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Duomo di Sovana L'Architettura Armonica e la “Janua” Simbolica di Claudia Cinquemani Dragoni “Entreremo nella casa che la mano dell'uomo non ha innalzato, nell'Eterna Dimora dei Cieli.Essa è costruita con Pietre Viventi, che sono gli Angeli e gli Uomini”. Bernardo di Chiaravalle
L' impianto base della Cattedrale risale alla seconda metà del XII secolo ed è formato da tre navate divise da archi poggianti su pilastri. La zona presbiteriale presenta un' abside e una cupola rivestite esteriormente da un tiburio ottagonale. La copertura realizzata nel Duecento in sostituzione delle capriate lignee è realizzata con volte a crociera costolonate poggianti sui prolungamenti dei pilastri. La Chiesa appare come uno dei più fulgidi esempi di transizione Romanico-Gotica comprendendo architettonicamente archi a tutto sesto ed a sesto acuto. La Cripta, “il Cuore Sacro” della Chiesa presenta sei piccole colonne che sorreggono cinque navatelle. In essa è riconoscibile la pianta armonica dalle Divine Proporzioni che contiene la Vesica Piscis e che sviluppa il Fiore della Vita definendo perfettamente lo spazio occupato dalla piccola ed unica nicchia prese.La cupola, con il suo passaggio in ottagono diviene simbolo della spiritualizzazione della materia verso il sentiero che conduce al Divino.
Nonostante le numerose modifiche e deturpazioni che hanno coinvolto l' edificio nei secoli, si percepisce immediatamente il progetto armonico di costruzione. Per progettare un edificio “in armonia”, il Magister Murario usava la canna cifrata lunga quanto la somma delle misure suggerite dal corpo umano (palma, palmo, braccio, piede) ognuna di esse in rapporto aureo con la precedente. Usava la corda a 12 nodi con distanza tra i nodi di un braccio ed il filo a piombo. Progetava tramite uno o più tipi di squadra. Vi era la squadra “del doppio quadrato”, quella “del numero d' oro”, oppure “delle coordinate decagonali “.Una in particolare era costruita “ad ipotenusa mobile” e ne esiste esiste una testimonianza proprio all'interno della Cattedrale. Su uno dei lati del fonte battesimale a pianta ottagonale è scolpita l' immagine di una squadra a coda di rondine munita di occhielli per il fissaggio di una cordicella. Questo strumento permetteva al Maestro d' Opera, di avere un' ipotenusa regolabile e poter lavorare con “armonia” anche sulle singole pietre della muratura. La squadra veniva anche utilizzata perpendicolarmente al suolo per gli alzati e per gli apparati plastici come i capitelli. Questo sistema si trova riportato oltre che sul taccuino di Villard di Honnecourt, nel Duomo di Orvieto, tra gli affreschi del Sodoma, nell' Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ed in particolare su un bassorilievo di Orsanmichele a Firenze.
Esisteva quindi un metodo che guidava il Maestro d' Opera nell'applicazione degli strumenti. Era “Il Segreto” che rimaneva codificato nella pietra, ben riconoscibile a chi avrebbe compreso il valore del Simbolo. La strada geometrica fornita dal metodo e dagli strumenti, permetteva di eludere le complicazioni matematiche legate alla presenza di numeri irrazionali. Il progettista medioevale nella proporzione “ad quadratum” incontrava infatti difficoltà nella diagonale del quadrato stesso che essendo uguale al lato per la radice di 2 conduceva all'irrazionale che complicava i calcoli. Espedienti pratici geometrici permettevano di superare tali problemi e risultavano strade sicure anche per coloro che non avevano conoscenza del calcolo.
Nel 1300 a seguito della costruzione del Palazzo Episcopale che fu addossato alla facciata, venne aperto un portale nel fianco sinistro della chiesa, realizzato con rilievi provenienti sia dalla facciata originaria che dalla chiesa primitiva paleocristiana. Il portale è ornato da due pilastri laterali sui quali troneggiano due leoni con le fauci spalancate simbolo del Sacro in sé. I leoni impediscono al profano di avventurarsi inconsapevolmente: sono segno e avvertimento che da quel portale si varca la soglia tra due mondi: profano e divino. Il Leone è custode del Segreto della Vergine precedendo la sua apparizione in cielo nel Ciclo delle Costellazioni. La presenza dei due leoni ai lati del portale, rende essi Leoni di Giustizia, tutori del potere Reale. Discendono dalle fiere che inquadravano il Trono del Faraone d' Egitto, dai dodici Leoni d'Avorio che precedevano il Trono di Salomone e succedono ai leoni di Giustizia Romani. In Svizzera fino al XV secolo, i leoni posti agli ingressi fungevano da garanti della Giustizia Ecclesiastica: il priore che la gestiva sedeva “inter leones”. I due pilastri che sorreggono i leoni sono ornati da colonnine: la sinistra striata con fregio a zig zag verticale o spina di pesce, la destra ornata con fregio a spirale. La presenza di questi due accostamenti trova analogia con i portali d' oltralpe e induce verso l' affascinante ipotesi della presenza in territorio sovanense di maestranze medioevali francesi provenienti dalla Saintoige e dal Poitou. Al di sopra del portale, oltre il fregio a zig-zag orizzontale si sviluppa una lunetta costituita da 11 frammenti scultorei che circondano una lastra che presenta l' iscrizione “NATUS IN URBE SENA/S ET PRESUL FACTUS IN ISTA/PETRUS UT HE JANUE/ SIC FIERENT STUDUIT”riferita probabilmente a Pietro Blandebelli che fu Vescovo in Sovana dall'anno 1380 all'anno 1386.
