|
TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
|
(a cura di Marisa Uberti- Avvertenze/Disclaimer) Santa Caterina e una devota:è l'unico dipinto realizzato quando era ancora in vita,dunque un ritratto veritiero dei suoi lineamenti (Andrea Vanni,Cappella delle Volte-Basilica di San Domenico, Siena) I luoghi di Caterina A Siena è quasi una tappa obbligatoria visitare i luoghi che furono testimoni di una delle pagine più intense e misteriose di una donna,Caterina Benincasa,divenuta Santa Patrona d'Italia nel 1939, e nominata Dottore della Chiesa nel 1970 da Papa Paolo VI. Dal 1999 è anche divenuta Patrona d'Europa,per volontà di papa Giovanni Paolo II. L'importanza del suo pensiero teologico è così stata riconosciuta a livello ufficiale. Ma perchè fu così speciale,Caterina da Siena? Nacque nel 1347 in questa casa del quartiere artigiano di Fontebranda sulla quale nel tempo si è impiantato un Santuario, retto dalle sue ancelle e seguaci del Terzo Ordine Domenicano(oggi suore domenicane di San Sisto).In esso si possono visitare la cucina della famiglia,la sua camera da letto e numerosi oggetti appartenuti a lei. Suo padre Jacopo era un tintore e sua madre,Monna Lapa Piagenti, aveva tentato di distogliere la figlia dal proposito di dedicarsi ad una vita monacale, portandola con sè a Bagno Vignoni,località termale già nota dal tempo dei Romani,sperando che le terme la potessero distrarre dalle penitenze che si infliggeva. Ma Caterina,proprio,in quell'acqua solfurea, sceglieva di fare il bagno in quella più calda, bollente, e la madre comprese che la sua vocazione era impossibile da ostacolare.Del resto,la tradizione racconta che ancor prima Caterina,a casa sua,era caduta accidentalmente nel focolare domestico mentre era intenta a pregare ed era rimasta miracolosamente illesa. In seguito,sembra che fu proprio Monna Lapa a raccomandarla alle suore della Penitenza. Vicino a casa sua,Caterina aveva la chiesa di San Domenico e fin da giovanissima si sentì attratta dall'amore viscerale verso Gesù Cristo. E' questo un percorso molto suggestivo, perchè-dalla casa natale della Santa- si scende verso il Costone,dal quale si vede il retro della Basilica di San Domenico- e si raggiunge Fonte Branda,dove il padre di Caterina attingeva l'acqua per preparare i colori di tintura per i panni.Di questa fonte si ha menzione almeno dal 1081 e nel 1246 assunse le forme odierne,con tre grandi archi merlati a sesto acuto che le conferiscono grande impatto architettonico su uno spaccato della città medievale. E' un luogo enigmatico,in cui l'acqua assume un colore del tutto particolare,e le volte costolonate vi si specchiano,dando l'impressione di prolungare i propri archi in essa. Anfratti, porticine,sembrano appartenere ad un luogo incantato. Caterina,fin da bambina,dovette sentirsi molto attratta dal fascino emanato da questa Fonte,che conosceva come le sue tasche.Era abituata a compiere il percorso che la conduceva a Vallepiatta,dove abitava sua sorella e fu proprio su questo stesso percorso che ebbe,un giorno,la prima 'visione'. Ce ne dà testimonianza il primo biografo di Caterina (Raimondo da Capua)nella 'Legenda Major' e la cui scena è riprodotta sul muro lungo la salita del Costolone,visibile a tutti,recentemente restaurato e coperto in via precauzionale da un vetro." ..La Santa fanciulla,alzati gli occhi,vide di faccia sospeso in