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| I Segreti di Santa Maria Maggiore (III parte) (di Marisa Uberti) La Basilica ha avuto molte vicissitudini, come si è finora potuto osservare. A parte ciò che è andato irrimediabilmente perduto, come la parte che sorgeva prima che il Colleoni vi erigesse la propria Cappella/Mausoleo, qualcosa torna ancora alla luce dopo essere stato per secoli celato. Abbiamo visto precedentemente come, nel 1951, fu riscoperto l'apparato di affreschi nell'absidiola sud; nel 1959 si scoprì che sotto il quadro del LIBERI, nel transetto nord, si nascondeva il grande ALBERO di S.BONAVENTURA, di cui si vede solo la parte inferiore. In anni precedenti,esattamente nel 1937, furono scoperti -abbattendo la cortina di muro che li celava- degli affreschi nella zona della Curia Vescovile, adiacente alla facciata della Basilica e, nel 1944, fu scoperta la parete nord con varie raffigurazioni di Santi. In questo locale oggi si può vedere una bifora, che fu chiusa probabilmente ancora nel XIII sec. (data anche l'ottima conservazione degli affreschi), che presenta icongrafie dei primi due Vescovi della città, S.Narno (la scritta dice S.NAR NUS EPS) e S.Viatore(S.VIATOR EPS); c'è anche S.Alessandro a cavallo,di cui qui abbiamo una delle raffigurazioni più antiche(patrono di Bergamo). Si consideri che un terremoto lesionò la struttura della bifora tra il 1270 e il 1280 e su una delle immagini,c'è la scritta GUIS, forse indicante il vescovo Guiscardo Lanzi che resse la diocesi bergamasca tra il 1272-1281. Le scritte sono in carattere gotico, i Santi indossano delle vesti che richiamano i decori dell'arte trecentesca, con richiami bizantini.
Nelle facce dell'arcone vennero scoperti altri dipinti: un angelo, un'architettura merlata e,a fianco, un disco solare (primo emblema del Comune) e,dalla parte opposta, l'Annunziata. Inoltre, vennero alla luce la Ruota della Fortuna e un angelo giudicante. Gli affreschi rappresentano una produzione importante per la pittura del '200/'300 Lombardo. Le scene presentano varie narrazioni, di una ancora poco studiata relazione:vita di Gesù, Apocalisse, un vescovo, un piviale, emblemi araldici, dei leoni rampanti, aquile e rose con la scritta DNS GUIS EPS PERGAM. Gesù in una insolita raffigurazione,in cui regge con la bocca una spada e mostra i segni della Crocifissione, all'interno della "Mandorla Mistica" (o Vescica Piscis) Sotto il soffitto,corre un fregio con rappresentato un cinghiale, un altro animale tra una sirena,un pavone, alternati a ciuffi d'erba e cespugli fioriti. Vi si trovano anche figurazioni di Santi sottostanti alla scena, che per le decorazioni goticheggianti,vengono datati ad epoca posteriore.
Ritornando all'interno della Basilica,osserviamo ora alcuni affreschi posti sulla grande parete a sinistra dell'altare, nella parete settentrionale del transetto,che sono datati ad epoche diverse. Qui vediamo l'immagine di un Santo Eremita, che ha ai lati due palme (fine 1300). Gli studi ufficiali la ritengono una rappresentazione consueta degli anacoreti della Tebaide ed è ipotizzata una ripresa di una iconografia di S.Paolo del IV secolo. Potrebbe alludere anche alle figure di Homo Selvadego incontrate anche altrove. Sotto, un'Ultima Cena in cui uno degli Apostoli (probabilmente Giuda) siede dalla parte opposta agli altri ed è raffigurato molto più piccolo. Accanto a Gesù, un Discepolo è raffigurato riverso sul tavolo (in pieno sonno?). Nella parte destra del dipinto, la lavanda dei piedi. Una breve menzione la meritano gli ARAZZI presenti nella Basilica, di provenienza Fiorentina e Fiamminga. Questo motivo è ricorrente nella Basilica; è chiamato 'arazzo della serie del cigno'perchè nel campo rosso dello scudo appeso all'albero c'è un cigno. Descrive la mitica storia del Vello d'oro. Nella foto, vediamo Frisso e la sorella Elle che hanno ricevuto da un oracolo la predizione che saranno sacrificati agli dei affinchè possa essere scongiurata la peste.Ma Giove invia una nube, contenente un ariete, che li porterà verso la Colchide. L'arazzo proviene dalla provincia fiamminga ed è databile al 1550 circa.
