Fin
dalla notte dei tempi, la musica è sempre stata associata al divino. Si è
sempre pensato che la musica unisse l’uomo alle divinità e tuttora si
ritiene che l’universo si sia creato tramite un suono magico:
AUM,
da cui tutto è nato.
Il suono
stesso è ritenuto di origine sacra e la stessa musica è considerata qualcosa
di potente e di enigmatico.
La
musica, all’interno delle religioni, è presente nelle sue due forme:
musica strumentale
e musica
vocale (canti) tuttavia non tutte le
religioni hanno avuto lo stesso comportamento nei confronti della musica,
soprattutto le religioni monoteiste (islam in particolare).
La
principale fonte di suono nei rituali è costituita dalla
musica strumentale.
L’esempio più calzante di musica strumentale trascendentale è presente nello
sciamanesimo:
lo sciamano entra in trance tramite il suono del tamburo che riesce ad
eccitare la mente portando l’uomo verso altri stati di coscienza in cui
comunica con gli spiriti guida.
Il
tamburo
è lo strumento sciamanico per antonomasia in quanto cagiona lo stato di
trance. Tamburo = trance = sciamanesimo. Il tamburo è noto per il suo
complesso simbolismo e per le sue virtù magiche. Secondo una credenza lo
sciamano costruisce il tamburo tramite un ramo dell’Albero cosmico, che si
trova al Centro del mondo, ove lo sciamano si reca durante i suoi sogni
iniziatici. L’Albero cosmico rappresenta la comunicazione tra cielo e terra.
Anche il tipo di legno con cui verrà costruita la cassa del tamburo dipende
dagli spiriti o da una volontà trans-umana. E’ grazie al tamburo che lo
sciamano viaggia, così come è grazie al tamburo che il tarantato guarisce.
M. Zucca (2004) riporta un frammento di Musica generale di Virdung
(1511) il quale sostiene che i tamburi siano stati inventati dai diavoli
[1]. Zucca ci dà molte testimonianze di come, a causa del sopravvento della
Chiesa, i tamburi e le danze ebbero vita difficile e sparirono molti
strumenti musicali, tra cui i tamburi che per via delle loro dimensioni non
si potevano nascondere facilmente. Nonostante ciò molti canti e balli
riuscirono a sopravvivere, ad esempio nei cimiteri si è ballato fino al
‘700. Nei cimiteri si ballava sovente nudi e con molte risate e salti, al
fine di scacciare gli spiriti maligni. Per rafforzare il potere della magia
contro la morte si usava ballare all’indietro ma vi sono anche altre due
tipologie di danza: la danza estatica e la danza in cerchio (che può essere
oraria o antioraria). La prima veniva utilizzata primariamente per entrare
in comunicazione con il mondo dei morti e degli spiriti, la seconda
rappresenta un momento particolare della ritualità della natura medievale ed
è utilizzata principalmente a scopi magici, infatti la Chiesa ha
perennemente cercato di combatterla. Parimenti, la cacofonia è stata
associata a divinità malvagie (demoni).
Molti
strumenti sono composti con sostanze animali o umane: il tamburo è fatto di
pelle di capra, il flauto con ossa animali, la tromba con corna di ariete,
le corde con intestini di animali. Esistono poi in Tibet due strumenti
particolari che sono fatti con ossa umane: il tamburo thod rnga (creato con
un teschio umano) e il khang glinh che si realizza con un femore umano.
Per
quanto riguarda la musica vocale,
invece, l’associazione parola/musica è stata usata fin dall’antichità per
trasmettere i miti delle origini e per recitare testi sacri.
Le religioni monoteiste sono sempre state piuttosto sospettose verso la
musica strumentale visto che permetteva di raggiungere, come nel caso dello
sciamanesimo e dei sufi, di cui parlerò successivamente, altri stati di
coscienza. Così queste religioni hanno finito per accettare solo la musica
vocale, intesa più che altro come cantillazione dei versi sacri, respingendo
la musica strumentale in sé e per sé.
Ad
ogni modo bisogna ammettere che una liturgia senza musica difficilmente
attira i fedeli perciò alcune tracce di musica strumentale nelle religioni
monoteiste vi sono ancora. La
religione cattolica ad esempio fa uso
tuttora di canti collettivi durante la Messa, accompagnati dal suono
dell’organo e della chitarra. In ambito religioso va anche ricordato il
ruolo che la musica ha avuto nel colonialismo: agli indios sono stati
insegnati i canti cristiani per convertirli, talvolta adattando il
significato delle parole al contesto religioso indio per accelerare il
processo.
