Saintes-Marie-de-la Mer
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                                             SAINTES- MARIE- de-la- MER  (di Marisa Uberti)

Sulle orme di Maddalena, eccoci in Camargue, dove una leggenda narra che qui sarebbe sbarcata dopo la crocifissione di Gesù, insieme ad altri suoi compagni, ciascuno dei quali prese poi strade diverse. Di loro, Maria Jacobi  e Maria Salomè sarebbero rimaste qui, in quello che allora era l'Oppidum Râ. Qui le 'due Marie'  sarebbero sepolte e sono molto venerate tutt'oggi.Ma c'è anche un altro personaggio strettamente e misteriosamente connesso con loro:Sara la Nera,venerata nella cripta della chiesa-fortezza del villaggio.

                                                                               

 

E' bellissimo un viaggio nella regione francese della Camargue, luogo particolare costituito da una sorta di isola(85.000 ettari) posta tra i rami del fiume Rodano e il mare Mediterraneo.Il dipartimento in cui si trova è infatti denominato Bouches-du-Rhône (bocche del Rodano). Qui la terra e l'acqua hanno saputo creare spazi selvaggi in cui convivono zone paludose, strisce di terra in cui si allevano prevalentemente cavalli,tori e montoni, in cui si possono incontrare con facilità i fenicotteri rosa e stormi di uccelli che qui trovano un habitat ideale.Dal 1928 è stata istituita una Riserva nazionale e poi nel 1970 un Parco naturale regionale, che ha permesso di salvaguardarne e preservarne il paesaggio.Fu da tempi immemorabili un territorio importante, sia per la posizione strategica che per ambiente naturale.E' certo che un villaggio più antico, che si trovava nell'entroterra, un Oppidum Râ (citato da Festus Avienus nel IV sec.a.C.) -quello su cui sarebbero approdati Maddalena e compagni dalla Palestina?- sia oggi scomparso.Si menziona anche un fiorente porto già a quel tempo. Ciò che visitiamo oggi è un ridente villaggio, dalle case in prevalenza chiare, in cui la natura è vivace,le strade piene di colori, di bancarelle, di mercatini, di movimento.Tutto ruota attorno ad una costruzione che dà l'idea di una fortezza:la chiesa parrocchiale di Saintes-Maries-de-la-Mer, le cui merlature si vedono a dieci chilometri di distanza e nella quale il popolo ha potuto trovare un rifugio sicuro in tempi di depredazioni. 

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La cosa importante è che da sempre esiste un pozzo d'acqua all'interno, tuttora attivo, e dunque consentiva l'approvvigionamento idrico in caso di necessità a fermarsi più giorni chiusi nella chiesa per difendersi da eventuali attacchi.La presenza dell'acqua ha da sempre legami indissolubili con la natura, con quella Mater che dà vita e fecondità. I culti legati all'acqua sono antichi come il mondo e presenti in ogni parte del nostro pianeta,indipendentemente dalla religione/filosofia spirituale.Abbiamo trovato,durante la ricerca presente,che il nome occitano(1) del villaggio medievale era  La Vila de la Mar / Nòstra Dòna de la Mar. In precedenza, dal VI sec.d.C.,il santuario era noto come Santa Maria de Ratis, o Sainte-Marie de l'Ilot (perchè era un isolotto boscoso); la chiesa era nota anche come Notre Dame de la Barque. Pare che nell'VIII o IX secolo vi sia stata una devastazione da parte di truppe saracene, ma non si è certi se venne ricostruita la chiesa sul modello di una precedente.Nel 1080 il vescovo di Arles dona l'edificio ai monaci di Montmajour, che vi svolgeranno funzioni fino al 1786.Nel XII secolo il nome è cambiato in Notre Dame de la Mer e si continua a edificare una nuova chiesa sulla precedente (l'attuale nome venne stabilito nel 1837). Con la costruzione delle mura difensive della cittadella,nel 1244,la chiesa rimane inglobata in esse e diventa parte del sistema di fortificazione.Nel 1315 viene fondata una Confraternita delle Saintes Maries de la Mer (menzionata nel 1388, ma se le reliquie ancora non c'erano?).Nel 1349 si scava la cripta, che verrà ampliata nel 1449 da re Renato d'Angiò, che l'anno precedente aveva trovato le reliquie delle Sante Marie, con scavi autorizzati da Bolla papale.In questa vicenda vi sono sicuramente degli elementi storici,che si intrecciano inevitabilmente con componenti mitiche e pittoresche.Non mancano i misteri e le contraddizioni.Ad esempio,la figura delle due Marie nei Vangeli Canonici non si trova, almeno così appellate.Solo in Luca, 24.10 si cita una Maria di Giacomo, ma non se ne indica il grado di parentela, che comunque -secondo la versione accettata e diffusa- si identifica con la sorella della madre di Gesù, quindi sua zia, sposa di Cleofa e madre di parecchi figli (Giacomo il Minore, Joses, Giuda, Simone e delle figlie); Salomè sembra non avesse il prenome Maria, ma che per rispetto di una tradizione che voleva questa 'leggenda' la trasposizione cristiana di un culto 'pagano' , delle 'trois matres o matrones'(2) venne aggiunto posteriormente. Quando il culto di Maddalena,inizialmente presente a Saintes Maries de Ratis,venne 'spostato' alla Sainte Baume, si dovette aggiungere un'altra figura, quella di Sara. In Mc 15.40  e 13.0 si parla di Salomè (senza 'Maria').Viene identificata con la madre dei figli di Zebedeo, cioè Giacomo il Maggiore (venerato a Compostela) e Giovanni l'Evangelista.Le due figure (Marie)sarebbero presenti alla crocifissione (Mc 15.40,Mt 27,56).Maria di Giacomo si troverebbe con Maria Maddalena anche davanti alla chiusura del sepolcro. Le tre Marie sarebbero quindi andate al sepolcro la mattina della resurrezione per andare a imbalsamare Gesù. Dopodichè, i Vangeli tacciono sulle loro vite, delle quali ci giungono le gesta in narrazioni posteriori e non ufficiali.

