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Conferenza del prof. M.
E. Chioffi “Egitto Magico: il Papiro Westcar e le Camere Segrete del Tempio
di Thot”- Spirano(BG) - Sala Consiliare del Comune- |
Si è svolta venerdì 5 novembre alle ore 21 la prima delle quattro conferenze del
ciclo “Archeologia e Misteri” organizzate
dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Spirano. Graditissima l’introduzione
del gentilissimo sig. Sindaco, che ha auspicato come questo tipo di
manifestazioni possano occupare uno spazio sempre maggiore nella società
culturale del paese, poiché cultura è crescita sotto vari punti di vista (e non
si può essere che d’accordo con lui!).
L’accogliente sala che ha ospitato l’evento ha fatto da splendida cornice
all’esposizione raffinata del prof.Chioffi, egittologo, archeologo subacqueo,
esperto in scrittura geroglifica.
In buon numero le persone presenti, che hanno dimostrato
partecipazione attiva, come del resto è consueto quando si parla di Antico
Egitto.
Il relatore ha aperto la propria conferenza offrendo una panoramica dei punti
caratteristici della scrittura degli antichi Egizi, affinché si potesse
penetrare meglio l’argomento-cardine della serata, un brano del Papiro Westcar
che, mutilo di varie parti, è stato pazientemente e recentemente ‘ricostruito’
in quelle stesse parti, dal prof.Chioffi e dalla bravissima Giuliana Rigamonti,
attraverso un’operazione di comparazione attenta e particolareggiata. Operazione
che ha portato alla lettura delle parti mancanti del brano in cui viene
menzionato il ‘numero delle camere segrete del Tempio di Thot’, un lavoro
di ricostruzione di recente conclusione, che riserverà molto interesse tra gli
studiosi e gli appassionati del settore. Si ringrazia infinitamente il
prof.Chioffi per averlo proposto a Spirano, come una delle anteprime assolute di
divulgazione di questa magnifica scoperta.
Il prof.
Chioffi in un momento della conferenza.
Abbiamo detto che la conferenza è iniziata offrendo una visione dei contenuti
salienti del sistema di scrittura dell’Antico Egitto,di cui necessariamente
fornisco una (inesaustiva) sintesi. Secondo la mitologia, l’invenzione della
scrittura egizia si deve al dio Thot, che viene
spesso raffigurato con corpo umano e testa di Ibis. Come per le altre lingue, un
primo passo verso la scrittura Egizia fu quello di rappresentare graficamente
ciò che si vedeva, così per scrivere ‘bocca’ si disegnava una bocca: questo si
chiama ideogramma; ma per esprimere concetti
astratti, tale sistema non bastava più e si rese necessaria l’introduzione di un
sistema fonetico, basato su segni che rappresentavano suoni. Si crearono
così fonogrammi monoconsonantici (che equivalgono ad un solo suono),
biconsonantici (che equivalgono a due suoni), triconsonantici
(equivalenti a tre suoni).Il sistema di scrittura si arricchì di ulteriori
strutture grammaticali nel corso del tempo e anche se i simboli utilizzati
divennero (sotto le varie dinastie) dell’ordine delle migliaia, il sistema
poteva essere in pratica ridotto ai fonogrammi monoconsonantici e ad alcuni
altri segni. Il motivo per cui continuassero ad usare tanti segni è che le
persone che sapevano leggere e scrivere costituivano una parte assai esigua
della popolazione e queste –gli scribi- formavano una classe privilegiata,
interessata a mantenere il sistema così complesso perché potesse continuare ad
essere privilegio di pochi. Gli egittologi hanno adottato e perfezionato un
sistema di lettura o meglio di traslitterazione dei segni nel nostro
alfabeto, introducendo convenzionalmente la vocale ‘e ’ per poter pronunciare le
parole( l’alfabeto egizio, come quello delle altre lingue semitiche, non ha
vocali).