aria sopra il tetto della chiesa dei frati predicatori(San Domenico),un bellissimo trono,ornato con magnificenza regale. Sopra, assiso come un imperatore, rivestito con abiti pontificali e in testa la tiara,cioè la mitria monarchica e papale,vi sedeva il Signore Gesù Cristo salvatore del mondo.Erano con lui Pietro,principe degli Apostoli,Paolo e il santo evangelista Giovanni". Da Vallepiatta arrivava in piazza Duomo,dove entrava a pregare e nell'attiguo Spedale di Santa Maria della Scala si metteva ad assistere infaticabilmente i malati e i pellegrini,per ore e ore,sorreggendosi con un bastone (era ancora giovane) e fermandosi a dormire quando l'ora si era fatta troppo tarda per tornare a casa.Ma sceglieva di riposare negli antri più sotterranei dello Spedale,tra scale,cripte,cantine,corridoi bui.Ancora oggi si può visitare una cella angusta,in cui c'è una statua che raffigura la Santa dormiente. L'Oratorio di Santa Caterina della Notte è uno dei luoghi più suggestivi legati al culto cateriniano. Le visioni,le estasi,le stimmate Una visionaria,dunque.Alla quale la Chiesa tendeva (come oggi)a dare un credito relativo.Ma cos'erano queste visioni? Paragonabili a quelle più recenti della pastorella Bernadette a Lourdes,o ai tre fanciullini di Fatima,o a quelli di Medjugorie...? Un mistero che ancora non trova spiegazione plausibile,a meno che lo si ritenga una semplice evocazione della mente e si chiuda il discorso. Ma c'era di più di questo,nella vita mistica di Caterina,che ad appena sei anni si era allontanata da casa per cercare un luogo dove trovare un intimo contatto con il divino,ricoverandosi nella prima grotta incontrata sul cammino(la zona era piena)ergendola a suo eremo.Si deve tenere conto che in quell'epoca l'ideale religioso era proprio rappresentato dalla vita ascetica e dal modello eremitico.Dotata di poteri soprannaturali,dovette affrontare quella che sentiva una 'missione' con non poche difficoltà,nell'epoca in cui visse. Salito il Costolone,entrava in chiesa,la sua chiesa,quella vicina a casa,San Domenico,duecentesca basilica a croce egizia,rimaneggiata nel Trecento e rimasta pressocchè intatta nonostante due incendi(1443 e 1531) e occupazioni militari(1548-1552). Uno spazio enorme,per l'epoca,si spalancava ai suoi occhi di fanciulla.Lei si era scelta un luogo,in fondo alla navata,dove si radunavano le Terziarie Domenicane o Mantellate,la sopraelevata Cappella delle Volte, in cui avvennero molti degli episodi che caratterizzarono la sua vita,consacrata ai tre voti di castità,povertà,obbedienza. Questi sono i gradini su cui Caterina si inginocchiava in preghiera E questo il pilastro ottagonale in cui avvenivano le estasi. "In questa cappella occorsero molte segnalate azioni a Santa Caterina da Siena,tra le quali racconta il Beato Raimondo suo confessore,e altre sono note per antica tradizione;oltre alle molte altre accadute in questa chiesa.Qui fu vestita dell'abito di San Domenico,ed ella fu la prima Vergine vestita di tal abito.Qui stava ritirata in preghiera e sempre qui aveva continui colloqui familiari con Gesù Cristo suo Sposo.Aveva frequenti estasi e in quegli stava appoggiata ad un pilastro ottagonale. In una di queste estasi fu vista e ritratta da un pittore fuori dal muro di cappella e molte persone indemoniate vennero guarite. Santa che recita l'Uffizio con Cristo (1602, Crescenzio Gambarelli).
