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"Sator" e "Rotas"

 

Aggiornamenti in merito al palindromo più famoso...(a cura di duepassinelmistero)

Cogliendo l'occasione di visitare,grazie al nostro tour abruzzese, due 'luoghi del Sator', quelli aquilani di Magliano dè Marsi e di Capestrano, ci pare giunto il momento per fare alcune riflessioni in merito all'argomento,ampiamente illustrato in un'altra pagina di questo sito. Tra l'altro, si è aggiunto un 'nuovo' quadrato magico al nostro censimento, in provincia de l'Aquila(e siamo a ben tre), segnalatoci dalla d.ssa Maria Grazia Lopardi.Esso si trova nella cripta della chiesa di Santa Maria Apparente, a Campotosto(1).

Si tratta di un palindromo incasellato in un quadrato 5 x 5 che comincia con la parola Sator.La patina presente sui solchi delle incisioni ha fatto deporre per un'epoca piuttosto antica,anche se la chiesa attuale venne eretta dopo un'Apparizione Mariana verificatasi nel XVII secolo.

Abbiamo messo questa premessa perchè in realtà c'è da fare una distinzione tra i palindromi che iniziano con la parola SATOR e quelli che iniziano per ROTAS. Potrà sembrare una sottigliezza insignificante,eppure va osservato come il nostro simbolismo si presenti con l'iniziale ROTAS  in ALCUNI esemplari ma non in tutti.Abbiamo cercato di trovare una spiegazione a questo fatto,che potrebbe essere quello di individuare in quei ROTAS una datazione più antica rispetto agli altri.Ma ciò non trova conferma ufficiale. Infatti,a parte Pompei (ufficialmente datato ad un'epoca precedente al terribile terremoto del 79 d.C,che colpì la città),come affermare che gli altri quattro  Rotas italiani da noi censiti siano anch'essi ascrivibili ad un'epoca romana? Un'idea a parte potrebbe evocarla anche il frammento musivo ritrovato nella Pieve Terzagni a Pescarolo e Uniti (CR),di cui leggiamo solo ROTA-S (ma non possiamo affermare se costituisse la prima parola della palindroma frase),e che qualche 'romanità' ce la suggerisce a dire il vero.

L'esemplare più antico che inizi con SATOR compare in un manoscritto di epoca Carolingia (IX secolo d.C.), ma esso è una copia di un più antico manoscritto del IV -V secolo, redatto da san Gerolamo. Mentre l'esemplare più antico che sino ad oggi si conosca, e che inizia con ROTAS, è quello di Pompei.

  satr.jpg (142349 byte) (si ringrazia l'amico R.Lunghi per aver reperito e segnalato l'immagine del manoscritto Carolingio,datato all'anno 806 d.C.,in cui vi è una trattazione dedicata ai 'giochi di parole', agli anagrammi, ai palindromi). Il secondo a sinistra,in basso,è il 'nostro' quadrato magico'.

Dunque, già nel V secolo d.C. si cominciò ad usare il palindromo nella forma che inizia con SATOR. Perchè?

Da allora in poi,  palindromi giunti fino a noi iniziano con le cinque parole S-a-t-o-r, eccetto quelli di Aosta, Magliano dè Marsi, Capestrano, Acquaviva Collecroce(Molise). Perchè? E se loro non c'entrassero niente con il Medioevo, ma fossero di un'epoca precedente?

A questo punto sentiamo già il mormorio di coloro che sollevano obiezioni riguardo il fatto che solo per quello di Pompei si potrebbe essere certi di un'antichità almeno romana. Ma per gli altri? Cosa ci autorizza a ritenere che possano essere di epoca romana?

Solo ipotesi naturalmente. E i contesti in cui si ritrovano oggi.

Anzitutto riepiloghiamo i palindromi che iniziano per Rotas (quelli fino ad oggi pervenuti alla nostra attenzione):

-Pompei (colonna mediana del portico occidentale della Grande Palestra);è sicuramente di epoca (quanto meno) Romano/Imperiale:

- Acquaviva Collecroce, Molise, in cui è chiaramente individuabile il 'quadrato magico' iniziante per ROTAS.

