Accingendoci ad esaminare i dati disponibili per fornire una sintesi del
‘mistero’ della recente moria di uccelli e pesci in diverse parti del mondo
(senza una causa apparente pienamente soddisfacente), ci siamo resi conto
che, dopo i primi momenti di diffusione sui mass-media, non sembra siano
state divulgate altre informazioni. Tutto sembra finito nel dimenticatoio.
E’ invece importante tenere sempre una ‘finestra aperta’ e sensibilizzarci a
ciò che ci circonda, perché vale molto di più di ciò che pensiamo.
A
rimbalzare all’attenzione dei media sono in genere i fenomeni più eclatanti,
in quanto quelli localizzati a piccole cittadine di provincia non vengono
nemmeno considerati. Ma l’argomento che vogliamo introdurre ha interessato
anche diverse ‘piccole’ realtà italiane. E’ sufficiente leggere quanto
scrivono utenti ‘attenti’ al proprio territorio per averne una discreta
stima.
Ma qual
è il mistero? Forse nessuno, nel momento in cui verrà data una spiegazione
chiara ed univoca a ciò che è accaduto. Ma siccome questa spiegazione
latita, tentiamo di capire.
Piovono
uccelli già morti al suolo, in massa, stecchiti. Giacciono pesci morti in
canali o sulle spiagge, stecchiti, in massa. Almeno così riferiscono le
cronache giornalistiche internazionali.
Rimanendo nel solo anno corrente, il 2011, ricordiamo che il fenomeno della
moria di uccelli, si è verificato dapprima nello Stato dell’Arkansas (USA),
dove circa 5.000 merli dall’ala rossa sono crollati al suolo attorno allo
scorso capodanno.
A seguire vi è stata una
analoga moria di questi merli anche in Louisiana, sempre negli USA, dove
sono deceduti circa mezzo migliaio di esemplari. Il Kentucky ha visto un
fenomeno simile e successivamente ciò è accaduto anche a diversi corvi in
Svezia.
Si deve rimarcare però la
strana coincidenza con la morte di oltre 2.000 pesci tamburo in un solo
mese, avvenuta sempre in Arkansas, nell’omonimo fiume(1). Ma negli ultimi
due anni sono oltre 100.000 i pesci tamburo trovati riversi in superficie
lungo le coste di questo fiume. Anche qui gli animali morti appartenevano
tutti ad un’unica specie, come nel caso dei merli, dei corvi e delle
tortore.
Il fenomeno può dirsi
globale poiché i casi di fauna ittica ed ornitologica morta in massa, in
circostanze poco chiare e nel medesimo periodo sono stati segnalati in
Brasile (3/1/2011),
in
Canada (dove, tra
l’altro, il 30 dicembre del 2010 le acque del lago Victoria hanno assunto
una
misteriosa colorazione verde
fluorescente, senza moria di pesci e senza che fossero
rilevate sostanze tossiche…), in
Giappone (3 gen.2011, messi in relazione con
l’aviaria),
Nuova Zelanda (5
gen.2011, mentre il mese precedente sono state segnalate morie di
pinguini, e altre
specie, forse per cause naturali/ambientali), in
Sudafrica qualche
mese prima (sett. 2009). In Europa, oltre che in Svezia, interessanti i casi
nel
Regno Unito, prima di morìa di uccelli e poi di
40.000 granchi (gen.2011), Negli U.S.A. come già accennato poc’anzi, notizie
del fenomeno provengono da diversi stati: Alabama, Illinois,
Kentucky,
Lousiana (gen.2011),
Maryland (5 gennaio 2011),
Texas (5 gennaio
2011),
Tennessee (inizi di
gennaio 2011), Sud Dakota, Wisconsin, e facendo ulteriori ricerche ne
emergerebbero forse altri.
Anche l’Italia ha avuto la sua
parte, con la morte improvvisa e collettiva di circa 800 tortore solo nel
mese di gennaio 2011 nella zona di Faenza, ma fatti simili si sono avuti
anche a Modena(2) e Caserta, mentre in provincia di Treviso qualcosa di simile
accadde già nel dicembre del 2009. Chiaramente ogni caso è a sé e può avere
la propria spiegazione scientifica. Nel luglio del 2010 a Stagno Vecchia
(LI), presso il torrente Toretta, vi è stata una misteriosa morìa di pesci
(muggini, pesci gatto, e forse altre specie) mai vista in precedenza,
un’impressionante ‘fiume’ di fauna ittica boccheggiante, immobile, con la
testa emergente dall’acqua. Il torrente attraversa una piana agricola che
non sembra interessata da inquinamento(4).
