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Roberto Volterri e 
"Gli Stregoni della Scienza"

                                                            (Intervista di Marisa Uberti)

 

Ha la data del maggio 2009 il nuovo saggio del dr. Roberto Volterri (edito da Eremon) dedicato agli scienziati del passato- ma non troppo remoto!- che sono stati in misura diversa ‘dimenticati’, pur avendo effettuato scoperte innovative e ‘rivoluzionarie’ per il loro campo d’indagine scientifica. Non solo l’accademismo li ha relegati in un angolino, aprendo sotto i loro piedi l’abisso dell’oblìo, ma in certi casi ne ha decretato lo screditamento se non la ‘damnatio memoriae’. Perché tutto questo? Davvero le loro scoperte non erano degne di considerazione? Erano infruttuose, pericolose o poco commercializzabili? Lasciamo che a rispondere sia l’Autore stesso, che ha gentilmente accettato la nostra intervista e che ringraziamo vivamente.

D)-Gent .mo dr. Volterri, anzitutto perché questo titolo “Gli stregoni della scienza"? Una provocazione?

R.V.: Gran parte dei quindici personaggi descritti nel libro sono sicuramente stati dei ricercatori ‘eretici’, un pò ‘fuori dal coro’, ma ho voluto usare il termine ‘stregoni’ perché ho immaginato alcuni di essi – non faccio nomi! –  immersi nei loro studi, nei loro esperimenti, tra i loro ‘alambicchi’, tra stranissimi apparecchi elettrici, quasi nascosti da fumi spesso abbastanza  pestilenziali. Ma sì, me lo conceda, quasi come un notissimo personaggio disneyano – nel bellissimo film ‘Fantasia’ che vidi… un secolo fa – mentre si affanna nel tentare inutilmente di porre fine al magico esperimento in corso. Ma ‘stregoni’, nel titolo del mio libro – il ventesimo della serie dedicata agli infiniti ‘misteri’ che ci circondano… – è qui usato direi ‘con affetto’, con la simpatia che da sempre nutro nei confronti di chi sa’osare’ al di là delle convenzioni stabilite dai ‘canoni’ della cosiddetta ‘Scienza ufficiale’. Guglielmo Marconi, la cui figura nel libro viene appena sfiorata a proposito del ‘Raggio della morte’, per fortuna non prese troppo in seria considerazione le affermazioni di Hertz per il quale le onde che, paradossalmente, da quest’ultimo hanno poi preso il nome, non avrebbero mai trovato pratica utilità. Pare che l’illustre fisico tedesco…si sbagliasse!

D)- Il sottotitolo è “Gli Scienziati eretici, le loro opere, i loro errori, il loro contributo e molti loro esperimenti…che potrete ripetere e rivivere…”. Avendolo già letto posso affermare che ci sono proprio tutti i punti in elenco (e molto di più) ma vogliamo svelare qualcosa di più ai nostri lettori. Quanti personaggi ha preso in considerazione nel saggio e perché proprio questi e non altri?

R.V.:Come dicevo prima, i personaggi ‘eretici’ presi in considerazione sono quindici e tra essi un posto d’onore lo merita, a parer mio, il grande Nikola Tesla, trascurato abbastanza dall’establishment scientifico della sua epoca e ben poco preso in considerazione anche da quello attuale. In pratica gli hanno dedicato solo una miserrima unità di misura per il campo magnetico, usata soprattutto in tema di elettrosmog. Dimenticando che a lui si deve lo sviluppo dell’elettrotecnica basata sulla corrente alternata, a lui si debbono iniziali e sostanziali ricerche che poi hanno portato altri all’invenzione della radio e così via. Il classico caso del ben noto “Nemo propheta in patria”. In effetti, al termine di ogni Capitolo vengono proposti al lettore più portato alla sperimentazione, una serie di facili, embrionali esperimenti abbastanza simili, se vogliamo, a quelli che può aver compiuto l’eretico ‘stregone’ di cui nel Capitolo stesso si parla. Ce n’è per tutti i gusti, mi creda!

