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Segni corporativi e marche di
scalpellino rammentano la devozione dei "compagnons" per la Sainte-Baume.
"Gli alberi parlano, gli
uccelli mormorano nell'aria; laggiù nei luoghi asciutti fioriscono i
fiordalisi... e voi...via lavoratori, abbracciatevi senza più tardare! Non
c'è che un Dio; siamo tutti fratelli: ecco il gran Segreto, ecco il gran
Dovere!"
(F. Mistral
"Calendal").
Giungendo all'altopiano di
Plan D'Aups, nei pressi della cittadina di
Saint Maximin, una barra rocciosa che si allunga da est verso
ovest per 12 km di lunghezza, si erge da una verde foresta dai freschi e
balsamici profumi di Provenza. Al centro della parete rocciosa esposta a
nord, la levigata falesia strapiomba dirupata per 150 metri e nel suo cuore
si spalanca una tenebrosa caverna anticamente chiamata "Baoumo", divenuta in
seguito ai processi storici la Sainte-Baume da cui il massiccio
montuoso assume il nome nel duplice senso linguistico di grotta e balsamo ai
quali la parola Baume si riferisce.
Per accedere alla Sacra Grotta
si deve salire per più di mezz'ora dal Plan d'Aups attraverso una foresta
densa di querce e faggi, in cui frescura e umidità signoreggiano sul
sentiero chiamato "Canapè" che ben presto conduce alla gradinata di roccia
squadrata, che porta alla grotta, occupata da un santuario settecentesco al
quale non è possibile accedere in seguito al crollo di alcune rocce che ne
hanno messo a repentaglio la stabilità e sicurezza.
Il sentiero prosegue
inerpicandosi sulla cima del Pic du Saint Pilon ove il Mistral spazza
costantemente le rocce, smussandole e arrotondandole e inondando di lavanda
e di pino una cappelletta solitaria, il Saint-Pilon. Esso, costruito
con massi sommariamente squadrati, è costituito sostanzialmente da un cubo
con un portichetto a pronao antistante, divisi da un cancello a grata di
ferro. Il colmo del tetto, un cerchio aperto, lascia che vento, sole ed
acqua giochino con l'interno spoglio, unicamente arricchito da un piccolo
altare e da una statua marmorea della Santa Maddalena. Per terra, un tappeto
d'offerte e biglietti di preghiere, richieste, suppliche che il vorticoso
rumore del vento sembra portare in alto.
Sull'ingresso e sulle rocce
circostanti, segni corporativi e marche da scalpellino rammentano la
devozione dei compagnons per questo luogo ma anche le loro dispute,
narrate nel Calendal di Mistral , ove i discepoli di Maitre
Jacques e quelli di Pere Soubise si affrontano a colpi di
compasso, squadra e maglietto, arrossando le rocce e gli sterpi del sangue
fratricida.
Ma dunque è bene che io ricordi
le motivazioni di tanto ardore e devozione per questo luogo da parte degli
scalpellini. Secondo l'antichissima tradizione Maitre Jacques, il padre
leggendario dei Tailleurs de Pierre, dopo aver collaborato con Hiram
alla costruzione del tempio di Re Salomone, sbarcò a Marsiglia alla ventura
operativa in compagnia di 13 Compagnons e 40 discepoli, viaggiando per 3
anni durante i quali dovette sfuggire agli attentati dei discepoli di Pere
Soubise, suo collega legnaiuolo al tempio di Salomone, i quali sostenevano
di primeggiare nel diritto tradizionale e dunque nell'operatività
territoriale. Egli si ritirò in eremitaggio alla Sainte-Baume, ma durante
una meditazione, nei pressi del Saint Pilon, ricevette un bacio da un
discepolo traditore, che similmente a Giuda diede il segno convenuto a 5
assassini che, piombati addosso al Maestro, lo uccisero con 5 coltellate.
Maitre Jacques morì perdonando i suoi nemici e fu sepolto nella
chiesa di
Saint Maximin.