Qui infilò una crocetta d'argento nella corona di Gesù sotto forma di povero,il quale le disse che tale dono l'avrebbe mostrato a tutti nel Giorno del Giudizio Finale. Qui dette le sue vesti a Gesù sottoforma di povero,che poi la rivestì di vesti che non le fecero più sentire il freddo.Qui le apparve Gesù circondato da luce,volendo ella andare a casa,cadde in terra,egli vi aprì il petto e vi pose il suo cuore,dicendo:" Ecco carissima figlia mia,siccome io l'altro giorno ti tolsi il tuo cuore,così ora ti dò il mio per il quale tu sempre vivi". Un dì,stando in estasi appoggiata al pilastro,una candela le cadde sul capo senza arrecarle nessun danno. Un giorno,era tardi,ed ella voleva comunicarsi,ma il suo confessore non la vide,allora Gesù stesso la confessò con parte dell'ostia consacrata per quella messa,il suo confessore fra Raimondo rimase molto stupito del fatto,fino a quando ella stessa non glielo disse". Caterina soleva indossare un lungo abito o manto penitenziale che la ricopriva dalla testa ai piedi,da qui il nome dell'Ordine -Mantellate- al quale appartenne,tuttavia sul suo sarcofago in Roma è scritto che apparteneva all'Ordine della Penitenza. L'abito di Caterina inizialmente era riservato alle vedove che tali volevano restare per la vita intera come atto penitenziale,ma Caterina non era sposata nè vedova,eppure le venne accordato in via eccezionale di portarlo,poichè la sua vita era consacrata a Dio in eternità. Nell'aprile 1375 Caterina ricevette le stimmate invisibili nella chiesa di Santa Cristina a Pisa,mentre pregava su un Crocifisso del XII secolo,denominato Crocifisso delle Stimmate,di ignoto autore,oggi conservato nella casa-santuario della Santa a Siena. Grande viaggiatrice diplomatica teologica Caterina è considerata una grande messaggera di pace;oggi useremmo il termine diplomatica,seppur sempre su base religiosa,teologica,cercando di usare come strumento di convincimento l'amore per il prossimo e la carità umana. Quando non poteva recarsi di persona nei luoghi di suoi interesse, scriveva lettere (ne scrisse ben 373) indirizzate a papi,imperatori,re,principi,popolani,Indusse il pontefice,andando appositamente ad Avignone per incontrarlo, a riportare la sede da Avignone a Roma(cosa che il Santo Padre fece il 17 gennaio 1377),esortandolo a compiere una Riforma ecclesiastica,divenuta indispensabile.Scrisse le Orazioni, e la sua opera dottrinale più significativa,il Dialogo (o Libro) della Divina Provvidenza,che contiene tutto quanto ella diceva quando parlava con l'Eterno,trascritto fedelmente dai suoi discepoli che l'assistevano. Visitò l'eremo di Lecceto,dove risiedeva l'inglese William Flete del quale Caterina aveva intuito l'egoismo religioso(non diceva più messa in chiesa ma solo in una delle grotte attorno a Lecceto),e lo esortò -in nome di Gesù Cristo- a tornare tra la gente e diffondere e trasmettere la sua forte spiritualità. Ricevette in dono il castello di Belcaro da mastro Nanni di ser Vanni per riconoscenza dopo l'opera mediatrice di Caterina presso i suoi nemici.Lei lo trasformò in un monastero dedicato a Santa Maria degli Angeli e da qui inviò la lettera a papa Gregorio XI,esortandolo a indire una nuova Crociata per liberare la Terrasanta. Anche la Val d'Orcia vide Caterina in veste di visitatrice:nell'estate del 1377 fu a Rocca d'Orcia per una missione di pace,ospite di Bianchina di Salimbeni nella cui famiglia c'erano continue liti.Questo luogo viene definito da Caterina 'l'isola' e pare che proprio qui imparasse miracolosamente a scrivere,componendo dei versi con un vasetto di cinabro... Si recò anche a Montalcino,presso l'Abbazia di Sant'Antimo,per placare le dispute tra l'arciprete della cittadina e l'Abate frà Giovanni di Gano da Orvieto. L'abbazia era uno dei cenobi più rinomati,da quando Carlo Magno vi aveva fatto traslare,secondo tradizione,le reliquie del Santo