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La Fonte
della Mojenca:
l’Acqua e la Luna presso gli Orobi Comenses
di
Adriano
Gaspani
I.N.A.F - Istituto Nazionale di Astrofisica
Osservatorio Astronomico di Brera - Milano
adriano.gaspani@brera.inaf.it
La fonte Mojenca Durante
la terza fase si depositarono sul fondo della fonte principale e sulle pareti
del pendio circostante alcuni strati di limo ricchi di frammenti di ceramica
Golasecchiana risalente al V secolo a.C., i quali dovrebbero essere provenienti
verosimilmente da crolli o discariche dell'abitato protostorico di Pianvalle
ubicato nelle vicinanze il quale faceva parte del locale insediamento celtico
protostorico. Da una prima analisi della struttura della fonte si rileva che i
due muri a secco che ne delimitano la bocca e la lastra di copertura non sono
orientati in maniera concorde con la direzione in cui lo scolo delle acque è
stato canalizzato, ma l'asse della galleria è orientato consistentemente più
ad ovest rispetto alla canalizzazione. In
loco è presente un cartello esplicativo il quale fornisce alcune notizie
archeologiche in relazione al manufatto, compresa la seguente affermazione: “Una
curiosità: il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, verso l’ora del
tramonto, i raggi del sole percorrono la piccola valle antistante l’ingresso
della fonte e si incuneano all’interno delle galleria. Un’ipotesi, non
supportata scientificamente, vede nell’orientamento una precisa volontà degli
antichi edificatori forse legata al culto delle acque”. La
quota rispetto al profilo dell’ellissoide di riferimento è risultata pari a
413 metri. In entrambe le occasioni sono state eseguite le misure di
orientazione dell’asse della fonte rispetto alla direzione settentrionale del
meridiano astronomico locale ottenendo i seguenti valori di azimut astronomico:
Asse del corridoio della fonte: Az
= 221°,2 ± 0°,1
Asse della valletta antistante:
Az = 214°,3 ± 0°,1 Si
nota immediatamente l’esistenza di una divergenza di 6°,9 tra le direzioni di
orientazione dei due assi. Prendiamo ora in esame l’asse del corridoio della
fonte e calcoliamo l’azimut di tramonto del sole al solstizio d’inverno e
quello delle luna al lunistizio estremo inferiore, all’orizzonte naturale
locale. Il
risultato è che il sole solstiziale invernale tramontava durante il I millennio
a.C., ad un azimut astronomico pari a: 231°.5 (centro del disco apparente), con
una discrepanza di oltre 10° verso sud, mentre il centro del disco lunare
tramontava, al lunistizio estremo inferiore, ad un azimut astronomico pari a:
220°.5, in coincidenza pressoché perfetta con l’asse del corridoio della
fonte. Ricordiamo che una discrepanza di 10° rappresenta sull’orizzonte un
arco pari a circa 20 volte il diametro apparente del disco solare: assolutamente
inaccettabile anche ammettendo che durante il I millennio a.C. le tecniche di
allineamento e di orientazione ad occhio nudo potessero non essere dei grande
precisione. Ora però è necessario chiarire cosa siano i lunistizi lunari e per
fare questo è necessario richiamare a grandi linee il complesso moto della luna
sulla sfera celeste e le sue principali periodicità. L'orbita della Luna
interseca quella della Terra in due punti: i nodi i quali non rimangono
fissi nello spazio, ma sono soggetti al fenomeno periodico della retrogradazione
cioè si spostano gradualmente nella direzione opposta al moto della Luna ;
inoltre l'orbita del nostro satellite naturale è inclinata rispetto a
quella della Terra di un angolo,
chiamato “i”, pari, in media, a 5°,15.
L'Eclittica invece è inclinata rispetto all'equatore celeste di un
angolo, detto "e", pari
attualmente a 23°,45 e lentamente variabile nel tempo oscillando grosso modo da
22° a 24° in un periodo di 41013 anni. Durante la retrogradazione può
accadere che, ad una certa epoca, il nodo ascendente vada a coincidere con la
posizione del punto Gamma, cioè il punto di intersezione tra l'equatore celeste
e l'eclittica, corrispondente alla posizione del Sole nell'istante
dell'equinozio di primavera. In questo caso avviene che la Luna, muovendosi
lungo la sua orbita, può raggiungere il punto di massima distanza angolare al
di sopra dell'equatore celeste, cioè la sua massima declinazione boreale
geocentrica, la quale sarà pari a d=(+e+i)
vale a dire 28°,6. Questo fenomeno è avvenuto l'ultima volta il 15 settembre
2006 e si ripeterà di nuovo tra 18,6 anni.
