In una visita al
cimitero monumentale di Staglieno, a Genova, ci siamo imbattuti in una
singolare tomba, costituita da un blocco di marmo nero lavorato, che reca
incisi dei simboli particolari.
Il sepolcro si
trova nella zona alta, nei pressi del "Boschetto dei Mille",
dove è sepolto -tra gli altri patrioti risorgimentali - Giuseppe
Mazzini.
Proprio dopo aver visitato la tomba dell'eroe ottocentesco, incamminandosi
sul sentiero, abbiamo notato la curiosa sepoltura.
Sulla superficie
vi sono due nomi, collocati uno sopra a sinistra e l'altro sotto, a
destra. Chiaramente sono i nomi di chi vi fu sepolto: Giuseppe Oberti
e
Giulia Oberti, forse due coniugi (con lo stesso cognome?), ma manca una
data di qualunque genere (nè di nascita nè di morte, e non c'è una
dedica).
Unico
elemento forse utile è rappresentato dal numero 461, segnato su un
piccolo cippo di pietra ai piedi di uno dei lati corti del sepolcro (che
ha una vaga forma parallelepipeda) e che si riferisce con ogni
probabilità al numero di repertorio della tomba. Quattro pesanti anelli
di ferro sono situati a ciascuno dei quattro angoli del manufatto.
Ciò che ci ha
maggiormente colpito, in tanta austerità, sono 4 simbologie che
campeggiano su ciascuno dei 4 lati, due lunghi e due corti. Sul lato
frontale c'è un simbolo indecifrato (inscritto in un
cerchio) che non ci era mai capitato di incontrare prima (ipoteticamente
ermetico), con delle lettere a corredo, due a sinistra e tre a destra,
forse a formare la parola DO MNA, anche se la D iniziale è più
somigliante ad una "delta" greca maiuscola ma potrebbero
nascondere anche una lettera alfa e un omega. La M è strana, e forse non è nemmeno una M
(più la si osserva e più fa sorgere dubbio e mistero).
L'iconografia
ricorda per certi aspetti l'unione del simbolo convenzionale per
"maschio" ♂ e per "femmina" ♀, come a
sancire un'androginia o un' Opera compiuta. I due segni si
associano anche a Marte (Ares, elemento maschile e solfureo) e a Venere
(femminile e mercuriale).
Tuttavia non solo qui appaiono diversamente dal
consueto contemporaneo, che andrebbe giustificato; abbiamo un cerchio
superiormente e un cerchio doppio (concentrico) inferiormente, idealmente
collegati da un asse (simile ad una freccia in un senso e ad una croce
nell'altro). Vi si può scorgere anche l'immagine stilizzata di un
antropomorfo. Il tutto racchiuso in un cerchio, sinonimo di ciclicità e
perfezione celestiale.
Il
disegno potrebbe evocare la stilizzazione di un'ancòra, tuttavia
bisognerebbe capovolgerlo per averne il senso e le lettere si troverebbero
invertite, a loro volta.
Sul lato opposto
a questo appena descritto, vi è una ruota ad 8 raggi, delimitante
altrettante porzioni contenenti segni e lettere, forse anche alcuni numeri
criptati La X (Chi greca) e la P (Ro greca) che si possono individuare,
farebbero intuire la matrice fondamentale, che è un Chrismon
(monogramma
Cristico). Normalmente però la P è tangente al cerchio. Le lettere
scritte in chiaro sono una N (forse una I), la S, la A, la B, una I,
un'altra B, cui fa seguito un settore contenente elementi non chiari. Una
parola di senso compiuto sfugge: se si prova a leggere le lettere in senso
orario, partendo dalla P (Ro) si avrebbe SABIB [...]N I. Nel senso
inverso si ha I N[...] BIBAS. Senza conteggiare X P. Un rebus?
La cosa che emerge
potrebbe essere la fusione di un simbolo solare orientale (la ruota a otto
raggi) con il simbolo cristico (sempre solare comunque) cristiano per
eccellenza.
Sul lato corto di
destra è inciso uno "swastika" , simbolo
benaugurale e solare
orientale, inscritto in un cerchio:
Sul
lato opposto a questo è inciso una sorta di Chrismon
(monogramma Cristico) con l'alpha e l'omega invertiti. Anche
in questo caso, la P (Ro) non è tangente al cerchio. Un ben strano
iconogramma...
Quindi, su un lato corto
troviamo un simbolo solare di matrice orientale e su quello opposto un
simbolo solare di matrice occidentale cristiana. Un caso?