Altri misteri:sicuramente la figura di Sara.Come vedremo, i Gitani la elessero loro santa protettrice.Essi iniziano a palesarsi in zone vicine (Arles) nel 1438, quando le reliquie ancora non sono state ritrovate, cosa che avverrà dieci anni dopo. Ma a quanto ci è dato capire, solo nel 1496 essi inizieranno un culto alla tomba di Sara, ma è solo nel 1521 che questa(Sara) viene citata in un documento ('Leggenda delle Sante Marie', manoscritto presso la biblioteca di Arles).

Sara e il culto delle Vergini Nere?

Il territorio dell'odierna Provenza era stato colonizzato dai Greci in epoca pre-romana, che avevano fondato le attuali Marsiglia, Nizza, Antibes e Agde.Si può pensare che vi portassero anche i loro culti,che avevano ricevuto una chiara influenza dall'Antico Egitto di cui erano noti i culti dedicati a Iside, che tradizionalmente erano 'misterici':spesso statue della dea erano venerate in luoghi ipogei,come le cripte. Fulcanelli nel suo 'Il Mistero delle cattedrali ' ci dice che queste statue diventarono, al tempo dell'introduzione del Cristianesimo in Gallia, quelle delle Vergini Nere che il popolo circonda di una venerazione particolare.Il significato di queste Virgo pariture (Vergine che deve partorire) è ermeticamente quello della terra prima di essere fecondata (la terra primitiva scelta dal Filosofo come soggetto della grande opera),ben presto rianimata dai raggi solari.E' anche la Madre di tutti gli dei (o la madre di Dio), appellativo che non manca di avere la Madonna per i Cristiani.Quando abbiamo parlato della Sainte Baume, abbiamo accennato al fatto che nel V secolo d.C. Jean Cassien, un frate proveniente dall'Oriente, aveva fondato un'abbazia a Marsiglia, Saint-Victor, in onore di Maria Maddalena e per celebrarne il culto, che parallelamente aveva poi portato alla grotta santa. I monaci benedettini di Saint Victor erano gli stessi che amministravano anche la primitiva chiesa di Saint Maximin,quella dove si conservavano le reliquie e la tomba della Maddalena (poi scacciati da Carlo II d'Angiò e sostituiti con i domenicani).Bene, nella cripta dell'abbazia di Saint Victor c'è una Vergine Nera, chiamata Notre Dame de Confession,che ha con sè il Bambino (tutto il blocco statuario è nero), tiene nella mano destra uno scettro (terminante con il giglio di Francia) e reca sul capo una corona a triplice fiorone. Ora,è possibile che il culto di Maddalena fosse legato al culto che va così di moda oggi definire 'sacro femminino'? Ma, meglio ancora, potrebbe la figura leggendaria di Maddalena aver incarnato quella Iside, quella divinità ancestrale sinonimo di terra primitiva, sostanza nera e pesante, materia minerale, che si cela nella massa rocciosa(pietra)? E qual'è il legame tra Maddalena e Sara, la statua nera venerata nella cripta della chiesa di Saintes Marie de la Mer? 

