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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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Tra le guglie del duomo (ultima parte di un meraviglioso viaggio alla scoperta della cattedrale di Milano) (a cura di Marisa Uberti) "Verso il 1769 la grande opera era compiuta. Per realizzarla si erano sentiti matematici, architetti ed astronomi per la statica e la meccanica. Si fece passare la guglia sull'anello superiore del tiburio, come nella chiesa di Chiararavalle, che si può dire abbia servito da guida e da modello; la si afforzò con otto archi rampanti doppi, i quali stringono tre piedritti impiantati sulla cordonatura, e chiude nel suo gremio una scala a chiocciola la quale ascende fino al verticale, ossia ai piedi della statua della Madonna che la finisce. La guglia, compresa la statua di rame dorato della Madonna, si eleva a 33 metri e dal livello della sottoposta piazza a 108 metri circa; altezza meravigliosa e vertiginosa conseguita con il lavoro e l'ardimento di capimastri, muratori, scultori, lapicidi in gran parte comacini.[...]Crescendo la facciata nuova e apertosi largo campo ad artefici ed operai d'ogni fatta, non è a dire come s'avviasse e ingrossasse di continuo il movimento di emigrazione verso Milano, e a centinaia, dalle sponde dei tre laghi, dai poggi di Saltrio e di Viggiù, dalle balze della Valsolda e della Valle d'Intelvi, scendessero maestri di muro e di legname, lapicidi e scultori, stuccatori e ornatisti a prender parte ai cimenti e alle gare di lavoro nel loro vecchio duomo.[...] Un mondo di statue, statuette, di alto e basso rilievi, di quadri, cornici, occhi, rabeschi e ricami di vario gusto e forma, uscì a popolare e animare la nuova risplendente facciata. Più di trecento statue uscirono dai marmi cavati la maggior parte da Candoglia e servirono a compire la decorazione:dodici di forma colossale andarono a posarsi sulle dodici piramidi o guglie che ornano la parte superiore; altre più piccole entrarono a vivere nelle nicchie distribuite in giro alle piramidi. Ove sono sculture, ivi sono i nomi di artisti comacini. La cattedrale Metropolitana milanese sorge e rimarrà perenne documento di un popolo che crede e che sente; di una civiltà che incontra più volte ostacoli di forze interne ed esterne, ma vince e progredisce; di un' arte grande ed elevata, che si modifica coi secoli, subisce gli impulsi di sistemi e gusti differenti, ma serba le impronte di ciò che vi ha in essi di più marcato e imponente. L'area della fabbrica è di 11.700 mq, dei quali 2.000 sono occupati dai piedritti o imbasamenti dei pilastri, che si elevano altissimi a sostenere archi e volte; laonde lo spazio libero è di 9.700 mq, capace di contenere 30.000 persone. Innumerevoli sono le guglie e gugliette; più di 4.000 le statue che adornano al di dentro e al di fuori le pareti del duomo. Il quale può dirsi perciò un libro di pietra e un museo d'arte aperto, che insegna le vicissitudini politiche e le scuole d'arte succedutesi in 500 anni, se non in Italia certamente in Milano. I maestri di Como o Lombardi entrano continuamente e spiccano in questa sintesi meravigliosa" (G. Merzario, 1893). A loro dedichiamo questa galleria del fantastico.
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dicembre 2008 |