La tomba ci è
apparsa in stato di semi-abbandono; per vedere adeguatamente i simboli
incisi, abbiamo dovuto ripulirli, in alcuni punti le sterpaglie avevano
attecchito sulla pietra. Sulla superficie superiore abbiamo osservato
residui di terriccio e di foglie, non è insomma quella che si può
definire una tomba ben tenuta. Questo può dipendere dagli anni trascorsi
dall'inumazione di queste persone; forse un centinaio o anche di più.
Magari parenti in vita che se ne possano occupare non ne esistono più.
Potrebbe essere indicativo, per risalire ad una datazione, il fatto che il
monumento funebre si trovi nell'ala del "Boschetto dei Mille".
Abbiamo provato a compiere una ricerca, ponendoci delle basilari domande.
E' una tomba? Se
si, come mai mancano le date? Forse un volere dei proprietari, espresso
ancora in vita. Se fosse un monumento dedicatorio o celebrativo a questi
due personaggi, mancherebbe comunque la cosa più importante: una dedica.
E' altresì vero che questo manufatto è più simile ad un cenotafio o
tomba vuota che ad un sepolcro. Abbiamo provato a risalire a persone
facenti parte dei Mille di Garibaldi (qui sepolti a profusione), aventi lo
stesso nome del defunto Giuseppe
Oberti (tanto simile a quello del padre di chi scrive, Giuseppe Uberti, e
forse anche per questo ne siamo rimasti colpiti), Abbiamo trovato
due Oberti ma nessun Giuseppe (1). Giulia, invece, che portava lo stesso
cognome, non ha alcun riferimento purtroppo: normalmente una donna viene
sepolta con il proprio cognome da nubile (aggiungendo il cognome da
sposata preceduto da un "in" se lo sposo è ancora vivo, o un
"ved."(vedova) se egli è già scomparso). Avrebbe potuto
chiamarsi anche lei Oberti, ma in ogni caso lo "status" sarebbe
stato inserito. Forse erano parenti in altra forma (fratello/sorella;
padre/figlia...).
I simboli sono
comunque la maggiore singolarità del manufatto in questione.
Le domande sono
numerose:
-questi simboli
sono stati eseguiti per volontà dei due personaggi oppure no? Perchè li
fecero incidere? Erano interessati a tematiche in odore di esoterismo?
Forse, c'è sorto il dubbio, gli Oberti sono solo il paravento per un
oggetto che sembra a tutti gli effetti un portatore di misteriosi
messaggi.
Il colore della
pietra, nera, con tutte le sue implicazioni simbolico-alchemiche, potrebbe
essere stato scelto non a caso; sicuramente non a caso sono stati
tracciati gli elementi su ogni lato (squadrato) del monumento, che ha tra
l'altro una geometria studiata (non casuale nemmeno quella). La forma del
"sarcofago" è sovrapponibile, nella parte superiore, ad una
croce, geroglifico del crogiolo dove la materia muore e si trasmuta,
divenendo spirito.
Si ha
l'impressione che a queste simbologie sia stato il compito di parlare (a
chi sa capire), mentre tace tutto il resto. Quante persone si sono mai
accorte di questa tomba, visitando Staglieno?
A chi le avesse
osservate, va il nostro invito a darci le proprie impressioni ed eventuali
considerazioni. Affinchè di Giuseppe e Giulia possa magari trovarsi
qualche nota, qualche ricordo. Gli antichi dicevano che pronunciando il
nome di un defunto, lo si faceva rivivere. Queste due persone sono oggi
uscite dall'ombra della Storia e forse vogliono donarci un po' di luce.
-
Grazie
al sig. Alessandro Lantero, che ha voluto impegnarsi nella
decifrazione di alcuni dei misteri di questa tomba, abbiamo la
soddisfazione di poter pubblicare quanto segue:
le
lettere contenute nel simbolo del Chrismon
vanno lette come IN BIBAS, dottissima citazione palecocristiana che
sta per IN CHRISTO BIBAS, cioé "Possa tu BERE in Cristo". E’
un modo usato al posto di ViVas:
"possa tu vivere in Cristo", giusto augurio per un defunto! La
sostituzione di Vivas con Bibas potrebbe richiamare anche a questo passo
del Vangelo (Ultima Cena): "Poi Gesù disse: "Questo è il mio
sangue, il sangue del patto, che è sparso per molti. In
verità vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino al giorno
che lo berrò nuovo nel regno di Dio" (Marco 14:22-26). Probabilmente
anche gli altri simboli presenti sulla tomba, dovrebbero essere
paleocristiani, ma la tomba chiaramente non lo è, mostrando uno stile di
inizio XX secolo. Sono stati semplicemente tratti da una simbolica dei
primi secoli del cristianesimo. La medesima struttura che è stata incisa
sulla tomba di Staglieno si può vederla qui sotto:
A destra la composizione è identica a quella riportata sulla tomba degli
Oberti
Nel
settore dopo la N stava originariamente scritto CRSTO (quindi XP è una
ripetizione). Questo si vede bene nell’incisione originaria (foto sopra)
CRS
TO
Da
leggersi capovolti (4).