(foto tratta dal libro "Il quadrato magico del Sator -Il segreto dei Maestri Costruttori",M.G.Lopardi, Edizioni Mediterranee; per gentile concessione dell'Autrice).Il palindromo si trova iscritto in una griglia apparentemente più grande delle 25 lettere necessarie a formare la famosa frase. In basso si nota una fila di caselle vuote;così pure a destra,c'è una fila verticale di caselle vuote. Come mai? Nel libro citato,la d.ssa Lopardi mostra l'intero contesto della pietra su cui si ritrova questo schema:

E' davvero singolare questa raffigurazione,a nostro giudizio, con quei 'quadrati concentrici' continuamente ripetuti accanto allo schema incasellato del Rotas, le cui caselle 'avanzano' rispetto alle lettere,come abbiamo appena ribadito. Il colore più brunito del resto della lapide potrebbe far pensare ad una originaria colorazione del fondo o alla sovrapposizione di altri manufatti(o usura da intemperie...);inoltre si notano altre incisioni sui bordi della lastra litica,che appare molto consunta (e quanto antica?). Attorno a questo Sator c'è un mistero:chi lo ha potuto vedere (e riferire alla d.ssa Lopardi)e fotografare,è stato fortunatissimo:infatti oggi pare sia 'scomparso'.

 -Aosta(mosaico pavimentale nella Collegiata di Sant'Orso)

Abbiamo già trattato questo straordinario mosaico contenente un 'Rotas/Sator' circolare, nella sezione generale;ci limiteremo pertanto a rimarcarne alcuni tratti peculiari che interessano questo contesto argomentativo. Anzitutto, esso è formato da tessere bianche e nere, come usava nell'Arte Romana del I-II sec.d.C,  anche se abbiamo qualche traccia di inserto di colore marrone chiaro,specie nelle figure delle losanghe e in quella centrale. E' stato ritrovato casualmente,in seguito ad  alcuni lavori che dovevano essere fatti al pavimento dove si trova l'altare della chiesa. Questa,infatti,presenta una cripta più bassa rispetto al piano di calpestio(proprio sottostante il CORO),che viene datata al momento della costruzione della Collegiata stessa(inizio sec.XI°). Ma crediamo veramente che il tutto sorga su una costruzione antecedente.Si sa che nel 1032 si insediò la prima comunità monastica e che vi erano la Collegiata con la cripta.Tra il V° e l'VIII° sec.-sopra la necropoli orientale di epoca  ROMANA -fu costruito un importante edificio di culto, formato dalla chiesetta di SAN Pietro, titolare della quale era un sacerdote aostano di nome ORSO.Il mosaico pavimentale è oggi  protetto da una lastra di vetro ed è all'incirca 45-50 cm al di sotto del pavimento.

 

 

-Magliano dè Marsi, facciata superiore destra della chiesa di Santa Lucia detta chiesa 'matrice'.

La porzione dove oggi si vede il Rotas ('vedere' è quanto meno esagerato,poichè la sua altezza impedisce a occhio nudo di distinguerlo adeguatamente,bisogna munirsi di un potente obbiettivo) è tra l'altro di epoca più tarda rispetto alla costruzione, XVII secolo, ma le formelle che in essa sono state incassate pare provengano da un cancello presbiteriale appartenente alla primitiva chiesa di Santa Lucia e datate al 1200. E se fossero più antiche? Almeno quella che reca l'incisione palindroma? La stessa fu vergata comunque in modo quanto meno curioso,non seguendo uno schema 'a caselle' tipico di un quadrato magico,ma si trova 'costretto' in uno spazio delimitato dalle zampe e dal ventre di un grifone.Le cinque parole risultano scolpite in maniera sproporzionata,lasciando più spazio tra le prime due,cosicchè l'ultima parola,Sator,è scritta 'scivolata'verso destra. Pertanto non abbiamo più il 'classico schema', ma il seguente:

 

