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Albrecht Durer (1471-1528) Questo autoritratto che l'artista realizzò nel 1500 (conservato oggi presso l' Alte Pinakothek di Monaco) sembra rifarsi all'iconografia che tradizionalmente alludeva al Cristo.Con questo lavoro, Durer sembra voler sottolineare come l'Artista 'ricalchi',' imiti' il virtuoso cammino di Gesù, l'uomo-divinizzato, la 'pietra filosofale'. L'Artista,in un certo senso, non faceva che trasmutare la materia inerte in 'forma',in una 'opera vivente', l 'opera d'arte, dopo un percorso anche sofferto nel proprio interno,travagliato e che portava all'ascesi, verso la luce e la bellezza Suprema (per poi ricadere al travaglio iniziale). L'Artista rinascimentale sembra ergersi quale 'Redentore' di una società che deve recuperare il 'senso' del simbolo perduto.E'questo significato che è stato travisato, infatti l'arte del Rinascimento è stata intesa riduttivamente alla semplice 'imitazione'delle apparenze esterne, mentre andrebbe indagata in modo più profondo,vedendo in essa l'emulazione dei processi creativi della Natura(in un chiaro parallelismo con l'Alchimia). Durer fu l'inventore della tecnica dell' "acquaforte",sulla quale occorre spendere due parole. La tecnica necessita di una lastra di metallo, su cui agisce un acido che la corrode(proprio come l'acqua mercuriale dissolve la materia prima alchemica), quindi il fuoco scalda e affumica il metallo( sembrano intravedersi i passaggi dell' opus). In questo contesto, risalta in maniera eccelsa una delle opere più famose di Durer: Questa incisione è stata fatta al bulino nel 1514(la data si può vedere in basso a destra con la sigla dell'artista, ed è inserita anche nel 'quadrato magico' nelle due caselle centrali in basso). Il titolo è "MELENCOLIA I": in essa vediamo una figura alata che ha un atteggiamento meditativo,è 'scura'in volto, tiene nella mano destra un compasso e intorno a lei vi sono molti oggetti e strumenti; ogni dettaglio della scena rappresenta un simbolismo ben preciso. Sul numero I sono state avanzate parecchie ipotesi ma la più accreditata pare voglia indicare una condizione primitiva, come il primo gradino della conoscenza da salire,come la prima opera degli alchimisti,come lo stato d'animo di malinconia,di angoscia e travaglio interiore,assimilabile alla notte,alla 'nigredo',all'elemento terra.La donna, infatti, è scura in volto e la scritta sul nastro sorretto dal pipistrello sembra indicare proprio questa condizione di 'melanosi',di 'nigredo', paragonabile ad uno stato d'animo di tristezza, pensosità. A.J.Pernety nel 'Dictionnaire' che pubblicò nel 1758 riporta:" Melancolia significa putrefazione della materia, perchè il colore nero ha qualcosa di triste,e perchè l'umore del corpo umano chiamato melancolia è considerato come bile nera e cotta,che causa vapori tristi e lugubri". Inoltre aggiunge che" La materia al nero degli alchimisti è chiamata anche 'primo segno' dell'opus poichè senza annerimento non ci sarà bianchezza". Si intravvede comunque un cammino che porterà all'esito positivo dell'opera,che potrebbe essere rivelato dalle 'ali',segno di elevazione dalla condizione puramente materiale verso quella spirituale, e dalla corona vegetale che cinge il capo ( vittoria?) della donna; una borsa vuota giace accanto alle pieghe del suo abito ma forse sarà destinata a riempirsi del simbolico 'oro'.Anche il sole che è sullo sfondo allude al 'sol niger',un sole in eclisse,offuscato ma che tornerà a splendere( fenomeno simboleggiato dall'arcobaleno,realizzazione finale).
In queste due opere, rispettivamente di Marten de Vos (sopra) e H.S.Beham(sotto) possiamo osservare la somiglianza con la donna malinconica del Durer: nel primo è inequivocabile il ricorso all'alchimia per la presenza di alambicchi sulla destra del dipinto e,sotto,sono presenti anche altri attributi ripresi nel dipinto dell'artista.Appoggiati al pavimento, bocce di vetro con del liquido, il compasso e la sfera(ciclicità e unità dell' opus).
