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Disegno di Vincenzo
Ambrogi
La superficie del Campanone è
costellata di simboli ermetici che compongono un tessuto di non facile
interpretazione. Come si sa, scopo di ogni buon ermetista è quello di
nascondere, attraverso i simboli, la sintassi di un messaggio diretto ad
altri, in grado come lui di decifrarli anche dopo millenni e senza
necessariamente parlare la stessa lingua. Non c'è dubbio che Giovanbattista
Donati, maestro fonditore, conoscesse molto bene la simbologia ermetica.
Forse attraverso i simboli che ci ha lasciato si potrebbe svelare il segreto
della fusione del Campanone e degli elementi (chimici e alchemici) grazie ai
quali è costituito. Uno dei motivi ricorrenti sulla circonferenza del
Campanone, al di là della simbologia prettamente cristiana (almeno in
apparenza), è quello della Salamandra. Essa è, secondo la Tradizione,
l'animale che vive nel fuoco e che il fuoco non può consumare. Rappresenta,
per questa sua capacità, la pietra incandescente dei Filosofi che non si
esaurisce mai. Certo un fonditore di campane non poteva scegliere animale
più appropriato, anche perché, proprio per questa sua capacità di resistere
al fuoco, la Salamandra resiste anche ai fulmini. Questo animale mitico, che
compare sul Campanone per quattro volte in corrispondenza dei punti
cardinali, è abbinato ad altri simboli: la Fenice, l'Aquila, la Rosa e la
Farfalla. La Fenice ha anche essa attinenza col fuoco, perché, come si sa,
ha il potere di rinascere dalle proprie ceneri. In alchimia essa è «uccello
colorato con tutti i colori della Grande Opera» (Fulcanelli, Le Dimore
Filosofali, Roma 1973), sui quali predomina il rosso porpora, in greco
Phoinix. E’ il simbolo della rigenerazione e dell'eterno ritorno. Anche
l'Aquila ha un significato importante; per questo riportiamo alcuni passi da
Fulcanelli (ibidem): «Far volare l'aquila, secondo l'espressione ermetica,
significa far brillare la luce togliendola dal suo scuro rivestimento e
portandola alla superficie. Filalete afferma che la quinta aquila discioglie
la luna, ma che se ne devono necessariamente usare da sette a nove per
raggiungere lo splendore caratteristico del Sole. Le tre soluzioni
successive danno vita al "Solve et Coagula", che aprirà la strada alla
realizzazione della Pietra Filosofale. Angelus Silesius aggiunge: "L'aquila
guarda senza timore il Sole bene in faccia e tu puoi guardare la luce
eterna, se il tuo cuore è puro". Nei Salmi essa viene considerata simbolo di
rigenerazione al pari della Fenice».
Tra l'immagine di Sant'Ubaldo e
del Crocifisso c'è, sempre abbinato alla Salamandra, il simbolo della Rosa
che rappresenta le piaghe di Cristo e per questo si trova vicino alla croce.
Essa evoca anche l'immagine del Santo Graal. La sua vicinanza col Crocifisso
potrebbe servire a definire il rango, in campo ermetico, dell'artefice del
Campanone. Gli stessi gigli che contornano il Crocifisso corrispondono
araldicamente alla rosa ermetica. Sempre secondo Fulcanelli (ibid.): «Il
fiore di giglio araldico corrisponde alla rosa ermetica. Unito alla croce,
esso serve, proprio come la rosa, d'insegna e di blasone al cavaliere
praticante che, per grazia di Dio, ha realizzato la pietra filosofale». Al
pari della Fenice, la Farfalla è simbolo di trasformazione. Rappresenta
l'anima che, uscita dal corpo, raggiunge un grado superiore di perfezione.
