Foto2.
Strappo di un affresco del ‘700, esposto nella Chiesa; raffigura la
scena dell’apparizione ma si noti il curioso particolare: la mano
mozzata è la sinistra. Questo è ricorrente in tutte le iconografie
della Basilica, eccettuata la scultura che si trova nello Scurolo,che
però inizialmente fu privata anch’essa della mano sinistra, poi
riattaccata(come dimostrato dalle analisi), e conseguentemente fu segata
la destra. Le fonti documentali e narrative attestano che la mano
mozzata era sicuramente la destra.
Foto
3:visione
degli affreschi della cupola centrale ottagonale
Foto
4:vista
del braccio principale del Santuario con le due scalette laterali che
conducono all’altare: sotto, l’accesso alla cripta/scurolo.
Foto
5:
la pianta della Basilica. Questo edificio può essere assimilato all'edificio
sacro ideale che, nel Rinascimento italiano, doveva esprimere la
perfezione della bellezza e rilanciare il modulo della pianta centrale
(su base circolare o ottagonale). In questa Chiesa si fondono tre
elementi fondamentali: il cerchio, l'ottagono e la croce. A
Milano questo modulo era stato introdotto alla corte di Ludovico il
Moro da Donato Bramante e da Leonardo da Vinci alla
fine del 1400.
Foto 6: disegno di Donato Bramante per la
B.di S.Pietro
Foto7:bozzetti di Leonardo
Foto
7 bis:disegni
di Leonardo inseriti nel Codex Ashburnham
(grazie a Maria Gresele per questa segnalazione).
Foto
12:acquerello
del’700 di anonimo, eseguito su carta, in cui si ha la visione della
Basilica, del Convento e dell’ortaglia(una visione ‘aerea’
ripresa da chissà quale postazione).
Foto 13 e 13 bis
Foto 16
Foto
1:vista
del Santuario da sud
1)-Ubicazione
Si
trova alla periferia nord di Crema,a circa 1 chilometro dal
centro cittadino.
Dove
oggi sorge la Basilica Minore, nel '400 esisteva un piccolo
borgo , immerso nel bosco, situato sulla strada che porta da
Crema a Bergamo. Il bosco prendeva il nome di Novelletto
e la strada usciva dalla città all'altezza delle attuali vie di
S.Chiara o via Borgo S.Pietro, presso la Porta Pianengo.
Come
si raggiunge:
Il
magnifico edificio si staglia in tutta la sua imponenza per chi
arriva in auto da Bergamo.
Uscendo
dalla città di Crema a porta Serio, si percorre l'omonimo bel
viale alberato tracciato nel 1593 dal podestà N.Vendramin, che
valorizza l’edificio, il quale subisce però il tormento del
traffico quotidiano,trovandosi esposto(anche se ci sono dei
parcheggi) sulla strada.
Dimensioni
dell’edificio
Il Santuario ha un’altezza(a livello della cupola maggiore) e
una larghezza che coincidono e sono pari a 35 metri; l’altezza
delle cupole laterali raggiunge i 15 metri dal suolo.
I
retroscena della costruzione: storia dell’Apparizione Mariana
Caterina
degli Uberti
era una giovane donna, di buona famiglia, sposata ad un uomo di
nome Bartolomeo Pederbelli, detto Contaglio, originario
della Valle Imagna (BG), che in precedenza aveva avuto il bando
dalla città di Bergamo perchè accusato di omicidio. Caterina,
probabilmente, non sapeva di questo e si fidava dell'uomo, che
però in breve tempo aveva dilapidato la dote ricevuta con il
matrimonio, mostrandosi tale e quale era: un malvivente.
Con
il pretesto di farle conoscere i propri genitori, il Contaglio
persuade Caterina a vestirsi bene, ad indossare i suoi gioielli
migliori e ad andare con lui, la sera del 3
aprile 1490; insieme, a cavallo, attraversano il bosco del
Novelletto. Ad un certo punto, forse per un diverbio,
l'uomo aggredisce Caterina, la colpisce violentemente e
ripetutamente con uno spadino, le tronca la mano destra e la
spoglia dei suoi averi.
Caterina
è ferita alla testa e sanguina molto, la sua vita è in
pericolo imminente, mentre il marito fugge con la refurtiva. La
mano mozzata giace a terra, insanguinata. Negli
sprazzi di lucidità che le restano, si rivolge alla Vergine,
perchè non la lasci morire senza aver ricevuto i sacramenti.
Miracolosamente, evocata dalle sue parole, la Madonna le appare
davvero, sotto le sembianze di una popolana; la tranquillizza
sull'immediato futuro, e la accompagna presso una modesta casa
al limitare del bosco, dalla famiglia Samanni, dove la
moribonda viene subito soccorsa e dalla quale, vista la gravità
della situazione, viene trasportata presso un'altra casa, quella
più accogliente dei signori Mongia (dove sorgevano
queste due abitazioni, fu in seguito costruita un'edicola a
ricordo, poi distrutta per far posto a nuove costruzioni).