Sulla sinistra,tornando all'opera del Durer, si nota un "crogiolo" alchimistico(dietro la pietra a parallelepipedo), molto simile a quello presente nella tavola dell'alchimista Basilio Valentino(in primo piano nell'immagine, a sinistra) tratto da "Pratica una cum duodecim calvibus". Sotto la veste della donna 'malinconica'di Durer spunta, sulla destra in basso,un mantice,altro 'attrezzo' dell'alchimista operativo. Dalla prima fase dell'opus sembra che il Durer ci conduca alla seconda, figurativamente riconoscibile nel sole(maschile, igneo)che si immerge nell'acqua(femminile,lunare) per realizzare l'unione dei contrari, dalla quale si arriverà alla realizzazione finale attraverso i 'colori dell'iride,la coda di pavone',l'arcobaleno (felice sviluppo e conclusione dell'opera). Il quadrato magico si inserisce frequentemente in epoca rinascimentale per la sua associazione con le tavole cabalistiche dell'epoca.Questo è un quadrato di Giove,formato da 16 caselle, in cui la somma delle righe verticali, orizzontali e diagonali, fornisce sempre la stessa cifra, il 34. Si potrebbe supporre che -come i colori dell'iride si riconducono all'unità della luce bianca-i diversi numeri confluiscano nell'uguaglianza della stessa cifra magica. La particolarità di questo 'quadrato magico' risiede anche nel fatto che esso è presente in una incisione celebrativa del famoso alchmista e medico Paracelso(1493-1541): Si veda sulla destra il quadrato composto dalle stesse cifre,ma girato di 45°. C'è una ruota appoggiata a quella sorta di 'torre' (l'athanor?),sempre in 'Melancolia I'di Durer, su cui è inciso il 'quadrato magico' sembra una ruota di macina, forse allusiva alla 'macinazione'della materia prima grezza ma sicuramente simbolo della ciclicità del processo della Natura e dell'alchimia. In questa immagine (tratta da 'Alchimie de Flamel",1475), vediamo la ruota affiancata alla scala a sette pioli(le sette operazioni alchemiche),come in Melencolia di Durer. ll putto alato raffigura il mercurio che trasforma sè stesso da materia a spirito. Sopra la torre, che è da intendersi come il "forno alchimistico"in cui avvengono le trasformazioni della materia, vi sono anche una clessidra,una bilancia e un campanello. La bilancia allude ai dosaggi della materia ma è anche simbolo di sublimazione(passaggio da uno stato ad un altro).La clessidra al tempo necessario per la realizzazione della Grande Opera,che si deve svolgere nelle ore notturne,indicate dai numeri romani incisi nel piccolo semiarco sopra la clessidra: VIIII, X, XI, XII, I, II, III, IIII. Quindi, le operazioni si devono svolgere tra le nove di sera e le quattro del mattino. La donna sembra anche attendere,aspettare con pazienza che il processo si svolga secondo i 'canoni'. I sette pioli della scala appoggiata alla 'torre'sembrano ricordare le sette fasi e il sette è un numero magico formato dal tre e dal quattro, guarda caso le stesse cifre che scritte vicine danno 34, la somma delle cifre del quadrato magico. Il 3 corrisponde al divino, all'invisibile mentre il 4 alla terra, al creato e visibile:la scala ha quattro pioli bene in vista mentre gli altri tre occultati. Nei disegni preparatori del Durer,erano sette anche le chiavi che pendono dalla cinta della donna,mentre nell'opera finale sono ridotte a quattro(un 'ripensamento'di intenzioni nell'artista?) ma è palese che una di esse risalti maggiormente sulle altre: solo chi detiene quella giusta potrà aprire il Grande Libro Chiuso della Natura. Altri strumenti sono sparsi,a terra, nell'incisione del Durer: dei chiodi, simbolo della Passione di Cristo-Pietra:la materia subisce un 'martirio' che ha per simbolo stesso quello del Cristo-Lapis. La materia grezza,la nuda pietra simbolica si trasformerà in pietra levigata e perfetta solo dopo un lungo e difficile travaglio,per operare il proprio riscatto:la tenaglia,il martello,i chiodi sono tutti simboli della passione di Cristo. Altri simboli presenti nella citata opera di Basilio Valentino(in alto) e di Alberto Magno (Philosophia Naturalis,1650) che ricorrono in quella del Durer. Tornando a 'Melcancolia I',a sfera a terra, e la ruota indicano il 'vaso'delle trasmutazioni, che dall'Uno portano al molteplice per ritornare poi all'Unità, concetto esplicitato nella "quadratura del cerchio".La donna tiene in mano un compasso,infatti,che allude proprio a questo. Sembra che Durer abbia voluto ipotizzare il processo alchimistico nei suoi tre aspetti:meccanico(strumenti),chimico e interiore(all'interno dell'athanor e di sè stessi) e cosmico( il sole che si accosta all'acqua,lunare).Tutti riunificati nel simbolo della sfera. L'Intelligenza indispensabile alle operazioni potrebbe essere indicata dal capo appoggiato alla mano,che lo regge. Il poliedro sfaccettato allude alla sfaccettatura in piani distinti e separati che devono inglobarsi per ottenere l'unità(la sfera,punto di inizio e di fine di tutta la Grande Opera alchemica).