                                                                       

Certo, quella attuale è una statua ovviamente di realizzazione piuttosto recente, ma c'è un particolare non trascurabile: è la santa patrona dei Gitani, la loro dea, alla quale dedicano un culto e una venerazione sconfinati.Secondo loro, Sara era già presente nel villaggio quando sbarcarono le Marie, dunque questo potrebbe far pensare che il 'culto' di una Vergine Nera (i nomi sono poi tutti da interpretare) fosse già ben radicato in loco, derivante appunto da un ipotetico culto Isiaco.I Gitani sono tra l'altro un enigma per gli storici: da dove vengono? E chi sono?

Sembra che la loro patria di origine sia l'Oriente (ancora una volta!) ma non c'è una memoria scritta che permetta di risalire alle sorgenti della loro 'genesi'. Una delle teorie più accreditate è che essi fossero stanziati nell'India nord-orientale da cui -per ragioni che ignoriamo- si spostarono verso l'anno 900 d.C. migrando in Persia (Iran attuale), dove si sarebbero scissi in diversi rami, spargendosi anche in Europa. A questo popolo itinerante vengono dati nomi differenti, così si conoscono come Gitani, Rom, Romanischels, Manouches (che in sanscrito significa 'uomo'),Bohémiens,Sinti,Yénich e anche, più genericamente,come Tsigani (Zingari), 'gente del villaggio', popolo itinerante...Amano il contatto con la natura e gli elementi che la costituiscono(l'acqua tonificante,il fuoco purificatore, il vento, la terra (sanno lavorare molto bene i metalli e il legno, ad esempio,arti che progressivamente anche presso di loro vanno scomparendo);adorano le feste, la musica, la danza.Non sempre sono stati accettati,anzi:in Romania subirono una schiavitù durata seicento anni,fino al 1800,per non parlare dello sterminio nazista perpetrato su quattrocentomila di loro, ma hanno anche ricevuto attestazioni di simpatia e nel 1438 cominciano ad essere citati nei documenti (ad Arles). La loro dea è Sara-Kâli (nella loro lingua Sara la Nera, che ricorda nel nome la celebre dea Kalì indiana), che è custodita sottoforma di simulacro di legno scuro nella cripta della chiesa del villaggio.Le hanno confezionato 59 abiti, di cui la rivestono nelle diverse cerimonie religiose, che cadono il 24 e 25 maggio di ogni anni, quando una folla di pellegrini, circa 10.000 gitani, si riunisce a Saintes Maries de la Mer per partecipare con devozione al trasporto della statua dalla cripta fino al mare(nel giorno del 24 maggio).

Nella cripta della chiesa,il cui soffitto è stato rifatto, è custodita quindi la statua di Sara,insieme ad alcune ossa.Molti gli ex voto ('Grazie Santa Sara'),i lumini e le candele accese nell'ipogeo. Sara non risulta essere mai stata elevata alla santità per la Chiesa ufficiale cattolica,però.

Accesso alla cripta.Essa fu attrezzata nel 1400 da re Renato I d'Angiò;in quell'occasione pare fossero condotti gli scavi che portarono al ritrovamento dei corpi delle Sante Marie...

 

Tabernacolo con le supposte ossa di S.Sara

 

Il bellissimo volto incoronato di Sara la Nera.Oltre che con diversi abiti, i Gitani la rivestono anche con corone diverse e gioielli.La incoronano come è coronata Notre Dame de la Confession a Sainct-Victor di Marsiglia.

 

Scorcio dell'ingresso esterno della cripta;a destra una grata indica un passaggio, interdetto al pubblico.Attualmente si accede alla cripta dall'interno della chiesa,tramite una scala posta sotto il presbiterio.

Ma chi era Sara, secondo la tradizione cristiana? Perchè, da quanto s'è capito, il culto dei Gitani verso di lei è 'paganeggiante' o almeno ha radici in fonti diciamo... 'universali'.

