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PELLEGRINAGGIO ALLA SAINTE-BAUME

              di Frans Ferzini © "L'Informatore del Marmista"-Giorgio Zusi Editore

 

Segni corporativi e marche di scalpellino rammentano la devozione dei "compagnons" per la Sainte-Baume.

"Gli alberi parlano, gli uccelli mormorano nell'aria; laggiù nei luoghi asciutti fioriscono i fiordalisi... e voi...via lavoratori, abbracciatevi senza più tardare! Non c'è che un Dio; siamo tutti fratelli: ecco il gran Segreto, ecco il gran Dovere!"

            (F. Mistral "Calendal").

 

 Giungendo all'altopiano di Plan D'Aups, nei pressi della cittadina di Saint Maximin, una barra rocciosa che si allunga da est verso ovest per 12 km di lunghezza, si erge da una verde foresta dai freschi e balsamici profumi di Provenza. Al centro della parete rocciosa esposta a nord, la levigata falesia strapiomba dirupata per 150 metri e nel suo cuore si spalanca una tenebrosa caverna anticamente chiamata "Baoumo", divenuta in seguito ai processi storici la Sainte-Baume da cui il massiccio montuoso assume il nome nel duplice senso linguistico di grotta e balsamo ai quali la parola Baume si riferisce.

Per accedere alla Sacra Grotta si deve salire per più di mezz'ora dal Plan d'Aups attraverso una foresta densa di querce e faggi, in cui frescura e umidità signoreggiano sul sentiero chiamato "Canapè" che ben presto conduce alla gradinata di roccia squadrata, che porta alla grotta, occupata da un santuario settecentesco al quale non è possibile accedere in seguito al crollo di alcune rocce che ne hanno messo a repentaglio la stabilità e sicurezza.

Il sentiero prosegue inerpicandosi sulla cima del Pic du Saint Pilon ove il Mistral spazza costantemente le rocce, smussandole e arrotondandole e inondando di lavanda e di pino una cappelletta solitaria, il Saint-Pilon. Esso, costruito con massi sommariamente squadrati, è costituito sostanzialmente da un cubo con un portichetto a pronao antistante, divisi da un cancello a grata di ferro. Il colmo del tetto, un cerchio aperto, lascia che vento, sole ed acqua giochino con l'interno spoglio, unicamente arricchito da un piccolo altare e da una statua marmorea della Santa Maddalena. Per terra, un tappeto d'offerte e biglietti di preghiere, richieste, suppliche che il vorticoso rumore del vento sembra portare in alto.

Sull'ingresso e sulle rocce circostanti, segni corporativi e marche da scalpellino rammentano la devozione dei compagnons per questo luogo ma anche le loro dispute, narrate nel Calendal di Mistral , ove i discepoli di Maitre Jacques e quelli di Pere Soubise si affrontano a colpi di compasso, squadra e maglietto, arrossando le rocce e gli sterpi del sangue fratricida.

Ma dunque è bene che io ricordi le motivazioni di tanto ardore e devozione per questo luogo da parte degli scalpellini. Secondo l'antichissima tradizione Maitre Jacques, il padre leggendario dei Tailleurs de Pierre, dopo aver collaborato con Hiram alla costruzione del tempio di Re Salomone, sbarcò a Marsiglia alla ventura operativa in compagnia di 13 Compagnons e 40 discepoli, viaggiando per 3 anni durante i quali dovette sfuggire agli attentati dei discepoli di Pere Soubise, suo collega legnaiuolo al tempio di Salomone, i quali sostenevano di primeggiare nel diritto tradizionale e dunque nell'operatività territoriale. Egli si ritirò in eremitaggio alla Sainte-Baume, ma durante una meditazione, nei pressi del Saint Pilon, ricevette un bacio da un discepolo traditore, che similmente a Giuda diede il segno convenuto a 5 assassini che, piombati addosso al Maestro, lo uccisero con 5 coltellate. Maitre Jacques morì perdonando i suoi nemici e fu sepolto nella chiesa di Saint Maximin.

