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 I sotterranei e il sottosuolo di un territorio,  radici culturali di una città

                                                      (di Danilo Tacchino)

 

Il tempo nasconde e preserva i  segni dei passati periodi dell’uomo nell’oblio della polvere e dell’oscurità.

In qualsiasi  territorio sotterraneo e oscuro, il mistero non può esimersi  di espletare il suo compito nel complicare le possibilità di conoscenza, di fruizione e di fascino verso aree dimenticate o da riscoprire.

Un mondo sotterraneo sviluppato parallelamente a quello di superficie, in cui si incrociano  vicende storiche e leggendarie, favorendo  la creazione di  una forma di sensibilità che possiamo definire trascendentale. Il rapporto tra il mondo della luce e quello delle tenebre si può considerare come il frutto di un incontro metafisico, di un ininterrotto dialogo tra la vita e la morte. I luoghi del sottosuolo come luoghi dell’Averno e dell’oltretomba secondo gli antichi, come territorio  per prove difficili  ed essenziali. La città sotterranea è il regno del silenzio, di cui oggi si può rivisitare tra memorie storiche e possibili nuove visioni tecnologiche come la metropolitana, per riacquistare uno spazio poco consono alla vita dell’uomo.

Molte città italiane ed europee hanno aree sotterranee intriganti e misteriose, di atavica memoria storica e millenaria. Citiamo Napoli, una vera e propria città parallela scavata senza soluzione di continuità per quasi tremila anni nel morbido e resistente tufo giallo, settecento gallerie di epoca greco – romana, e Roma, con i fasti della città Eterna che nel suo sottosuolo raccoglie catacombe, ninfei, insulae, acquedotti, cisterne, cave e vari templi ipogei di antica fattura. Ma altre città e molti altri luoghi del mondo hanno grandi spazi  sotterranei e artificiali.  Pensiamo agli immensi rifugi costruiti sotto Mosca in epoca zarista e poi ampliati  in quella sovietica, oppure alla grande rete fognaria  parigina, o alle vaste aree costruite sotto Toronto. Non dimentichiamoci  dell’underground Newyorkese e neppure delle gigantesche e segrete  cisterne di Oslo.

Torino quindi non si esime a questo confronto di spazi territoriali sotterranei, tanto che  possiamo riconoscere buona parte delle peculiarità accennate  precedentemente, nel suo sottosuolo.

Troviamo i resti di antiche fognature di epoca romana, le possibili profondità di grotte ipogee e alchemiche, i sotterranei settecenteschi della cittadella e le caverne delle ghiacciaie di Porta Palazzo. Anche “l’underground” tecnologico e scientifico non manca,  trovando i sotterranei  della modernità riferibili alle nuove tecnologie legate alla scienza  e all’industria. La metropolitana infatti per fare un esempio di attualità, è al centro dell’attenzione per l’ imminente inaugurazione della prima tratta Porta Nuova - Rivoli di circa 10 Km di gallerie,  dopo decenni di progetti e anni di attività cantieristica, con disagi anche di superficie per la viabilità.  Ora, dopo la messa in opera di questo percorso, si attende la seconda linea che percorrerà  il sottosuolo di Torino, sempre dal centro della Città verso l’area fiere del  Lingotto, ubicata a sud.

A prescindere dai luoghi databili e affermabili storicamente, il collegamento globale della rete sotterranea torinese può essere identificata attraverso una miriade di cunicoli e locali sotterranei, come passaggi segreti di antiche costruzioni medievali, ora (ma per alcuni locali detti Infernot anche allora), utilizzate come cantine e scantinati che si trovano sotto moltissimi palazzi di antica nobiltà e tutti collegati tra loro. Probabilmente questi sotterranei venivano utilizzati dai nobili, per portare a termine incontri galanti o per affari segreti. Non dimentichiamo poi, quei locali sotterranei utilizzati nella seconda guerra mondiale come rifugi antiaerei. Ve ne sono in svariate parti della città. I più significativi li troviamo sotto la palazzina centrale della Fiat Mirafiori, nel sottosuolo di  piazza Risorgimento,  o nelle viscere di palazzo Campana, settecentesco palazzo ora adibito a sede universitaria per la Facoltà di matematica, sito in via Carlo Alberto.

Torino conserva  l’autorevolezza  ambivalente di città magica e sotterranea proprio perché questa doppia valenza si concentra nel mistero, acquistando forza nella scoperta  del mondo oscuro dei suoi sotterranei.

(Autore:Danilo Tacchino. Laureato in lettere, è poeta e scrittore; conosce molto bene il territorio piemontese e ligure, di cui è nativo. Sta per pubblicare il suo ultimo lavoro dedicato alla Liguria nascosta e dimenticata)

 

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                                                                     ottobre '08