I frammenti decorati con intrecci e fiori della vita sono di chiara ispirazione longobarda e la loro forma richiama una originaria struttura rettangolare ascrivibile ad un sarcofago .
Ai lati del portale e nella profondità dei conci, si osservano rilievi a rosette e fioroni tra i quali sono riconoscibili fiori della vita e, cerchi solari ciliati o stellati, curiosamente simili alla figura dell' “elice” di origine fenicia. La loro verticale sequenza induce ad una valenza astrale legata al movimento delle sfere celesti ed ai cicli cosmici conducendo la vista verso un' esperienza visiva di dinamismo al pari di mandala indiani, disegni vedici e figure rituali africane, nord americane e copte. Sul lato destro una serie di cerchi intrecciati si sviluppano in verticale e presentano alla base l' immagine di un cavaliere armato di scudo e spada.
La decorazione a cerchi intrecciati proveniente probabilmente da un originario pluteo longobardo, ha radici orientali. Attraverso l'arte bizantina e longobarda, approda nel romanico e viene utilizzata come motivo decorativo nelle miniature e negli affreschi come ritroviamo ad esempio nella Chiesa Templare di San Bevignate a Perugia .
Entrambi i motivi li ritroviamo uniti nel pluteo longobardo del Duomo di Berceto VIII secolo d.C. e separati in numerose pievi della Garfagnana e del Casentino. I due pavoni simboleggiano l' immortalità : mai abbandonano la fonte sacra della vita. Uno di essi presiede alla nascita, alla luce e alla venuta dell'essere umano in questo mondo; l'altro simboleggia la morte, l'oscurità, il passaggio nell'aldilà. Come in Saint Ursin a Burges,le spirali si ricongiungono simbolicamente al fiore a cinque petali e sono in relazione con il simbolo del serpente e quindi con l' acqua, origine della vita, acqua primeva del Cosmo.
Alla base della cornice sinistra del portale, la “Sirena delle Pievi”mostra il suo ventre stringendo con entrambe le mani le sue due code pinnate. In questa particolare posizione, volgendo i propri sacri attributi femminei verso il visitatore, richiama fortemente figure neolitiche omaggianti la Grande Dea Madre e pare offrire alla vista i suoi attributi femminei, metafora iconografica della porta di accesso alla Chiesa. Varcando il portale si entra nel grembo del luogo sacro ove dimora la Sorgente di Vita. La sirena, custode delle acque interiori e sotterranee nella sua forma pagana appare conciliabile con il culto della Vergine con la quale condivide la particolare forma geometrica ad “M” che è tra l'altro uno degli attributi mariani. Il canto della sirena predispone all'ascolto liturgico, al destino del cosmo e degli uomini “La manifestazione sonora di Ananke, la Necessità, ovvero la legge naturale che imprime il movimento ai fusi delle Sfere”. Canta in accordo con le Moire, con le leggi che regolano la vita dei mortali, filando, avvolgendo in matasse, tagliando. Accompagna i morti verso l'Aldilà con il suo canto-rivelazione ed il proprio carattere zoo-antropomorfo è metafora della duplice natura umana istintiva e razionale. Sul lato destro dell'arco che orna la lunetta posta al di sopra dell'architrave, si nota un uomo nudo con le braccia alzate. Figure simili sono presenti in molte Pievi toscane e curiosamente si nota una progressiva scomparsa nel tardo medioevo. Neumann afferma che la figura dell'uomo nudo “orante”, è spesso accompagnata da figure archetipiche inneggianti la Grande Dea. Come in Gropina e Corsignano, anche in Sovana troviamo “la Madre Sirena con la sua Corte che La omaggia con gesto epifanico. Una tentazione tutta pagana dell'uomo ad uscire dai limiti del mondo demiurgico inferiore”. Perenne ricerca del senso della vita, del significato dell'Essere. Tensione verso la Madre Conoscenza che alita vita e morte e che governa le Ere. Così emerge come in altri luoghi della Maremma, una gnosi di antiche radici. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni pone l'accento sulle festività periodiche in comunione con la natura e sui cicli in cui esse vengono riprese. I riti riproducono l'atto della Creazione Originaria e questo stesso atto determinerà il loro nuovo inizio, la loro “reiterazione”. Nel punto in cui, proprio per reiterazione, si innesta il culto cristiano su un precedente culto pagano, la conoscenza è trasformata. Accade così che la Grande Madre Sophia, feconda e portatrice di Conoscenza è trasformata dalla gnosi maschile in valenza negativa viziosa e tentatrice. In alcuni sacri luoghi si è mantenuta intatta nei secoli la testimonianza di questa transizione che ha lasciato nel tempo cantare le sirene e soffiare la vipera presso le acque sacre. In quei deboli ed esigui spazi che le Pievi di campagna occupano nel mondo delle arti, complice il cristianesimo degli inizi, ancora emerge con i propri attributi e le schiere dei suoi servitori la Forma – Madre - Dea ,la rischiosa e seducente Via della Conoscenza.
FONTI BIBLIOGRAFICHE:
(Autrice testo e immagini:Claudia Cinquemani Dragoni) Sezioni correlate in questo sito:
www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer Settembre '09
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