La figura di questa Sara non è mai citata nei Vangeli Canonici.Dunque si sono fatte unicamente delle ipotesi,anche per giustificarne la presenza nel contesto della tradizione legata alle Sante Marie qui venerate.

Si dice che fosse una loro ancella (chi dice 'schiava') che però non sarebbe stata imbarcata con loro al momento del loro esilio in mare aperto(come raccontato nella Legenda Aurea).A quel punto si sarebbe compiuto un prodigio:Salomè avrebbe steso sull'acqua il proprio mantello, cosìcchè Sara lo avrebbe usato come passerella per raggiungere la barca e salirvi sopra.Insieme al gruppo,dunque,avrebbe poi raggiunto la costa provenzale.
E se Sara fosse stata Egiziana? Esiste pure tale ipotesi, che la vorrebbe badessa di un convento Libico o facente parte di un gruppo di martiri persiani.
Ma potrebbe anche essere stata già presente in Camargue, e niente affatto proveniente dalla Palestina.In tale ottica sarebbe discendente di una nobile famiglia e regina della sua tribù! In questa veste avrebbe dato accoglienza alle Sante Marie, convertendosi poi alla fede che loro andavano diffondendo con l'evangelizzazione della Provenza.
Non ultimo, perchè recentemente se ne sente spesso parlare in una 'nuova ondata' di letteratura alternativa, Sara sarebbe stata la figlia di Maddalena, la quale avrebbe potuto giungere in Provenza gravida di un 'seme' di Gesù, partorendo poi la figlia che avrebbe chiamato Sara.Oppure sarebbe potuta arrivare qui già con Sara al seguito, avuta magari quand'era ancora in Palestina. Al ritiro di Maddalena alla Sainte Baume, Sara sarebbe vissuta con le altre Marie?

Tutte queste supposizioni non apportano granchè alla ricerca storica.Ciò che sappiamo con certezza è che questa figura di Vergine Nera conservata nella cripta della chiesa delle Saintes Maries de la Mer è tutt'oggi veneratissima dal popolo Gitano.E' un po' meno chiaro perchè si lasci prospero questo culto accanto a quello, tutto cristiano, delle Sante Marie? Ben venga questo incontro di fedi, ma è possibile che la Chiesa non sia mai riuscita a sradicare un culto 'paganeggiante' e nemmeno a trasformarlo in quello verso una Madonna Nera, come sono tante altre sparse per il mondo. Sara è rimasta Sara. Anche se è assai probabile che il simbolo 'esoterico'sotteso sia identico.Ma fu grazie all'intercessione di un signore locale, il marchese Baroncelli se si riuscì a far accettare il culto di Sara alle autorità ecclesiastiche locali e a quelle civili, che acconsentirono affinchè i Gitani potessero liberamente radunarsi in occasione della festa della loro patrona per celebrarne il culto con feste e processioni.Questo dal 1935. Bisogna però risalire al 1496, quando si diffuse la notizia del ritrovamento delle reliquie delle 'Marie' (e di Sara),per trovare le prime notizie del pellegrinaggio di Gitani a questo villaggio. Perchè per loro era importante questo ritrovamento? Cosa potevano conoscere della leggenda che coinvolgeva Sara? Mistero.

Le Santes Marie de la Mer

Ma ora vediamo cosa accadde al culto delle altre sante qui venerate, Maria Jacobi e Maria Salomè. Morte poco prima di Sara e a distanza di alcuni mesi l'una dall'altra, avrebbero trovato sepoltura dopo aver ricevuto i sacramenti da San Trofimo, di Arles, vicino ad un oratorio(cappella)che avevano eretto.Non si ha alcuna documentazione in merito fino all' XI secolo (dopo dieci secoli dai supposti fatti!) e solo nel 1448 si effettuarono degli scavi nella zona che si riteneva quella giusta.Un discendente di Carlo II d'Angiò, colui che aveva trovato le supposte reliquie di Maria Maddalena nel 1279 a Saint Maximin, il conte di Provenza e re di Francia, Renato, rinvenne un piccolo cimitero nel dicembre 1448:vi si trovavano dei crani disposti a croce (un'inumazione rituale?) e i corpi di due donne.Vennero riesumati anche un altare di terra battuta e una lastra di marmo, che verrà appellata "Guanciale delle Sante"(Oreiller des Saintes Maries), e che oggi è incastonato in una colonna della chiesa:

 

Sul blocco di marmo erano appoggiate le teste dei corpi ritrovati nel 1448.Appare lucido e levigato per la venerazione dei fedeli.

