Un curioso 'alchimista'? L'iconografia
è presente in fondo ad un libro di prediche ritrovato insieme ai volumi
della Biblioteca segreta di Castelsardo.Illustrerebbe un iniziato durante
una fase operativa (si notino le braccia incrociate). Il suo copricapo,
quasi una tiara, termina con due simboli che sembrano ricondurre ad una
duplice cultura, quella cristiana (la croce) e quella araba (la
mezzaluna).Ma potrebbero anche avere una valenza pratica precisa.Dal
copricapo pende una sorta di cordicella che termina (o abbiamo una
visione?)con una pelle di montone, equivalente innegabile del
famoso'vello d'oro' di argonautica memoria....Variante metaforica della
Pietra dei Filosofi.
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Il 19 agosto '07
abbiamo potuto visitare la mostra allestita nella Torre Spagnola di
S.Teresa Gallura, patrocinata dall'Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di
Tempio-Ampurias e dal Comune
della splendida cittadina costiera. Frutto della collaborazione tra la Diocesi e l’Università degli Studi di Sassari (Facoltà di Farmacia) che, nella sede gemmata di Tempio, ha attivato un Corso di Laurea in Tecniche
Erboristiche, la mostra ha come scopo la divulgazione di una Scienza,
l'Alchimia, che nel medioevo e soprattutto nel Rinascimento sardo (nella
fattispecie) era detenuta dai cosiddetti 'Sapienti' o Iniziati, che la
praticavano o tentavano di praticarla sfidando spesso dei rischi, non
ultimo quello di essere considerati 'eretici', nel rispetto di una
Tradizione perpetuata attraverso i secoli.
(La
locandina della mostra)
Anzitutto ci siamo chiesti
perchè se ne occupa la Diocesi.A dire il vero ci siamo già imbattuti in
qualcosa di simile, quando nella chiesa bergamasca di S.Maria
Maggiore trovammo degli ampi riferimenti all'Alchimia, in quel
contesto legati all'Arte. Ufficialmente la Chiesa 'avversava' gli studi
esoterici, a partire dalle Bolle Papali che venivano emanate contro
l'Alchimia per esempio (vedi quella di papa Giovanni XXII, nel XIV secolo,
che però pare segretamente la praticasse...).Ma, come ci ha spiegato la
nostra cortese guida, Alchimia era intesa come percorso per elevare
se stessi, per migliorarsi e perfezionarsi.Un rendersi simili al Cristo.
Non solo questa mostra è
patrocinata dalla Diocesi di Tempio-Ampurias, ma è proprio un religioso (don
Francesco Tamponi, responsabile dei Beni Culturali diocesani e
profondo conoscitore della storia del territorio) a cui va il merito di
impegnarsi, da alcuni anni a questa parte, per diffondere un
importantissimo ritrovamento avvenuto nel 2004 in una cisterna
dell'ex Palazzo Vescovile (o Episcopio) di Castelsardo: una biblioteca
segreta, di 4000 libri antichi, appartenuta ai Canonici della
cattedrale, tra i quali libri rari e preziosi (dei secoli compresi tra XVI
e XVIII) imperniati non solo su materie di formazione ecclesiastica (come
trattati di teologia o diritto canonico) ma di storia e letteratura
rinascimentale, medicina, astronomia, alchimia e spagiria, alcuni dei
quali abbiamo potuto ammirarli nella presente mostra di S.Teresa Gallura
(vedi foto a lato).Insomma si è potuto capire che i Canonici avevano
accesso ad una cultura vastissima, di elite e che erano 'iniziati'
a discipline esoteriche.Questi Canonici si appellavano tra loro
Fratelli della Cattedrale di Ampurias."Questi
Canonici- ci è stato detto durante la visita alla mostra- avevano aderito alla filosofia rinascimentale dell’alchimia mistica, viaggiavano in tutta Europa e, per il completamento del loro percorso iniziatico, si procuravano testi che approfondivano tutte le materie e indagavano fra le pieghe del
sapere".
