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( Mahabharata – Vana Parva 131) 

( tradotta e  'ritoccata'  da Massimo Taddei)

“O principe”-   disse Lomasa rivolgendosi ad Arjuna  - contempla  i  due fiumi  sacri   Jala e Upajala  su  entrambi i lati  della Yamuna  . E’ qui  che praticando  astinenze e sacrifici  il  re Usinara sorpassò in grandezza Indra stesso.  E , o discendente di Barata, desiderosi   di  testare  i  meriti  di Usinara  e altrettanto  vogliosi  di elargirgli delle grazie , Indra e Agni  si presentarono   in  fronte a  lui  sul  suo  terreno  sacrificale.  Indra assunse la forma di   falco e Agni  quella di una colomba  e si presentarono davanti  al re.

La colomba in preda alla paura per  l’arrivo  del  falco  si aggrappò  alla coscia del  re in  cerca della sua protezione mentre  il  re sedeva sul  suo  splendido  seggio in  sella a  un grande elefante bianco , e circondato  dalla schiera dei  suoi  collaboratori  fra cui il brahmana  , il sacerdote di  corte che disse : “Atterrita dalla paura di un   falco   e desiderosa della salvezza della propria vita questa colomba  è venuta da te per la salvezza . Gli istruiti  hanno  annunciato  che  la caduta di una colomba sul  corpo  di  chiunque  preannuncia  un  grande  pericolo .  Fai sì che  il  re   che intende questi presagi   doni delle ricchezze  in beneficenza  per salvarsi  così da tale pericolo  creandosi protezione”.   

Il re gettò uno  sguardo interrogativo sull’uccello aggrappato  alle sue  vesti . “Cosa c’è di  così terribile?”  chiese Sibi. “ . “ Scusa  o  grande  re, “ disse tremolante la colomba , “ tu sei il  rinomato   Sibi , il re il cui  compito  è  quello di protettore di  chi  ha bisogno  di  protezione ? “ –

“ Sono io  rispose  il  re , ma non vedo niente da temere  nella corretta vita da colomba”.

“ Adesso lo  vedrai ” aggiunse la colomba e di    a poco  un  veramente bello  falco  si  appollaiò  sull’albero  davanti  al re , al suo  elefante bianco e a tutti i  sudditi e personale reale che  lo  accompagnava   in  questa uscita fuori  città , lungo il  fiume.  La colomba disse: “Timorosa per  la  mia vita  sono  venuta a te  per  protezione  .  Io sono un  Muni ( saggio  erudito e silenzioso) . Ho assunto la forma di una colomba. Vengo  da te  affinché  tu mi  salvi  la vita . Riconoscimi  come  uno in possesso  della conoscenza vedica , uno  che conduce  una vita da brahmacharya,  uno che  possiede  il  controllo  dei  sensi   e virtù ascetiche . Sappi  anche   che  io  sono uno  che  non ha mai parlato male del  suo maestro spirituale , in possesso  delle vere virtù, senza peccato, sono in grado  di  ripetere a memoria  i  Veda , con la appropriata metrica,  che  ho  studiato parola per  parola. Non sono un piccione , non  darmi  al falco. Donare  un  erudito brahmana non può mai  essere  un  buon regalo”.

Il falco  disse : “ Tutti i  re della terra ti  rappresentano  come  un pio  gestore della legge , percome quindi  o principe  non  cessi di perpetrare una azione  non sanzionata dall’ordine  prescritto ? Sono infiammato dalla fame, non mi  sottrarre ciò che  è  stato designato dal dharma , dalla divinità , come essere  il mio cibo -  sotto la apparenza che  tu qui serva l’interesse della virtù , in realtà  tu  la stai trascurando .  O re  lasciami  dire .  Le creature  non  vengono  su  questa terra  nello  stesso particolare  ordine .  Nell’ordine della creazione, tu potresti benissimo in una  precedente vita  essere stato generato  da questo piccione.  Ognuno raggiunge la forma che  precedentemente  è  diventato ed ha  prodotto  con  gli  effetti  delle sue azioni , dei  suoi  desideri precedenti . Niente  è legato  al  caso . Tu sei maestro  nella conoscenza della legge del  karma .  Non ti  è  adeguato , o re, interferire sul mio cibo , anche se   esso potesse  essere stato  tuo  padre”.

