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Settembre1808,
tumuli di Normanton Down Barrows, una necropoli britannica
del Bronzo Antico (2.200- 1.500 a.C.) situata a sud del complesso
megalitico di Stonehenge nella contea del Wiltshire,
in Inghilterra.
Un
intrepido archeologo dilettante, William
Cunnington (1754-1810) e il suo mecenate Sir
Richard Colt Hoare (1758-1838), antiquario, archeologo, artista e
viaggiatore inglese, stanno da anni scavando centinaia di tumuli in tutto
il Wiltshire meridionale. A livello scientifico, i loro scavi sono molto
poveri, tuttavia la loro vasta campagna di indagini (450 tumuli, di cui 24
a Normanton Down) li farà annoverare
come pionieri. Il loro lavoro è condotto con l'intento di restituire alla
loro patria un'origine ben più antica di quella romana, di recuperare una
storia pre-romana e "pagana" di quei luoghi "magici"
che nel Medioevo erano stati associati con diavoli, streghe e quant'altro.
Il sito di Normanton Down, con i suoi otto tumuli funerari, è uno dei
più ampi del genere.
Bush
Barrow sta per donare loro (1) grandi soddisfazioni.
Tale nome, al luogo,
è stato conferito nel 1720 da William Stukeley per via della presenza di
cespugli che crescevano ai lati (bush=cespuglio) (2). Nessuno, fino
all'arrivo di Cunnington e Colt Hoare, aveva però intrapreso un'indagine
sistematica del sito. Eppure il tumulo parla da solo: lì sotto -pensano i
due archeologi - nasconde sicuramente qualcosa di importante! Le
dimensioni sono notevoli: 40 m di diametro per 3 m di profondità. Inoltre
da questo tumulo si può vedere molto bene il complesso megalitico di
Stonehenge, che dista mezzo miglio, perciò riservato alle persone
importanti.
Il tumulo di Bush Barrow
Dagli
scavi emerge una straordinaria sepoltura primaria con uno
scheletro di sesso maschile inumato in essa, disposto su un asse sud- nord
(capo verso sud) con un corredo di grande prestigio sociale, che ha fatto
da subito ritenere che egli non fosse un personaggio qualunque ma di alto
rango: la sua statura era decisamente superiore alla norma ed era stato
adagiato sul pavimento anzichè nella fossa, cosa piuttosto insolita. Il
femore dell'individuo era di 20 pollici, che corrispondono a circa 50
cm.
Quello
che emerse alla vista di
Cunnington lo possiamo soltanto immaginare. Poco
oltre la testa erano sparsi pezzetti di legno frapposti a rivetti di
bronzo, che hanno fatto ipotizzare la presunta presenza di un
elmetto o scudo (ma non è certo), nel tempo disfattosi. Originariamente
il defunto doveva avere tre pugnali, di cui solo due sopravvissuti fino a
noi. I due pugnali con lama in bronzo hanno grandi dimensioni e sono stati
classificati come appartenenti alla cultura Armorico-Britannica tipo A
e B (Sabine
Gerloff, 1976). Sarebbero elementi di rilevante importanza
che indicano il momento in cui pugnali bretoni iniziarono ad essere
prodotti nel sud della Gran Bretagna, mentre la produzione indigena di
pesanti pugnali di tipo C doveva ancora cominciare. Il pugnale di bronzo
più ricco era ornato con oltre 140.000 rivetti in oro minuti, disposti in modo da formare un percorso a zig-zag
in fondo.
Ogni rivetto - sottile come un capello umano e non più lungo di un
millimetro - era stato meticolosamente messo in minuscoli fori praticati
singolarmente. Questo pugnale era unico e certamente degno di un re. Nella mano destra il
misterioso uomo doveva avere un piccolo coltello-pugnale ma non è rimasta
nemmeno la lama, che potrebbe essere stata di un materiale scadente,
imparagonabile a quello dei pugnali. Le parti in
legno delle armi erano andate completamente polverizzate mentre sono
rimasti dei perni d'oro che avevano tenuto insieme i manici di legno e le
lame. Al di sopra dei pugnali, per terra, vi era un gancio (resto di fibbia per cintura?)
ricoperto d'oro. Un'ascia di bronzo era appoggiata sulla parte destra del
petto come uno scettro e presentava lungo il manico degli anelli ossei a
incastro; per terra, all'altezza delle cosce, vi era una mazza forata, in
pietra di forma ovale, con con manico di osso su legno intarsiato dove, stando alla
descrizione di Cunnington, c'erano dei piccoli serpenti decorati; la
pietra in realtà lui non la definiva una mazza, ma una pietra perforata
molto curiosa che non presentava tracce di usura o logoramento. Sul petto,
come diremo tra poco in modo approfondito, era appoggiata una sorprendente
losanga d'oro di circa 18 cm x 15 cm, e un'altra piccola losanga in foglia
d'oro morfologicamente simile era situata per terra, quasi vicino alla
mazza.
