
L’elemento ottagonale nella
edificazione delle chiese -La tipologia ottagona nei templi degli Ordini
Militari (Alessio Varisco)
L'architettura sacra presenta edifici che a livello tipologico sono di difficile
interpretazione in quanto non rientrano a pieno titolo nei “tipi” –e
funzionalmente nella formula estetica/geografica- di un edificio sacro. È il
caso delle chiese a pianta ottagona degli Ordini Militari che nel corso del
Medioevo si sono sviluppate lungo le coste del Mediterraneo ed anche nella
nostra penisola.
La nascita di queste “religioni”, rette da principi cavallereschi, ha
determinato un fiorire di cosiddetti “Templi” –o chiese priorali- dall’insolita
forma e cioè dalla pianta centrale. Esiste quindi un problema per gli storici
dell’arte che si scontrano con significati geometrici profondi –prolusivi di
discorsi ben più ampi- possiamo parlare –in maniera simbolica- di “forme che
richiamano alla deità”[1]. Il cerchio è immagine del Dio che è trascendenza,
così come l’elemento ottagonale, un doppio quadrato, o meglio la cosiddetta
“quadratura del cerchio”. Inoltre il simbolo del numero otto rimanda all’ottavo
giorno che è quello della Risurrezione, la Domenica[2], e dell’immagine
dell’infinito -infatti il numero capovolto, in sviluppo orizzontale, rappresenta
il simbolo dell’infinito. L’ottagono a livello cristiano rimanda all’immagine
delle “Otto Beatitudini” e perciò la Croce Ottagona –lanceolata[3]- del Sovrano
Militare Ordine di Malta è immagine del discorso della Montagna, una sorta di
cammino da seguire per migliorare nello zelo e nella condotta morale l’ascesa a
Dio.
Orbene, detto ciò, possiamo intuire quanto possa essere evocativo un simile
simbolo applicato alla pianta di una chiesa. Inoltre a ben riflettere, oltre a
presentare un precedente storico nell’architettura battisteriale, l’immagine
ottagonale è in realtà la chiusura perimetrale di una croce greca da tutti e
quattro i bracci eguali. Come si può notare è la rimarcazione dell’immagine
della Croce, della Passione e della morte però sconfitta dal Salvatore Risorto!
Gli Ordini Militari hanno perciò impiegato –come estremamente simbolici- questa
forma semplice ed evocativa in quanto “sintesi” rimandante al mistero della
morte di Gesù, nonché alla sua vittoria sugli inferi mediante la Sua
Risurrezione. Ulteriormente significativo –rispetto la Prima Alleanza- è che
venga processato, morì e fu sepolto entro l’ultimo giorno della creazione
genesiaca e risorga proprio nell’Ottavo giorno, la nostra Domenica (Dies Domini)
il primo dei giorni della settimana ebraica, quello dopo il Shabat[4].
Detto ciò non appare enigmatico –e fuori dal reale- l’impiego di chiese
ottagonali a pianta centrale. Con il diffondersi degli Ospitalieri di San
Giovanni, dei Canonici del Santo Sepolcro di Gerusalemme e dell’Ordine del
Tempio, si determinò anche per esigenze strettamente contingenti il fiorire al
fianco delle comunità militari di “Fratres” e “Confratres” anche delle strutture
di culto.
Appare evidente che una forma così allusiva e sintetica come quella ottagonale
avrebbe potuto essere impiegata nelle piante delle architetture sacre. Il fatto
più interessante è che questa tipologia edilizia evidentemente non si limiti ad
uno stretto ambito regionale. Difatti l’impianto ottagonale diviene invece una
delle chiavi di presenza sul territorio in ambito europeo degli Ordini Militari.
La chiesa ottagona rappresenta l'intera architettura europea, l’interesse verso
la cristianità, e che può in generale conseguentemente mettere a disposizione
aspetti importanti.
La morfologia di queste chiese a pianta centrale, sia questa rotonda o
ottagonale, riguarda una sorta di citazione, o meglio di Translatio Hierosolymae.
Le chiese ottagone, come quelle circolari, devono il loro debito formativo alla
chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Notiamo che esse derivassero tout
court dalla rotonda chiesa dell'Anastasis della Città Santa.