E’ stata avanzata da diversi
mezzi di comunicazione (stampa o web) che la moria di uccelli fosse dovuta
ai fuochi d’artificio o al magnetismo terrestre (alcuni parlavano
addirittura dello spostamento del polo nord) o all’indigestione di semi di
girasole (scusante usata per la moria di tortore a Faenza), dove vittime
sono volatili e pesci che passavano nel luogo sbagliato al momento
sbagliato…
In breve, oltre alle cause
naturali o da inquinamento, che sono sempre da ricercarsi ‘in primis’ perché
trovare la spiegazione scientifica di un fenomeno aiuta a comprenderlo e ad
affrontarlo con gli strumenti giusti, si sono collezionate almeno una
dozzina di ipotesi ‘alternative’: dal gas naturale agli sciami meteorici,
dalla ‘faglia di Madrid’ a mutazioni OGM, dagli esperimenti dei Governi alla
geoingegneria, dalle ‘armi scalari’ al progetto ‘Blue Beam’ ad altre tesi
(5).
Nel marasma, si rischia di
unificare fenomeni diversi tra loro e che non hanno collegamenti, mentre
bisognerebbe disporre di dati certi da vagliare, conoscere caso per caso,
confrontare i referti analitici, eseguire studi retrospettivi, anche per
capire se vi sia una ciclicità in questi fenomeni o se siano assolutamente
nuovi . Ma siccome questo è il compito degli esperti, noi ci limitiamo a
formulare congetture, magari sulla scia di inquietanti scenari, cui la
società odierna sembra non essere sottratta.
Un’ipotesi che il co-autore di
questo articolo mette in evidenza è che, nel mistero della morìa di uccelli
e pesci a livello globale, possano entrare in gioco le armi chimiche,
sperimentate in modo tale da vedere se queste siano in grado di colpire solo
la categoria che si voleva annientare, cioè un esperimento. Che potrebbe
‘estendersi’ anche alla sfera degli animali più evoluti, gli umani. Ciò non
potrebbe far pensare ad un progetto di distruzione di massa atto a colpire
solo particolari etnie umane, ad esempio? La domanda, che può apparire
provocatoria (ma si sta cercando di capire), è legittimata anche dal fatto
che i volatili analizzati sono stati rinvenuti con taluni organi
disintegrati. Si pensa che la maggior parte di loro sia deceduta già in aria
e non per lo schianto al suolo. Coloro che invece sono sopravvissuti,
seppure per poco, una volta arrivati a terra cercavano riparo nelle
abitazioni anzichè nel loro ambiente naturale, cosa che stupisce anche gli
ornitologi più preparati. Ciò è dovuto probabilmente alla consapevolezza, da
parte degli animali, che qualcosa li avesse effettivamente investiti in
aria. In assenza di tempeste o di eventi atmosferici distruttivi non si era
mai visto, a memoria d’uomo, nulla di simile.
Le cronache, infatti,
riferiscono di curiosissimi e misteriosi avvenimenti (come quelli dovuti a
fenomeni meteorologici che hanno causato ‘piogge’ di rane, di banchi di
pesci, etc.) successivamente spiegati scientificamente; mentre lasciano
perplessi i casi di morti ‘volontarie’(suicidi di massa) di uccelli e pesci.
“Nel 1961, a Capitola, in
California, la gente dovette chiudersi in casa per evitare di essere colpita
da pellicani che si lanciavano in picchiata, mentre centinaia di carcasse si
accumulavano sulle strade della cittadina californiana. A provocare la moria
di uccelli in quel caso fu l'acido domoico, una biotossina prodotta
da alcune alghe, che può trovarsi in alta concentrazione nei molluschi e nei
pesci di cui si nutrono i pellicani”(3). Tuttavia si è scoperto che questa
sostanza produce morte per apoplessia più che per disorientamento e schianto
al suolo….
Nel 2009 si è verificata più o
meno lo stessa cosa, sulla costa californiana di San Francisco, a San Diego,
ma stavolta l’acido domoico non c’entra, non essendone state trovate tracce
nell’acqua analizzata. L'International Bird Rescue Research Center
di San Pedro, centro di ricerca sulla fauna avicola, ha parlato di "qualcosa
di davvero preoccupante e strano" nel comportamento degli adulti di quella
specie di pellicano, che è scura ed è l’unica capace di tuffarsi in volo per
catturare la preda (Pelecanus occidentalis). Che muoiano i
piccoli, specie in inverno, è considerata cosa del tutto normale, ma non per
gli esemplari adulti. Una morte simile, poi, è ingiustificabile e viene
messa in relazione con disturbi che investono la sfera neurologica:i
pellicani sembrerebbero disorientarsi. Atterrano in picchiata sulle
autostrade (o nei giardini di civili abitazioni), non sempre morendo sul
colpo, ma procurandosi lesioni e provocando grave pericolo anche per gli
automobilisti. E’ stata tirata in ballo una possibile causa: agenti chimici
velenosi, i ritardanti per le fiamme, che in estate vengono largamente
impiegati per spegnere gli incendi nella regione californiana. Le stesse
sostanze, a base di PBDE, polibrominato difenile, assai dannose per
alcune specie animali, nelle acque dell'Artico hanno causato gravi anomalie
in orsi polari (tra i quali si è evidenziato come una femmina ogni cinquanta
nasca bisessuata) e nei mammiferi marini.
Nel dicembre 2010 un centinaio
di pellicani sono stati trovati morti sulla spiaggia di Topsail Island
(North-Carolina); essi presentavano mutilazioni che hanno fatto supporre
siano stati uccisi intenzionalmente. Ma da chi? E perché? Sicuramente anche
la pochezza umana in questo caso c’entra.