Caterina
riesce ad esporre i fatti,perdona il marito, riesce a ricevere i
sacramenti tanto desiderati ma poco dopo sopraggiunge, a causa
della ripresa anomala dell’emorragia, la morte, che si narra
serena, e viene sepolta nella chiesa di San Benedetto,
suscitando clamore nella gente del posto, che iniziò a recarsi
in pellegrinaggio sui luoghi del misfatto, dove qualcuno piantò
una croce nel punto esatto dell'Apparizione, destinato a
divenire un luogo 'miracoloso'. Da qui,probabilmente scaturisce
il nome dato alla chiesa, “S.Maria della Croce”.
Il
3 maggio successivo, quindi un mese dopo la morte di Caterina,
un ragazzino di undici anni, che era affetto da paralisi,
convinse la madre a portarlo in quel punto e ricevette la
guarigione. Fu gridato al prodigio, al quale seguirono, secondo
le numerose testimonianze raccolte, altri fenomeni di guarigioni
miracolose e straordinarie, che convinsero in breve tempo le
autorità a far costruire una grande Chiesa.
Aspetti
generali
Naturalmente
questo lavoro può solamente fornire una modestissima
descrizione di quella che è in realtà l’Opera di S.Maria
della Croce, che sorprende il visitatore, l’appassionato e lo
studioso sia per la sua singolare ed elaborata architettura
dell’esterno, con un corpo cilindrico centrale,sia per la
trasformazione geometrica dell’interno, in cui il corpo
centrale diventa un ottagono e rapisce lo sguardo verso
l’alto, dove la luce filtra dagli oculi rotondi e regala agli
affreschi un aspetto sublime.
Ovunque,
simboli da osservare con attenzione:conchiglie,tempietti in
stile greco dove sono collocate figure femminili ad
altorilievo,ad esaltare la Bellezza,affreschi che narrano Storie
Bibliche (soprattutto si coglie il senso profetico delle vicende
Veterotestamentarie),tele, stucchi,capitelli e colonne, cartigli
e quant’altro l’individuale capacità contemplativa può
ricavare dalla visita al Santuario.
Giunti
nell’aula ottagonale,dall’ingresso ovest, una scala doppia
porta, sia a destra che a sinistra, all’altare
maggiore,normalmente chiuso da cancelletti in ferro battuto,
all’apice del quale, si trova l’ASSUNZIONE
della Vergine, del 1510 circa,attribuito al Diana.
L’opera mette in relazione la Madonna con i Dodici Apostoli,
così come avviene nello Scurolo, ovvero la piccola cripta alla
quale si accede scendendo una scala,posta sotto l’altare
maggiore.
La
costruzione
I
lavori per la costruzione del Santuario iniziarono solo pochi
giorni dopo l’apparizione mariana. Il fondamento fu fatto
ponendo quattro colonne come confine e si mise una copertura
provvisoria,una sorta di cappellina, per preservare le offerte
votive che iniziavano copiosamente ad affluire per i prodigi che
si verificavano. Vi fu posta l’icona lignea donata il 4 maggio
1490 da G.Cotta, che fu oggetto di fenomeni prodigiosi,come il
movimento degli occhi,testimoniato da svariate persone, e che
oggi è conservata nello scurolo.
Nel
mese di GIUGNO 1490, vi fu un avvistamento collettivo di uno
strano fenomeno celeste, un misterioso ‘cerchio che aveva i
colori dell’iride’.
Fuchiamato a dirigere il progetto l'architetto lodigiano Giovanni
Battagio,allievo del Bramante,
che ne fece una delle più alte espressioni del Rinascimento
lombardo. Concepì l'edificio in cotto, con pianta a croce
greca,quattro bracci collegati al corpo cilindrico centrale,
splendidamente traforato da due gallerie sovrapposte, con
cappelle ai quattro punti cardinali(vedi foto 5).
Nel disegno
del Bramante per il progetto della Basilica di San Pietro a
Roma(foto 6) in seguito modificato da altri e quindi di
più difficile individuazione nell’attuale costruzione,si nota
la concezione dell'edificio 'ideale'. A me pare di scorgerci una
marcata similitudine con lapianta di S.Maria della Croce ( di certo sono inseriti i
tre elementi geometrici principali: cerchio,ottagono,croce
greca) ela croce
greca forma idealmente un nodo con un riferimento
ben preciso, quello del nodo di Salomone, come se su
quest’ultimo e sulla sua funzione simbolica (unificatrice)
prendesse forma l’intera pianta.