In
quel giorno la Luna, in un dato luogo, sorgerà molto a nord, più a
settentrione rispetto al punto di levata del Sole al solstizio d'estate, durante
il quale l'astro diurno arriva ad avere una declinazione pari solamente a d=+e.
La Luna allora si dice essere al "lunistizio
estremo superiore" e il suo punto di levata all'orizzonte astronomico
locale è detto punto d'arresto superiore. L'azimut, di levata della Luna,
contato dalla direzione nord del meridiano astronomico locale muovendosi
positivamente ad est, allora assumerà il minimo valore consentito durante il
ciclo di 18,6 anni. Questo valore dipenderà anche dalla latitudine del luogo di
osservazione e sarà numericamente tanto minore, maggiormente il luogo di
osservazione si avvicina al polo nord della Terra.
Dopo 9,3 anni, poiché la linea dei nodi ha retrogradato di 180°, il nodo ascendente coinciderà con il punto di Libra, opposto a quello d'Ariete. In questo caso la Luna si troverà ai lunistizi intermedi, cioè la massima e la minima declinazione raggiungibili saranno rispettivamente d=(e-i) e, mezzo mese draconitico dopo, d=(-e+i), cioè rispettivamente 18°,3 sopra e 18°,3 gradi sotto l'equatore celeste. Quando la declinazione della Luna vale d=(e-i) l'astro sorgerà in corrispondenza di un punto dell'orizzonte astronomico locale posto più a sud rispetto al punto di levata del Sole al solstizio d'estate, ma più a nord rispetto al punto di levata dell'astro diurno agli equinozi. Mezzo mese draconitico dopo, la declinazione raggiunta dalla Luna sarà pari a d=(-e+i) e quindi il suo punto di levata, all'orizzonte astronomico locale, sarà intermedio tra le posizioni della levata solare equinoziale e quella solstiziale invernale. Queste due particolari posizioni vanno sotto il nome di punti d'arresto inferiori. Appare allora molto evidente che nel passaggio tra le declinazioni d=(e-i) e d=(-e+i), l'escursione dell'altezza della Luna nel cielo durante il mezzo mese draconitico è consistentemente minore di quella che si rileva quando l'astro è posto alle declinazioni massime.
Questa è una domanda a cui, nello stato attuale delle ricerche, è molto difficile rispondere in quanto il ciclo di retrogradazione dei nodi non ha rilevanza pratica, per esempio dal punto di vista agricolo. Potremmo forse ipotizzare che qualora la Luna fosse stata prossima al lunistizio corrispondente alla declinazione massima (d=e+i) essa avrebbe percorso un grande arco in cielo rimanendo quindi sopra l'orizzonte per quasi tutta la notte, soprattutto qualora l'astro fosse stato al plenilunio e la latitudine del luogo fosse stata relativamente alta. In questo caso la Luna poteva essere molto utile per il fatto che la sua luce poteva illuminare il cammino durante gli spostamenti notturni, mentre mezzo mese draconitico dopo, l'arco descritto sopra l'orizzonte durante la notte era piccolo, e l'illuminazione notturna durava poche ore. Questa ipotesi però risulta poco convincente in quanto le declinazioni massime si ripetono ogni 18,6 anni, periodo per la verità piuttosto lungo per programmare spostamenti da effettuarsi in un numero limitato di notti. L'esistenza dei numerosi allineamenti su questi particolari punti d'arresto sperimentalmente rilevati in una grande quantità di siti europei che si collocano cronologicamente dalla preistoria alla proto-storia è, però, un dato di fatto che non può essere trascurato; ecco che la valenza rituale della Luna potrebbe essere una giustificazione più appropriata per spiegare l'esistenza degli allineamenti rilevati. La declinazione della Luna è condizionata da tre termini periodici fondamentali a cui se ne aggiungono altre migliaia di entità però molto più piccola e rilevanti qualora la posizione dell'astro sia richiesta con grande precisione nel cielo. Il primo termine è quello con periodicità pari ad un mese draconitico (27,21 giorni) che corrisponde al ritorno dell'astro allo stesso nodo della sua orbita, e ampiezza pari ad "e", legato alla rivoluzione della