Questo particolare appartiene ad un arazzo ben più grande,proveniente da un'arazzeria di Bruxelles e databile all'epoca del precedente (1550 circa). Raffigura Atlante in costume romano, che regge il Mondo sopra di sè. Accanto a lui, un guerriero regge una panoplia. I personaggi stanno su uno sfondo cittadino e molto rilievo lo assume la vegetazione. Da non dimenticare di visitare il magnifico CONFESSIONALE simbolico del maestro FANTONI,capolavoro ligneo che merita un'attenta osservazione(ma attenzione:non si deve superare il cordone di separazione perchè scatta subito l'allarme in Basilica!). Spero,con questo semplice lavoro, di aver offerto un motivo di curiosità per una visita alla Basilica di S.Maria Maggiore, di cui ne ho mostrato gli aspetti forse meno in vista, più segreti e che probabilmente non balzano subito all'occhio. Gli studi su molti aspetti poco chiari sono ancora in fase di sviluppo perchè l'acquisizione di dati integrativi o nuove scoperte possono aiutare a collocare meglio date,nomi, fatti. Ad esempio, nel libro che ho citato nella prima parte, quello del 1959, la guglia gotica presente nella facciata meridionale, era attribuita ad Hans von Fernach, mentre nel volume del 1997 ad Alex de Alemania (1403). Ancora, nel primo viene attribuita la paternità del portale minore di nord ovest all'architetto Pietro Cleri di Sedrina e dai maestri marmorai Stefano Grattaroli e Gelmino Marchesi,mentre nel secondo testo a Pietro Isabello.La datazione è però concorde (1521). Dunque, nuovi dati apportano maggiore conoscenza o cosa dobbiamo pensare? Voglio terminare questo sommario lavoro, con l'immagine della 4^ di sovraccopertina del testo di S.Angelini, che omaggia con una 'carrellata' di immagini, gli artefici di questa Basilica, con le loro firme lasciate qua e là, sulla pietra, nei bronzi,nei legni,nei tessuti, nell'oro, per suggellare un'Arte Sublime che oggi rimane in loro memoria e in loro ricordo. Da sinistra a destra e dall'alto in basso: - firma di Giovanni da Campione sul basamento della statua equestre di S.Alessandro; - primo archetto nell'arco del portale meridionale, Maestro Fredo; - firma di G.da Campione, portale nord e sud; - sigla della Misericordia Maggiore, MIA, nei corali miniati di Giacomo Dè Balsamo; - testa murata sotto la loggia, forse Cristoforo Rau?; - firma di Camillo Capi,esterno abside; - Francesco Capoferri, nel coro; Andriolo dè Bianchi, nei registri; - Lorenzo Lotto, nei registri; - Vincenzo Vela, nel monumento a G.Donizetti; - G.Amadeo, sulla tomba di Medea, figlia prediletta di Bartolomeno Colleoni,nella sua Cappella; - Louis van Schoor, il pittore e Joannes Reghelbrugghe il tessitore dell'arazzo della Crocifissione; - A.Belli,intagliatore, nel coro; - F.Capoferri, in un'altra tarsia del coro; - alari nella bussola a tramontana; - sigla di A,Fantoni nel confessionale; - primitivo dipinto di muratori nei sottotetti; - A.Talpino, nel finto organo di destra; - N.Malinconico nelle medaglie delle volte della navata; - 1491, data presente nella parete esterna della cimbergia. La scritta-sotto la prima finestra in alto, dice: "OPUS FACTUM IMPENSA CONSORTI MISERICORDIE Dne Scte Marie Maioris Bergomi 1491" . Oggi la scritta è poco visibile dall'esterno (e dalla visuale del visitatore). Buona visita! BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer
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