I tre sistemi di scrittura egiziana sono tradizionalmente chiamati: -geroglifico
(termine che fu dato dai greci e che significa ‘scrittura sacra’),riservato
alla grafia monumentale; - ieratico (scrittura
sacerdotale), sistema che è paragonabile ad un geroglifico ‘corsivo’, un
sistema più veloce per redigere documenti amministrativi; -demotico
(scrittura popolare), che compare in epoca più tarda. Infine potremmo includere
il copto, che è per così dire l’ultimo stadio
della lingua egizia.
L’importanza che rivestiva la parola per l’Egiziano antico
lo si può comprendere negli ambiti in cui essa si ritrova maggiormente, nei
monumenti funerari e nei testi sacri. La parola aveva un valore non solo di
espressione di concetti ma ‘magico’, di grande potere, ed era importante ‘come
‘ la parola veniva pronunciata e l’ambito.
La scrittura egizia copre un arco di tempo di circa tremila
anni e tradizionalmente ha termine il 24 agosto 394 d.C.,data in cui risale
l'ultima iscrizione geroglifica (fino ad ora conosciuta almeno): essa si
trova -graffita in modo semplice e non elaborato da uno scriba che si chiamava
Esmet-Aakhom (scriba dell'archivio del Tempio) -sulla parete interna del muro
nord della Porta di Adriano,davanti ad un'immagine del dio nubiano
Mandulis, sull'isola di Philae.
L'ultima iscrizione
demotica conosciuta è datata al 452 d.C.
Un altro momento della serata.
La
tradizione egizia sostiene che il dio Thot fosse stato l’inventore dei
geroglifici e che egli avesse compilato un libro che conteneva la base di ogni
sapere: il
mitico e potente "Libro di Thot", che evidentemente andava custodito
gelosamente. Il papiro di Thot, come tutti i papiri egizi importanti, era
conservato nella biblioteca segreta del tempio di Hermopolis, ovvero nella "Casa
della Vita " (in egizio "Per-ankh").
Durante la sua conferenza, il prof.Chioffi ci ha illustrato un passo del "Papiro
Westcar", un manoscritto che fu redatto tra la XVI o XVII dinastia (fine
del periodo Hyksos), che porta questo nome da colei che lo portò via
dall’Egitto, Miss Westcar; oggi è conservato a Berlino. Il Papiro in questione
riveste una grande importanza poiché ci informa del passaggio dalla IV alla V
dinastia egizia(dal faraone Cheope alla nascita dei re che regnarono dopo di
lui); può essere considerato come il primo vero riferimento collegabile alla
prestidigitazione, riportando formule magico-rituali adottate dai sacerdoti
egizi.
Anche se redatto molto tempo dopo l’epopea di Kheope, IV
dinastia (a cui si attribuisce la costruzione della Grande Piramide di Giza), è
costituito da una serie di Racconti, che si ipotizzavano narrati alla corte di
quel faraone, e compongono cinque storie all’interno di un’unica struttura
compositiva. A noi sono pervenuti in modo completo il terzo e quarto racconto;
il secondo ha varie lacune;il primo è pervenuto con la sola parte finale. Il
quinto termina in modo brusco,anche se narra vicende descritte con ampiezza e
ricchezza di particolari,tant'è che si discosta dagli altri quattro, come schema
narrativo.
Alla corte di Cheope, pare ci si annoiasse molto. Per
‘ingannare’ il tempo, venivano narrate storie per alleggerire la monotonia e per
creare un clima di attesa e di gaiezza. Alla corte, viveva e si esibiva un mago
in grado di compiere prodigi che, naturalmente, venivano spacciati per
manifestazioni soprannaturali; queste riempivano la vita di palazzo e
suscitavano lo stupore della gente.