È certo che fra i due modelli di pianta –quella circolare ed ottagona-
l'andamento ottagonale non sarebbe dipeso da una deformazione stilistica
dell'edificio circolare, o da una scelta occasionale, esso parrebbe confermato
dagli eventi e dall’insistenza nel costruire simili Templi. Dunque è lecito
azzardare che vi fosse un’ulteriore citazione, scevra dalla cristianità ed in
ossequio alla Città Santa e a molti battisteri cristiani anteriori a queste
fabbricazioni, e cioè la Moschea di Omar sulla spianata dei templi in
Gerusalemme.
Le molteplici chiese ottagonali ripropongono quindi elementi bizantini
precedenti ed islamici presenti in Gerusalemme. Quest’ultimo fattore,
l’ascendenza estranea all’area cristiana –peraltro ignorando le molteplici
testimonianze di battisteri ottagonali- può sembrare di primo acchito
sconcertante. In maniera estremamente ristretta –a suffragio del nostro assunto-
presentiamo qui appresso le relative ragioni.
Ugo di Payns -nobile francese- nell’anno 1118 raccolse un gruppetto di otto
cavalieri, insieme con i quali fondò in Gerusalemme l'Ordine dei poveri
cavalieri del Cristo. Questi nove versavano in condizioni di estrema indigenza e
il re, Baldovino II, li organizzò nel portico del Tempio di Salomone. Da questo
momento furono identificati ed assunsero il nome di “Templari”.
I Romani di Tiro distrussero il tempio del Re Salomone ed al suo posto la
rotonda musulmana detta “Cupola della Roccia”[5]. Sul fianco della spianata
medesima[6] si elevava, in una posizione meridionale, una seconda moschea,
quella di Al-Aqsa, che non era nient’altro che il resto del portico perimetrale
del distrutto tempio di Salomone. A questa era unita un terzo tempio, detta
“Moschea Bianca”. All’interno dell’antico porticato si ripararono i primi otto
Templari.
Soltanto verso la metà del secolo XII, la situazione fu ufficializzata da
Innocenzo II, quando fu loro acconsentita la facoltà di costruire chiese,
cappelle ed anche monasteri.
L'assetto dell’Haram-esh-Sharif che abbiamo descritto è rimasto immutato fino ai
nostri giorni. Il complesso architettonico gerosolimitano formato dalla Basilica
del Santo Sepolcro dista -in linea d'aria- circa 400 metri dalla spianata su cui
sorgono le tre moschea.
Fu l’imperatore Costantino a far erigere un edificio cilindrico, a pianta
centrale, al di sopra del Sepolcro di Cristo. Questo fu rinominato “Anastasis”,
ossia Resurrezione; l’accesso avveniva transitando un cortile situato dietro
un’imponente chiesa basilicale a cinque navate con matronei.
Sant’Elena -madre di Costantino il Grande- individuò il “Sepolcro di Gesù
Cristo” nell’attuale cripta, ciò fu reso possibile dal rinvenimento di una
preziosissima Santa Reliquia e cioè il legno della “Vera Croce”[7]. Il complesso
architettonico basilicale deve esser immaginato davvero colossale, simile
nell’impianto, solo per dare un'idea, alla basilica romana di San Paolo, dietro
la cui abside si trova, a qualche decina di metri di distanza, la chiesa di
Santo Stefano Rotondo. Con questo esempio riusciamo a cogliere la difficoltà
strutturale del complesso del Santo Sepolcro in Gerusalemme, ciò rende conto
anche dei motivi che hanno condotto all’edificazione del complesso romano che
sarebbe una prima riproduzione sansepolcrale. Inoltre questa similitudine ci
consente di stilare un quadro abbastanza consimile del globale quadro dei due
templi, disposti l’uno dietro all'altro.
L’aspetto definitivo venne assunto al tempo dei Crociati ed è quello a noi noto.
