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| I PERCORSI E LE LEGGENDE (III parte) All'acquisto degli Albani, la Rocca doveva presentarsi ben diversa da come la vediamo oggi: almeno quattro erano le torrette angolari,o torri di appoggio,dove stavano le sentinelle di guardia alle murature del Castello.Rimaneva un unico esemplare di una di queste torrette,fino a poco più di vent'anni fa (oggi è stata in parte ricostruita). Dopo le vicissitudini che la famiglia ALBANI attraversò (vedi la storia qui a lato), alla morte di G.Francesco (1575),che venne a riabitare la Rocca nel 1574, vi prese dimora il fratello G.Domenico, che nonostante gli incresciosi eventi cui si era reso protagonista, non perse la sua indole eccessivamente esuberante e anche violenta(vedi nella storia). Pare che nel Castello desse ospitalità ad ogni 'sorta di gente,tiranni di quelle terre,e chiunque osi avvicinarsi per rimettere ordine,viene malmenato, cosicchè non si può appurare la verità della situazione" .Così si esprimeva il "Consiglio dei 10 di Venezia", preposto a questo genere di controlli. La leggenda popolare narra altresì che al Castello si tenevano feste e vi giungessero fanciulle le quali, invitate dai signorotti locali a partecipare a balli con regali sfarzosi, non tornavano più a casa. Pare che proprio nella Rocca,queste fanciulle venissero ubriacate e che tali signorotti approfittassero di loro,dopodichè le eliminavano gettandole in un pozzo pieno di lame taglienti. Sarà forse stato questo il terribile pozzo delle malcapitate? Esso è ubicato nel parco antistante la Rocca, facente parte del complesso,ora ad uso pubblico.Lo si scorge tra le piante,comparendo quasi dal nulla.Per raggiungerlo si sale su una lieve pendenza e,da vicino,si presenta come si osserva nelle immagini, chiuso completamente alla sommità con lastra circolare di pietra. Inoltre,di
questo castello si racconta (come sempre, ogni castello che si rispetti ha una
propria leggenda correlata!) di un fantasma di un vecchio
stalliere del '700 scomparso misteriosamente nella notte a cavallo (d'obbligo
per uno stalliere) tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Ma avviciniamoci all'entrata del Castello, che in realtà ne ha due, ma l'accesso è dalla Torre Nord.L'aspetto odierno è quello conferitogli dai restauri del XVIII secolo,che ne modificò alcuni corpi a sud,il cortile e gli interni.Gli ingressi avevano il classico ponte levatoio. La pianta del castello è quadrangolare; è in mattoncini di cotto con due alte Torri, Nord E Sud coronate da merlature a coda di rondine, come il perimetro murario Questo camminamento che si vede nella foto precedente,si raggiunge tramite scalette esterne,poste ai lati , salita ediscesa
Intorno al castello c'era un fossato ricolmo d'acqua.Oggi il fossato esiste ancora ma è privo di acquaQui si vede la Rocca dal lato ovest,con il fossato e,sullo sfondo, è visibile la torre campanaria della Chiesa Parrocchiale. Veduta da ovest verso la torre Nord Delle 4 torrette che si ergevano ai lati del castello ne è rimasta una, ricostruita,alla quale si accede da una scala a chiocciola costruita nella muratura interna, alle cui pareti vi sono pitture di armi e armature.La porta di accesso è generalmente sempre chiusa. Dall'ingresso, si può raggiungere la zona sopraelevata attraverso una scala, oppure proseguire verso l'androne per poi uscire dalla parte opposta. Sul soffitto di questo androne e alle pareti vi sono ancora affreschi con motivi araldici,stemmi,scritte ormai consunte e poco leggibili Una delle pitture visibili in questa zona.Molti i riferimenti al Colleoni (più volte ritratto il suo stemma). Qui si nota -dall'esterno-un arco di finestra, che però rimane in parte interrata.In questo punto,infatti,il terreno prende un andamento in salita.
