(a cura di Marisa Uberti con la
collaborazione di Elena Serughetti)
Da dove viene la vita? Non è questo il
luogo adatto per una simile discussione, ma ci basterà sapere almeno un paio di
teorie tra le più interessanti… Una sostiene che le prime molecole
organiche si sono unite per caso, nei mari primordiali, formando una
struttura a sfera (è un processo chimico che possiamo sperimentare). L’altra
dice che le prime molecole organiche, o addirittura le prime cellule già
formate, sono giunte dallo spazio, forse a bordo di quelle ‘palle di
ghiaccio’ che sono le comete. In ogni caso, la seconda ipotesi non fa che
spostare il problema dell’origine della vita fuori dal nostro pianeta. La
questione comunque rimane.
La probabilità di un’unione spontanea di molecole a formare la vita è
veramente irrisoria. In poche parole, la vita nell’universo non può
essere frutto del caso.
Forti di questa constatazione (e consci della sua immensa portata),
sorvoliamo a velocità supersonica la storia della specie umana.
Sconvolgimenti
geologici
Tutto ha inizio
10 milioni di anni fa, con una serie di sconvolgimenti geologici che interessano l’Africa:
si crea una spaccatura (Rift Valley) che taglia in verticale la zona degli
odierni grandi laghi africani. Questo sconvolge il clima: a ovest rimane la
fitta foresta umida, a est si formano le aride savane e le praterie. Alcuni
primati del tempo si adattano: scendono dagli alberi e imparano a sopravvivere
in un ambiente nuovo, ampio e povero di piante. Da arboricoli diventano
terrestri: è il preludio alla comparsa dell’uomo.
Studi paleontologici e genetici affermano che noi e le grandi scimmie
africane (gorilla e scimpanzé) abbiamo un antenato in comune: un primate che
tra 10 e 6 milioni di anni fa,. viveva sugli alberi, ma era già in grado di cavarsela negli
ambienti aperti delle savane. Uno che insomma sapeva camminare su due zampe ma
preferiva arrampicarsi sugli alberi.
Un fossile nuovo nuovo, datato 6 milioni
di anni fa, pare confermare questa ipotesi. Di
certo, per ora, sappiamo che un primate bipede esisteva già 4,5 milioni di anni
fa.
Da questo momento è tutta una selva di forme ominidi:
Ardipiteci,
Australopiteci, Parantropi, Homo… ognuna di queste voci comprende varie specie
di ominidi (per esempio, alcuni riconoscono 6 specie di Homo, dall’habilis
al sapiens). Un vero ‘cespuglio evolutivo’, ricco di rami e
rametti, quasi tutti però destinati all’estinzione: solo il ramo di Homo
sopravviverà fino a oggi, e solo un rametto secondario di questo ramo non
scomparirà: l’esile rametto dell’Homosapiens.
Qui non voglio entrare nei dettagli, cioè spiegare chi erano e cosa
facevano tutti questi ominidi, veri ‘esperimenti della natura’ per adattasi
nel modo migliore al proprio ambiente. E nemmeno addentrarmi nel campo minato
delle parentele fra tutte queste specie.
Mi preme invece osservare un fatto interessante, con il quale introduco l’intervento
degli ooparts: qualche frammento di cranio, un pezzo di mandibola, un molare, un
paio d’ossa della mano… Gli scheletri quasi completi, come la famosa Lucy,
sono eventi davvero rarissimi. Eppure i paleoantropologi (gli studiosi della
nostra storia) da un solo piccolo osso riescono a ricostruire l’aspetto dell’intero
animale, e spesso possono capire come doveva vivere. E’ la stessa cosa che
accade nelle indagini poliziesche.
Il punto essenziale è che in realtà esistono molti più fossili umani
di quelli che ci vengono mostrati sui libri e in televisione. Proprio così.
La storia dell’uomo è costellata di ‘buchi’, zone oscure che lasciano
dubbi e spronano alla ricerca. Ma è soprattutto disseminata di resti fossili
ambigui, scomodi per questa teoria appena illustrata; fossili che sembrano
mostrare una presenza umana molti milioni di anni prima la nascita ‘ufficiale’
dell’uomo. Esistono fossili che potrebbero stravolgere la nostra storia.
Perché potrebbero? Perché si tratta di resti trovati un secolo fa o
più, resti svaniti nel nulla, o sepolti nel dimenticatoio dei magazzini di
qualche museo. Resti che nessuno si prende la briga di datare con i nuovi
metodi oggi a disposizione. Perché? Perché nessuno vuol sapere nulla di
questi fossili? Perché nessuno vuole riprenderli in mano per correggere o
confermare la loro datazione, fatta magari più di cento anni fa?