Bisogna comunque tener presente che la religione cattolica non è uguale
dappertutto: ad esempio la chiesa romana preferisce il canto gregoriano
mentre la chiesa latinoamericana, per attirare le masse, utilizza canzoni
tradizionali accompagnate da strumenti musicali.
Diverso invece è il comportamento dell’islam,
religione in cui il concetto di musica è inesistente.
“Non
tutte le religioni attribuiscono alla musica un ruolo di primo piano,;
alcune anzi la vivono assai problematicamente. L’islam è una di queste. Esso
guarda alla musica e (ancor più) alla danza con sospetto addirittura
maggiore di quello manifestato dal Cristianesimo (una massima attribuita al
profeta Maometto recita infatti così “a coloro che ascoltano musica e
canzoni in questo mondo, nel giorno del giudizio sarà versato piombo fuso
nelle orecchie)”. [2]
Conseguentemente si decise di accettare solo la
cantillazione
del Corano, che fu permessa solo perché non considerata musica in senso
stretto. La religione musulmana ha bandito la musica e il canto anche perché
ritiene che la voce femminile sia eccitante, tuttavia in Indonesia sono le
donne che cantillano il Corano.
L’unica confraternita musulmana che accetta la musica (pur non avendo un
repertorio ufficiale) è il
sufismo.
Le
cerimonie sufi sono composte di preghiera, danza e musica; quest’ultima si
realizza con il flauto ad imboccatura semplice, chiamato
flauto ney.
I danzatori sono detti dervisci e danzano roteando in modo circolare (a
ricordare il movimento celeste) e con un braccio rivolte verso il cielo ed
un altro rivolto verso la terra. I sufi si collegano con Dio attraverso la
trance, per loro la trance (wajd) è un mezzo di comunicazione con il divino,
è un modo di pregare.
Un noto esempio di musica sufi è il qawwali (termine che significa ‘cantante’)
del Pakistan. Durante il qawwali si intonano musicalmente poesie d’amore
(amore inteso come relazione con Dio) in occasione del sama (ascolto). I
canti sono eseguiti da un gruppo di solisti uomini e da un coro di cantanti
che batte le mani. Il solista leader sceglie le canzoni e stimola la
risposta finché gli ascoltatori cadono in trance.
La
cantillazione è un atto di meditazione vero e proprio e la ritroviamo, oltre
che nell’islam, anche nel
buddismo.
Nel buddismo si cantillano frasi del Buddha, commenti a queste frasi,
dediche, mantra ed inni di lode.
Il buddismo accetta l’uso di strumenti musicali (come campane, tamburi,
gong, cembali) ma essi vengono usati per lo più per scandire il tempo
all’interno dello spazio sacro. Anche nel buddismo la musica puramente
strumentale è rara mentre nelle festività si fonde la musica sacra con
elementi di musica popolare ed aristocratica, oltre che con teatro, danza e
processioni.
Note:
[1] Cfr.
Zucca, M. (2004) pag. 200.
[2] Cit.
Sorce Keller, M. Musica come rappresentazione in Magrini, T. (2002) Universi
sonori, Einaudi, Torino, pag. 204.
Per approfondimenti:
Cardarelli, L. (2007) Lo sciamanesimo e le sue caratteristiche in
http://www.edicolaweb.net/mondo07a.htm
De Zorzi, G. Il ney. Lo strumento e le sue implicazioni storiche,
poetiche, simboliche.
http://www.sufi.it/sufismo/Ney1.htm
Seroussi, E. La musica e il trascendente, in Magrini, T. Universi
sonori, Einaudi, Torino.
Sorce Keller, M. Musica come rappresentazione in Magrini, T. (2002)
Universi sonori, Einaudi, Torino.
Zucca,
M. (2004) Donne delinquenti, Simone, Napoli.
http://digilander.libero.it/initlabor/musica-trance/musica-sufi.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Qawwali
(Autrice: Leonella Cardarelli)
Sezione
correlate in questo sito:
L’Uomo e Dio
Simbologia e cultura orientale
www.duepassinelmistero.com
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Marzo '09