“Perché non altri?” mi chiede. Perché anziché di 240 pagine il libro sarebbe stato di 1000 pagine, quasi  illeggibile dal lettore medio e l’ottimo editore Emanuele Zampetti (titolare della Eremon, n.d.r.)… non l’avrebbe pubblicato. Ma non è affatto detto che io non possa tornare sull’argomento: ho documentazione per almeno altri tre volumi...

D)-Il loro contributo alla scienza secondo lei, in modo obiettivo, è stato trascurabile, discreto o decisivo?

R.V.: In alcuni casi – Tesla, Casimir, Meucci, Galvani, Boscovich, Cavendish solo per citarne alcuni – il contributo scientifico o anche solo tecnologico è stato di notevole livello. In altri casi le ricerche eretiche di qualche ‘stregone’ hanno dato ( o potrebbero dare in futuro) un impulso a seguire strade ‘alternative’, sentieri lontani dall’autostrada principale, sentieri che potrebbero condurre a mete inattese. O ‘attese’ solo da qualche altro illuminato, isolato… ‘stregone’.

D)-Gli errori che hanno commesso in cosa consistono principalmente? Troppa onestà intellettuale che ha favorito lo sviluppo delle loro idee da parte di altri, più scaltri, o gravi errori di concetto che resero le loro teorie impraticabili?

R.V.: L’errore più grande di Nikola Tesla, ad esempio, non fu certo di natura scientifica: si fidò un po’ troppo dell’umana natura, della buona fede che egli, ingenuamente, pensava fosse distribuita in egual misura nelle persone con le quali entrava in relazione per motivi di lavoro. Si fidò troppo, all’inizio, di Thomas Alva Edison e delle sue promesse di ricompensarlo per alcune soluzioni tecniche che il nostro genio dell’Elettrotecnica aveva individuato: “Tesla, ma lei non capisce lo humor americano!” pare gli abbia risposto l’altrettanto geniale americano riguardo all’ingente ‘premio’ promessogli e poi negatogli!

Forse Tesla commise anche l’errore di pensare che l’energia (elettrica o meno) potesse essere trasmessa a distanza senza fili (ma non è detta l’ultima parola!) e soprattutto ‘gratis’. Parola, quest’ultima, assente nel vocabolario di qualsiasi imprenditore che finanziò le sue ricerche…

Il geniale Nikola Tesla accanto ad uno dei suoi apparati per la generazione di elevatissime tensioni

Qualche errore di ingenuità, aggravato anche da difficoltà economiche, lo commise pure il nostro Antonio Meucci, visto che la paternità dell’invenzione del telefono gli è stata riconosciuta solo nei primissimi anni di questo secolo.

Ma alcuni dei personaggi illustrati nel libro (neanche sotto tortura farò i nomi!) oltre ad essere ‘fuori dal coro’ furono anche ‘fuori di testa’ e molte loro affermazioni andrebbero rivisitate alla luce di ulteriori studi.

D)-Quanto ha inciso l’epoca in cui vissero, se ebbe un suo peso?

R.V.: Essere ‘eretici’, ‘fuori dal coro’, significa proprio non appartenere culturalmente, psicologicamente, alla propria epoca. Significa aver la capacità di affacciarsi su possibili scenari scientifici o tecnologici, ancora di là da venire. Insomma, osare dove altri pur validi ingegni non oserebbero mai avventurarsi. Ciò, a parer mio, ha sempre avuto un notevole peso. Peso a volte estremamente pericoloso come ebbe, di sfuggita, a constatare il geniale Galileo Galilei o – in maniera ben più ‘tangibile’! – lo ‘stregone’ Giordano Bruno.

Peso spesso anche frustrante come constatò Semmelweiss (fautore dell’asepsi in ambito medico) o anche Pasteur all’inizio delle sue ricerche, insieme a molti altri geniali ‘stregoni’, tra i quali includerei Marco Todeschini, Giuseppe Calligaris e, perché no?, anche Ferdinando Cazzamalli e Raffaele Bendandi. Tutti e quattro abbondantemente illustrati nel mio libro, insieme a semplici esperimenti simili a quelli da essi effettuati a suo tempo.