La nostra storia è la storia più affascinante che la paleontologia possa
raccontarci. E’ una storia di conquiste, avversità, reperti scoperti e…
reperti occultati.(di
Elena Serughetti)
Ritrovamenti e interrogativi aperti
Dopo gli interrogativi che ci ha proposto l'amica Elena,che ringrazio
vivamente della collaborazione,vediamo infatti come
nuovi reperti fossili continuino a 'retrodatare'la presenza dell'u.a.m sulla
terra.
Facciamo una breve panoramica dei
ritrovamenti più eclatanti.
'La
signora di Buia'', questo è il nome che fu dato ad una donna di un
milione di anni fa,nostra lontana antenata,scoperta nel 1995,che
doveva avere nemmeno 30 anni quando morì.Fu ritrovata in Eritrea -nel
villaggio dancalo di Buia(appunto da qui deriva il nome datole),ad opera di
un paleontologo italiano,Lorenzo Rook.L'Africa,si sa, deve ancora
svelare molti dei suoi segreti! Il ritrovamento avvenne per caso,l'ultimo
giorno della spedizione,partendo da un piccolo frammento di osso e riuscendo
a ricomporre,con successivi ritrovamenti,una calotta cranica quasi
completa.La cosa particolare è che,man mano si ricomponeva il 'mosaico' si
scopriva che la creatura era davvero singolare:un mosaico di
caratteri diversi costituito da caratteristiche arcaiche (homo
erectus) e particolari che rimandano all'uomo moderno(homo sapiens).Rook
sospetta e spera che "Forse la comparsa dell'uomo moderno è
avvenuta in un arco di tempo molto più lungo di quanto si pensasse".
Lucy fu
ritrovata nel 1974.Dinquinesh,
che significa 'Sei meravigliosa'. L'importanza di questo
ritrovamento(effettuato da Donald Johanson e Tom Gray) consiste nel fatto
che è lo scheletro fossile più completo mai ritrovato all'epoca. Accanto a
Lucy troviamo scritto AL;288-I.
Queste sono 'sigle'che,nei
registri della paleontologia,si riferiscono,rispettivamente alla località
del ritrovamento (in questo caso,AFAR LOCALITY),numero 288,primo
fossile). Lei era un australopitecus
afarensis, che camminava su
due piedi.Il fatto che questi 'ominidi'potessero camminare eretti,non si
spiega ancora ufficialmente.Il bipedismo si è evoluto in
foresta,pare,quelle creature avrebbero potuto continuare a vivere sugli
alberi. Ad un certo punto la foresta si decimò e così l'abilità acquisita
di stare sia su quattro che due 'zampe'ha permesso, a chi le aveva
sviluppate, di camminare nella savana. Tutto qui? Potrebbe essere una
conquista grandissima,in realtà.Pare che da Lucy siano discesi gli afar;
mentre
da G1 e G2 ( circa 4.000.000 di anni),ominidi ritrovati nella
Rift Valley,fra Kenya e Tanzania,sarebbero discesi i giganteschi Masai.
Ma come mai si
hanno così tante specie di nostri antenati?
Sembra che
proprio la Rift Valley sia stata il possibile scenario del cammino
dell'umanità. Qui,comunque, si ha un ottimo substrato di lavoro per gli
studiosi del genere,perchè i vulcani hanno fossilizzato le ossa degli
ominidi,che possono essere ancora ritrovate e analizzate con soddisfacenti
risultati;sono stati ritrovati centinaia di siti con tracce della loro
esistenza.
Forse proprio
qui,tra gli attualmente riconosciuti 5 e 7 milioni di anni fa,l'uomo
e la ...scimmia si sono separati,dando vita ad una genealogia
intricatissima,un cespuglio praticamente inestricabile:esiste
o non esiste l'anello mancante? L?evoluzione è un processo
irregolare,lentissimo,con progressioni impercettibili e retromarce
improvvise?
Oreopithecus
bambolii
I primi resti furono trovati nel 1958 in Toscana, mentre al 1993 risale la
scoperta di frammenti di mandibola e denti avvenuta in Sardegna. Risale a
8/8,5 milioni di anni fa.
La sua posizione tassonomica nel grande albero della vita è ancora molto
problematica: alcuni tratti del cranio richiamano caratteristiche più
ominoidi, mentre altre (come le braccia lunghe adatte alla vita arboricola)
lo portano verso il gruppo delle scimmie antropoidi.Questa
pagina parla di lui. "Tutte queste caratteristiche fanno classificare l'Oreopitecus
bambolii come una scimmia antropomorfa, quindi un primate prossimo alla
linea evolutiva degli Ominidi"
Secondo l'amica Elena Serughetti, è bene distinguere le due "linee
di ricerca" sulle nostre origini, cioè:
- origini remote (ante-australopiteci)
- origini prossime (inerenti le sole specie del genere Homo)
Stabilire un certo ordine o criterio è sicuramente fondamentale!
