A volte un temporale estivo può rivelarsi
provvidenziale se permette di seguire una conferenza interessante come
questa nella sua cornice più ottimale:l'interno del tempio circolare di
San Tomè ad Almenno San Bartolomeo (BG). Conferenza che, altrimenti, come
lo scorso anno, si sarebbe svolta all'aperto, nel cortile del Museo degli
Almenno (che è anche sede dell'Antenna
Europea del Romanico), comunque sotto un cielo stellato degno delle
migliori occasioni.
Ma trovarsi 'dentro' (materialmente e
spiritualmente) una costruzione così bella, armonica, arcana, 'forte' in
tutti i sensi, scuote la sensibilità di ciascuno e nella fattispecie di
chi come noi ha cominciato ad apprezzarla dal primo istante che la vide,
molti anni fa. E' una sensazione unica quando si è da soli, se capita
durante gli orari di visita domenicali, ma sperimentare anche di trovarsi
insieme a persone accomunate dalla stessa passione, aumenta il palpito che
la struttura, a dispetto di secoli e secoli, emana e procura al contempo.
Esagerato? Provare per credere!
Iniziata puntualmente poco dopo le ore 21, alla
presenza di un pubblico numeroso e attento, la relazione dell'archeoastronomo
Gaspani si è rivelata subito stimolante, sia per il fascino esercitato da
un edificio così misterioso come questo, sia per la competenza e la
dialettica del relatore, che ha illustrato le parti generali dell'archeoastronomia,
ribadendone i concetti fondamentali e, nello specifico, quelli riferibili
a S. Tomè, per come lui ha potuto indagarlo da almeno una decina di anni a
questa parte tramite osservazioni continue, misurazioni semplici e più
complesse, mediante ausilio di strumentazione scientifica. I risultati
sono stati raccolti in un libro di imminente pubblicazione. Lo scorso anno
avevamo dato alcuni esiti che erano stati raccolti dal Gaspani stesso in
una dispensa molto elaborata, dalla quale avevamo tratto alcuni passaggi
salienti che invitiamo i nostri lettori ad andare a rivedere, poichè il
monumento- chiaramente- non ha subito grosse modificazioni nella sua
analisi, da allora. Ma per coloro che sono interessati, e siamo certi
saranno in tantissimi, a leggere lo studio completo e condensato, del
professore, sull'archeoastronomia della Rotonda di Tomè abbiamo il
permesso dello stesso di pubblicarlo integralmente, fermo restando che il
volume che viene citato sarà disponibile prossimamente al pubblico.
In esso, così come in conferenza, il
ricercatore ha cercato di rispondere ad enigmatiche domande che sorgono in
chiunque visiti con occhio critico il tempio di S. Tomè, a partire dalla
titolazione. E' dedicato a san Tommaso o san Bartolomeo o a nessuno dei
due?Chi è il curioso personaggio scolpito nella lunetta del portalino sud?
Cosa si trova sotto l'odierna 'Rotonda'?E quanti secoli ha? Chi l'ha
costruita? Come mai le otto colonne all'interno sono messe in quel modo e,
tra tutte, solo una è ottagonale? Cosa c'era prima dell'attuale altare
ottocentesco nello stesso punto, dove uno strano effetto astronomico fa
'cadere' il disco solare agli Equinozi? E ancora, lo 'sfasamento' della
bifora in facciata, non allineata con l'ingresso, e le monofore delle
absidi, 'deviate' di alcuni gradi per una ragione precisa...