Un'altra concomitanza spinge i
Compagnons a recarsi alla Sainte-Baume almeno una volta nella loro vita,
quella relativa agli ultimi anni di vita della Maria Maddalena.
Cacciata da Gerusalemme dalla
persecuzione creatasi dal dilagare del cristianesimo dopo la Resurrezione,
si trovò ad approdare con una barca, lasciata al libero destino, alla
località sulle bocche del Rodano, chiamata
Sainte-Maries-de-la Mer, in compagnia di Maria di Betania e Maria
di Gesù, Lazzaro e la sorella Marta; la Maddalena, dopo un periodo di
evangelizzazione per la Provenza, decise di ritirarsi in meditazione alla
Sainte-Baume e terminare la propria vita in preghiera. Sentendo venir meno
le forze, decise di scendere al piano e morì tra le braccia di San
Massimino, vescovo di Aix, nella località chiamata Petit Sacre Pilon,
ove è visibile una stele colonnare in pietra con l'immagine della Maddalena
sollevata in cielo dagli angeli.
Fu anch'essa seppellita nella
chiesa di
Saint Maximin nel punto in cui ancora è visibile l'antica cripta del IV
secolo.
Al pari di Maitre Jacques, la
Maddalena è patrona dei Compagnons, simboleggiando il ruolo della
donna nel Compagnonnage, poiché essa traccia la via da seguire
che, partendo dal pentimento ai piedi del Cristo, lavando i suoi piedi con
le lacrime e profumandoli di puro balsamo, passa al calvario della croce ed
ancora presso il sepolcro, ove ricevendo l'apparizione del Risorto con la
formula "Noli me tangere", ottiene il senso palingenetico a cui
aspirare. E' questo percorso, l'ideale di fondo di ogni Compagnon:
andare dal visibile all'invisibile. Fare del proprio mestiere una ragion di
vita che conduce "ad imitatio Christi", una trasmutazione che dalla pietra
lavorata passa alla propria realizzazione spirituale.
Al ritorno dal Saint-Pilon, là
ove la Maddalena "...non consumava cibo né bevande materiali..." secondo il
martirologio del IX secolo, si prosegue al "Cammino dei Re", così
chiamato poiché i reali di Francia la percorrevano da Nas les Pins
sino al Saint-Pilon. Esso era costellato da 7 oratori fatti erigere
dall'arcivescovo di Arles, Jean Ferrier nel 1516, di cui 4 sono ancora
visibili; rappresentano i principali eventi legati alla Maddalena e sono
incisi da segni corporativi ed incisioni compagnoniche sul sasso lavorato e
squadrato a scalpello e semplici modanature e quasi contrastanti raffinate
cornici e racemi.
Ed è nell'austera chiesa gotica
di Saint
Maximin, dedicata a Maria Maddalena, che termina il Tour compagnonico, è
in questa chiesa dalla facciata incompiuta che avviene la conclusione
dell'addestramento professionale, umano e spirituale, qui dove riposano le
spoglie di Maitre Jacques e di Maria Maddalena, in una cripta del IV secolo
ove il sarcofago, in stile gallo-romano, ha conservato il corpo della santa
fino al 710, poi nascosto per proteggerlo dalle incursioni saracene,
reliquie di cui possiamo vedere il teschio in una teca di cristallo, in
questa stessa cripta.
Qui è il fulcro vitale della
sacralità corporativa, sui muri spogli della chiesa, a partire dalla cripta,
brulicano i segni e i marchi incisi, squadre e compassi, labirinti, asce,
ferri da cavallo e nomi estesi liberamente, atti a dichiarare l'orgoglio del
proprio stato compagnonico, nomi di battaglia, come la Fidelitè de
Cologne, Raymond Le Poitevin, Bordelais l'Ami du Trait,
ecc. Nomi che hanno fatto del loro mestiere, una cattedrale d'armonia
celeste.
(Autore:FRans Ferzini.
L'articolo è presente in originale nel sito web dell'Autore:
www.ferzinifrans.com) |
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