Luna intorno alla Terra. Il secondo termine è quello con periodicità pari a 18,61 anni solari tropici ed è il periodo di retrogradazione di nodi. La sua ampiezza è pari a "i" cioè l'angolo con cui l'orbita lunare è inclinata rispetto a quella della Terra. Il terzo ciclo, dovuto alle perturbazioni gravitazionali del Sole e della Terra sulla Luna, corrisponde all'oscillazione periodica del valore dell'inclinazione dell'orbita lunare, con un ampiezza di 8,7 minuti d'arco e un periodo di 173,3 giorni: metà del cosiddetto anno delle eclissi, che corrisponde all'intervallo di tempo che separa due periodi dell'anno nei quali si possono verificare questi fenomeni. Questo
piccolo spostamento, quando giunge al massimo, può indicare l'epoca di una
possibile eclisse di Sole o di Luna. Un altro fatto importante è che la
conoscenza del ciclo lunistiziale lunare poneva in mano, a chi lo conosceva, lo
strumento per prevedere alcune eclissi, soprattutto quelle di Luna. Infatti
qualora la Luna si trovi alla massima o minima declinazione possibile e
contemporaneamente al primo o all'ultimo quarto allora sette giorni dopo è
possibile il verificarsi di un eclisse di Sole o di Luna in quanto l'astro si
troverà al nodo e contemporaneamente al novilunio o al plenilunio, quindi con
il Sole anche lui posizionato ad un dei due nodi dell'orbita lunare. Questo
metodo è in teoria possibile e praticabile, ma permette la predizione di un
numero piuttosto limitato di eclissi e soprattutto a scadenza breve, solo 7
giorni. Lo studio del succedersi delle epoche di lunistizio avrebbe però forse
potuto contribuire efficacemente, dopo un certo tempo, all'identificazione del
numero di lunazioni corrispondenti a valori interi degli intervalli di 173,3
giorni, le quali costituirono soprattutto in epoca antica utili predittori per
le sequenze di eclissi. Tornando ora all’orientazione della fonte Mojenca,
come affermato in precedenza, dalle misure eseguite e dalla successiva analisi
è risultato che l'asse della galleria della fonte interseca d=-e-i cioè a circa 28°,9 al di sotto del cerchio dell'equatore celeste. La variazione dell'obliquità dell'eclittica è molto lenta, pochi gradi in 41000 anni e le dimensioni dell'imboccatura della fonte sono rilevanti, quindi il nostro satellite naturale è stato in grado di gettare la sua luce, nel giorno del tramonto alla sua massima digressione meridionale, entro la galleria della fonte una volta ogni 18,6 anni, praticamene dal 3000 a.C. fino ai giorni nostri, essendo la variazione dell'azimut di tramonto del centro del disco lunare, circa 1° in 5000 anni. Questo fatto indica che il fenomeno avrebbe potuto essere osservato indipendentemente dall'epoca che attualmente gli archeologi sono in grado di associare alla monumentalizzazione della fonte durante la quale, con grande probabilità, potrebbe essere stata stabilita l'orientazione dell'asse della galleria in accordo con l'evento astronomico rilevato. È
noto che presso la popolazioni celtiche le fonti rivestirono un ruolo sacro e
potrebbe essere probabile che la connessione con la Luna ed in particolare con
il suo punto lunistiziale estremo inferiore possa essere stato connesso con la
sacralità del luogo. La probabilità che l'allineamento rilevato risulti da una
combinazione di fattori puramente casuali è molto ridotta in quanto risulta
essere inferiore allo 0,3% valore questo che implica che l'orientazione rilevata
per l'asse della galleria della fonte fu deliberatamente definita con un livello
di probabilità pari al 99,7%. [1]
A. Gaspani, 1999, "LA CULTURA DI GOLASECCA, Sole Luna e Stelle dei
primi Celti d'Italia", Keltia Ed. Aosta. [2]
A. Gaspani, 2000a, "L'astronomia di pietra dei Celti golasecchiani",
Terra Insubre, No.14, Maggio 2000. [3]
A. Gaspani, 2000, "Pianvalle un tempio proto-celtico",
L'Astronomia, No.210, Giugno 2000, pag.36. (Autore: Adriano Gaspani)
Sezioni correlate in questo sito: www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer Febbraio 2012 |