Una di queste storie cita la ricerca condotta da Cheope
per trovare "qualcosa" appartenuto al tempio di Thot
Il pubblico in sala
segue con interesse la relazione dell'egittologo
Attraverso l’attenta analisi del brano del papiro dedicato alle camere
segrete del tempio di Thot, si viene a sapere che Cheope avrebbe mandato a
chiamare uno dei due grandi sacerdoti di corte, Djedi, che il faraone aveva
sentito dire conoscesse il numero delle stanze segrete del tempio del dio, forse
perché intenzionato a replicarle nel suo monumento, la Piramide di Giza.
Mandatolo a chiamare, Cheope gli pose la fatidica domanda e
Djedi profetizzò al re la nascita della persona che avrebbe rivelato al re
stesso ciò che egli desiderava sapere e inoltre gli predisse che tale
personaggio avrebbe spodestato i discendenti di Cheope stesso.
Ma Cheope insiste con la sua domanda:”Conosci il numero
delle camere segrete del Tempio di Thot?” e Djedi risponde che non conosceva il
loro numero, bensì il luogo in cui era
custodito il documento in cui ciò era scritto e che tale luogo si trovava nella
città di Eliopoli.
Non sappiamo, dice il prof.Chioffi, se tale documento fu
fatto cercare e trovato da Cheope, rimane un punto interrogativo; né possiamo
sapere se Cheope impostò su tali basi la disposizione interna della Piramide di
Giza; ma ciò che possiamo constatare è come - a partire dalla V dinastia- le
pareti interne delle piramidi vengano ricoperte meravigliosamente da iscrizioni
geroglifiche che riportano i cosiddetti “Testi delle
Piramidi”, che si ritiene provengano da testi molto
più antichi, la cui origine non è nota.
Le ultime ricerche - che in questa sede sono state fornite
in forma sintetica- sono raccolte nel volume “I
Racconti di Kheope-Il papiro Westcar”, di prossima uscita, scritto da
M.E.Chioffi e la Patrice Le Guilloux, con integrazioni geroglifiche e note
storiche di Giuliana Rigamonti, per la DUAT
Edizioni. La pubblicazione comprende la ricerca “I racconti del papiro
Westcar : i grandi maghi”, a cura di Carlo Faggi e Marcello Garbagnati.
Molti gli interventi a fine esposizione, con le curiosità del pubblico, alle
quali il prof.Chioffi ha risposto garbatamente e piacevolmente, attenendosi ai
dati oggettivi fino ad oggi in possesso degli egittologi, ribadendo che ciò che
si sa con certezza è meno di quanto non si sappia, in merito all’Antico Egitto
(il 70 per cento giace ancora sotto le sabbie).
Alla conferenza è stato presentato l’ultimo libro del prof.Chioffi, che ho il
piacere di segnalare in questa sede (e già recensito come Libro del Mese
di Ottobre 2004 in questo sito):
“Le avventure di Sinhue”-scritto
a due mani con Patrice Le Guilloux, con la collaborazione di Giuliana Rigamonti-
Testo geroglifico,traslitterazione e traduzione commentata-Edizione bilingue
italiano/francese con CD Rom interattivo- Edizioni
Duat
Erano presenti sia l’Editore della DUAT, Gianluigi Guzzi, (tra l’altro autore di
“Osiride
Rivelato”) che il curatore del progetto grafico, Marcello
Garbagnati (www.egittologia.net)
Inoltre, dal momento che spesso si trattano gli argomenti relativi all’Antico
Egitto a sproposito, ovvero alterando quelle che sono le prove acquisite e
documentate, è stato approntato un testo, cui hanno collaborato vari autori
(oltre a M.E.Chioffi, M.Garbagnati, G.Sozzani, presenti in
conferenza),intitolato “Antico Egitto: curiosità e misteri svelati”,
Edizioni Duat.
Un fatto certo è comunque emerso: gli interrogativi e i
dubbi aiutano a continuare una Ricerca seria e disinteressata, che deve
svolgersi con umiltà e onestà d’intenti, restando aperti alle conoscenze che le
nuove, future scoperte possono contribuire a migliorare o a colmare.
(Marisa Uberti)
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