In questo caso la crisalide rappresenta il corpo umano che contiene le
potenzialità dell'essere e la farfalla che esce è un simbolo di
resurrezione, di uscita dalla tomba: «Quella che il bruco chiama la fine del
mondo, il maestro la chiama farfalla» (Richard Bach). Ritornando al
Crocifisso, notiamo che la sua immagine grafica è costituita da una croce
che sovrasta un triangolo (il monte Calvario). Secondo la Tradizione il
triangolo col vertice rivolto verso l'alto rappresenta il fuoco. Cristo
infatti è venuto a mettere il fuoco nelle cose: «Igne veni mittere in
terram, et quid volo nisi accendatur?» (Io sono venuto a mettere il fuoco
nella terra, e che voglio, se non che si accenda? - Luca, XII, 49).
Un'altra notazione va fatta a
proposito del triangolo: i due lati che formano i declivi del monte Calvario
sono composti da dieci gradini. Si tratta della «Scala dei Saggi» che deve
essere percorsa gradino per gradino e con pazienza dai discepoli della
Scienza Sacra, per raggiungere la conoscenza, raffigurata dalla croce
(sapienzale). L'Immacolata rappresenta la Madre, etimologicamente Mater da
cui Materia. E anche la «matrice» degli alchimisti, come la luna. Essa
poggia infatti sopra un crescente lunare ed è contornata da un'aureola di
stelle a sei punte. La stella a sei punte rappresenta poi l'unione del cielo
e della terra ed è composta da due triangoli sovrapposti, di cui uno
rovesciato (Sigillo di Salomone) che simbolizzano unione, pacificazione e
procreazione. Nel linguaggio ermetico, sempre secondo Fulcanelli, «stella»
significa «fissazione del sole» e si può dedurre da questo inno cristiano:
Latet
sol in sidere, Il sole è
nascosto sotto la stella
Oriens
in vespere, L'Oriente
nel tramonto,
Artifex in opere; L'artigiano
è nascosto nell'opera;
Per gratiam Con
l'aiuto della sua grazia,
Redditur et traditur
È reso e riportato
Ad patriam
Alla sua patria
La figura di San Giovanni
Battista è abbastanza anomala, tanto da lasciar pensare che non si tratti di
lui, anche se è citato nell'invocazione. Somiglia troppo a San Giacomo di
Compostella, perché a differenza del Battista non porta la croce, ma un
bastone con bisaccia da viandante e sulla mano sinistra stringe qualcosa di
simile ad un pomo, forse la classica zucca. A definire in maniera certa la
figura manca la conchiglia che potrebbe trovarsi sul copricapo, ma la testa
del santo è consunta e quasi illeggibile. Il Sentiero di San Giacomo è la
strada stellata, accessibile solo agli eletti, ai valorosi, ai sapienti e ai
perseveranti. Il pellegrinaggio a Santiago è un'operazione obbligatoria per
tutti quelli che vogliano intraprendere la strada dell'alchimia: «Sentiero
aspro, gravoso, pieno di imprevisti e di pericoli. Strada lunga e faticosa è
quella attraverso la quale il potenziale diventa attuale e l'occulto
manifesto! I saggi, dunque, hanno velato, con l'allegoria del pellegrinaggio
a Compostella, la delicata preparazione della materia prima, o mercurio
comune» (Fulcanelli, ibid.). Che dire poi dell'immagine di Sant'Ubaldo?
Donati non poteva ometterla, come forse ha fatto con San Giovanni Battista,
ma non stona certo nel contesto della simbologia del Campanone. Lo
conosciamo tutti come esorcista, taumaturgo, costruttore. Che altro
aggiungere se non che il suo corpo incorrotto sta lì a testimoniarci di aver
percorso fino in fondo il «sentiero di Santiago?». Gli otto simboli
rappresentano infine l'ogdoade, che nella tradizione sapienzale simboleggia
il giorno successivo a quello della Creazione e sta a significare l'avvento
di Cristo e Cristo stesso.
(Da: Mario Farneti -
Vincenzo Ambrogi "L'antica Arte del Suonare il Campanone della Città di
Gubbio" Edigraph & Images, Roma 1992). Si pubblica per gentile
concessione dell'Autore; l'articolo originale si trova al link:
http://www.farneti.it/campanone.htm
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