Un'altra concomitanza spinge i Compagnons a recarsi alla Sainte-Baume almeno una volta nella loro vita, quella relativa agli ultimi anni di vita della Maria Maddalena.

Cacciata da Gerusalemme dalla persecuzione creatasi dal dilagare del cristianesimo dopo la Resurrezione, si trovò ad approdare con una barca, lasciata al libero destino, alla località sulle bocche del Rodano, chiamata Sainte-Maries-de-la Mer, in compagnia di Maria di Betania e Maria di Gesù, Lazzaro e la sorella Marta; la Maddalena, dopo un periodo di evangelizzazione per la Provenza, decise di ritirarsi in meditazione alla Sainte-Baume e terminare la propria vita in preghiera. Sentendo venir meno le forze, decise di scendere al piano e morì tra le braccia di San Massimino, vescovo di Aix, nella località chiamata Petit Sacre Pilon, ove è visibile una stele colonnare in pietra con l'immagine della Maddalena sollevata in cielo dagli angeli.

Fu anch'essa seppellita nella chiesa di Saint Maximin nel punto in cui ancora è visibile l'antica cripta del IV secolo.

Al pari di Maitre Jacques, la Maddalena è patrona dei Compagnons, simboleggiando il ruolo della donna nel Compagnonnage, poiché essa traccia la via da seguire che, partendo dal pentimento ai piedi del Cristo, lavando i suoi piedi con le lacrime e profumandoli di puro balsamo, passa al calvario della croce ed ancora presso il sepolcro, ove ricevendo l'apparizione del Risorto con la formula "Noli me tangere", ottiene il senso palingenetico a cui aspirare. E' questo percorso, l'ideale di fondo di ogni Compagnon: andare dal visibile all'invisibile. Fare del proprio mestiere una ragion di vita che conduce "ad imitatio Christi", una trasmutazione che dalla pietra lavorata passa alla propria realizzazione spirituale.

Al ritorno dal Saint-Pilon, là ove la Maddalena "...non consumava cibo né bevande materiali..." secondo il martirologio del IX secolo, si prosegue al "Cammino dei Re", così chiamato poiché i reali di Francia la percorrevano da Nas les Pins sino al Saint-Pilon. Esso era costellato da 7 oratori fatti erigere dall'arcivescovo di Arles, Jean Ferrier nel 1516, di cui 4 sono ancora visibili; rappresentano i principali eventi legati alla Maddalena e sono incisi da segni corporativi ed incisioni compagnoniche sul sasso lavorato e squadrato a scalpello e semplici modanature e quasi contrastanti raffinate cornici e racemi.

Ed è nell'austera chiesa gotica di Saint Maximin, dedicata a Maria Maddalena, che termina il Tour compagnonico, è in questa chiesa dalla facciata incompiuta che avviene la conclusione dell'addestramento professionale, umano e spirituale, qui dove riposano le spoglie di Maitre Jacques e di Maria Maddalena, in una cripta del IV secolo ove il sarcofago, in stile gallo-romano, ha conservato il corpo della santa fino al 710, poi nascosto per proteggerlo dalle incursioni saracene, reliquie di cui possiamo vedere il teschio in una teca di cristallo, in questa stessa cripta.

Qui è il fulcro vitale della sacralità corporativa, sui muri spogli della chiesa, a partire dalla cripta, brulicano i segni e i marchi incisi, squadre e compassi, labirinti, asce, ferri da cavallo e nomi estesi liberamente, atti a dichiarare l'orgoglio del proprio stato compagnonico, nomi di battaglia, come la Fidelitè de Cologne, Raymond Le Poitevin, Bordelais l'Ami du Trait, ecc. Nomi che hanno fatto del loro mestiere, una cattedrale d'armonia celeste.

(Autore:FRans Ferzini. L'articolo è presente in originale nel sito web dell'Autore: www.ferzinifrans.com)

 

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                                                                         febbraio 2011