mariano. Pare che, nel settembre 1487,
l’icona si sia messa a piangere e a parlare: in seguito ad una lite tra due
uomini, frequentatori della casa di tolleranza, uno di essi rimase ferito e
mentre stava per essere finito del tutto, una voce disse: "Cessino ormai
tante liti e lascivie, e casa così impura sia alla mia Pudicizia consacrata”.
Un evento prodigioso che non lasciò indifferenti i Lodigiani i quali,tra
l'altro, negli anni tra il 1485 e il 1486 sentivano una devozione accesa
verso la Madonna, per il pericoloso"scampato"
dopo la grave pestilenza che si era abbattuta in questa zona. Pertanto,
raccogliendo fondi attraverso la società civile si decise di risanare quel
quartiere considerato malfamato e di edificare un Tempio che venne sempre
definito CIVICO,appunto perché voluto dal popolo. La posa ufficiale della prima
pietra su cui fu impresso lo stemma della città (foto 2) ,che
si ritrova un po’ ovunque nell’edificio, risale al 28 maggio 1488. Il
Tempio fu realizzato anche grazie all'intervento determinante delle confraternite,
di associazioni laiche, nobiliari e borghesi e molto si deve alla funzione di mecenate del vescovo Carlo Pallavicino, che viene ricordato come fautore di molte iniziative culturali del tempo, come l’istituzione della biblioteca messa a disposizione dei giovani studiosi o della Scuola Musicale, nonché dell'Ospedale Maggiore. La piantaCome
si vede dall'immagine,(foto 3)il
Tempio è a pianta centrale, che per gli architetti di quel periodo
rappresentava la forma più conforme alla contemplazione del divino; è
il primo edificio rinascimentale a pianta centrale compatta dell'Italia
settentrionale, quasi un progetto pilota, che solo in seguito si
diffonderà su vasta scala. Probabilmente influenzato dalla corte sforzesca
di Milano, che in quegli anni rappresentava sicuramente
un riferimento per l'aggiornamento sull'evoluzione del gusto. I grandi
cantieri sviluppatisi precedentemente,
tra il XIV° e il XV° secolo, propendevano per una spazialità longitudinale,
spesso integrata ad una cupola centrale, che alludeva alla simbologia del
Cristo crocifisso. La
dedicazine dell’edificio alla Vergine Maria
e l'adozione della pianta centrale sembrano essere in stretto rapporto,
per due principali assunti: 1-)gli architetti rinascimentali recuperano la forma
del Tempio di Salomone, che si riteneva legato a momenti importanti della
vita della Vergine; 2-)si riteneva che lo schema del Tempio a pianta centrale,
celebrasse adeguatamente l'attributo stesso della verginità, poiché
anticamente riservato al culto delle dee vergini, come Diana e Vesta. La costruzioneL'edificio
si presenta all'esterno come un solido a otto facce (ottagonale)
intervallato da finestre e oculi, volumetricamente completato in alto da una
balaustrata con pinnacoli (foto 4:veduta
dell’Incoronata vista dal cortile dell’antico Monte di Pietà,oggi Scuola
Musicale, che si affaccia su via Solferino). Una volta entrati nel Tempio, si viene quasi storditi dal tripudio delle decorazioni baroccheggianti, contrastanti con la sobrietà dell’esterno. Sembra quasi impossibile trovare un contatto intimo con il ‘divino’,ma questa sensazione dura poco e come ci si mette sotto il punto più elevato dell’edificio, cioè la lanterna, si viene quasi ammoniti di aver pensato questo. L’occhio di Dio, entro il triangolo trinitario contornato dai raggi fiammati, è affrescato proprio in corrispondenza del nostro umile sguardo di visitatori che,mentre solleviamo gli occhi dal basso verso l’alto,ci sentiamo soverchiati dalla Potenza Divina. Una sensazione vibrante (foto 6:particolare della luce che filtra dalla lanterna.Gli affreschi attuali della volta sono del 1840 e sono attribuiti a Enrico Scuri,narrano l’Incoronazione della Vergine e Santi Lodigiani). Il Tempio ha perso molto dell’antica decorazione pittorica e cromatica; la volta un tempo era interamente dipinta di stelle dorate su fondo blu, decorazione oggi scomparsa, a causa di infiltrazioni d’acqua che avevano causato il parziale crollo della volta, che dovette essere rifatta. Il gusto decorativo,essendo cambiato,produsse la trasformazione. Da questo si intuisce come si volesse comunque conferire all’edificio una Valenza Sacra, replicando la perfezione del Cosmo,perfezione che il Battagio ha cercato di trasferire anche attraverso l’armonia degli spazi e della luce che filtra,come vedremo tra poco. L'interno
è articolato in tre ordini: - il primo è costituito dalle otto
cappelle a pianta trapezoidale con arcone