Il tema della MALINCONIA viene ripreso da molti altri artisti: Lucas Cranach il Vecchio(1472-1553) amico e parente di Martin Lutero.In questa opera del 1532 (conservata a Copenhagen,presso lo Statens Museum) ritroviamo la donna con le ali,la borsa accanto a lei; il cane e la sfera. Duplice allusione hanno i tre pargoli o putti che 'armeggiano'attorno ad essa: simboli dei tre 'agenti'principali dell'Opus ma al contempo indicatori della metafora alchemica del "ludus puerorum",secondo cui il difficile processo alchemico sarebbe in realtà 'un gioco da bambini' per chi possiede la 'chiave' dell'interpretazione delle leggi della Natura e ha compreso ormai come procedere. Allegoria dal medesimo significato nella tavola dello Splendor Solis di Trismosin, "Il gioco dei fanciulli", del XVI sec. La "nigredo" sembra, nel dipinto di Cranach, concentrata nella fosca nube che al suo interno racchiude delle figure d'incubo,mentre la donna sta scorticando un ramoscello, simbolo della materia che viene sgrossata e liberata dalla propria scorza esteriore e scura, per portare alla luce il chiaro midollo( la parte interiore). Nel dipinto di Domenico Fetti (1589-1624) intitolato "Allegoria alla Malinconia", realizzato all'incirca nel 1621 e conservato a Parigi,al Museo del Louvre, ritroviamo uno dei quattro temperamenti di cui parla l'antichità classica,appunto la Malinconia,che può portare ad una ispirazione geniale o alla depressione. La donna si regge il capo,come nell'incisione del Durer. Ma con l'altra tiene un teschio,di cui tocca la nuca: l'occiput,sede dell'Intelligenza. Il teschio è un simbolismo ricorrente in alchimia (vedi).Sotto,un corpo ripiegato su sè stesso,quasi informe e minuscolo nella scena,simbolo della trascurabilità della materia corporea,di cui importante è ciò che la anima, lo Spirito (che è rappresentato alchemicamente dal 'caput mortuum'). A fianco,vediamo un dipinto di Georges de La Tour(1593-1652), del 1644 circa.Ancora un tema che allude alla Malinconia,intitolato "Santa Maria Maddalena medita davanti a un teschio", conservato a Parigi, al Museo del Louvre. La donna tocca il teschio, mentre la luce della fiamma sembra Illuminarla;lo sguardo rivolto alla Croce,appoggiata sul tavolo,allude alla Redenzione che,come il Cristo ha ottenuto divinizzandosi,tutti possiamo raggiungere.Sembra di intuire che,dalla meditazione pensosa,possa scaturire il guizzo del genio interiore che,dal buio in cui è immersa,porterà la Luce. MICHELANGELO BUONARROTI 1475-1564) Attraverso la cerchia degli umanisti della corte di Lorenzo dè Medici, entrò sicuramente a contatto con i concetti filosofici dell'antichità classica e i suoi rimandi alla mitologia ermetica. In questa opera , che Michelangelo realizzò per la cupola della Sacrestia Nuova della Chiesa di San Lorenzo, a Firenze, dove trovano posto i sepolcri di Giuliano e Lorenzo dè Medici, notiamo come si sia ispirato ai temi cabalistici e alchemici che rappresentavano in questo modo l'universo e i 4 elementi attorno alla fascia zodiacale. In questo lavoro,più tardo ma comunque significativo,osserviamo la similitudine: Allegoria all'alchimia da "Cabala,Spiegel der Kunst und Natur", di S.Michelspacher (Augsbourg, 1615).Da destra nei tondi:ignis(fuoco),aeris(aria),terrae( Terra),aqua(Acqua), i segni zodiacali all'esterno della fascia che indicano l'influsso cosmico sulle operazioni,la caverna-materia prima con i contrari e gli opposti ai fianchi,il sole,la luna,l'androginia della perfezione compiuta e le operazioni in progressione segnate su ciascun gradino della scala (calcinazione,sublimazione,soluzione,putrefazione,distillazione, coagulazione,tintura) che potrà salire colui che ha le chiavi per farlo(l'uomo bendato non ha occhi per vedere davanti a sè che la Realizzazione è a portata di mano). Nell'opera michelangiolesca le sette fasi dell'opera sembrano sintetizzarsi nei percorsi concentrici che confluiscono al centro del cerchio,essi sono infatti sette. Nella stessa Sagrestia Nuova vi sono i sepolcri di Giuliano e Lorenzo dè Medici,uno di fronte all'altro e ognuno recanti due coppie di sculture: Sepolcro di Giuliano,duca di Nemours, con le sculture del Giorno e della Notte. Sepolcro di Lorenzo, duca di Urbino, con le sculture dell'Aurora e del Crepuscolo. Anzitutto,sembra che la figura di ogni duca sia legata virtualmente da un simbolico triangolo con le statue soggiacenti al di sotto. La Notte e il Giorno si voltano le spalle, alludendo alla condizione di seperazione, di opposzione di due diverse nature; tra l'altro la Notte appoggia il capo nella mano proprio come la Melancolia di Durer, ad indicare che i due atteggiamenti sono sinonimi(Notte=malinconia,nerezza,buio mentale e materia primitiva).Sotto la scultura,schiacciato ma non domo, sembra affacciarsi lo stesso volto del Giorno e alcuni volatili. Il 'Giorno' ha qualcosa di 'non finito' dal quale prorompe una luce diffusa. Sul lato opposto,abbiamo l'altro gruppo marmoreo, che sembra più aperto e consecutivo.Le statue appaiono in 'movimento' e 'allungate'(Michelangelo favorì le forme serpentine,dinamiche) tese ad una unione:Crepuscolo e Aurora si 'aprono',per rinnovare il miracolo della Creazione, ovvero garanzia di rinnovamento e resurrezione,tema sottinteso trattandosi di due monumenti funebri. Attraverso l'informe,Michelangelo conferisce alla forma spettacolare realismo e bellezza:Dio ha concesso all'uomo la possibilità di realizzazione, che l'artista rinascimentale fa proprie,a 'somiglianza'ed emulazione delle sue virtù demiurgiche:Dio è la meta stessa da raggiungere, verso cui bisogna proiettarsi e Michelangelo lo fa con la forza delle proprie opere.Che egli conoscesse le metafore dell'alchimia appare evidente da alcuni suoi scritti, come questo ad esempio:"Io sto rinchiuso come le midolla/da la sua scorza,qua pover e solo,/ come spirto legato in un'ampolla"(rivediamo l'immagine del 'midollo' del dipinto del Cranach e anche il 'vaso' alchemico dove è rinchiusa l'essenza mercuriale). Tra i contemporanei del geniale Michelangelo, va citato Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto il Parmigianino* (1503-1540), precursore del manierismo.Egli si occupò di alchimia in senso chimico e della ricerca dell'oro materiale,come ebbe a scrivere di lui un altro grande,il Vasari:" ...avendo cominciato a studiare le cose dell'alchimia(...)perdeva tutto il giorno a tramenare carboni, legna, bocce di vetro(...);e non avendo altra entrata, e pur bisognandogli anco vivere, si veniva così consumando con questi suoi fornelli a poco a poco". C'è da dire che proprio 'tutto il giorno 'non lo perdeva sicuramente dietro ai fornelli dal momento che ha prodotto tante opere e tutte straordinarie,dalla forma gentile ed elegante; i suoi personaggi sono contraddistinti da una raffinatissima eleganza, da un allungamento delle proporzioni,e usava colori cangianti. Però,nell'ultima parte della sua vita,è pur vero che tralasciò il proprio lavoro per dedicarsi totalmente all'alchimia(vedi in fondo a questa pagina la mostra a lui dedicata). In questo dipinto, che risale al 1535 ed è conservato a Firenze,presso la Galleria degli Uffizi. notiamo qualcosa di interessante per la