Il re, volgendosi a chi  gli  stava  intorno,  commentò  ad alta voce. “Chi ha mai visto uccelli  come questi, parlare  un così chiaro linguaggio umano?  E avendo  ascoltato il piccione   e  il  falco  come   agire  in modo  corretto?

Di lì  a poco il  re rispose al falco :  “O migliore dei piumati , afflitta da vera paura di te  e desiderosa di  sfuggire dalle tue  mani, questo uccello, frettolosamente, si è presentato a me chiedendomi di  salvarle la vita.  Dato che questa colomba  ha  in  tale maniera cercata la mia protezione,  perché non  riconosci  che   il più alto  dei meriti è far sì che io  non  te la  conceda  ?  Sta tremando  dalla paura ed  è  completamente agitata  e sta cercando  di  salvare la propria vita attraverso il mio  aiuto.

Quindi  è  certamente biasimevole  trascurarla . Colui che abbatte un brahmana,  o che  uccide  una mucca - la madre comune di  tutti i mondi -  e colui  che trascura  uno che cerca la sua protezione sono egualmente colpevoli. Colui che non dà  protezione a chi  gliela chiede nel bisogno,  a sua volta non la riceverà quando  sarà in tale  situazione , e le nubi  non  gli  daranno  la  benedetta  pioggia e  i  semi  non  cresceranno nella sua terra , e  i  suoi bambini moriranno in tenera età, i  suoi  antenati non  saranno mai  sereni nei  cieli ,  gli  dei  non  accetteranno  le sue offerte ai  sacrifici, il suo  cibo non  sarà  santificato, e anche se  in paradiso,  tale  uomo  di piccola anima cadrà presto  sulla terra”.

Al che  il falco replicò: “ O re della terra,  è dal cibo  che tutte le creature derivano il loro  sostentamento  , è il  cibo  che le nutre  e le sostiene.  Un uomo  può  vivere  a  lungo  anche trascurando  ciò che gli è  più  caro ,  ma non può fare questo  se si  astiene  dal  cibo.  Essendo  privato  del  cibo, la mia vita,  o  reggitore  degli uomini, sicuramente lascerà questo  corpo  e otterrà quelle regioni  sconosciute  a questo  tipo  di problemi.  Ma alla mia morte , o pio re , mia moglie e  i miei figli  sicuramente  moriranno,  e tutto  questo  a causa della tua protezione di un singolo  piccione. O principe, così tu non proteggi  molte vite.  La virtù che si frappone  nella via di un’ altra virtù non è  certamente  una virtù , ma  in realtà  è ingiustizia. Ma  o  re,  colui la cui abilità consiste nella verità,  è  meritevole di tale nome  in  quanto  non configge e crea danni  ad altri. Dopo avere effettuato le doverose comparazioni  fra virtù apparentemente  opponenti  e pesando i comparati meriti uno , o grande principe,  dovrebbe sposare quella che  non  nuoce . Quindi o  re,  usando le bilance fra le virtù,  adotta quella che predomina  in importanza. Il dharma di un  re è il benessere  generale  e non quello particolare , la difesa e la conservazione dell’ordine generale , del dharma, come ben dovresti sapere . Comincio  a pensare che la tua fama di grande conoscitore della vera legge sia sopravvalutata”.

A questo punto il  re disse:   “O migliore degli uccelli,  da come tu  esponesti  parole piene di  bontà e giustizia  io  sospetto  che tu  sia Superna . il  monarca    degli uccelli.  Non ho nessuna esitazione a dichiarare  che la tua conversazione  è stata condotta nella via della correttezza e della virtù .