-Nel 1994, nella ricca (per gli antropologi e paleontologi)Rift
Valley, vennero alla luce ossa di almeno 17 esseri,vecchi di 4.000.000 di
anni,che vennero collocati in una nuova specie:ramidus
(che in lingua locale, afar, sta per 'radice').Esseri arcaici,con denti da
scimpanzè ma quasi certamente in grado di stare eretti.
-All'inizio degli anni Duemila(2001, precisamente),a Tugen
,nord-ovest di Nairobi,dei ricercatori francesi scoprirono i resti di un
ominide(Orrorin tugenensis meglio noto come Millenium Man o Uomo
del Millennio) di 6.000.000 di anni che forse camminava eretto;
-passati pochi mesi,sulle rive del lago Turkana, a nord del
Kenya,venne ritrovato l' "uomo del Kenya dalla faccia piatta",il Kenyanthropus
platyops, 3.500.000,che non somiglia a nessun altro 'ominide',come
se un ramo di quel cespuglio genealogico avesse deciso di incamminarsi da
solo lungo il suo percorso evolutivo.
Nel luglio 2002 comparve sulla rivista "Hera"questa notizia.:"Toumai:l'antenato
più antico dell'uomo? Fu
Michel Brunet dell'Università di Poitiers, in
Francia,ad effettuare la sensazionale scoperta,tra lo scetticismo della
Scienza ufficiale. Nel
2005 abbiamo avuto degli aggiornamenti importanti in merito a quel
ritrovamento( 7 aprile 2005 Redazione Lanci, Agenzia ZadiG-Roma):
"La ricostruzione virtuale del cranio dell'ominide di Toumai
sembra porre fine a una delle più roventi controversie nel campo
dell'antropologia. La ricostruzione potrebbe infatti permettere di etichettare definitivamente il reperto come appartenente alla grande famiglia degli esseri umani o a quella delle scimmie.
nuova specie di
ominide, il Sahelanthropus
tchadensis, la più vecchia mai rinvenuta fino a oggi. Molti antropologi però si dimostrarono piuttosto scettici, ritenendo che la conformazione del cranio rendesse l'uomo di Toumai più simile ai gorilla che agli esseri umani.
Brunet però non si arrese e la scoperta di nuovi reperti e la ricostruzione al computer del cranio sembrano indicare che aveva
effettivamente ragione. I denti, ad esempio, sono piccoli canini e premolari e molari più grandi, come gli altri ominidi. La ricostruzione del cranio attraverso la tomografia assiale computerizzata
(T.A.C.) mostra che l'apertura alla base del cranio attraverso cui passa la spina dorsale è orientata in modo che il collo punti verso il basso come negli ominidi piuttosto che verso dietro come nelle
scimmie. Questo significa che l'ominide aveva una testa ben bilanciata sulla spina dorsale e che camminava diritto su due zampe. Rimane una muscolatura del collo molto più robusta di quella della specie umana, che però sembra dipendere dal fatto che l'uomo di Toumai era molto, ma molto antico. Anzi il più antico ominide mai trovato fino a
oggi".
Nel
2003 è stato
scoperto un ominide nell'isola di Flores,Fa
parte del genere Homo, come la nostra specie, ma la sua collocazione
precisa resta per ora molto incerta. E’ generalmente accettato che sia
derivato dall’Homo erectus, lo stesso antenato del sapiens.
E' recente, per così dire,ma potrebbe rappresentare un 'nuovo
ramo' nel già intricato cespuglio evolutivo dell'umanità,oggi
estintosi?
Le costanti scoperte in ambito paleontologico,archeologico e
paleoantropologico, sembrano rendere un po' ristretta la classificazione fino ad oggi accettata,per la comparsa
dell'U.A.M. (uomo anatomicamente moderno), che rimane soggetta a continue
revisioni e aggiornamenti.
La 'signora di
Buia', pertanto, è solo uno dei nostri lontani discendenti, tra i più giovani
(un milione di anni) ma con quelle singolari caratteristiche di arcaicità.Uno
dei tanti anellini disseminati lungo il percorso
dell'umanità.
Finchè c'è voglia di interrogarsi,c'è sprono per continuare a stupirsi di
fronte alla nostra piccola,grande Storia,che è anche quella di Lucy, la
meravigliosa.
tavola 3 (
maggiori ritrovamenti di australopitechi,e della probabile culla
dell'umanità che comunque,come abbiamo visto,deve adeguarsi ai nuovi ritrovamenti e
alle nuove scoperte future).