ricerca del simbolismo alchemico. Cronologicamente siamo verso l'ultima fase dello stile dell'artista,in cui si vede l'esasperazione delle forme,la presenza dei contrasti(figure grandi e piccole,superfici vuote e quelle traboccanti di forme), E'probabile un intensificarsi del misticismo nell'autore. Di interesse particolare,per questo studio,è il vaso ovale sorretto dall'angelo sulla sinistra: in trasparenza si vede(purtroppo poco in foto) all'interno una croce portata da due angeli. Un richiamo all'alchimia evidente, in cui si ravvisa l'iconografia del mercurio all'interno del vaso-uovo,da cui scaturirà la materia spiritualizzata,proprio come Michelangelo aveva definito "spirto legato in un'ampolla".La croce,è simbolo di Cristo-Pietra dell'alchimia cristiana. Per analogia,la Vergine stessa assume nel dipinto la valenza di 'vaso' da cui è venuto,per Spirito Divino, il Cristo-Lapis(uomo divinizzato). Nella seguente incisione,realizzata da F.Petruzzi e F.A.Lorenzini, del medesimo dipinto,si vede chiaramente il particolare in questione(a sinistra). L'immagine a destra è tratta invece da "Cabala mineralis" ( opera conservata a Londra,presso il British Museum,ms.add.5235) e vi è raffigurato il putto alato/Mercurio in un ampolla/vaso alchimistico. In questo dipinto troviamo San Cristoforo(letteralmente significa 'portatore di Cristo') di Joachim Patenier(1485-1524), conservato all'Escorial a Madrid. Esso ricalca la leggenda secondo la quale Cristoforo,gigantesco, porta un bambino al di là del fiume impetuoso; il peso da portare si fa man mano più gravoso e Cristoforo non si spiega perchè,ma poi il Bambino gli rivela la sua identità e lui si converte al cristianesimo.In alchimia si identifica con il mercurio che ha l'incarico di 'trasportare' lo zolfo inteso come 'oro filosofico'(pietra o lapis,cioè il Cristo-luce) fuori dall'acqua(o bagno)mercuriale ( è parallelamente la nostra Essenza Interiore, la nostra natura divina che deve essere portata al di fuori della materialità). L'enigmatico Hieronymus Bosch (vero nome Jeroen Anthoniszoon Van Aeken, 1450-1516) è del tutto singolare dal punto di vista tematico, poichè riprende numerosi temi dell'iconografia cristiana ma trasformandoli secondo il proprio linguaggio figurativo che appare visionario.Pur rimanendo ancora nell'ambito di una attenta ricerca da parte degli studiosi, il suo simbolismo può ricordare quello ermetico-alchemico,anticipando quanto faranno i surrealisti in seguito.Del resto,gli alchimisti da sempre hanno occultato nei contesti più svariati i loro 'messaggi' e probabilmente Bosch non è stato da meno, pur tuttavia conferendovi una rivisitazione del tutto personale. Così possiamo osservare come nel suo famosissimo "Trittico delle Delizie" di cui vediamo la parte centrale, trovino posto figure nere,bianche,vetri trasparenti,amplessi simbolici nell'acqua,coppie all'interno di ampolle,fantasie vegetali,la diffusione dei colori rossi...I 'fuochi dell'inferno' ricordano la prima operazione alchemica della calcinazione, le fontane che sembrano complicati alambicchi...in questo apparente 'caos' materiale c'è in realtà una ricerca di armonia che attraverso l'ossessione della confusione della mente rozza, vuole raggiungere la felicità filosofale della mente nobilitata,della materia spiritualizzata. Anche Leonardo (1452-1519) ebbe quasi certamente contatti con la materia alchimistica e la sua celeberrima opera,la Gioconda,'realizzato nel 1505 circa e conservato al Louvre di Parigi, 'gioca'su uno dei punti-cardine alchemici:l'androginia.Molto si è discusso chi fosse questa donna,che