strombato. E’ evidente che Giovanni Battagio aveva preso a modello,come
è stato detto anche per lo schema planimetrico di Crema, il genio del suo
Maestro, Bramante, nello specifico la Sagrestia di San Satiro di Milano. Ma l’
“allievo” lo elabora in maniera personale, progettando otto trapezi uguali
per ampiezza,con le pareti laterali fortemente convergenti,con lesene che
scandiscono gli otto lati, piegate a libro. Il
secondo ordine è costituito dal Matroneo, che si affaccia
sull’aula con ampie bifore con colonnine decorate in blu e oro. Il
Matroneo riceve luce da ampie finestre blindate aperte sull’esterno. Nel 1989,
durante lavori di restauro, sono stati portati alla luce dei dipinti murali,
sei piccoli riquadri, raffiguranti arpie,foto 7,
sulle basi interne delle lesene del matroneo, sul lato destro, e che erano
invisibili agli occhi dei fedeli, potendo essere visti solo dei nobili ai quali
era riservato l'accesso al matroneo. Come si può vedere, il tema iconografico
è alquanto particolare, molto più ‘profano’ che cristiano: quale fosse la
loro funzione all’interno del Tempio resta ancora da definire. Il
terzo ordine è costituito dalla Cupola, che ha oculi circolari che
prendevano luce dalle aperture corrispondenti nella muratura esterna. L'interno
della chiesa fu trasformato alla fine del XVII secolo, sfondando un lato
dell’ottagono, corrispondente all'altare maggiore, per la formazione di un
nuovo coro. Oggi,pertanto,l’ottagono è ‘aperto’ su un lato. Per
realizzare questi lavori si chiese la consulenza di un poeta dell’epoca, Francesco
Lemene, che aveva fama di erudito ed era legato ai principali ambienti
culturali del tempo. Di fatto divenne il regista dell'impresa,e chiamò a sé
niente meno che l’architetto più attivo presso la corte papale, dopo il
Bernini, cioè Carlo Fontana. Le parti più antiche rimaste sono l’icona della Vergine con Bambino e S.Caterina, le ante d’organo,che recano all’esterno le effigi di S.Bassiano (patrono della città)e S.Alberto (furono entrambi vescovi di Lodi) e,all’interno,quelle di S.Caterina d’Alessandria e la Madonna con Bambino; anche i 16 grandi ‘testoni’ posti nei pennacchi degli arconi di ogni cappella devono essere fatte risalire alla prima fase storica e stilistica, attribuiti (forse non tutti con certezza) ad Agostino dè Fondulis, stretto collaboratore del Battagio.Nella foto 8 si possono vedere alcuni di questi ‘testoni’ in terracotta dipinta, un tempo molto più curati nei dettagli cromatici. Chi sono questi 16 personaggi? Nel
primo decennio del ‘500 e per oltre quarant'anni, lavorarono presso
l'incoronata di Lodi i PIAZZA, detentori di una delle botteghe più
importanti del tempo, nelle cui opere vi sono influssi Leonardeschi e a
Raffaelleschi. Una particolarità, che pare riferirsi alla mano di Callisto
Piazza è la presenza di un motivo
"macabro" (in realtà ‘esoterico’): un teschio dal quale
escono serpenti dai fori oculari, sulla lesena ai lati
della parte centrale di ingresso.
foto 10 (cliccare per ingrandire) Nella
fascia superiore agli archi delle Cappelle correvano incisioni dorate,su
fondo blu, scritte in latino, di cui oggi resta soltanto quella sopra la
Cappella dell’Altare Maggiore,perché le altre (presenti nel quadro del
Bergognone) non ci sono più e
sono state sostituite da una ornamentazione floreale(come si può vedere nella
foto 8). L'iscrizione sopra la cappella dell’ altare maggiore ci racconta
come il luogo”un tempo condannato all'amore pubblico” fu riscattato
con la costruzione di un tempio consacrato alla Santa Vergine costruito "a
spese del popolo laudese (LAUDEN[SIS]POPULI IMPENSIS) nell’anno 1487”. Foto 15:
ecco come si presenta attualmente il pavimento, in una splendida visione
d’insieme ripresa dal matroneo. Si
osservi anche il motivo centrale. La
“Presentazione al Tempio” è
stato eseguito a tempera e olio su tavola di pioppo,misura 138 cm per 96,8 cm ed
è stato restaurato nel 1989, liberandolo (come le altre tre Tavole) dalle
ridipinture ottocentesche che erano state apposte e che ne avevano
trasformato e appesantito l’originario cromatismo. Sembra,inoltre, che
esso presentasse una grande lacuna centrale sulla veste della Vergine,causata da
una bruciatura di candela(nota 1) e che
alcuni dettagli siano stati asportati come a non volere che giungessero fino a
noi. Insomma, una tela che si rivela preziosa per ‘rivedere’l’Incoronata
come la vide Bergognone. Ma cosa,in realtà, non ci è pervenuto? Sarebbe
interessante approfondire! “Tutti
i pannelli lignei, dalle ultime analisi derivanti dalle opere di