Come
si vede dalla foto 7, Leonardo
aveva prodotto diversi disegni, contenuti nel “Codice
Atlantico” e in altri Codici (Codex Ashburnham), in cui
immaginava l’ edificio
ideale come un impianto centrico con cappelle radiali di
varia forma, dominate da una grande cupola. Molto probabilmente
il Battagio entrò in contatto conLeonardo stesso, che tra l'altro lo cita del Codice
Atlantico medesimo. Bramante e Leonardo ispirarono,
pertanto, con buona approssimazione il progetto di Santa Maria
della Croce a Crema, che il Battaglio rese concreto.
L
e cupole più piccole e relativi pinnacoli sono opera
successiva, una cupola sovrasta il tutto, sorretta da un muro
pieno, aperto da oculi.
Foto
8:
così
appariva la chiesa in una fotografia di inizio’ 900, quando
ancoravi erano letettoie in coppi, nei primi del ‘900 sostituite da
cupole ricoperte in rame, alle quali furono aggiunte cuspidi e
pigne in pietra bianca. Probabilmente in questo periodo vennero
anche disegnati a graffito alcuni specchi del paravento
esterno, (in particolare quelli delle porte cieche).Essi sono
visibili nelle foto seguenti:
(foto 8, 9 e 9 bis)
Il
18 aprile 1958 il Papa Pio XII concesse al santuario di Santa
Maria della Croce il titolo di Basilica
minore,che venne restaurata all'esterno e
all'interno con interventi vari nel corso del secolo XX e nel
marzo di quest'anno 2004 è stata inaugurata la riapertura dello
Scurolo, dopo i meticolosi lavori di restauro che le hanno
donato l'originario splendore.
Il
Battaglio,ad un certo punto, si allontanò per dissapori con la
committenza e venne chiamato per portarlaa termine Giovanni Antonio Montanaro,che disegnò una terza e ultima galleria per chiudere la
cupola, in stile gotico, ispirandosi ai moduli di Venezia a cui
Crema era passata nel 1449.
Lungo
i parapetti delle aperture esterne si rincorrono ripetutamente
vari simboli: una ruota
a otto raggi, un sole fiammato a otto e a dieci raggi,una
stella sette punte, una croce, un
cerchio che inscrive un quadrato,a cui si sovrappone
un rombo (nel quadrato, vi sono cinque cerchi più piccoli,(foto
10) I cinque cerchi inseriti in un cerchio più grande li
ho fotografati –coincidenza?-anche sul soffitto della cripta
del Duomo di Lodi. (foto
11)
Sul
basamento dell’edificio, corrono rombi e cerchi in
altorilievo,simboli ripetuti sulla trabeazione a specchi che
regge gli archetti che accolgono le otto colonnine in
marmo di Botticino della Lanterna della cupola
centrale,terminante a cono.
L’Ordine
riformato dei Carmelitani Scalzi venne chiamato a reggere
il santuario dalla cittadinanza, ed essi ne presero possesso nel
1694, ed iniziarono la costruzione del grande convento nel 1706(foto
12); a loro si deve anchel'edificazione del campanile che affianca la
basilica,eretto qualche anno dopo. Essi abbandoneranno la città
nel periodo napoleonico(in cui si decretò la soppressione di
tutti gli ordini regolari), il 25 aprile 1810.
Si
devono ai Carmelitani anche i tondi dell'interno raffiguranti le
estasi di Santa Teresa, riformatrice del loro ordine.
Tra
Profeti e Sibille, sono inseritii medaglioni creati da A.Parravicino,che narrano le
Estasi di S.Teresa(foto 13 e 13 bis) Questo inserimento
sembra accordarsi con la teologia della Croce,che caratterizza
l’intera decorazione pittorica della Basilica; una storia di
salvezza che dai tempi di Cristo si realizza continuamente. Le
Sibille, elementi profani in un luogo di culto cristiano, non
sono scelte a caso:un tempo il cristianesimo riconosceva loro il
ruolo di profetesse della venuta di Cristo,affiancandole ai
Profeti della Bibbia.
Foto
14:Re
Salomone qui ritratto come Profeta(seconda cappella a destra del
presbiterio), accanto ad una lapide su cui sono incise le
seguenti parole: INDICA MIHI QUEM DILIGIT ANIMA MEA (Indicami
colui che ama il mio cuore, dal “Cantico”3,3)
Foto
15:
re
Davide (quarta cappella in senso orario a partire dal
Presbiterio), come profeta,che reca una lapide su cui è
scritto:” PERCUSSIT PETRAM ET FLUXERUNT AQUAE (Percosse la
pietra e scaturirono le acque, che si riferisce al Cristo e
all’acqua/sangue fuoriusciti dal costato).