martire,dotandola di forti poteri,autonomie giurisdizionali,inoltre aveva una posizione di privilegio sulla via Francigena,e rappresentava il fulcro culturale dal quale dipartivano conoscenze,esperienze e spiritualità ai centri limitrofi.Quando Caterina vi arrivò,il cenobio era non più all'apogeo,anzi era decadente.Il popolo,saputo della sua venuta,accorse in massa,per vederla e incontrarla,venerandola e furono molte le conversioni in quell'occasione. La Certosa di Pontignano,nel comune di Castelnuovo Berardenga,a pochi chilometri da Siena, fu meta di visita e ritiro spirituale per Caterina.Fondata nel 1343,poteva ospitare al tempo solo 12 monaci e tre conversi.Era dunque un luogo di clausura,per giunta fortificato,ma che non le impedì di entrarvi,insieme all'Allegra Brigata (i suoi discepoli),a quanto pare anche non raramente,venendo accolta dai Certosini di Pontignano il cui priore,dopo la sua morte,ottenne come reliquia un anulare di Caterina (che passò altrove alla soppressione del monastero nel 1810). Caterina aveva un carisma non comune,aveva acquisito una fama anche oltre i confini patrii, Nel 1378 Caterina venne chiamata da papa Urbano VI a Roma,insieme ad altri mistici,per ricevere consiglio su come agire per impedire lo scisma che si profilava all'interno della Chiesa. Era dunque una manifestazione della considerazione in cui era tenuta nelle alte sfere ecclesiastiche. Ma nulla fu utile in quel frangente:lo scisma ci fu e scoppiò il 20 settembre 1378. Il 29 aprile 1380,Caterina morì a Roma;aveva 33 anni (come Gesù Cristo). Dopo la sua morte,furono molte le reliquie che vennero 'distribuite'in vari luoghi di culto.Nel 1384 si provvide a staccare la sua testa dal corpo,messa in una borsa di seta (conservata nella casa-Santuario) e trasferita a Siena, dove si può venerare nella cappella di Santa Caterina in San Domenico,voluta da Niccolò Bensi per riporvi la reliquia Ecco la Sacra Testa all'interno del tabernacolo marmoreo (Giovanni di Stefano,1466) Ai lati del tabernacolo,due affreschi del Sodoma:Svenimento ed Estasi di S.Caterina. Accanto,si trovano altre reliquie,come il dito della Santa: Anche il calice con cui avrebbe ricevuto l'eucaristia da Gesù Nella casa-Santuario sono custoditi inoltre:il pomo del suo bastone,la lanterna con la quale visitava gli ammalati di notte,un vasetto porta-aromi per ungere gli infermi...Pare abbia esercitato anche atti di esorcismo,come testimonierebbe una tela di Francesco Vanni intitolata "La Santa che libera un'ossessa'(1593-1596) conservato nella Basilica di San Domenico a Siena. La vita e le opere di S.Caterina,se da un lato concrete e tangibili come i suoi scritti,i suoi interventi presso uomini di ogni ceto,testimoniate da chi la conobbe da vicino come i suoi discepoli,dall'altro ci introducono nel mondo misterioso del soprannaturale,di quei fenomeni inspiegabili come le stimmate invisibili,le visioni,i dialoghi con Cristo,le Estasi mistiche. L'aspetto singolare delle figure femminili, che si fanno sempre più numerose a partire dal XII secolo, che sentono la mistica religiosa come una imperiosa 'chiamata' è che comunque scelgono di viverla fuori dal monastero di clausura. Caterina non sceglie la clausura,dove le sue esperienze eccezionali potevano essere tenute all'oscuro da occhi e bocche indiscrete,ma la vive alla luce del sole.Un fenomeno pericoloso,se vogliamo,per la chiesa e per la donna stessa (l'accusa di magia/stregoneria o eresia era sempre in...agguato)ma che venne arginato riconducendolo ad una condizione di 'Perfezione' dell'Amore Cristico, compreso totalmente e soltanto da Colei che lo visse. "Nell’intimità dell’Uno, queste anime sono pure e nude interiormente, senza immagini, senza figure, come liberate nel tempo, non create, liberate dai loro vincoli nella silenziosa latitudine" (Hadewijch)
(www.duepassinelmistero.com) Avvertenze/Disclaimer maggio 2006
|