restauro,presentano un’elegantissima decorazione pittorica nascosta al di
sotto di varie stratificazioni posteriori caratterizzata da una serie di
graffiti in oro emergenti da un fondale azzurro scuro. Si tratta di una tecnica
esecutiva raffinatissima,condotta con la stesura di foglia d’oro su bolo,poi
coperto da un colore azzurro scuro,a sua volta inciso per far trasparire l’oro
sottostante,con motivi di grottesche,iscrizioni,greche e arabeschi”(nota
2) Vi
sono anche quattro personaggi ricorrenti nelle quattro Tavole:la Madonna,
S.Giuseppe,la fantesca e il sacerdote. Pare che vi trovino posto anche volti dei
confratelli committenti.Intenzione ritrattistica che parrebbe essere demarcata
dalla scritta con la data “MCCCCLXXXVII” segnata sull’architrave centrale
all’interno della chiesa (confermata dalla fotografia ai raggi Infrarossi)riferentesi
alla data di fondazione del Tempio. Harmonia MundiE’ possibile che un edificio in pietra possa racchiudere le stesse ‘armoniche’ musicali, gli stessi rapporti ‘spaziali’, le vibrazioni che poi, se si è in grado di coglierle, colpiscono i nostri sensi esattamente come può fare una sequenza di onde sonore, che può giungerci come dolce melodia o come insopportabile stonatura? Chi si interessa di tali tematiche sa che i Grandi Architetti conoscevano –pressochè in ogni epoca- bene il rapporto fra le proporzioni architettoniche e gli intervalli musicali. Leon Battista Alberti, nel suo trattato sull’Architettura, asseriva a ragion veduta,infatti, che bisognasse ricavare la regola delle proporzioni architettoniche “dai musici, ai quali sono perfettissimamente noti questi numeri”. Il Tempio dell’Incoronata di Lodi sembra rispondere a questa Armonia; infatti studi recenti sull’impianto spaziale dell’edificio hanno evidenziato che sia i rapporti planimetrici sia quelli volumetrici sono governati dalle stesse regole che determinano l'armonia musicale. Un dato importante, che è supportato anche dal fatto che quando il Tempio venne ideato e progettato, a Lodi vi era uno dei massimi teorici musicali dell’epoca, Franchino Gaffurio, strettamente legato al vescovo Pallavicino. Gaffurio e Battagio inoltre si conoscevano, poiché il primo affidò all'architetto la ristrutturazione della chiesa di San Marcellino a Milano, di cui era il beneficiario, nel 1491. Il Tempio dell'Incoronata si può definire armonico, non solo per la perfetta proporzione degli elementi architettonici e degli spazi ma anche dall'equilibrata e organica distribuzione delle fonti di illuminazione (il tema della ‘luce’ è costante nel Rinascimento e si rifà alla matrice dell’Accademia Platonica). Il progetto del Battagio permise di mettere in risalto sapientemente le decorazioni e le cromature cosa che, seppure si siano succedute trasformazioni pittoriche e decorative all’ interno del Tempio, si è potuta mantenere. Scendendo
attraverso una scala esterna,
si giunge nel Museo del Tesoro dell'Incoronata, inaugurato nel 1988 che
contiene oggetti e arredi sacri, crocifissi, candelieri, incuneaboli e un
modellino ligneo dell’ altare maggiore. Esso è allestito nei locali
dell'antico Monte di Pietà. Museo
del Tesoro dell'Incoronata
Via
Incoronata, 23 Indirizzi
utili: APT
del Lodigiano, Piazza Broletto tel.037 1421391 ProLoco
,P.za Broletto tel. 0341 422597 Note: (1)
Il fatto della
bruciatura viene affermato da N.Comolli Chierici, responsabile del restauro del
1989,riportato in “Ambrogio Bergognone”,pag.121. Nel 1883 venne
affidata al pittore Antonio dè Antoni l’opera di restauro su suggerimento di
Francesco Hayez. Viene riportato in Giordano, 1988,pag.85,n.4-Lodi,ex archivio
ECA, Commisssione dei restauri della Incoronata, 1825-1885, quanto segue:”
Questo quadro, già stato molto danneggiato per essersi distaccato il colore
della tavola e per un vecchio ridipinto in molte parti di mano imperita,è stato
ancora spelato in alcune cose particolari nel fregio dell’architettura”. (2)
I lavori di restauro dei dipinti sono terminati nel 1989;ora le Tavole si
leggono nella loro interezza,per quanto sia dato di osservare ‘da profani’.
Le analisi hanno comportato esami stratigrafici,condotti nel 1988 dalla d.ssa
A.Gallone del Politecnico di Miilano, ed esami
eseguiti dal Laboratorio fotoradiografico della Soprintendenza per i Beni
Artistici e Storici di Milano,nel 1988. Una
buona bibliografia relativa al genio architettonico di Bramante e le chiese a
lui ispirate al links: http://temi.provincia.mi.it/bramante/bramante/bibliografia.html (Marisa Uberti) |