Molto
interessante davvero! Tra l'altro, la visita a questa mostra ha
'completato' in un certo senso un itinerario che abbiamo compiuto fin da
quando siamo sbarcati sull'isola. Mentre visitavamo la mostra e la
gentilissima guida citava i diversi 'luoghi', ci rendevamo conto di
averne inconsapevolmente ripercorso il tragitto, come se sapessimo
fin dall'inizio che era necessario andare a visitarli! Per questo siamo
ancor più convinti che nulla avvenga per puro 'caso' e i nostri 'due
passi' non sono stati assolutamente slegati nè vani.Quando infatti ci ha
nominato 'la cattedrale dì Castelsardo' potevamo dirle che la
conoscevamo, così come pure le sue cripte, o l'Episcopio e
la mostra che si svolge lì, perchè le avevamo viste tutte nei giorni
precedenti.Quando poi ha parlato dei 'Templari' come i possibili
iniziatori di studi ermetici in Sardegna, e ha citato l'attuale mostra di
Tempio Pausania, abbiamo potuto annuire ancora una volta, con sua grande
sorpresa, perchè avevamo visitato anche quella!Infatti abbiamo visitato
altre due mostre,prima di questa, legate da un filo sottile:quella sui Templari
in Sardegna (quest'anno a Tempio Pausania) e quella intitolata
" Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione"
al Palazzo Episcopale di Castelsardo (SS). 'Ma allora avete visto
tutto' (MAGARI fosse così!) ha concluso sorridendo (finalmente qualcuno che parlava
la sua stessa 'lingua')!'E come mai questo interesse?' ha chiesto
(dal momento che, purtroppo, persone interessate a tali tematiche non sono
tante e la mostra non è visitata da stuoli di visitatori). Allora abbiamo
accennato alla nostra 'maniera' di fare i nostri 'due passi nel mistero'...!
Abbiamo detto a lei e alla sua collega che avremmo parlato di questa
interessante esposizione, e stiamo mantenendo la promessa, anche se la
pubblicheremo quando -a meno di proroghe- la mostra stessa sarà già
stata chiusa, ma speriamo possa servire ugualmente a sensibilizzare i
sardi stessi, in primis, alla conoscenza del loro patrimonio culturale che
va ben oltre le spiagge e i siti archeologici 'classici'. E poi per tutti
quei turisti che non sapevano di questa mostra (come
noi, che l'abbiamo 'scoperta' cercando e, forse, con un po' di 'fortuna'),
che comunque verrà riallestita quasi sicuramente, come già avvenuto, in
altre sedi e località sarde.
Ma che cosa c'è
di 'misterioso' nella cattedrale di S.Antonio Abate a Castelsardo
perchè la nostra guida la citasse? Qualcosa di molto particolare e
interessante per le nostre aspettative.Anzitutto è stata rinvenuta una
lapide tombale (di cui però nessuno sa dire dove si trovi oggi) nella
sacrestia, appartenuta ai Canonici, che reca inciso il simbolo dell'Uroboros,
fortemente correlato al
linguaggio alchemico,con un'iscrizione: "Fratres Cathedralis
Ampuriensis" "In Unum".
"Questa traccia, nella sua chiarezza, dichiara l'adesione dei Canonici di Castelsardo dell'epoca ad
un'ideologia e a una visione del mondo che secondo certi aspetti sconfinava anche nell'eresia. Di fatto
la pietra tombale dei canonici non porta simboli classici del Cristianesimo ortodosso, bensì il serpente che si morde la coda a
formare il cerchio dell'eterno ritorno, e il motto "In Unum" che sintetizza il ricongiungimento di ogni alterità al principio primo o
Pietra Filosofale. Anche la scritta "Fratres" identifica i canonici come una setta, un gruppo scelto, una fratellanza
insomma”(don Tamponi).
Inoltre, stando ad un
documento del XVII sec. ritrovato tra gli altri della vastissima
biblioteca 'segreta' dei Canonici di Castelsardo, scritto da un certo
Arduino (probabilmente uno pseudonimo), si evince che gli altari della cattedrale
fungevano come tappe di una misteriosa iniziazione alla Conoscenza. Magari
potessimo sapere di più su questa questione! Tra l'altro, cogliamo
l'occasione di dirlo in questa sede, abbiamo trovato dei
SIMBOLI curiosi e molto interessanti su tre gradini che danno
accesso al sagrato della cattedrale stessa.
