Ciò
che temevano i nostri buoni pescatori è ampiamente descritto da Omero nella sua
Odissea e noi siamo tentati di credergli perché in effetti nulla ci sembra così
incredibile. Consideriamo la mancanza di qualsiasi strumento per
determinare la posizione sul mare, né bussola, né carte marine, consideriamo
le barche non certo sicure, anche ci si muoveva in un mare come il Mediterraneo
che certo tempestoso non è. La navigazione avveniva sempre sottocosta perché le
riserve idriche ed alimentari non erano conservate particolarmente bene e quindi
inevitabilmente si dovevano effettuare delle fermate in luoghi conosciuti per il
rifornimento. Questo già faceva intendere che un pescatore dovesse
essere anche un guerriero, pronto a combattere se necessario;del resto Omero ci
presenta Odisseo ed i suoi uomini come militari ma anche come buoni marinai e
pescatori al bisogno.
Il
vascello lungo acheo, che in questo caso soppiantò le navi micenee, quello
descritto da Omero ed utilizzato per commercio, pesca e battaglia, aveva alcune
caratteristiche peculiari. Lungo tra i 30 ed i 35 metri, e largo 5/6 metri,
risultava essere a pelo d'acqua cioè molto basso (meno d'un metro) con vantaggi
per la velocità e svantaggi per il carico (aveva comunque numerosi punti di
stivaggio per mantenere o armi o derrate) e questa potrebbe essere una
spiegazione valida anche per le navi dell'epoca romana. La poppa era più alta della prua e la nave appariva
quindi come una specie di T rovesciata.
Un
interessante pesca del tempo, nell'Egeo, era quella di due molluschi: il
Murex Trunculus o Murice e la Janthina Janthina. Ora probabilmente, detti così, dicono poco o nulla,
salvo che nel caso della Murina,da cui veniva estratta una minuscola quantità
di liquido bianco da una ghiandola che, messa a bagno con aceto e sale e
lasciata al sole, assumeva un colore giallastro che in breve tempo diveniva
rosso, cremisi.
In
pratica era il procedimento per produrre la porpora, in altre parole
quello che nell'antichità era conosciuto come il colorante per eccellenza,
di quella pregiato s'intende, ed a costi molto alti sui mercati.
Una variante meno costosa era data con un simile
procedimento dal secondo mollusco, la Janthina, ma il colore assumeva un tono più
violaceo, era più rozzo, diciamo per una scala sociale più bassa. Possiamo quindi capire perché si ritenessero preziosi i
carichi: la porpora pregiata era un lusso paragonabile ai preziosi.
La
pesca di questi molluschi avveniva sempre alla presenza di squadre navali
armate.
Infatti,soprattutto
nelle acque circostanti le pescosissime zone delle Cicladi, era appetita anche
dei remi fenici che spesso, senza incontrare resistenza, depredavano i pescatori
greci del prezioso mollusco. Le navi da guerra cretesi presero quindi a stazionare nei
dintorni delle zone riconosciute come le più dense per la pesca e davano
battaglia appena una nave fenicia s'avvicinava; spesso i combattimenti erano
molto violenti e pieni di pathos perché si richiamavano tutti gli Dei
possibili per la protezione. Sostanzialmente era una vera e propria lotta d'interessi
economici più che di sopravvivenza.
Operazione
non marginale dei pescatori del tempo era la suddivisione del pesce per
destinazione o utilizzo: infatti, non dobbiamo credere che il pescato fosse
gestito senza cognizione di causa. Sostanzialmente tre erano le destinazioni di ciò che era
pescato: una parte era cotta (bollita o arrostita), una parte era salata ed una
parte ovviamente veniva distribuita cioè venduta nei mercati. Una piccola parte di pesce era tenuta in vivai, in attesa
di compratori benestanti e doveva trattarsi chiaramente di pesce nobile
destinato a mense ricche.
Il
problema diventava l'inverno e come superarlo.
Normalmente
il pescatore, in quella stagione, raccoglieva conchiglie o agata per rivenderli
ad artigiani che le usavano per i loro lavori. Altro lavoro certo non pregevole era la raccolta di
pietra pomice, che aveva diverse varianti di colore e tonalità tra il grigio e
lo scuro, il servizio principale aveva valenza farmaceutica e veniva appunto
usato per preparati antidolorifici e per pulire le mura domestiche. Un altro lavoro stagionale era il saccheggio di piccoli
ed isolati villaggi, o di vecchi relitti, o in ogni modo la pirateria vera e
propria: certo deprecabile, ma il pescatore d'allora non poteva certo porsi
problemi morali.
A
questo proposito singolare fu la creazione delle prime unità militari che
potremmo definire delle antesignane delle moderne Guardie Costiere, solamente
che non avevano in dotazione mezzi marini ma bensì terrestri, infatti il loro
scopo era quello di scrutare l'orizzonte per intravedere barche sospette e poi
immediatamente riferire per far formare delle unità d'azione rapida contro le
incursioni durante i mesi invernali per l'appunto. Questo fu ideato soprattutto per sorvegliare le coste
della Massenia e il messaggio doveva arrivare il più velocemente possibile a
Pilo, la capitale.Infatti la tavoletta An 657 descrive abbondantemente
l'azione di questi uomini ed in maniera molto dettagliata (sempre in rapporto
all'epoca ovviamente).
Il
pescatore fu quindi in buona sostanza un veicolo importante per la struttura
socio-economica del tempo, ma sicuramente anche per la valenza militare e di
conquista territoriale, fondamentale esempio di dinamismo d’una civiltà in
crescita.