(ci scusiamo per la pessima qualità dell'immagine, che abbiamo dovuto scurire per poter far visualizzare al meglio le parole.In realtà la formella è tutta bianca,il che rende ancor più arduo focalizzare la frase). Si trova su una formella che viene ritenuta del XIII secolo. La chiesa di Santa Lucia (XIII-XIV sec.) subì molti rifacimenti,di cui l'ultimo a causa di terremoti verificatisi agli inizi del XX secolo, e fedelmente ricostruita. Comunque pensiamo vi siate potuti fare un'idea... La disposizione ortografica depone per il fatto che le parole furono apposte quando il bassorilievo del grifone era già stato eseguito, perchè sembra appunto che sia stato adattato allo spazio che rimaneva a disposizione,ma non sappiamo se i due elementi siano 'legati' da un filo conduttore. E' stato fatto notare che il grande rosone centrale, collocato probabilmente agli inizi del Quattrocento e che  illumina l'aula principale della chiesa, abbia una forma simile a  quella del rosone che appare a sinistra sulla facciata della Chiesa di Santa Maria di Collemaggio, a L'Aquila.

 

 -Capestrano,chiesa campestre di San Pietro ad Oratorium.

Il ROTAS di Capestrano è stata un'impresa trovarlo.La chiesa si trova infatti immersa totalmente in un bosco,e va raggiunta per un certo tratto a piedi.Però la sua visione ripaga di una certa fatica per raggiungerla.Ci si presenta con le tre absidi e non con la facciata,come ci si aspetterebbe! Era un tempo sicuramente collegata ad un'Abbazia Benedettina,che è scomparsa.Le sue origini sono Longobarde,come attestato da un'iscrizione sull'architrave del portale: 
A REGE DESIDERIO FUNDATA ANNO MILLENO CENTENO RENOVATA

Fu poi rimaneggiata nel periodo successivo.Ma qui gli studiosi hanno potuto attestare come le varie epigrafi inserite nella facciata siano da ricondurre all'epoca romana.Qui sorgeva infatti un edificio 'pagano' ben più antico e nei pressi c'erano delle sepolture monumentali.Era usanza molto diffusa infatti,utilizzare materiale di reimpiego,proveniente da edifici precedenti.Anche il blocco litico su cui si trova inciso il ROTAS -pertanto- potrebbe essere romano? In più,fu inserito al rovescio nella muratura! Una grossa 'svista' per chi lo appose ( e tutti tacquero?) o si era ormai 'persa' la valenza del palindromo,per cui ciò che importava era solo usare il blocco di pietra?Avrebbe potuto essere messo in zona più discosta,oppure messo dalla parte opposta così  mai avremmo saputo che su un lato era scolpito un quadrato magico! Sono i misteri che si arrivano dal nostro passato e che suscitano tanti interrogativi.

Rotas-di-Capestrano.jpg (274890 byte)

La chiesa è veramente interessante,al di là del fatto che conservi 'anche' un Rotas.Rimandiamo allo studio della d.ssa Enrichetta Santilli Storica dell'arte, Funzionario Storico d'arte Direttore Coordinatore della Soprintendenza P.S.A.E. per l'Abruzzo,per una descrizione artistica e storica della straordinaria costruzione,scrigno di tesori di epoche diverse(vedasi anche la sua scheda sul Rotas qui presente)..Noi abbiamo scattato alcune foto,e ve le proponiamo,perchè la chiesa di San Pietro ad Oratorium vale davvero la pena di essere apprezzata,specialmente da coloro che amano fare due passi nel passato e nel mistero dei costruttori.

Capestrano1.jpg (164658 byte) Capestrano2.jpg (74714 byte) capestrano3.jpg (135767 byte) Capestrano5.jpg (105894 byte)

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Altri links interessanti su questa chiesa,con gallerie d'immagini: 1 e

Lasciamo ora il lettore con una domanda, che ha fatto da stimolo a questa pagina:

I Rotas sono più antichi dei Sator e, se sì, perchè? 

 

NOTE:

1)-Immagine riportata dalla d.ssa M.G.Lopardi nel suo libro "I Templari ed il Collemagico di Celestino"e anche ne "Il quadrato magico del Sator- Il segreto dei Maestri Costruttori", Edizioni Mediterranee, 2006


Sezioni correlate:
SATOR E DINTORNI...

 

                                                  febbraio 2007

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