E'
strano che nella tomba degli Oberti sia stato inciso evidentemente
qualcos’altro. Può trattarsi di un errore dello scultore? Sembrerebbero
un CL-CU oppure CL-CZ...
Il dettaglio della foto n.4 (Chrismon), in cui sono presenti segni
epigrafici
poco chiari
L
'àncora era spesso usata come "croce nascosta" ed era un
simbolo di Cristo: "Ancora: simbolo della speranza cristiana. In una
Lettera di san Paolo agli Ebrei (6, 18-19) si legge che l’àncora a cui
affidarsi è Cristo, poichè " in essa (la speranza) infatti noi
abbiamo l'ancora della nostra vita". Spesso l'àncora è unita o si
sostituisce alla croce” [2].
DOMNA
potrebbe invece essere una contrazione di DOMINA, cioé Signora: nelle
catacombe é conservato un esempio del genere: "Refrigeret tibi Domna
Maria"(3) cioé "Che la Signora Maria possa venire in tuo
aiuto". Se fosse così, visto che la D di DOMNA è in realtà una
Delta greca, allora forse si può spiegare con i caratteri greci anche
l'incisione mostrata nell'ultima fotografia: oltre al richiamo al crismon
ed all'"alfa-omega" le tre lettere Ωρα in greco
si leggerebbero ORA: la parola in greco significa "ora" (le ore
del giorno) ma secondo me può essere un gioco di parole col
latino "ora", cioé "prega"!
Veniamo ora all'identità dei proprietari della tomba, i cui nomi sono
riportati superiormente: Giuseppe Oberti e Giulia Oberti, non c'è una
data (nè di nascita nè di morte). Ricordando tutto quello che è stato
esposto nel testo precedentemente, Alessandro ha provato a
cercare qualcosa su di loro. Ha intrapreso varie strade, disponendo di
assai poche informazioni: due nomi su una tomba nel cimitero di Staglieno
di Genova, situata nei pressi del Boschetto dei Mille, contrassegnata dal
numero identificativo 461. Ha cercato e ricercato, finchè qualcosa è
emerso. Quegli Oberti furono membri di una ricca famiglia di armatori e
liquidatori internazionali, e il Lantero ci spiega perchè questa è la
più attendibile possibilità. Giuseppe Oberti fu presidente e
cofondatore della
Società ginnastica Cristoforo
Colombo,
importante per aver organizzato a Genova le Colombiadi del 1892,
come si legge in questo
sito. Questa società sportiva ha dato vita, qualche anno dopo, ad una
costola dedicata a "nuovi sport" tra cui il calcio: la Società
Ginnastica Andrea Doria (da cui nacque l'attuale
Sampdoria). Anche l'Andrea Doria era presieduta da un Oberti
(probabile parente di Giuseppe): Zaccaria,
che sembra utile citare perchè apre una pista nuova, forse, e cioè che
gli Oberti potessero avere simpatie filo-massoniche e la presenza di certi
simboli sulla loro dimora funebre potrebbero pure assumere connotazioni di
una duplice chiave di lettura, ma cerchiamo di attenerci ai fatti.
Zaccaria fu
presidente della Camera di Commercio di Genova, spedizioniere marittimo e
fervente antifascista. Era anche amico di Carlo Rosselli, celebre
antifascista, che definiva il vecchio Zaccaria “notissimo massone”
(5).
Zaccaria
e Giuseppe Oberti erano probabilmente parenti, fratelli o forse nipote e
zio, rispettivamente. Perchè quando Giuseppe era a capo della Società
Ginnica C. Colombo, nello stesso periodo era coadiuvato da Stefano Oberti
(6), da cui nacque Zaccaria. E' più probabile che Stefano fosse fratello
di Giuseppe, che sarebbe stato di conseguenza lo zio di Zaccaria.