Ma torniamo al nostro
‘mistero’.
Si fa strada l’ipotesi secondo
cui la responsabilità di tutto possa derivare dell’utilizzo della tecnologia
scalare, ideata dal fisico d’origine serba Nikola Tesla e sviluppata
dapprima negli USA. Questa tecnologia, a base di onde elettromagnetiche
(utilizzate proprio dagli uccelli per orientarsi), sfrutta diverse frequenze
e persino la radiazione termica e quella delle microonde, fino allo
sfruttamento dei raggi gamma e del processo chimico della radiazione
nucleare.
Questa tecnologia è
diffusamente utilizzata, apertamente e con il dichiarato obiettivo della
modificazione artificiale del clima (questione accettata con troppa
indifferenza da parte del mondo intero, Chiesa compresa), soprattutto da
USA, Russia e Cina, con la supposizione che anche Gran Bretagna, Francia,
Israele e India la stiano affinando.
Molti sostengono anche che le
onde elettromagnetiche possano essere utilizzate per abbattere l’ultima
frontiera di inizio millennio: il terrorismo climatico, ovvero la creazione
di terremoti (di estrema attualità peraltro), tempeste, tornado, eruzioni
vulcaniche e quanto di più catastrofico da scagliare contro il nemico di
turno.
Sta di fatto che molti animali
hanno già perso la vita probabilmente a causa di queste strategie aberranti,
e chissà magari quanti esseri umani colpiti da morte sospetta non siano
stati invece vittime di ciò. La realtà, talvolta, supera di gran lunga la
fantasia e i cover-up non consentono di avere quella chiarezza che
spazzerebbe via ogni teoria ‘complottista’. In un simile scenario, per certi
fenomeni che hanno coinvolto in massa uccelli e/o pesci potrebbe insinuarsi
il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research),
atto alla modificazione del clima, ma in realtà, a detta di molti, tale
progetto è uno stratagemma con il fine unico di arrivare ad avere il
controllo totale dell’intera popolazione mondiale, teleguidandone le
abitudini con l’imposizione persino del clima in cui devono vivere.
Di fronte a ciò le masse
popolari dovrebbero sollevarsi per arrivare alla verità, non accontentandosi
delle storielle e delle minimizzazioni forniteci fino ad oggi, con la
complicità dei media internazionali.
Ricordiamoci, come è nello
stile di questo sito, che la risposta esiste sempre, per tutto, solo che non
la conosciamo. Nel caso in cui avessimo prossimamente degli aggiornamenti
sul presente argomento, dal mondo della Scienza, sarà nostra cura
inserirli.
NOTE:
1)-
Alcune notizie e immagini in un articolo del Daily Mail (in inglese)
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1344345/Animal-death-mystery-Jackdaws-Sweden-fish-Brazil-New-Zealand-crabs-England.html
2)-
Il nostro corrispondente locale, sig. Lorenzo de Curtis, ci segnala che nel
caso delle tortore morte a San Cesario sul Panaro(MO), trovate tutte entro
il recinto di una villa, si è giunti alla conclusione -solo dopo alcuni
giorni di indagini ed analisi- che gli animali furono impallinati e si
accennò ad un maniaco. Aggiunge pure alcune interessanti considerazioni ed
interrogativi: "A San Cesario se ne sono accorti solo dopo giorni
dall'accaduto? Come mai si son limitati, per un caso così grave, a fare un
articoletto microstitico in posizione marginale? Come mai si tratta sempre
di animali della stessa razza? Come mai son concentrati a terra a
gruppi con i relativi componenti a distanza di pochi decimetri l'un
dall'altro?A terra sono tutti molto vicini e quindi, per una legge studiata
in statistica, in aria dovrebbero essere ancora più vicini e morire a
distanza di un centesimo di secondo e comportarsi tutti alla stessa maniera,
e le razze colpite dalla "moria"ed elencate, non volano assolutamente in
formazioni serrate di centinaia di individui. Gli unici da noi sono gli
storni. Gli altri uccelli che volano in formazione di pochi individui, al
massimo dieci o venti, sono i germani reali, gli aironi e le oche
selvatiche. Teniamo anche presenti i casi Fortiani". Ringraziamo Lorenzo
per i riferimenti web in merito al caso delle tortore a San Cesario, che
sono i seguenti:
http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2011/01/12/441363-moria_tortore.shtml
(del 12/01/2011), in cui viene esclusa la causa 'virus';
http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2011/01/15/443005-tortore_impallinate.shtml
(del 15/01/2011), in cui si denuncia la morte per impallinamento dei
volatili.
3)-
Fonte “Il Tirreno” del 31/7/2010
http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2010/07/31/news/misteriosa-moria-di-pesci-a-stagno-2216217
4)-
Una sintesi di esse è presente nel sito
http://www.ecplanet.com/node/2229
5)-Cristina Nadotti in
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/ambiente/pellicano-california/pellicano-california/pellicano-california.html