Ricostruzione della sepoltura di Bush Barrow (3)
Fu trovato
davvero in questa posizione, il defunto? Nella descrizione della scoperta,
pare che questo non sia chiaro perchè mancano del tutto i disegni!
Potrebbe invece essere stato in posizione raccolta o flessa su un lato, il
sinistro (posizione considerata "normale" per un maschio anziano
di quel periodo, deposto con dei pugnali) di conseguenza la posizione dei
reperti cambierebbe. Ci sarebbe poi stata una quarta lama o un quarto
pugnale messo deliberatamente in disparte oppure, secondo alcune ipotesi,
poteva appartenere ad una sepoltura più
antica!? Non va escluso che i
tumuli in questione possano essersi sovrapposti, se così si può dire, a
sepolture già esistenti e questo non è ancora stato indagato. C'è
qualcuno che vorrebbe venissero fatti altri scavi perchè ci sono ancora
dei misteri da chiarire, che rendono Bush Barrow più complesso di quanto si
ritenga (4).
Disegno del corredo ritrovato nella sepoltura (Annable e Simpson, 1964).
Si ringrazia Wim van Mourik per la cortese segnalazione.
I
gioielli ritrovati nella tomba vennero dapprima conservati, come
sembrerebbe di capire, da Cunnington e in seguito nella collezione
antiquaria di sir Colt Hoare, il quale li vendette poi all'allora Museo
Archeologico del Wilthsire a Devizes. Ma qui si apre una parentesi
alquanto oscura poichè la struttura, non disponendo di un sistema di
sicurezza idoneo, non avrebbe esposto gli originali ma delle copie. I
manufatti autentici vennero concessi in prestito al British Museum di
Londra, che li
espose a partire dal 1922. Solo nel 1985 i preziosi reperti vennero
restituiti al Museo di Devizes ma furono conservati
per decenni nel caveau di una banca perchè il Museo stesso non disponeva
dei fondi per realizzare un'apposita galleria espositiva
dotata di adeguati sistemi di sicurezza. Superati i problemi, oggi si possono ammirare al
Wiltshire
Heritage Museum di Devizes.
I reperti scoperti nel tumulo dove riposava il
"gigante", più alto della norma di 6 pollici (ovvero oltre 15
cm ma non conosciamo comunque la sua reale altezza), sono stati definiti come
"i primi gioielli della Corona britannica", se si ammette che
egli fosse un re, al suo tempo. Ma non sappiamo nè il suo nome, nè chi
fosse veramente. Il
corredo lascia capire che il personaggio inumato fosse molto potente e
forse accentrava su di sè tutti e tre i maggiori poteri: politico,
militare e religioso/spirituale. In due tumuli adiacenti sono stati
ritrovati oggetti altrettanto sontuosi e secondo gli archeologi potrebbe
trattarsi di un clan familiare. Alcune fonti dicono che non è stata
trovata selce da lavoro nell'area, il che farebbe pensare che questo luogo
era del tutto a parte dalle attività quotidiane, quindi da considerarsi
particolare. Potrebbe essere valida l'ipotesi che questo tumulo fosse
direttamente collegato da una "passerella" di pietre a
Stonehenge.
Cosa
aveva a che fare il personaggio sigillato nel tumulo di Bush Barrow con
questo monumento megalitico?
Alcuni studiosi hanno avanzato l'idea che egli ne fosse il
committente/progettista, oppure uno dei membri della famiglia che lo
costruì. Stonehenge è uno dei più famosi siti archeologici del mondo,
anche per le sue correlazioni con l'archeoastronomia. Secondo alcuni la
sepoltura di Bush Barrow è attraversata dal medesimo asse solstiziale che passa
attraverso Stonehenge.
Lo
scheletro del Tall Stout Man (sul quale non sono stati effettuati esami al
radiocarbonio, da quanto si apprende) si troverebbe tutt'oggi all'interno
del tumulo, ma sulla zona è stata fatta crescere l'erba da pascolo. Il
cimitero dei tumuli si troverebbe in effetti su un terreno privato ma
monitorato come patrimonio culturale inglese.