Appare indubbio che la struttura subì alterne trasformazioni. Un primo
rimaneggiamento accadde dopo la distruzione nel 1009 d.C. quando conquistata la
città di Gerusalemme dagli islamici l’intero complesso architettonico subì una
prima radicale trasformazione. L’attuale assetto definitivo è frutto di una
stratificazione di stili, non ultima l’edicola dell’Anastasis rifatta
nell’Ottocento, nell’insieme lo stile è mantenuto quello di una chiesa romanica,
l’abside maggiore è impiantata attorno a ciò che resta dell' Anastasis, l’axis
strutturale della chiesa.
I motivi per i quali venne scelta un’architettura a pianta centrale sono molto
semplici: Gesù era visto come il Sole (Hèlios)[8]. Perciò la stessa Anastasis fu
costruita a pianta circolare perché il tempio di tipo rotondo era espressamente
destinato al culto del Sovrano. [9]In realtà a quel tempo non vi era una
categoria estetica di “tempio cristiano”, né tanto meno uno stile di
“architettura cristiana”. Difatti nel IV secolo d.C. quando –su richiesta
dell’Imperatore- si intraprese l’erezione del Santo Sepolcro in Gerusalemme si
mutuò una classica architettura di tempio della divinità della luce. Per
Costantino quella Croce e quel Signore fu come un “bagliore”[10], Cristo era il
Sovrano per antonomasia, ed anzi fu esplicitamente configurato come il Sole.
Ecco che l’architettura del primo Sacello Sepolcrale del Risorto fu
un’architettura a pianta centrale poiché spettante a tale somma qualificazione e
funzione il rango del Salvatore.
Sospendiamo qui di narrarne l’intera evoluzione strutturale e spostiamoci allo
spirare del secolo VII e alle vicende il Califfo Abd-al-Mallk che, non appena
conquistò Gerusalemme decise di far edificare una moschea che intenzionalmente
doveva –dal punto di vista architettonico- prendere a modello il limitrofo
tempio del Santo Sepolcro. Il Califfo ordinò che venisse eretta una sontuosa
moschea sul luogo della spianata del tempio di Salomone[11], proprio laddove
Maometto -secondo la tradizione - avrebbe spiccato un volo notturno al cielo.
L’edificio di culto musulmano venne chiamato moschea di Omar, meglio noto la
Cupola della Roccia, e per esser distinto da una struttura cristiana non
ricevette la pianta rotonda –e cioè come l’Anastasis che lo avrebbe comunque
ispirato- bensì ottagonale.
Il motivo di una struttura a base ottagona si può perciò far risalire al
significato simbolico del numero otto, esso sarebbe la “quadratura del cerchio”
ed anche nell’unificazione della complessità evocativa della forma ottagonale
evocativa della spiritualità islamica[12].
«In effetti, la numerologia e l'organizzazione dello spazio sono il principio
delle arti e delle scienze, dalla metrica in poesia alla misura proporzionale in
architettura, e così via. I numeri, e le figure geometriche che ne derivano,
creano quel mondo dei Simboli con cui si manifestano gli Archetipi; infatti i
sufi leggono nei Numeri il principio dell'Essere Unico.
Vediamo ad esempio la sequenza 0-1-2-3-4. Può apparire una sequenza
insignificante, ma Sayyed Husein Nasr (in Science and Civilization in Islam) ne
interpreta il significato con queste parole: "Sappi che lo scopo della Scienza
degli Antichi è ciò da cui ogni cosa procede: il Dio invisibile e immoto (lo
zero), la cui Volontà (l'uno) fa nascere l'Intelligenza (il due). A partire
dalla Volontà e dall'Intelligenza si manifesta l'Anima (il tre) nella sua unità;
dall'Anima nascono le varie nature, che a loro volta generano corpi composti. Si
capisce così che una cosa non può essere conosciuta, se non si sa che cosa viene
prima di essa. L'Anima vien prima della Natura, e grazie ad essa la Natura può
venir conosciuta. L'Intelligenza vien prima dell'Anima, ed è grazie ad essa che
l'Anima può essere conosciuta. Infine l'Intelligenza non può far altro che
condurre a ciò che le è superiore, cioè a Dio, che l'avvolge e la cui Essenza
non è percettibile".»[13].
Nell’ambito dell’estetica islamica il numero otto significa unione di sue
elementi è perciò stato ampiamente impiegato nell’arte islamica –che si basa
soprattutto su “simboli”[14], correttamente letti e di continuo agiti dai Sufi,
che hanno la più gran parte di realizzazioni pratiche nelle arti e nelle scienze
islamiche.