non ha una vera e proria identità, sembra assumere sia un carattere maschile come femminile,allusivo.Il famoso 'sorriso'sembra racchiudere questo segreto.Nel 1919, un artista francese, Marcel Duchamp,creerà un dipinto uguale apponendo dei vistosi BAFFI alla Gioconda.Quello che potrebbe apparire un gesto dissacratorio,nasconde forse l'intuizione sottile dell'ermetismo e dell'androginia... Certamente queste ricerche abbisognerebbero di ricerche mirate e di studi ampissimi.Qui mi limito ovviamente a dare semplicissimi spunti per ulteriori indagini. Giorgione (1477-1510) e Tiziano1488-1576) mostreranno grande attenzione per gli elementi della Natura, palesando che la loro arte è un'imitazione della Natura stessa.Dall'unione armoniosa dei 4 elementi scaturisce la Perfezione,altrimenti c'è separazione e morte.A seconda del loro grado di perfezione del loro 'mescolamento',si hanno forme di vita più o meno evolute,dal regno vegetale a quello animale.Questa è la teoria percepita alla base del dipinto "La Tempesta"di Giorgione. Mentre Tiziano,nel dipinto "Concerto campestre",del 1511,conservato a Parigi presso il Museo del Louvre,sembra alludere alla concertazione dei quattro Elementi,per realizzare quel divino 'accordo' che mette in vibrazione armonica l'universo e le sue manifestazioni(macro e microcosmo). La figura di sinistra potrebbe identificarsi con l'elemento acqua, il suonatore vestito di rosso il fuoco, l'aria il giovane con i capelli rigonfi,e la terra la figura seduta di donna. Come ho già avuto modo di esprimere,in questa pagina,nel corso del '500 l'alchimia conobbe un forte impulso presso molte corti italiane ed europee. A Firenze, la famiglia dè Medici si aprì a tali studi circondandosi di filosofi,poeti,pittori,musicisti e anche sperimentando in molti casi a livello chimico la pratica alchemica. Francesco I dè Medici(1541-1587) si fece costruire uno Studiolo Alchemico,in Palazzo Vecchio, ora Museo. Qui vediamo un dipinto di Giovanni Stradano intitolato "Il laboratorio dell'alchimista" ,presente nello Studiolo. Questa stanza, che il Granduca si fece allestire, è un ambiente al primo piano, sul lato sud del Palazzo, molto particolare e intrisa di mistero. Ogni sua parte è decorata con un complesso di pitture e statue allegoriche, raffiguranti i concetti fondamentali dell'alchimia, della quale era studioso appassionato. Qui egli si ritirava in meditazione, poichè l' "officina" dove 'passare alla pratica' alchemica pare fosse ubicata presso la Chiesa di San Marco. Presso il museo di Storia della Scienza,a Firenze, si può ancor oggi ammirare una interessante ricostruzione del 'laboratorio alchemico', nei sotterranei. Pare che Francesco I dè Medici avesse scoperto per primo il segreto per fondere il cristallo di rocca facendone vasi;fondò una scuola per la lavorazione delle pietre dure, che esiste tuttoggi;fu tra i primi a produrre gemme artificiali ed inaugurò proprio a Firenze la lavorazione della porcellana a imitazione di quella cinese. Si narra che fosse riuscito a realizzare una sorta di 'elixir vitae',un 'olio di vetriolo', potente afrodisiaco; pare che finisse per restare vittima dei suoi stessi preparati farmaceutici, che esigeva di 'testare'in prima persona. Cambia l'epoca e la zona geografica,ma il tema della ricerca alchemica non tramonta.Questo è un dipinto del 1630 circa,eseguito da David Teniers il Giovane(1610-1690),conservato all'Aia(Olanda) in Mauritshuis, dal titolo 'L'alchimista'. L'artista più volte ritrasse questo tema,molto popolare nei Paesi Bassi da Pietre Brugel il Vecchio in poi,nei sec.XVI e XVII.