Un oggetto particolare spiccava sul petto del defunto: una losanga d'oro
(fig. a).
"Sul petto
dello scheletro era un grande piatto d'oro, sotto forma di una losanga che
misura 7 pollici per 6 pollici" la cui superficie è
caratterizzata da losanghe concentriche che diminuiscono di grandezza gradualmente verso il
centro. Un disegno a zig-zag è inciso finemente lungo il contorno
esterno e presenta due piccole aperture che lasciano
intendere che l'oggetto fosse portato come un pettorale dal suo
proprietario e ne decretasse lo status. Un'altra losanga (fig. c), più piccola,
costituita da un sottile foglio d'oro, era situata vicino al corpo, dalla parte destra. Anche la presunta fibbia
(fig. b) è costituita da un disegno a
quadrati concentrici.
abc
Le
misure della losanga più grande (nota oggi come Bush Barrow lozange)
le abbiamo già fornite poco sopra; abbiamo però una stima più precisa
che proviene da una fonte
sicura come è il curatore del Museo, il dr. Paul Robinson: 18, 5 cm x 15,
6 cm. Lo spessore è di 0, 5 mm. Il quadrato che presenta le minute
incisioni a zig-zag misura 18 cm x 15,3. Ciascuna losanga è decorata
con quattro linee parallele molto ravvicinate (che costituiscono la
cornice di ciascuna, se così si può dire) e devono aver richiesto un
lavoro di artigianato orafo molto preciso (tenendo conto dell'epoca di
esecuzione, tra l'altro). L'esame particolareggiato del reperto denota che
i vertici delle losanghe sono leggermente fuori asse e uno dei lati è
lievemente più largo, forse a causa della curvatura del metallo (le
immagini a disposizione non consentono grossi calcoli). Alcuni
vedono sulla losanga delle ulteriori incisioni o perfino caratteri che non
sono mai stati convalidati. Quando
era ancora conservato al British Museum, lo splendido reperto subì un
incidente (di cui ignoriamo le circostanze) e pare sia stata riparato
-secondo alcuni- arbitrariamente (le sarebbe stato conferito un profilo
"a cupola"). Non sappiamo se questo sia vero o meno,
ma secondo alcune fonti in origine la losanga era piatta. Alle
due estremità longitudinali il gioiello d'oro presenta due fori dove era
quasi certamente inserita la cordicella per appenderlo al collo. Sembra
che quando venne trovato sul petto del Tall Stout Man, i due fori
risultassero a destra e a sinistra. Le sue
grandi dimensioni hanno fatto supporre che fosse
parte di una corazza
(era situata a livello dello sterno, da quanto si sa), ma ciò sembra
essere stato totalmente escluso. Così come è da scartare un uso
puramente
decorativo.
Il lavoro a zig - zag presente tra la terza e quarta losanga forma dei
triangoli, esattamente 9 per ciascun lato (per un totale di 36),
alternativamente con il vertice verso l'alto e verso il basso. Sugli stessi
angoli dei fori, si notano due segmenti divergenti (d) di questo
decoro, mentre agli altri due angoli il segmento è singolo (e). In
entrambi i casi non muta il numero di triangoli, tuttavia nel secondo caso
(come mostra la fig. e) parrebbe che il segmento divida il triangolo
"maggiore" in due triangoli rettangoli mentre nei vertici che
hanno il foro (fig. d) questo non si può verificare e si ha invece una
sorta di "cuneo". Tutto ciò ha un significato?
de Alcuni
ipotizzano che il doppio segmento sia uno sbaglio di lavorazione, cioè
l'artigiano non sarebbe stato in grado di dividere la lunghezza per
soddisfare un numero esatto di triangoli e ha dovuto apportare questa
piccola modifica su due dei quattro lati proprio per questo (far rimanere
costante il numero di triangoli, 9 per lato cioè 36 in totale). In
realtà a noi non pare si possa chiamare errore, perchè non costava
niente, all'artigiano, fare un singolo segmento anzichè due (come si vede
benissimo specialmente nel disegno della losanga, fig. h, più che dalle foto).