 

Altare 'pagano' del IV secolo s.C.

Il luogo dello scavo si trovava sotto l'altare maggiore della primitiva chiesa che era stata costruita sopra le sepolture delle Marie. In pratica dove oggi c'è l'attuale cripta. Quindi, non solo qui si venera Sara ma qui sarebbe stata anche sepolta,insieme alle Marie.

Dopo il ritrovamento,il re Renato e la regina Isabella,alla presenza di tutta la corte, le reliquie vennero sistemate in due teche identiche di legno di cipresso,che oggi sono conservate nella cappella alta della chiesa.

 

Nel momento che le due teche vengono calate solennemente dall'alto, il popolo dei fedeli inneggia canzoni e lodi,e corre a toccare il santo reliquiario,che reca dipinte scene dello sbarco delle due Marie. Si accendono candele, si è in fervida trepidazione,si rievoca un rituale secolare,che procede dal XV secolo; la stessa cosa quando le teche vengono fatte risalire e ricollocate nella loro postazione nella cappella alta.Nel 1794 le teche originali vennero bruciate dai Rivoluzionari(in seguito rifatte fedelmente da un artigiano locale). Una parte delle reliquie però sarebbero state messe al sicuro nottetempo dal parroco e da un suo aiutante;resti di ossa carbonizzate sarebbero stati raccolti dai fedeli e posti in un reliquiario a parte.

L'edificio è strutturato in modo tale che si abbiano 'tre piani' distinti:la cripta,il piano di calpestio che è la chiesa a livello dell'ingresso,e una parte superiore,detta Cappella Alta dedicata a San Michele, che non si visita e che era l'antica sala del Corpo di Guardia. La pianta è semplice(vedi foto sotto):

                                       

 

La navata è unica, non vi sono cappelle laterali e le linee sono austere.Tutto è immerso in una suggestiva oscurità, rischiarata solo da alcune monofore poste sulle fasce laterali delle pareti.Antico luogo fortificato che fa sentire il proprio ruolo, incute un senso di smarrimento iniziale, quando si passa dalla accecante luminosità della pietra chiara di cui è costituita all'esterno alle annerite mura interne, senza opere scultoree, con il solo slancio verticale dei pilastri a muovere l'ambiente verso il fondo, verso l'abside semicircolare.Ci piace questa atmosfera velata di mistero,in cui nulla è palese ma va attentamente ricercato. Gli unici capitelli scolpiti si trovano nel colonnato dell'abside (recano satiri,figure zoomorfe, fitomorfe e antropomorfe, maschere, etc.) ma i profani non possono superare il cordone di separazione del coro,per cui non si possono visionare con adeguatezza(peccato).

Qui sostavano i pellegrini medievali diretti a Compostela, qui venivano i marinari a ricevere la benedizione per il loro viaggio marittimo, ma anche tanti altri individui, anonimi e non,nobili e popolani.

L'ingresso alla chiesa delle Saintes Maries de la Mer. Sopra la porta c'è la Croce della Camargue, formata da una croce, un cuore, e un'ancora marina (simboleggianti la fede, la speranza, l'amore).

Antico accesso, oggi murato, della Porta dei leoni, trasformato in bacheca per gli ex voto (all'interno).Sotto, vediamo alcuni oggetti conservati appunto in detta 'bacheca', sulla destra entrando (nel numero 3 sulla piantina);il più antico ex voto risale al 1591.

Pergamena del 1448 che documenta gli scavi e la scoperta delle reliquie.

 

Dure 'braccia' reliquiario: sono due poichè in origine- quello autentico contenente le reliquie delle sante- venne trafugato e ne fu fatta una copia uguale.Poi l'oggetto fu ritrovato ma non si buttò la copia.

Questo è il pozzo di acqua dolce, che una chiesa fortificata doveva possedere in caso di necessità(era un rifugio per gli abitanti).E' alimentato dalla falda freatica sottostante.Luogo di grande 'energia'!

