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Crop Circles nei Rotoli del Mar Morto? di Gianfranco Degli Esposti* (Redazione rivista “UFO Notiziario”) Geometrie dell'ignoto tracciate sulle messi: a quando risalgono effettivamente questi straordinari fenomeni di cui oggi tanto si parla? Stando alle attestazioni che più avanti illustreremo, i primi indizi parrebbero addirittura risalire a quel periodo in cui, secondo le antiche scritture Dio, gli Elohiym ed i Malak, cioè gli angeli, avevano un diretto contatto ed una forte influenza sulla razza umana, come recita il seguente brano della Genesi (6:3) Quando gli uomini si cominciarono a moltiplicare sulla faccia della terra, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. E l’Eterno disse: lo spirito mio non dimorerà per sempre con l’uomo, perché egli nel suo traviamento non è che carne ed i suoi giorni saranno quindi centovent’anni. In quel tempo c’erano sulla terra i giganti e ci furono anche di poi, quando i figli di Dio si accostarono alle figlie degli uomini e queste fecero loro altri figli.[1]Il tema della presenza sul nostro mondo, in epoche remote, di esseri soprannaturali, supervisori della creazione ed eruditori della razza umana, ricorre presso in miti di ogni popolo, ad ogni latitudine: dai testi vedici a quelli dei Sumeri; dalle Saghe Nordiche alle leggende dei Greci; dai cicli Zoroastriani ai culti Egizi. Non a caso tutte le religioni presentano una Genesi, descritta sempre allo stesso modo e parlano all’unisono di un grande cataclisma che per volontà divina si sarebbe successivamente abbattuto sulla terra, spazzandone via la civiltà e consentendo solo a pochi eletti di mettersi in salvo, perchè dessero avvio ad una nuova stirpe. La nostra tesi ha come tema proprio quest’ultimo scenario, riportato su un frammento tratto dai famosi "Rotoli del Mar Morto", quel corpus di manoscritti in ebraico ed in aramaico, risalenti ad un periodo compreso fra il IV secolo A.C. e il primo secolo dopo Cristo, che furono rinvenuti nel dopoguerra in grotte site nei pressi della località di Qumran, non lontano da Gerusalemme. La fonte dalla quale il brano in questione a sua volta proviene costituisce una delle pietre angolari della ricca bibliografia sui “Rotoli”: Eisenman/Wise "The Dead Sea Scrolls Uncovered" (traduzione italiana "Manoscritti Segreti di Qumram", Edizioni Piemme).Muovendo da
un'approfondita analisi del testo originale, affiancata dal relativo supporto
filologico, gli autori passano in rassegna oltre cinquanta documenti, che
costituiscono le prime attestazioni di quel complesso di eventi che vanno dal
Vecchio Testamento, ai Vangeli cosiddetti apocrifi,
poiché non riconosciuti ufficialmente- sino ai prodromi del Cristianesimo,
sottolineando il contenuto estraneo all'esegesi religiosa tradizionale di questi
scritti e la loro valenza potenzialmente destabilizzante
agli occhi di quest'ultima.
Sul piano generale Eisenman e Wise dimostrano come molti dei manoscritti presentino degli elementi inequivocabilmente collegati alla Cabbala, la dottrina esoterica dell'Ebraismo, sostenendo che la comunità di Qumram, di cui erano parte gli Zeloti o "Zelanti per la Legge",così denominati in quanto propugnatori con ferocia "fondamentalista" della "Legge mosaica" e nemici dichiarati delle usanze straniere, dei matrimoni misti eccetera- fosse un nucleo iniziatico nazionalista e militarista, volto a contrastare con ogni mezzo l'occupazione romana e la "collaborazionista" dinastia erodiana, della quale preconizzavano l'imminente "fine" in coincidenza con l'avvento di un "messia davidico". Giova ricordare in proposito, con lo storico Giuseppe Flavio, come all’epoca in questione la terra di Giudea fosse teatro di eventi prodigiosi che, al di là delle speranze messianiche degli Zeloti, sancivano la fine della giurisdizione divina su di essa, lasciandola in balia delle truppe di Roma: Qualche
tempo prima della distruzione di Gerusalemme apparvero
i segni. Sulla città si scorse un astro a forma di spada e una cometa che durò
un anno: durante la notte l’altare del Tempio fu avvolto da un tale splendore
che sembrava di essere in pieno giorno: una vacca partorì un agnello nel
recinto sacro: la pesantissima porta orientale si spalancò all’improvviso:
prima del tramonto
Ma veniamo al brano
tratto dai “Rotoli”: esso reca il titolo "La nascita di Noè".