Da come tu hai parlato  della virtù  ne derivo  che  non ci sia niente  connesso ad essa   che   ti  sia sconosciuto.  Quindi come puoi   considerare    virtuoso   ignorare  uno che ti sta chiedendo  aiuto?  I problemi in  questo caso, o  custode dei  cieli, attengono  alla richiesta di  cibo.  Pertanto   tu potresti calmare  la fame con altri  tipi di cibo anche più copiosi.  Sono prontissimo a fornirti ogni  sorta di  cibo  che  possa sembrarti più gustoso,  sia esso un  bove , un cinghiale, un daino o  un  bufalo”.

Al che  il falco rispose lentamente:  “ O re,  io non sono desideroso di  mangiare la carne  di un  cinghiale , di un  bove  o altre specie di  bestie.   Cosa ho io  a che fare con  questi  altri tipi  di  cibo? Quindi o  toro  fra gli Kchatrya  ( nobili),  lasciami la colomba che  il  Cielo  oggi  ha ordinato essere  il mio  pasto dato che , o  legislatore della terra, i  falchi mangiano le colombe  all’interno  dell’ordine generale, il dharma. O re,  non  abbracciare un grande albero per supportarlo non  conoscendo realmente di quanta forza egli  abbia bisogno. Non è compito  di un  re fare gesti inutili”.

Il re rispose : “ Guardiano  dei  cieli, sono  disposto  ad assegnarti  questa grande provincia del mio contado, o ogni  altra cosa possa esserti  desiderabile. Con la sola eccezione di  questa colomba  che  mi  ha avvicinato  bramosa della mia protezione. Sarò lietissimo  di  darti  qualsiasi cosa possa esserti gradevole.  Fammi sapere  cosa debbo fare per la liberazione di  questo uccello ma non te lo consegnerò comunque per nessuna condizione”.

Il falco disse: “ O grande governatore degli uomini,  dato  che  tu hai  sviluppato un affetto speciale per questo uccello, tagliati un pezzo della tua stessa carne  e pesala sulle bilance  comparandola con il peso  della colomba. Quando lo  hai  raggiunto in  uguale,  dammelo  e quello sarà per me soddisfacente”.

Allora  il re replicò :  “ Questa tua richiesta,  o  falco,  io la considero un favore per me  e quindi   io ti  darò anche la mia carne  una volta pesata sulle bilance. “ Furono quindi chiamati  gli  addetti reali  alle bilance con i loro  strumenti  che si  avvicinarono  al re.

Lomasa disse ad Arjuna:  “ Dicendo questo, o potente  figlio  di  Kunti, il virtuoso re tagliò  un pezzo della sua stessa carne  e la piazzò  sulle bilance e vedendo  che  il peso della colomba eccedeva  il  suo pezzo, poi ne tagliò un  altro  e ve  lo  aggiunse. Dopo che   furono  aggiunte porzione dopo  porzione  per controbilanciare  il peso del piccione  e non più un pezzo di  carne rimaneva attaccato al corpo,  egli  stesso  montò sulla bilancia  palesemente privo  di  carne.

Immediatamente  il  falco  disse:  “Io sono  Indra, o  re virtuoso, e  il piccione  è  Agni, colui che  porta agli  dei  il profumo  del  ghee bruciato nel  sacrificio  del  fuoco.  Siamo  personalmente venuti  su  questa terra sacra per  verificare  i  tuoi  meriti , che  nei  nostri mondi  sono  decantati  essere maggiori  dei nostri.  A seguito  delle tue azioni  di  oggi  la tua gloria sarà  risplendente  e sorpasserà quella di  chiunque altro  su  questa terra.  La tua  gloria, o re, durerà   a lungo in  quanto  tutti gli uomini ne parleranno e  tu abiterai  le regioni divine”. E dicendo  così Indra scomparve e se ne tornò  alla sua dimora paradisiaca .  Il virtuoso Usinara,  dopo avere riempito la terra e  il paradiso  con i   meriti delle sue azioni,  ascese alle regioni divine  in una forma radiante.

Lomasa aggiunse: “O Arjuna, o re, ammira la residenza di tale  monarca dal cuore nobile. Questa, o re, è una terra ove risiedono saggi, dei, grandi anime  e virtuosi  bramani” .

 

 (Massimo Taddei)

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