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Le Tavolette enigmatiche:un aggiornamento

                                                                         (di Marisa Uberti)

                                                                        

Era l'ottobre del 2008 quando dedicavamo, in questo sito, un articolo sul mistero delle Tavolette Enigmatiche. Avevamo visitato le stesse presso il Museo Archeologico dell'Alto Mantovano che ha sede nella prestigiosa Villa Mirra a Cavriana (MN) e ci avevano talmente incuriosito, da spingerci ad affrontarne un piccolo studio di approfondimento, anche per darne divulgazione e farle conoscere ai molti che ancora non sanno cosa siano. 

A distanza di due anni, siamo ritornati al Museo di Cavriana, in occasione della Mostra "Enigma:un antico processo di interazione europea", che si è aperta il 19 settembre di quest'anno e chiuderà il 10 dicembre, per trasferirsi a Manchin (Germania), presso il Kelten-Römer Museum (da febbraio a luglio 2011).

La Mostra è un'imperdibile opportunità per conoscere da vicino questo mistero e vedere gli esemplari provenienti da altre nazioni europee, cosa mai realizzata prima d'ora.  L'apertura della Mostra ha seguito un importante Congresso Internazionale, svoltosi proprio a Villa Mirra dal 16 al 18 settembre 2010, al quale hanno partecipato specialisti di diverse branche scientifiche (archeologi, linguisti, storici, etc.), per cercare di dare delle risposte a questi enigmatici reperti. Gli Atti del Congresso saranno disponibili - ci è stato detto- non prima del giugno del prossimo anno. Nel frattempo, una visita a questa straordinaria raccolta permette di ripercorrerne la loro storia

. Nel giardino di Villa Mirra, una ricostruzione gigantesca di alcune Tavolette Enigmatiche fa bella mostra di sè e permette di osservare i segni incisi sui reperti reali, a grandezza enorme.

                      

Non ripeteremo cose già dette nell'articolo pregresso ma è importante sottolineare alcuni tratti del percorso 'storico' di questi insoliti reperti, che non hanno una classificazione definita, nel panorama archeologico.  La prima notizia di una Tavoletta Enigmatica si ebbe nel 1895, quando O. Montelius pubblicò la notizia di un esemplare rinvenuto in una palafitta nel sito archeologico di Polada; a questo reperto lo studioso -non sapendo che altro nome affibiargli- pose il nome di 'pane oblungo di terracotta'. Nel 1908, lo studioso francese R. Munro, pubblicò un lavoro sugli insediamenti lacustri europei, in cui incluse altri tre esemplari simili, definendoli 'focacce/biscotti di terracotta" ornate da piccola serie di depressioni circolari disposte in linee. Questi quattro elementi che venivano proposti al pubblico facevano parte della collezione Rambotti e attualmente sono esposti al Museo Pigorini di Roma. Da allora, di strada se n'è fatta molta. Nel 1955, Morton li interpetò come presunti strumenti di calcolo (detti  Kerholz). Nel 1956, anche lo studioso Zorzi avanzò l'opinione che si trattasse di strumenti contabili ma per numerazioni a carattere più duraturo, cioè come  veri e propri documenti (patrimoniali, etc.). Cornaggia-Castiglioni -in quell'anno- interpetarono i 'talismani' come idoletti antropomorfi, simili a quelli scoperti nei Balcani. Secondo il Cattaneo, potevano essere calendari per uso rituale, forse lunari. Ciascun Autore, in base ai reperti che analizzava, era portato a darne un'interpretazione personale più che scientifica, ma erano i 'pionieri' in una materia che è enigmatica ancora oggi!

                    

                                                              Alcune Tavolette Enigmatiche reali

Nel 1967, Piero Simoni pubblicò una 'Nota' per l'Istituto Lombardo- presentata da Aristide Calderini- in cui quei quattro esemplari di Polada, venivano confrontati con altri sette del Museo di Verona, dei due del sito di Ledro (che oggi ne ha restituiti ben 14), e di altri sei conservati al Museo Pigorini di Roma. Considerava che la loro area di diffusione si concentrava tra Brescia e Verona e che appartenevano tutti a depositi dell'Età del Bronzo. Avanzava l'ipotesi che non si trattasse di strumenti di calcolo, quanto di culto. Nella Nota, si presentava anche un nuovo esemplare, una tavoletta non di argilla ma di pietra arenaria, rinvenuta durante scavi archeologici nell'area dell'ex-lago Lucone (Polpenazze, BS), recante segni diversi, che lasciavano teorizzare si potesse trattare di una forma di scrittura ideografica, sempre con valore cultuale. Il Simoni riconosceva che il significato dei simboli impressi sui 'talismani' era ignoto, ma ipotizzava che i reperti avessero potuto fungere da autentici documenti, religiosi, rituali o magici, o per uso commerciale. Fasani, nel 1970, non si sbilancia sul loro significato, limitandosi a definirli "oggetti engimatici". Nel 1974, Hundt li annovera come 'pintaderas'. Nel 1976, l'attuale direttore del Museo di Cavriana, il prof. Adalberto Piccoli, cominciò le campagne di scavo che avrebbero portato ad incrementare sensibilmente -qualitativamente e quantitativamente- la conoscenza sui misteriosi reperti.

Ad oggi, è stata elaborata una Tavola dei segni riscontrati su tutti i manufatti noti, che ha permesso di evidenziare delle costanti. Si è oggi convinti che le Tavolette Enigmatiche fossero un sistema di comunicazione dell'Età del Bronzo. La loro classificazione avviene attraverso diversi parametri: a)-la forma (cioè il supporto originario del manufatto), che può essere ellittica, più spesso, ma anche circolare; b)-i segni presenti, che si dispongono secondo 4 differenti sequenze e con 10 diverse sintassi, anche se prevale quella dei segni impressi su righe trasversali. I segni sono riconducibili a semplici figure geometriche come il cerchio, il quadrato, il triangolo, ecc. Meno ricorrenti, ma esistenti, altri segni più complessi. In alcuni casi furono rappresentati oggetti di uso reale.

Si invita a consultare il sito ufficiale delle Tavolette Enigmatiche, in special modo alla pagina http://www.aredit.com/public/museocavriana/admin/ si trova l'intero Corpus analitico delle Tavolette Enigmatiche, cioè i 334 esemplari fino ad oggi censiti, per ciascuno dei quali è indicata:

-la sigla

-la zona di provenienza

-la collocazione attuale (dove è conservato)

-lo Stato

-il n.di Identificazione

-la data di inserimento nel database

-la datazione

In fondo a destra, cliccando su 'dettagli', si aprirà la scheda pertinente alla singola Tavoletta Enigmatica, con ulteriori dati specifici, descrizione dei segni incisi e una bibliografia di riferimento (se esistente).

Continueremo a seguire gli sviluppi di questa affascinante tematica.

Il sito ufficiale è: http://www.tavoletteenigmatiche.it/

Museo Archeologico dell'Alto Mantovano di Cavriana (MN):http://www.museocavriana.it/

 

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                                                                                 Novembre 2010