Finestrelle si notano anche dal lato opposto, rigorosamente sprangate,probabilmente per il timore di introduzioni indesiderate.Si osservano anche altre aperture(di chiara epoca moderna) protette da inferriate . Qui vediamo un antico ingresso,antistante l'accesso alla Rocca. Reca il numero civico 5. Passeggiando per il viale del giardino esterno alla Rocca, si può imboccare questo grazioso arco,che conduce dalla parte opposta,dove c'è molta vegetazione.Il passaggio è sotterraneo al camminamento superiore, che è raggiungibile dalla strada urbana. Altra leggenda è legata alla triste storia di una principessina, che si trovava a giocare forse in questo punto o comunque tra il verde di questi giardini (il grande parco che circondava l'edificio era originariamente di dieci pertiche bergamasche). Il posto,ricco di viottoli e sottopassaggi, era invitante e lei si trastullava in compagnia degli amici ma un giorno venne morsa da una vipera e non ci fu nulla per salvarle la vita. Da quell'episodio,che gettò il Castello e i suoi Castellani in un profondo accoramento, fu proibito ad ogni bambino di entrare a giocare. Pare che fosse posto un ceppo a ricordo di tale fatto, un ceppo marmoreo o statua, con scolpito il volto della principessa con il collo attorcigliato da una grossa vipera. Di tale manufatto,però, non ho rinvenuto traccia. Questo Castello ha una gradevole particolarità: è dotato di un giardino pensile. Appena salita la scaletta (è pieno di scale,percorsi, passaggi,non si crei confusione!)che porta al piano sopraelevato, si giunge in un ampio cortile,in cui ha sede la residenza vera e propria,che occupa tre lati del corpo di fabbrica, mentre a est c'è il giardino pensile.Nel cortile si trova un pozzo che veniva utilizzato per l'approvvigionamento idrico,probabilmente. Nello stesso cortile si apre anche lo scalone che scende e conduce all'androne,menzionato prima,dove campeggia-in una nicchia-un cavaliere con armatura,un G.Domenico Albani,discendente del primo Conte che fu proprietario. Il Giardino pensile si trova ad una altezza di cinque metri rispetto al corridoio 'trincea' merlato che abbiamo visto prima,cioè questo. Nel giardino pensile c'è un accesso alla torretta superstite; c'è anche una doppia scaletta -sorvegliata da uno dei simpatici GNOMI che fanno da cornice al giardino pensile..
La scaletta che 'sorveglia'questo "nano", conduce ad una porticina che un tempo immetteva con tutta probabilità nei poderi pertinenti alle proprietà del Castello, che oggi sono di proprietà privata. Il collegamento era assicurato da un ponte,di cui si possono vedere ancora i ruderi E questa è la porticina vista dal lato esterno a quello del giardino pensile
Nel giardino pensile vi è un bel vialetto fiancheggiato da una fila- una a destra e una a sinistra -di statue in pietra,imparentate con il precedente gnomo!Sono figure grottesche,surreali, che presentano peculiarità fisiche stravaganti,dal probabile significato allusivo dei vizi o debolezze umane, sarcasticamente espresse in queste deformazioni. Un tempo non erano collocate qui, ma stavano su una balaustra.. Uno gnomo dagli occhi strabuzzanti e sporgentissimi.
Tutte le foto sono state eseguite dall'autrice di questo articolo,eccetto per le immagini d'epoca di G.Gerolamo Albani,cartina del territorio del 1758,stemma Albani,che sono tratte dal testo indicato nella bibliografia. Aggiornamento del marzo 2005: visita agli interni Con una visita guidata organizzata dalla locale PromoUrgnano,che ogni terza domenica del mese la effettua,ho potuto accedere agli interni della Rocca, completando così -in parte- un percorso che era iniziato quasi un anno fa. Dico "in parte" poichè sono convinta che molto resti ancora da vedere, zone che sono interdette al pubblico, forse, ma che magari -in un futuro- verranno rese accessibili. Non mi stupirei di trovarvi dei sotterranei, come ogni Castello che si rispetti (erano creati apposta come via di fuga in caso di pericolo),che mi piacerebbe percorrere e vedere dove eventualmente conducono. Comunque, accontentiamoci di quanto fino ad ora offerto. Gli ambienti interni, sono stati restaurati in anni recenti,1985- 86, e grazie all'opera di recupero oggi le possiamo ammirare. La parte più antica del maniero resta ormai sepolta dai rifacimenti