Ma gli studi di don
Tamponi sembrano inesauribili e destinati ad aprire un capitolo degno di
grande attenzione, per la conoscenza della storia sarda medievale e
rinascimentale locale che, parallelamente a quella 'ufficiale', si
snodava segretamente negli ambienti monastico-religiosi, vera fucina del
Sapere in quei tempi. Così si è verificato ovunque, in realtà, non solo
in quest'isola. Abbiamo trovato così interessante il lavoro di questo
sacerdote che, documentandoci ulteriormente, abbiamo saputo-attraverso
interviste apparse sui quotidiani sardi- che egli è andato per una strada
che collega la 'frangia esoterica' dell'Ordine del Tempio con i Canonici
della cattedrale di Castelsardo (Ampurias), pur essendovi secoli di
separazione cronologica tra di loro. Su "La Nuova
Sardegna" di sabato, 7 aprile '07 si legge infatti un
articolo (di Monica De Murtas) di questo tenore:" I segreti delle piante medicinali - Un giallo cominciato con i Templari",
che ci sembra utile e interessante da divulgare, perchè permette
di capire l'importanza degli studi di don Tamponi e soprattutto la reale
valenza delle conoscenze antiche:poter curare le malattie in modo naturale
come facevano allora (per questo la mostra è supportata anche dalla
Facoltà di Farmacia di Sassari e poi vedremo meglio come). [Il
grassetto è nostro].
TEMPIO. «La nostra ricchezza comincia con i Templari: da loro gli alchimisti mistici vissuti nei secoli successivi
all’annientamento dei Cavalieri hanno conosciuto il percorso iniziatico per aprire tante porte della conoscenza, anche quelle
della medicina e dell’erboristeria». Don Francesco Tamponi, segretario della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici,
è il motore della mostra di Castelsardo (ci si riferisce alla mostra
aperta in detta località in occasione della Settimana Santa ampuriense, n.d.r.). Nella curia di Tempio, dove opera da anni, ha condotto studi e ricerche a non finire su
questi argomenti. I suoi racconti sono perciò carichi di suggestioni, capaci di evocare atmosfere prodigiose.
«Dagli inizi del Cinquecento, Castelsardo era sia sede vescovile sia sede del Capitolo della Cattedrale», ricorda il sacerdote. È in
quel periodo che dotti ecclesiastici sardi si trovarono al centro della cultura umanistica. Quella stessa che da Firenze percorreva
l’Italia passando per Roma e diffondendosi in Francia e in Spagna. Operazione possibile perché quei saggi contavano su
sostanziosi lasciti dei Templari — sostiene don Tamponi — Così quell’itinerario esoterico, riservato a pochi iniziati, è
innanzitutto un percorso fisico. Si snoda, fra precisi simboli, attraverso cinque chiese dell’Anglona disposte a formare una
mappa a croce latina (di cui parleremo in una sezione apposita, perchè
alcune le abbiamo visitate di persona, n.d.r.). Trova rispondenze in segni equivalenti, quasi in un sistema miniaturizzato, all’interno della cattedrale di
Castelsardo con un parallelismo studiato. Ma il medesimo itinerario diventa poi, sotto il profilo spirituale, un insieme di saperi di
altissimo livello che riporta al massimo splendore dei Templari nel XII secolo in Sardegna». E quindi all’eredità, anche culturale,
acquisita dai loro diretti discendenti, i fratres della cattedrale di Ampurias. «Con il motto: In unum, cioè nell’Uno, testimonianza
dell’adesione dei canonici di Castelsardo a una visione del mondo che si riflette nelle tecniche per lenire le sofferenze dei
malati», afferma ancora il sacerdote. E col simbolo dell’oroboro, il serpente che si morde la coda e forma un cerchio.
