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                                                                   (di Marisa Uberti)

 

 

 

                                              77.jpg (100453 byte) 78.jpg (102793 byte)

Abbiamo lasciato parlare le splendide immagini. Perchè descrivere questo ambiente naturale è impossibile:bisogna 'viverlo', abbeverarsi nel suo incanto, ascoltarlo, in punta di piedi.

Raggiungerlo è abbastanza semplice, anche per chi -come noi- non è del posto. Basta seguire (dalla nostra postazione di partenza) la strada che conduce alle Terme di Casteldoria, ben segnalate, anche se attualmente non funzionanti. Casteldoria oggi non esiste più come borgo, ma nel XII secolo fu dimora della famiglia genovese dei Doria, che vi eressero un castello, di cui oggi resta visibile una torre (attualmente con impalcature) e qualche brandello di mura. Esso si veniva a trovare in una cornice scenografica di incomparabile bellezza che spaziava dalle rocce color rosso vivo alle acque cangianti e al verde della lussureggiante vegetazione. Oggi per raggiungere l'isolata torre bisogna prendere la strada per Perfugas uscendo da S.Maria Coghinas, deviare a sinistra dopo un chilometro circa dopo di che bisogna abbandonare l'auto e proseguire a piedi lungo un sentiero che sale sulla collina (228 m di altitudine).

Per la proprietà delle acque di questo fiume, i Romani prima e i Doria poi, vi impiantarono delle terme. Le sorgenti che sgorgano naturalmente dalla terra, all'uscita di questa gola selvaggia porfirica, quasi a livello del fiume, hanno proprietà salso-bromo-iodiche ed escono ad una temperatura di 70°. Sono caldissime, dunque e lo abbiamo ...sperimentato! Toccarle o avvicinarsi è praticamente impossibile.La gente del posto, interpellata in merito da noi, ci ha cortesemente raccontato di come fu arbitrariamente tentato di buttare sopra le sorgenti delle colate di cemento, ma la forza della natura ha fatto sì che esse si aprissero in punti diversi (un po' come accade con i vulcani).E vulcanica è appunto questa zona, anzi lo fu milioni di anni fa. L'acqua sulla riva del fiume 'bolle' in diversi punti, attraverso la porosità del suolo: è caldissima, e caldissimi sono i sassi che vi si trovano dentro. La gente ha costruito attorno ai punti di deflusso delle sorgenti dei piccoli stratagemmi per poter godere dei benefici e respirarne i vapori salso-bromo-iodici che si dice curino le affezioni dell'apparato respiratorio.Ma non solo:le rive del fiume sono ricche di fanghi che si raccolgono a piene mani.

 Lo spettacolo di persone tutte 'impiastricciate' di nero ci ha lasciato dapprima stupefatti (non sapevamo di cosa si trattasse).Poi ci hanno spiegato che questi fanghi hanno proprietà taumaturgiche, lenirebbero cioè i dolori articolari, muscolari e ossei.La gente se li spalma sul corpo, li lascia asciugare finchè diventano una specie di 'gesso' e poi entra nel fiume per lavarselo via. Il colore dell'acqua in questo tratto è infatti da immaginare e captare attraverso le immagini! Un vero bagno di salute e bellezza, si direbbe! Pensiamo che nell'antichità questo luogo fosse a pieno titolo considerato magico e sacro: scientificamente oggi sappiamo perchè (è curativo e i fanghi vengono usati negli impianti termali correntemente, così come le acque salso-bromo-iodiche) ma allora doveva ritenersi opera divina, o meglio dono di quella Madre Natura che nell'acqua trovava la sua espressione più profonda.

Anfratti e caverne ricavati nelle rocce che circondano le rive, che si vedono facendo roteare lo sguardo all'intorno, dimostrerebbero che poteva essere habitat ideale per l'uomo 'preistorico', che qui poteva disporre del necessario per vivere. Contrariamente a quanto si può pensare, infatti, c'è fauna ittica nel fiume! E da sempre è terra di pastori. E' logico che man mano il fiume si allontana da questo tratto, la sua temperatura muta.

Un cartello in loco avverte che per 'manutenzione agli impianti' della diga artificiale, il livello del fiume potrebbe 'improvvisamente' aumentare e causare una 'piena'.

Il pittoresco lago di Casteldoria che si ammira particolarmente bene dall'alto, percorrendo la strada che conduce a Perfugas, è un bacino artificiale costituito nel 1961 in seguito alla bonifica della valle del Coghinas.

Alcune immagini pittoresche e catturate al 'volo':

Un moderno ponte in legno collega la riva destra del fiume, in cui sono state costruite le recenti Terme (a ridosso della montagna), con la sinistra, molto più aspra e selvaggia.

Le terme sono chiuse. Perchè?

Una piccola cappella, sconsacrata a quanto ci è dato di capire, si trova sul lato della strada che conduce alle terme. C'è ancora un residuo di affresco murale, e c'è ancora un altarino.

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Splendida escursione, a poca distanza dal mare e dai siti archeologici. Consigliata!

 

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                                                                                ottobre 2007