E' opportuno premettere che i Qumraniti avevano un altissimo concetto di Noè,
o Noah, in quanto figura che era stata prescelta
da Dio per la costruzione dell'Arca, e che in virtù di tale condizione aveva
accesso ai Grandi Misteri della
creazione. Come Enoch ed Ezechiele, "Noè",
scrivono Eisenman e Wise "è
infatti personaggio protagonista delle ascensioni o viaggi al cielo o almeno
un uomo che conosce i segreti dei più alti degli Angeli...anche Paolo in 2
Cor. 12, 1-5 parla delle sue personali visioni e afferma di conoscere qualcuno
che fu RAPITO fino al terzo cielo" Per queste ragioni, concludono, Noè
è definito in ebraico un "Zaddik", "il “Giusto" ossia l'"Eletto
da Dio” A sua volta da "Zaddik" deriva "Sadoq", designazione dei sommi sacerdoti leviti dei tempi di Davide e Salomone". Gli appartenenti a questa stirpe che invocava discendenza diretta da Aronne,
TRADUZIONE: "...egli sarà...i Santi ricorderanno...Le LUCI si riveleranno a lui ...per insegnarli ogni cosa che ...la saggezza umana...nelle terre, ed egli sarà grande" "...esso lasciò un MARCHIO DALL'ALTO SULL'ORZO E SULLE LENTICCHIE E piccoli MARCHI SULLA SUA COSCIA...Dopo due anni sarà in grado di discernere una cosa dall'altra ...nella sua giovinezza egli sarà...tutto di loro...come un uomo che non sa nulla fino al tempo in cui avrà conosciuto i Tre Libri. Allora diverrà saggio e prudente ...UNA VISIONE VERRA' SU DI LUI mentre sarà sulle ginocchia in preghiera E con suo padre ed i suoi antenati vita e vecchiaia acquisirà e con lui saranno consiglio e prudenza e conoscerà i segreti dell'umanità. La sua Conoscenza si estenderà a tutti i popoli e conoscerà i segreti di tutti i viventi...Perchè egli è l'Eletto" Del brano dedicato all'iniziazione divina di Noè colpisce indubbiamente la concatenazione degli eventi di cui fu protagonista il futuro patriarca biblico: la saggezza appresa dal contatto con "le Luci", il "marchio di Dio" sulle messi e i segni sulla gamba. Di certo non si tratta di concetti citati a caso, ma di fatti cui veniva attribuita una certa importanza, desumibile dal tono enfatico della descrizione: la visione del pittogramma divino, costituì in sintesi, il momento di iniziazione del padre dei Patriarchi. Il tutto oggi riveste un particolare significato in ambito ufologico, soprattutto se ricordiamo che Noè era colui che era stato “rapito in cielo”. Oggi sappiamo delle strane cicatrici che si riscontrano sui rapiti, sappiamo dei crop circles e infine sappiamo del forte mutamento spirituale che si afferma in coloro i quali sperimentano di prima persona questi eventi straordinari.
Un altro simbolo di notevole importanza, che comparve nel contesto delle manifestazioni agroglifiche del 1997, fu l’Albero della Cabala o Albero della Vita, con i suoi dieci cerchi o Sephiroth, rappresentazioni dei tanti mondi o livelli di esistenza sui quali la creazione era stata programmata..
dal
libro della Genesi all’ultima parte del Libro delle Rivelazioni; esso è
inoltre collegato al simbolismo esoterico della Torah: colui che si ciba dei
frutti di quest’albero, riceverà, secondo i cabalisti, il dono della vita
eterna. Esistono tuttavia forti indizi che riconducono la tradizione dell’ Albero
ad epoche ancor più remote, ossia agli Egizi ed ai Sumeri, le prime civiltà
che comparvero dopo il Diluvio Universale. FINE NOTE: (1)-Tale
brano confuta la tesi tradizionale secondo la quale all’epoca in questione
Dio ed i suoi emissari angelici, fossero soliti manifestarsi all’uomo solo
attraverso visioni celesti, quando
invece erano parte del nostro mondo. Inoltre è il caso di sottolineare come
l’angelo biblico, cioè il Vigilante,
fosse alquanto diverso dall’angelo a noi noto, la cui iconografia fu fatta
propria dalla Chiesa, paradossalmente sulla base di modelli pre cristiani,
desunti dell’arte figurativa ellenica: vedasi infatti la famosissima
statua Nike di Samothrake, del II
secolo avanti Cristo. (3)-Eisenman/Wise "The Dead Sea Scrolls Uncovered", pp. 33-37, Penguin 1993 *articolo pubblicato su cortese invio dell'Autore. Argomenti correlati in questo sito:
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