Nell’alchimia rappresenta la perfezione, o l’eterna catena della vita. Sul piano terminologico è un palindromo, parola leggibile
allo stesso modo: da sinistra verso destra e viceversa. «Ma c’è anche un bagaglio di dettami mistici, praticati dai canonici fino a
tutto il Seicento, alla base della spagirica — dice infine don Tamponi — Ovvero quella branca dell’alchimia che si serve di erbe
e parti animali, oltre che di metalli e pietre, per concretizzare le terapie. Le stesse che in molti casi ritroviamo oggi nei principi
essenziali di alcune moderne cure farmacologiche». (L'articolo è
disponibile nel sito ufficiale della Diocesi di Tempio-Ampurias
all'indirizzo
http://www.diocesitempio-ampurias.it/notiziaprint.asp?id=343).
Limitandoci a incoraggiare
sempre maggiori ricerche da parte di don Tamponi e di tutti coloro che
collaborano insieme a lui, al fine di ricavare elementi e documenti sempre
più aderenti alla realtà della questione, lungi dal voler
strumentalizzare la storia, rivolgiamo ora la nostra attenzione su tutta
la mole di pannelli che abbiamo trovato in mostra. Essi sono stati curati
da una dottoressa dell'Università di Sassari, Luisella Piu,
responsabile del laboratorio di preparazione erboristica della facoltà
gemmata di Tempio. L'Ateneo, come abbiamo detto all'inizio, ha da poco
attivato una 'filiale' a Tempio Pausania, il Corso di Laurea in Tecniche
Erboristiche.Gli studi esposti in mostra si basano, questa la
novità, sulle antiche 'ricette' contenute in diversi trattati
rinascimentali ritrovati nel fondo segreto di Castelsardo. Ancora una
volta facciamo ricorso a quanto scritto dagli organizzatori per presentare
le finalità della mostra stessa:"L'esposizione, di grande interesse storico e scientifico, si pone come obiettivo quello di documentare le antiche conoscenze alchemico-farmaceutiche presenti nei territori della Gallura e dell’Anglona. Ai visitatori verrà proposto un excursus affascinante e ricco di curiosità, con una rivisitazione, mediante le antiche tecniche erboristiche, della moderna scienza farmaceutica. La struttura della mostra illustrerà con pannelli esplicativi, foto, didascalie di natura scientifica e storica, l'attività di dotti ricercatori che conoscevano e praticavano l'alchimia mistica.
Ora, grazie all'attività didattica del corso di laurea in Tecniche Erboristiche di
Tempio, da diverse ricette alchemiche e
spagiriche contenute nei volumi esposti, analizzate e testate, sono state individuate una serie di piante presenti nel territorio. Queste, opportunamente studiate durante l'attività formativa universitaria, hanno permesso l'elaborazione di estratti"(presentati
in mostra, N.D.R.).
Pensiamo, o meglio,
speriamo di aver fornito al lettore dei validi motivi per informarsi sulla
prossima sede di una mostra simile. Semmai vi doveste recare in Sardegna
prossimamente e non intendeste solo ammirare le bellezze mozzafiato delle
sue coste(che a Santa Teresa Gallura, tra l'altro, sono spettacolari).
Può darsi che l'esposizione cambi nome o titolo e luogo e sede, come già
è stato in passato, pur conservando i contenuti basilari di questa. Magari
con le nuove scoperte, nuovi dati e nuovi elementi di studio che nel
frattempo verranno aggiunti, perchè la tematica offre sicuramente tanti
spunti di approfondimento, di ricerca e di studio da parte di molte
discipline. Un tempo esse erano, tutte riunite insieme, 'la Tradizione',
un 'corpus' di sapere che pochi detenevano o potevano comprendere; ecco
perchè è così importante che essa non vada perduta, che venga salvata e
riportata in modo semplice e naturale al pubblico che intenda recepirla, come ci sembra si stia
tentando di fare in questo lembo di Sardegna, da parte di qualcuno.
Per trovare informazioni,
riteniamo utile segnalare il sito ufficiale della diocesi di
Tempio-Ampurias www.diocesitempio-ampurias.org
e in particolare sarà di
grande interesse il nascente Sistema Museale 'Museum'
(Ufficio Beni Culturali diocesani), che è attivo nell'organizzazione di
mostre ed esposizioni divulgative nel territorio di competenza e che ha
curato le mostre da noi visitate durante questo tour: tel.079/6393099
www.museumtempioampurias.it
(il sito è in costruzione). Il
logo che hanno adottato è un uroboros...
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