D)-Oggi, quegli stessi personaggi, vivono ancora in altri studiosi che lei conosce? A parte lei stesso, che so benissimo essere uno sperimentatore incallito…(e come questa foto dimostra)

Trasformatore di Tesla, di ridotte dimensioni ma perfettamente funzionante (circa 100.000 volt) realizzato dall'Autore negli Anni Settanta

R.V.  Appunto! “Provando e Riprovando” è il motto dell’Accademia del Cimento e solo ‘sperimentando’, solo seguendo sia la ‘strada maestra’, sia i ‘viottoli secondari’ si può sperare di arrivare a qualche traguardo. A volte si perde del tempo, delle energie, magari anche… la ‘reputazione’, ma tutti gli studi fatti, tutte le ricerche effettuate possono contribuire al proseguimento verso l’obiettivo finale. Oppure ad evitare ad altri ‘stregoni’ di incamminarsi invano per quegli strani ‘viottoli secondari’.

Oggi, ad esempio, le ricerche sulle cosiddette ‘linee iperestesiche’ di Giuseppe Calligaris vengono portate avanti da altri ricercatori più o meno ‘stregoneschi’, tra i quali l’amico medico Falvio Gandini. Forse gli studi di Raffaele Bendandi sui terremoti vengono ancor seguiti dal fisico Tiziano Cantalupi (ma non ne sono certissimo…), forse la sperimentazione dell’Ing, Marco Todeschini (con il quale rimasi in contatto alla fine degli anni Settanta) viene effettuata ancora da qualche suo allievo. Cercare le ‘tracce’ lasciate da questi ‘eretici’ ricercatori può essere un invito per alcuni dei lettori. Come d’altra parte ho fatto io in passato…

La ‘sperimentazione’ – e lei, gentilissima Marisa Uberti, lo sa bene anche per aver fugacemente visitato sia il mio laboratorio ‘istituzionale’ sia quello privato –  è un mio ‘chiodo fisso’!

D)-Nel libro, ogni scienziato proposto è ben descritto nella vita pubblica, nelle opere, nel contesto storico e nella branca di studio in cui ha prodotto scoperte teoriche o pratiche, un lavoro che deve esserle costato molti anni di ricerche bibliografiche nonché di ‘esperimenti’. Nel saggio vi sono infatti accurate appendici ‘operative’:di cosa si tratta? ‘Roba’ da specialisti?

R.V. Era molto tempo che accumulavo materiale, documentazione, idee per questo libro. La sua stesura ha occupato almeno un paio d’anni. E la parte ‘sperimentale’… non è stata da meno! Se per ‘Appendici operative’ intendiamo le ‘Appendici Sperimentali’, ho fatto il possibile affinché gli esperimenti risultino accessibili un po’ a tutti quei lettori che non inorridiscano davanti a qualche filo elettrico, a un paio di provette chimiche o che provino inarrestabile ritrosia nel ‘rivivere’, con estrema facilità, i momenti, le emozioni che può, ad esempio, aver provato Antonio Meucci nel trasferire a distanza la propria voce, oppure l’emozione di ricevere le emittenti radiofoniche in Onde Medie con un semplice cristallo di Solfuro di Piombo. Ma sì, la cara vecchia ‘radio a Galena’ dei nostri nonni. Altro che iPod o MP3 !

D)-Le dico sette aggettivi qualificativi e lei, per cortesia, dovrebbe collegarli ad uno degli scienziati del libro che vi sente più aderente. Caparbio -Fortunato -Raccomandato -Rinunciatario -Famoso -Ricco -Illuminato

R.V. Mi conceda di interpretare a modo mio la sua domanda…

Caparbio: tutti lo sono stati. Altrimenti li avrei considerati solo dei ‘poveri illusi’ (anche se in parte, purtroppo, alcuni lo furono!) o dei ‘dilettanti allo sbaraglio’. L’ostinazione con cui portarono avanti le loro ricerche fa loro onore. Anche se alcuni di essi finirono per ‘impantanarsi’ nella complessità del mondo fisico che ci circonda.

Fortunato: mi ci faccia pensare solo un attimo…No non credo che l’aggettivo ‘fortunato’ sia attribuibile con facilità, anche se la ‘fortuna’ ( o il caso?) gioca un ruolo importante nella ricerca scientifica. Fortunato e geniale fu Sir Isaac Newton, fortunato è stato il fisico Hendrik Casimir poichè gli studi sulla cosiddetta ZPE, ovvero Zero Point Energy, da lui embrionalmente avviati trovano estremo interesse ai giorni nostri, ‘avidi’ di energie ‘gratuite’ o quasi.