A
rinforzare l'ipotesi che il titolare della tomba di Staglieno possa essere
proprio questo Giuseppe Oberti (ve ne sono altri, ma la pista seguita non
ha poi trovato aderenza al contesto in oggetto), Alessandro ha fatto
un'ulteriore scoperta, che riguarda Giulia Oberti, misteriosa figura di
cui -prima che il Lantero si mettesse a cercare- nulla sapevamo. Ecco che
cosa ha trovato: in un sito
spagnolo ha rintracciato un passo di un libro di
Egiglio Oberti (7)
che recita:
“En
el diario Domenica del Corriere del 7 de Noviembre de 1965 se puede
leer que el Apellido Oberti, es derivado de un antiguo nombre de persona
llamado Oberto y que es una deformacion del nombre Uberto, el cual a su
vez deriva del Nordico Hugubert que quiere decir Espiritu Brillante . Esta
narracion coincide con lo que me dice la senora Giulia Oberti, de
familia de grandes liquidadores internacionales, que gentilmente me ha
concedido un extensa charla telefonica afirmandome que sus antecesores
llegaron a Genova desde Germania”.
La
traduzione è la seguente: ""Nella
rivista Domenica del Corriere del 7 novembre 1965 si può leggere
che il cognome Oberti deriva dall'antico nome di persona chiamata Oberto
ed è una deformazione del nome Uberto, che a sua volta deriva dal nordico
Hugubert, che significa spirito luminoso. Questa narrazione
concorda con quello che mi dice la signora Giulia Oberti,
appartenente ad una famiglia di grandi liquidatori internazionali, che
gentilmente mi ha dato un'ampia conversazione telefonica, informandomi che
i suoi antenati arrivarono a Genova dalla Germania".
Appare
chiaro anzitutto che Giulia ed Egiglio, pur portando lo stesso cognome,
non erano parenti tra di loro, ma lo scritto ci fornisce l'informazione
che questa Giulia Oberti (sicuramente vivente a metà degli
anni '60 del XX secolo) proveniva da una famiglia di “grandi liquidatori
internazionali” E ci è di aiuto perchè è la pista giusta per
questa famiglia. Sulla Gazzetta
Ufficiale del Regno d'Italia del 17 novembre 1911 Alessandro
Lantero ha reperito la comunicazione della morte del Commendatore Prof.
Giuseppe Oberti (quello ottocentesco, fondatore della Società Ginnica C.
Colombo)
, trovando la
conferma che l’Oberti era di professione “liquidatore” di aziende.
Il trafiletto che annuncia la morte è datato 10 novembre 1911, ma non era
un annuncio mortuario, ovviamente, visto l'organo su cui fu pubblicato: si
trattava della comunicazione della convocazione di una Assemblea
straordinaria (da tenersi il 12 dicembre alle ore 14 presso lo studio del
notaio Arvigo a Genova), per l'elezione del terzo co-liquidatore, essendo
morto l'Oberti. I convocati erano gli azionisti di una "Società
Anonima, conserve alimentari e lavorazione latta in liquidazione, già con
sede a Sanpierdarena ora a Genova".
E'
pertanto verificato il rapporto di parentela tra il Comm. Giuseppe e
Giulia (probabilmente una figlia avuta in tarda età oppure una
nipote), appartenenti alla medesima famiglia di liquidatori.
Altrettanto
interessante è quanto riportato in questo
link a proposito dello scultore genovese Luigi Orengo (uno tra i più
attivi a Staglieno)
: "Nel
1913 espose alla LIX edizione della Promotrice la scultura in gesso
Ritratto del comm. G. Oberti".
Due
anni dopo la morte dell’Oberti viene esposto in una mostra un suo
“ritratto in gesso”: probabilmente si tratta della bozza preparatoria
di una scultura in marmo .. non mi stupirebbe se fosse stata realizzata
per la tomba di Staglieno!
Viene
quindi da pensare che Giuseppe Oberti sia stato sepolto nel 1911 a
Staglieno e che la tomba sia poi stata rimaneggiata decenni dopo per
ospitarvi la figlia (?) Giulia
. Se questa donna è la stessa che rilasciò l'intervista nel 1965,
la sua morte è avvenuta successivamente, ma non sappiamo quando.
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Per adesso ci
fermiamo qui. Abbiamo fatto dei grossi passi avanti per tentare di
dare un'identità a chi riposa in questa (apparentemente) dimenticata
sepoltura e anche nella decifrazione dei simbolismi presenti. Questi
ultimi furono preferiti alle date, che sono mancanti, e alle dediche,
altrettanto assenti.
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Ringrazio
sinceramente Alessandro Lantero per il suo straordinario intuito e per
la ricerca che ha svolto. Attendiamo nuove conferme, magari da
eventuali discendenti di Giuseppe e Giulia.
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