Sono
solo due dei molti Profeti inseriti nel contesto iconografico
murale.
La
simbologia del Santuario: la Gerusalemme Celeste
dell’Apocalisse
Il
Santuario presenta quattro bracci a pianta quadrata ma smussati,
che terminano-ciascuno-in tre porte,per un totale di DODICI
porte,di cui solo TRE aperte(sul lato nord,ovest e
sud).Tutte le altre sono murate, alcune presentano semplice
intonaco privo di decorazione (foto 16),altre
sono decorate con motivi vegetali,nastri,curiose freccette
rivolte verso l’alto e il basso, entro volute e a volte
troviamo scritte latine(
Il
braccio est,che ha tutte e tre le porte cieche, ha però due
finestrelle (a nord e a sud) protette da inferriate,che una
volta giungevano fino a terra, che corrispondono alle finestre
della cripta/ scurolo.
Lo
scopo di tale architettura non può essere casuale: nel libro
dell’Apocalisse viene descritta la Nuova Gerusalemme:”
La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte. A
oriente tre porte,a settentrione tre porte,a occidente tre
porte,a meridione tre porte.Le mura della città poggiano su
dodici basamenti,sopra i quali vi sono i dodici nomi dei dodici
apostoli dell’Agnello”
.
Qui,
esteriormente,non troviamo alcun nome o effigie dei DODICI
apostoli, ma…sorpresa! Essi furono inseriti nelle dodici
lunette dello scurolo, che possiamo considerare il…basamento!
Oggi,
di quegli antichi dipinti sotterranei ne restano visibili
quattro.
La
città di Gerusalemme descritta nell’Apocalisse è una città
‘ideale’per eccellenza, quella celeste, che è
immagine di una Chiesa Universale, dell’uomo Universale.
Simbolicamente,pertanto,
le geometrie inserite in questo sacro luogo possono essere così
lette:
Dio
(il cerchio) scende dall’alto dei cieli (la parte più alta
della cupola è quella lanterna che sembra sfiorare il cielo e
innalzarsi a ricevere la divinità) per ‘incarnarsi’,
affinchè l’umanità (rappresentata dai quattro bracci che
corrispondono ai quattro punti cardinali,ai quattro angoli della
Terra) possa essere redenta (fine simbolismo ermetico: la croce
greca della pianta è assimilabile al crogiolo alchemico,in cui
la materia grezza si sublima in spirito divino, come Gesù-Verbo
incarnato- è morto sulla croce, per divenire il Cristo-Luce).
L’ottagono dell’aula e della cupola rappresentano la
rinascita, il ‘battesimo’ a Nuova Vita, che invita il
fedele,come Corpo di Cristo, ed entrare a far parte della Nuova
Città, nella Gerusalemme Celestedalle dodici porte.
Il
numero otto è
costante nella Basilica: sono otto le colonne che stanno agli
angoli dell’ottagono,che inquadrano otto aperture, poichè
fanno da base per gli arconi dei quattro altari e dei quattro
bracci. Al di sopra vi è una doppia trabeazione,oltre la quale
si eleva il tamburo con otto lati segnati da otto colonne
angolari a candelabro che poggiano su pilastrini. Qui.
all’altezza della seconda galleria esterna, si aprono bifore
che illuminano la Chiesa(secondo l’usanza rinascimentale che
le finestre dovessero essere a quell’altezza perché si
potesse vedere solo il cielo).La Basilica, a seconda delle ore
del giorno, lascia filtrare i raggi solari in maniera
armoniosa,scandendo il tempo e mettendo in luce,in sequenza, le
diverse parti del tempio, a partire dalla zona dell’altare
maggiore.Al di sopra della cornice del tamburo vi è la cupola
ottagonale che è intercalata da quattro oculi e da costoloni
che la dividono in ‘spicchi’ o vele. Molto suggestivo
l’alternarsi di colonne,che nel loro corso si
‘trasformano’in pilastrini per poi ridivenire colonne e
infine costoloni. Sono otto anche le colonnine della
‘lanterna’ che completa il tiburio.
Prima
di andare via, è doveroso osservare e rifletteresui portali moderni di Mauro Toffetti, che sono
denominati: porta della
Vita (a ovest), porta
deldramma (a
nord), porta della
Gloria (a sud). Al loro interno, rispettivamente, la Fede,
la Speranza, la Carità. Il tutto cela un livello interpretativo
sottile e non manca,a mio avviso, di qualità artistica e
simbolica.
Spunto per l’approfondimento della ricerca:
“Architetture
dello Spirito,le Chiese della città e del territorio
cremasco:S.Maria della Croce”- Giorgio
Zucchelli- Allegato al n.42(31/10/2003) de “Il Nuovo
Torrazzo”.