 

Finestra della cappella alta:lì si conservano le teche gemelle contenenti le Sante reliquie.Un sistema di argani provvede a far scendere i due contenitori sopra l'altare (scolpito da un miracolato, B.Contestin, che  nel 1850 riebbe la vista ad opera delle Sante Marie, si narra).La festa di Maria Jacobi si tiene il 25 maggio,il giorno successivo a quello in cui si tengono le celebrazioni di Sara. Si tiene una processione in cui tutte e tre le sante vengono portate in processione al mare, per rievocare il momento dello sbarco sulle coste camarguesi avvenuto duemila anni fa circa. Un'altra festa si tiene il 22 ottobre ( o la domenica più prossima a tale data),in onore di Maria Salomè, in cui le due sante Marie (non Sara) vengono portate al mare, per il pellegrinaggio dei Provenzali.Una terza festa, infine, si tiene la prima domenica di dicembre per commemorare la data del 3 dicembre 1448, prima elevazione delle teche.Si ripete la cerimonia di calare i reliquiari dalla cappella alta fin sull'altare, ma non si effettua la processione al mare.

 

La nicchia dove sono tenute le statue delle due Marie nella loro imbarcazione(al di sopra,un dipinto raffigura Maria Maddalena con il Vaso).Anche le sante Marie sono accompagnate dai loro vasi:una l'ha nella mano sinistra,l'altra vicino ai piedi.Durante le processioni, questa barca si trasporta fino al mare.

Accanto alla parete troviamo molti ex voto:sarebbero infatti stati registrati numerosi 'miracoli' (guarigioni) si ritiene attribuiti all'acqua del pozzo della chiesa che-secondo la credenza popolare-preservava dal mal di rabbia.

 

La visita deve completarsi con la salita al terrazzo, da cui si gode un panorama di alta bellezza.Il tetto è circondato da un camminamento di ronda, con feritoie e piombatoi e fungeva da torre di avvistamento. Il coro e l’abside sono sormontati da un mastio ad emiciclo che racchiude la “cappella alta”.  

 

Dalla terrazza si potrà scorgere,tra le altre,una costruzione particolare:è il museo dedicato al marchese Folco di Baroncelli-Javon (1869-1943), personaggio emblematico della Camargue. E'allestito nell'ex Palazzo Comunale (1876) e conserva collezioni dedicate alla zoologia della Camargue, all’archeologia delle Saintes Maries de la Mer e al folklore regionale.Nella foto è l'edificio con la torretta circolare.

 

Dall'alto, oltre al paesaggio, e grazie all'acutezza dell'amico Giulio Coluzzi, si è potuto immortalare una particolare 'conformazione' della disposizione del piano pavimentale situato antistante la chiesa.Non per voler essere 'iper critici' ad ogni cosa che incontriamo, ma è evidente come tale disposizione non sia potuta essere frutto di un 'caso':c'è un esagono (che un tempo era forse rosso? Oggi risulta rosa sbiadito) all'interno del quale vi stanno sei triangoli neri,su fondo bianco, tre hanno il vertice rivolto verso l'alto e tre verso il basso (cielo + terra); l'unione degli stessi porterebbe poi ad individuare un sigillo di Salomone più grande. Centralmente, ma forse un po' sfasata, un'altra figura esagonale, in cui si incrociano le tre diagonali che tagliano l'esagono maggiore, separano i triangoli, terminando con sei cerchi.

Lo stesso Giulio ci segnala che a Veroli (FR),nel Lazio, a centinaia di chilometri da Le Saintes Maries de la Mer, c'è una chiesa che la tradizione indica come luogo di sepoltura di...Maria Salomè! Per leggere la storia annessa cliccare qui.

Lasciando il villaggio, non senza un pizzico di nostalgia, notiamo alcune capanne molto particolari:si tratta delle case dei gardian, un tempo costruite con tetti di paglia che veniva ancorato a terra con ganci e funi.Sopra ciascuna, la croce protettrice della Camargue.

 

Note:

1)-Nei territori dell'attuale Francia meridionale, si parlava una lingua denominata d' Oc, in contrasto con quella del resto del paese,che era di lingua Oil.Per approfondire, un buon link a nostro avviso è questo http://www.storico.org/Occitania.htm

2)- Si veda http://www.marie-madeleine.com/dictionnaire/triade.html

 

Links utili:

Ufficio del Turismo de Le Saintes -Maries- de-la Mer http://www.saintesmaries.com/ oppure

http://www.tourisme.fr/office-de-tourisme/saintes-maries-de-la-mer.htm

 

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                                                        giugno 2007