L'utilizzo di una pianta quadrata delle moschee indica il mondo “fenomenico”,
così lo sviluppo ottagonale (ed in particolare stella a otto punte, due quadrati
sovrapposti) i due mondi “fenomenico” ed "umano".
«In geometria statica l’8 è l'ottagono, in geometria dinamica la stella a otto
punte. Nel macrocosmo rappresenta le Qualità fisiche del mondo come già furono
descritte dai Greci; nel microcosmo le qualità fisiche dell'essere umano. Come
attributo matematico, è il primo numero cubico e il numero delle note musicali,
che per la scala islamica sono otto anziché sette. La stella a otto punte
(simbolo della forma attiva) è contenuta in un esagono (simbolo della forma
passiva); stella a otto punte ed esagono costituiscono i due principi positivo e
negativo, o maschile e femminile, dando così la forma materiale completa. La
forma, si veda al numero quattro, viene rappresentata dal quadrato; qui abbiamo
due quadrati sovrapposti incrociantisi, o stella a otto punte, figura geometrica
che simbolizza il ritmo continuo positivo-negativo :
introversione-estroversione, o contrazione-espansione (qabd-bast);
unione-separazione (jam'-tafrîkah); sobrietà-ubbriacatura (sahw-sukr);
estinzione-perennizzazione (fanâ'-baqâ'); presenza-assenza (shuhûd-ghaybat);
disvelamento e occultamento (tajallî-îstitâr)»[15]
Sta di fatto che venne scelta una figura simile, molto più elaborata della
circolare, ma sempre dalla centralità della pianta. In realtà il nuovo
fabbricato avrebbe dovuto non semplicemente copiare e superare per magnificenza
la vecchia chiesa dell’Anastasis, ma anche sostituire, per i fedeli arabi
residenti in Palestina, la Kaabah. Il Califfo Abd-al-Malik aveva vietato per
ragioni politiche l'annuale pellegrinaggio alla Mecca e cercava in tal modo
-ergendo questo nuovo tempio- di sottrarre potere ove appunto si trovava la
famosa pietra nera e l'edificio che la custodisce la Kaabah ed al circostante
ambiente. Urge sottolineare che l'assetto ottagonale conferito alla moschea di
Omar ricalcherebbe le vie che conducevano alla piazza -dove sorge la Kaabah -
avevano uno sviluppo a raggiera e sembra alquanto dimostrato questa nuova
tipologia edilizia che a livello simbolico ricalcherebbe l'allineamento delle
strade e delle case della Mecca. Inoltre il popolo compiva delle
circumambulazioni intorno alla Kaabah stessa in modo che il fedele nel
percorrere i propri giri intorno alla roccia non dovesse troppo dolersi del
“surrogato” impostogli in sostituzione del luogo genuino. Per questa ragione
l'aspetto della moschea di Omar deve essere frutto di un compromesso accomodante
che inserisse diverse esigenze: da un lato di somigliare al Santo Sepolcro,
dall'altro di riprodurre in sintesi l'ambiente della Mecca intorno alla Kaabah.
Questi i motivi che avrebbero dato origine alla forma ottagona sormontata dalla
cupola, meraviglioso risultato scaturito dalla simbiosi fra spiritualità[16]
maomettana e cristiana.
Un sigillo dell'Ordine del Tempio riproduce la scritta “S. Tñbe Templi Xristi”[17]
e reca il simbolo della splendida moschea di Omar, ai Templari fu concessa la
spianata del Tempio di Salomone. I Poveri Cavalieri di Cristo dovettero essere
giustamente compiaciuti del dominio sulla moschea, dopo la conquista crociata di
Gerusalemme, tanto è vero che ne fecero uno dei principali simboli dell'Ordine
del Tempio.