successivi ma la colonna inserita nell'arco di questo angolo,viene indicata come la porzione originaria. La guida ci ha informato come i passaggi delle dimore nobiliari fossero stretti,per permettere un'eventuale frettolosa fuga in caso di pericolo.Questa porta murata suggerisce l'idea,infatti.Truppe di aggressione con fatica avrebbero varcato contemporaneamente l'accesso(ci mettevano più tempo).Restano ancora i residui dei colori primitivi che affrescavano le pareti,in cui predomina il rosso,colore dello stemma legato ai proprietari della Rocca.Nell'androne,sono presenti vari stemmi,tra cui quello del Colleoni e del Longhi(i primi due 'castellani').Frammento originale del primitivo strato murario. Il soffitto ligneo del porticato antistante l'ingresso alle sale,è ancora decorato in motivi geometrici e floreali nelle tonalità del rosso e del blu. Il portale di ingresso,che immette nel Salone di ricevimento.Al lato,ancora un inserto più antico della precedente opera fortiliziaLe ante delle finestre furono decorate con incisioni nella parte verso l'esterno.Una volta chiusa l'imposta,si poteva notare il ricco disegno.. All'interno,grazie anche alla suggestiva scenografia di contorno che gli organizzatori hanno saputo dosare nel giro di visita,si viene catapultati in un mondo del tutto diverso da quello lasciato all'esterno. Oscurità, silenzio,le voci del passato che riecheggiano da un apparecchio,creano un mix di arcano interesse e fascino nei confronti di questa dimora secolare,che ha visto tanti avvicendamenti,sia tristi che lieti,come abbiamo osservato in questa sezione. Qui ci troviamo nella prima sala di visita,in cui alle pareti troneggiano affreschi a tema mitologico,che si rifanno alla classicità greca,mentre nelle fasce superiori le scene di Ercole accompagnano il visitatore in una rielaborazione personale di ciò che tali scene gli evocano. Scarse le suppellettili conservate nell'interno.Tutto fu ceduto alle aste e disperso.Fino a quando un giorno,chissà,potrebbe essere nuovamente ritrovato e collocato nel posto che di diritto gli spetterebbe! La sala ROSSA,così chiamata perchè le pareti sono decorate e affrescate con toni di tali colore.C'è un enorme camino,che non funzionava,era solo di rappresentanza.Sul fronte reca lo stemma degli Albani,.Due aquile sono poste ai lati,mentre nella parte interna un curioso 'essere' regge due corone,una per mano. Nella sala c'è anche un mobile di bella fattura,intarsiato e decorato,posizionato in epoche più recenti. Purtroppo,durante la visita guidata,non si poteva fotografare e questo è quanto sono riuscita a reperire per amore di questa ricerca. La visita è proseguita nella torre,dove si trova la stanza che ospitò frate Ghisleri, colui che sarebbe diventato papa Pio V. La stanza è molto umida,presenta infiltrazioni e gli affreschi ivi presenti si stanno deteriorando rapidamente.Vi è un letto, per ricostruire uno scenario credibile,e doveva esserci anche l'inginocchiatoio. In documenti risulta che la stanza doveva trovarsi nel Mastio,'versus Montes', cioè a nord,e aveva soffitto a volta. La stanza doveva trovarsi al primo piano e pare che fino all'inizio del 1900 vi si trovassero ancora gli arredi antichi,e forse anche abiti appartenuti al frate, e anche un altare a lui dedicato. Attorno a questo c'è un ulteriore mistero: dove sono finiti? Si pensa che in questa stessa stanza fosse stato anche redatto l'atto notarile di acquisto della Rocca,molti secoli fa. Abbiamo continuato il percorso,uscendo sul passaggio 'di ronda' di collegamento delle varie ali della Rocca, Le torri angolari erano quattro,oggi ne restano due.Una crollò proprio nel punto in cui ho scattato questa foto: Il sole stava tramontando,dietro il mastio di fronte a noi. Si noti come un raggio incidente punti dritto su un punto preciso del percorso di 'ronda'.Erano all'incirca le diciassette e trenta del 20 marzo, una data vicina all'Equinozio di Primavera.Non è improbabile che anche in questo Maniero,come in tante altre costruzioni nobiliari, si fosse pensato ad una correlazione astronomica legata in special modo agli Equinozi e ai Solstizi. Studi archeoastronomici, in questo senso -appena ne avrò sentore- sarà mia premura comunicarveli.
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