Raccomandato: direi proprio nessuno tra quelli illustrati nel libro!

Rinunciatario: poiché ho appena affermato che tutti gli ‘stregoni della Scienza’ affrontati sono stati più che caparbi, si evince che nessuno di essi può essere definito, tout court, ‘Rinunciatario’. Invito, ad esempio, a leggere ciò che fece lo stranissimo Ed Leedskalnin per un suo ‘sogno d’amore’ mai concretizzatosi!

Famoso:Vediamo… Newton, Meucci, Galvani, Marconi, Casimir, Boscovich, Cavendish lo sono di sicuro, anche se in misura molto variabile. Altri, quali Todeschini, Calligaris lo sono un po’ meno; altri ancora quali Cazzamalli, Perata, Ighina, Bendandi, Mancini, Cremonese lo sono stati a livello, per così dire, ‘locale’ o comunque abbastanza limitato. Peccato!

Ricco: Ritorniamo a Newton e anche a Cavendish che lo era fin dalla nascita, ma credo che con questo aggettivo ci si possa (quasi) fermare qui…

Illuminato: In misura molto variabile… un po’ tutti!

D)-Insomma, questi scienziati non hanno fatto ‘Miracoli’ scientifici o non sono riusciti a dimostrarli? Lei in un precedente libro, uscito prima di questo per la Acacia Edizioni, si è occupato dell’argomento, proponendo di replicare eventi prodigiosi in… laboratori casalinghi. Non teme di essere annoverato lei stesso nella schiera degli ‘scienziati eretici’?

R.V. Siamo giusti: nel mio predente lavoro ‘Miracoli?’ (Acacia Edizioni 2008) non ho affatto proposto di “ replicare eventi prodigiosi in laboratori casalinghi”.

Il ‘punto di domanda’ presente nel titolo stesso mette bene in luce il mio punto di vista in relazione al  problema ‘miracoli’, punto di vista che offre maggiore spazio al filosofico ‘Rasoio di Occam’ più che all’atto di fede. Gli esperimenti proposti in ‘Miracoli?’  al lettore – similmente a quanto fatto in  “Gli stregoni della Scienza” – vorrebbero soltanto offrire  la possibilità di imitare alcuni cosiddetti ‘miracoli’, quali ad esempio la ‘levitazione’ (magnetica o elettrostatica però!), oppure la ‘trasformazione’ dell’acqua in ‘vino’ mediante semplici operazioni basate su reperibilissimi prodotti chimici. E molti altri esperimenti ancora, ma senza ricorrere… al ‘Trascendente’! Come le ho detto, la ‘sperimentazione’ è una mia ‘insana’ abitudine a cui non riesco a rinunciare…

Annoverato tra gli ‘eretici’? Ho il sospetto di esserci di già. Anche in famiglia, all’insegna del già citato ‘Nemo propheta in patria’! Mia figlia Susanna, psicologa eretica ad oltranza, ne è un eclatante esempio. E lei, gentile Marisa, lo sa bene...

D)-Scienza e Religione:un punto in comune è possibile?

R.V. Con estrema difficoltà, a mio parere. La libertà di ricerca di sperimentazione – soprattutto in ambito medico, biologico – cozza contro alcuni inevitabili ‘paletti’ derivanti dalla morale corrente, dai ‘Comitati di Bioetica’, dalla religione imperante. Ma forse, ripeto solo in ambito biomedico, è meglio sia così.

Non abbiamo necessità di novelli Dottor Frankestein, anche se nel libro di cui stiamo parlando ho brevemente illustrato i quasi fantascientifici esperimenti di tale Garnet Hertz. Con scarafaggi e rane ‘telecomandate’…

M.U.)-Spiace quasi che l'intervista sia terminata, ci sarebbe da parlare per ore. Grazie, dr. Volterri e in bocca al lupo!  

R.V.: Grazie a lei, gentilissima Marisa, e un altro rituale ‘In bocca al lupo’ anche ai lettori di questa simpatica intervista e, naturalmente… del libro “ Gli stregoni della Scienza” !

 

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