Il meraviglioso edificio musulmano, tuttora risplendente della propria delicata
rivestitura azzurrina, abbia costituito il modello per alcune chiese templari
offrenti pianta ottagonale. Orbene nella storia dell’architettura cristiana la
forma ottagona è impiegata soprattutto per edifici battisteriali e ciò motiva la
presenza, presso la Religione dei Giovanniti –il più antico ordine
gerosolimitano-[18], di alcune architetture a pianta ottagonale in molti edifici
religiosi[19]. Apparirebbe inspiegabile dunque la mutuazione di una forma
ottagonale nella pianta di una chiesa cristiana, particolarità del tutto
inspiegabile se invece si ritiene che l'unico modello sia stato il rotondo
edificio della Anastasis, anche se la presenza di forme ottagonali in edifici
patrimonio della cristianità non sarebbero impiegati quindi per la prima
volta[20].
Tornando velocemente al suaccennato sigillo –che raffigurerebbe una moschea,
quella di Omar- si deve rimarcare che finora esso è stato ritenuto –a torto- una
rappresentazione dell'Anastasis. In realtà sappiamo che la chiesa del Santo
Sepolcro in Gerusalemme non ha mai posseduto una cupola a forma di cipolla,
mentre sappiamo che la copertura è sempre stata costituita da un tetto a tronco
di cono[21]. Detto ciò non appare accettabile rendere la leggenda sul bordo del
sigillo “S. Tñ be Templi Xristi” come “Sigillo della cupola del Tempio di
Cristo”[22] e sarebbe perciò il sigillo di quel contingente (militarmente
addetto alla difesa) del Tempio di Cristo.
A livello logico essendo i Templari monaci guerrieri e difensori della
cristianità[23] il significato del sigillo della Cupola della Roccia come loro
marchio coniato deve essere certamente un simbolo della conquista dei Loca
Sancta, un motivo anche per inorgoglirsi e dimostrare quanto sia grande la
potenza di chi crede in Cristo. Sicuramente i Templari si definirono e ciò resta
provato dai vari sigilli, sia “Milites Templi Salomonis”, sia “Turba Templi
Christi”, sia “Milites Christi”. Dunque l’Ordine Templare si qualificherebbe
come difensore del tempio di Salomone in quanto luogo in cui nacque la loro casa
madre, quanto del Tempio di Cristo, o “Anastasis”. Monaci guerrieri con una
regola ben precisa, in generale soldati custodi del Tempio[24] indipendentemente
dalla disposizione che i luoghi santi occupano all’interno della Città Santa.
In conclusione, appare logicamente fondato ritenere che l'adozione della forma
ottagonale o rotonda, per le chiese a pianta centrale dell'Ordine occupi un
ruolo centrale nell’edificazione di chiese templari, scoprendo e vertendo
l’attenzione sull’importanza del “simbolo”. È opportuno fondare una nuova
analisi investigativa sulla centralità dell’architettura templare dichiarando
che si tratta non già di mere scelte casuali, bensì di una scelta simbolica[25].
Orbene esistono due tipi edilizi quello a pianta centrale ed a pianta
ottagonale. Questi due modelli edificatori sono da annoverare ad una cosciente
risoluzione che ci vuole riferire alla chiesa del Santo Sepolcro[26] e dove
invece alla moschea di Omar la pianta poligonale[27].
Questo tipo di “chiese ottagone” diviene la soluzione architettonica che
rappresenta un interessante esempio di “commixtio” tra idee artistiche cristiane
e musulmane.
Le architetture ottagone, di derivazione templare, occupano nel contrapposto
gioco di elementi appartenenti ai due mondi spiritualmente così diversi, hanno
tuttavia trovato una finale ed efficace sintesi espressa successivamente in
numerose pregevoli realizzazioni dell'Occidente europeo.
Prof. ALESSIO VARISCO
Storico dell’arte
Direttore Antropologia Arte Sacra
--------------------------------------------------------------------------------
[1] La lettura storico artistica di questa tipologia di solito presenta
senza coinvolgere aspetti esoterici.
[2] La “Domenica” è la Santa Pasqua settimanale di nostro Signore Gesù Cristo.
[3] Quattro spine di rose rovesciate che uniscono le loro punte al centro.
[4] Il settimo giorno della settimana ebraica, il “giorno del riposo”, è in
realtà anche la Pasqua ebraica settimanale che commemora la liberazione dalla
schiavitù d’Egitto.