Molti appartenenti al clero cristiano diressero gli interessi e le ricerche proprio verso l'alchimia. Il Cardinale Francesco del Monte,ad esempio, ambasciatore della famiglia dè Medici a Roma, aveva aperto una "distilleria" di cui, nel 1597, fece affrescare uno degli ambienti dal CARAVAGGIO (1571-1610), oggi visibile nel soffitto del Casino di Villa Ludovisi, a Roma. In questo dipinto sono raffigurati Giove,Plutone e Nettuno che,secondo il racconto di Omero,si spartirono, rispettivamente,il dominio del cielo,della terra e dell'acqua.Nacque la corrispondenza che Plutone simboleggi la terra,Nettuno l'acqua,Giove l'aria .In alchimia questa corrispondenza designa i tre stati della materia(solido,liquido,gassoso) e da essi la trasmutazione finale in luce(fuoco).Nel dipinto si intuisce l'allegoria del processo di trasmutazione della materia,in cui dal 'passaggio'dai vari stati si giunge alla 'pietra filosofale',sintetizzata nel globo luminoso,che rappresenta il cosmo in cui si vedono sole e luna in congiunzione,la fascia dei segni zodiacali( di cui sono chiaramente indicati Ariete,Toro e Gemelli, sotto i quali l'opus doveva compiersi secondo un antico precetto e come abbiamo avuto modo di vedere nelle pagine precedenti). La realizzazione della 'pietra'mima la Creazione, di cui una bella frase di Cesare della Rviera (1603)ci fornisce una sintesi concettuale:" Far la pietra dè Filosofi altro non è che fare il mondo picciolo,e la produttione della luce è la prima giornata della formazione di quello....(...) Fassi cotal magistero, mediante la divisione delli quattro elementi, nella quale la luce viene seprata dalle tenebre". Nel dipinto del Caravaggio sono ben rappresentati tali allegorie,il tutto appare 'pervaso'da un fluido cosmico,assimilabile al 'sale'o Fuoco Segreto (o Mercurio celeste) o Spirito Universale. In questa tavola, di B.Coenders van Helpen, tratta da "L'escalier des Sages",datata 1693 ritroviamo le stesse divinità Giove,Nettuno e Plutone con i simboli dei tre stati di aggregazione della materia ai quali si aggiunge Mercurio, per completare la Grande Opera Alchemica. Tra i nobili che furono particolarmente interessati all'alchimia troviamo,in Europa,l'imperatore Rodolfo II(1552-1612) che si fece raffigurare come il dio romano del capodanno e del commercio, Vertumno, cui la mitologia attribuisce un'illimitata capacità di trasformazione. E'abbastanza evidente l'allegoria con l'alchimia. Il dipinto. del 1590 conservato presso il castello Stokloster ad Uppsala, fu eseguito da Giuseppe Arcimboldo(1527-1593). Tra l'altro si potrebbe ricercare un significato ancora più sottile, cioè quello di considerare tutte le cose costitutite dalle stesse componenti di base,provenienti dalla stessa origine,organizzate secondo 'forme'diverse, con una vibrazione diversa ma sulla quale -tramite una opportuna armonizzazione-tutto potrebbe essere messo in comunicazione e sulla stessa frequenza. Il dipinto merita sicuramente un interesse profondo oltre quella che comunemente si considera una visione ironica dei tratti del monarca interpretata dall'Arcimboldo(pittore singolare,attento a fondere fini allegorie con il Mondo della Natura).
Sono gradite tutte le ulteriori segnalazioni o commenti. LINKS UTILI: http://levity.com/alchemy/s_images.html http://levity.com/alchemy/alchem-a.html http://levity.com/alchemy/contemp_artists.html http://levity.com/alchemy/portrait.html http://www.esonet.org/pinacoteca/Alchimia/Cabala_Mineralis/Cabala1.htm http://www.esonet.org/pinacoteca/Roerich.htm http://www.esonet.org/pinacoteca/cropcircles.htm
Bibliografia utilizzata: "Arte e Alchimia", Maurizio Calvesi- Art Dossier-Ed.Giunti "1000 Capolavori della Pittura Europea dal XIII al XIX secolo"-Christian Stukenbrok & Barbara Topper-Konemann Editore (Ricerca raccolta da Marisa Uberti) Vai a Alchimia nell'Arte |