[5] La cosiddetta “Cupola della Roccia” era anche conosciuta come Moschea di
Omar, e venne costruita dal Califfo Abd-al-Mallk nel VII secolo d.C..
[6] La spianata –dalla forma rettangolare- era chiamata in arabo
Haram-esh-Sharif.
[7] Per ulteriori approfondimenti: A. Varisco, La leggenda del legno della Vera
Croce. 1999, Técne Art Studio. Monza.
[8] Si pensi alla nascita di Gesù Cristo, celebrata nella festività della
“Natività di Nostro Signore”, è in realtà la celebrazione cristiana del Dies
Solis. Non vi è solo una sovrapposizione del Natale sulla precedente festività
pagana del solstizio d’inverno, bensì l’apertura del mondo alla nuova e vera
Luce che sola può redimere e rischiarare la terra.
[9] Il Cristo è il Signore dell’Universo, l’Unigenito del Padre che siederà alla
sua destra, Colui che verrà a giudicare i vivi i morti e porterà il Giudizio di
Dio sulla storia.
[10] Si pensi a quel sogno “in hoc signo vices!” ed al rinvenimento della Madre,
Sant’Elena, della Vera Croce.
[11] Occorre precisare in altro luogo rispetto il Santo Sepolcro di Gesù Cristo.
[12] Per approfondimenti: “L’architettura islamica” in G. Mandel, Otto lezioni
all’Accademia di Brera Arte islamica, Arte Buddhista, Arte dell’Africa nera.
2007. Milano. Arcipelago Edizioni. p.21-46.
[13] G. Mandel, Otto lezioni all’Accademia di Brera Arte islamica, Arte
Buddhista, Arte dell’Africa nera. 2007. Milano. Arcipelago Edizioni. p.28.
[14] Essendo peraltro un’arte aniconica, come quella ebraica.
[15] Id., Op. Cit. p.34.
[16] Il vocabolo ci sembra estremamente pertinente poiché l’ottagono sarebbe la
quadratura del cerchio.
[17] Ovvero: “Sigillum Turbae Templi Christi”.
[18] Ovvero il Sovrano Militare Ordine di Malta religione nata precedentemente
l’istituzione dell’Ordine Templare.
[19] I più noti, correlati alla presenza di edifici di culto con annessi
Ospedali, sono il complesso di San Pietro in Consavia ad Asti (ex sede del
Balivato dell’Italia Settentrionale) oltre al complesso del Santo Sepolcro di
Gerusalemme in Pisa (altra sede presso la Repubblica marinara di Pisa) degli
Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme comprendente l’Ospedale, un chiostro
(peraltro simile alla Moschea della Cupola d’oro) ed una chiesa ottagonale.
[20] Come peraltro già espresso nelle forme dei battisteri.
[21] Peraltro ciò sarebbe riscontrabile nella riproduzione del Sacello
sansepolcrale gerosolimitano nel complesso realizzato sul Lungarno a Pisa.
[22] Traducendo perciò “tuba” come “cupola” modificherebbe la leggenda sarebbe
rendendola priva di senso. Occorre precisare che la "ñ " di “tñ be” è
superiormente sbarrata, essa va letta “turbae”, ossia moltitudine,
raggruppamento, e solo così la leggenda acquista un senso.
[23] L’Ordine Templare chiede ed ottiene una Regola, quella cistercense poiché .
[24] Il termine “tempio” è da intendersi quale “luogo santo”.
[25] Ci dissociamo dalle tendenze espresse più o meno da tutti gli studiosi che
hanno trattato il tema dell'architettura templare e che hanno ritenuto questa
tipologia edilizia un mero “simbolismo”.
[26] La cui pianta centrale vede lo sviluppo nell’immagine circolare (di qui il
diffondersi delle rotonde).
[27] La Moschea di Omar, una volta conquistata durante l'occupazione dei
Crociati a Gerusalemme, viene ovviamente esorcizzata, benedetta, e consacrata
chiesa cristiana.
http://www.antropologiaartesacra.it/ALESSIO_VARISCO_chieseOttagone.html
Prof. ALESSIO VARISCO
Storico dell'arte - Magister Artium
Art Director associazione culturale Técne Art Studio
www.duepassinelmistero.com
Avvertenze/Disclaimer