Quel "cuneo" poteva costituire un dettaglio che, nel
simbolismo conferito all'oggetto, aveva la sua importanza (in via
dubitativa, perchè nessuno può saperlo). Nel
centro il reperto presenta nove quadratini, una sorta di "scacchierina" (f)
che ricorda un Tic-Tac-Toe, una forma del gioco del tris. Tuttavia
potrebbe essere interpretato come un "quadrato magico" anche se,
in assenza di numeri o lettere, ciò è azzardato proporlo. E' una
ripartizione dello spazio centrale, la losanga più piccola, e come
"centro" dello schema può assumere un valore importante.
f
In proposito,
sono state partorite molte idee, come spesso succede quando mancano prove
incontrovertibili. Essendo praticamente un unicum, il reperto non
ha ancora una spiegazione consolidata e ufficiale. Vediamo di fare un
elenco di alcune delle teorie che sono state proposte e che sono state
anche pubblicate in alcuni libri o articoli, dai loro rispettivi autori:
-
Calendario
astronomico.
Alcuni ricercatori (come A.S. Thom) hanno analizzato la sua simmetria,
credendo di individuarvi una correlazione con i quattro punti cardinali,
ma non solo: le linee a zig-zag vengono interpretate come indicatori
solari e lunari nei giorni astronomicamente significativi, il che sarebbe
da considerare come un arcaico sistema calendariale. I resti dei rivetti
in bronzo trovati sparsi nella sepoltura costituirebbero un'alidada,
utilizzata con la losanga (debitamente posizionata) per osservare alba e
tramonto per tutto l'anno alla latitudine di Stonehenge. In sostanza, la
losanga costituiva un mezzo con cui osservare e registrare le misure
angolari (azimut) senza usare la scrittura: essa stessa era un libro di
testo per costruire il calendario, un'enciclopedia di riferimento (5). Di
parere contrario a questa ipotesi è il prof. Adriano Gaspani che, da noi
interpellato in merito (proprio in qualità di archeoastronomo), ci ha
informato che sono speculazioni prive di fondamento scientifico perchè
alla prova dei fatti non reggono (approfondiremo l'argomento in un
prossimo aggiornamento).
-
Matura
riflessione dei principi geometrici sviluppati
dai progettisti neolitici che avevano usato per generazioni gli stessi
semplici e raffinati metodi di costruzione per i monumenti in legno e
pietra. La losanga sarebbe basata su una geometria studiata
rigorosamente e fondata sull'esagono, realizzata con strumenti perduti
da tempo. Alla base però c'era la geometria del quadrato e del
cerchio. A sostenerlo è l'archeologo Anthony Johnson (6) che
rafforza così la sua idea che Stonehenge sia stato progettato utilizzando niente di più che
chiodi (o paletti) e corde.
Lo studioso pone il problema che questi reperti a losanga (la più
grande, fig.a, e la più piccola, fig. c) possano essere stati in circolazione
ben prima della datazione del tumulo in cui furono ritrovati (circa
1.600 a.C.). Infatti egli dice che nessuno ha in realtà mai datato la
losanga di Bush Barrow. Recentemente
quest'ultima è stata accostata ad un altro reperto
ritrovato in un tumulo funerario nel 1882 da Edward Cunnington (7). Si
tratta di un'altra favolosa losanga d'oro emersa dal tumulo di Clandon
Barrow, che domina il
villaggio di Martinstown, nei pressi di Dorchester, nel Dorset. Sembra
pacifico che questi reperti abbiano in comune una geometria studiata
rigorosamente. Quella di Bush Barrow, sostiene Johnson, sarebbe basata sull'esagono e quella
di Clandon sul decagono.
g h
Le due
bellissime quanto misteriose losanghe d'oro a confronto: a sinistra quella ritrovata nel tumulo
di Clandon Barrow e a destra quella di Bush Barrow. Il pezzo g misura 15,
5 cm x 11 cm (è quindi più piccolo del pezzo h), lo spessore della foglia
d'oro è di 0, 08 cm. Osservando
i due esemplari possiamo fare delle considerazioni personali. Il pezzo g,
Clandon Barrow, è costituito da sei losanghe concentriche mentre ci è
ormai familiare che quello di Bush Barrow ne ha quattro (ricordando che
ciascuna losanga ha una cornice di 4 linee parallele). La misura dei lati
non è uguale Le singole losanghe, nel primo caso (g), sono più ravvicinate
di quanto siano nel secondo (h) e lo spazio centrale è più ampio.
Quest'ultimo (il cui lato esterno più lungo misura 5.92 cm e quello
più corto 4,32 cm) presenta un bellissimo disegno, enigmatico, impostato
su una croce centrale (indicatore di direzioni cardinali?) che divide il
rettangolo in quattro ulteriori quadranti, ciascuno contenente dei
triangoli (o semiquadrati), in numero di 4 nel primo e nel terzo, e di tre
nel secondo e nel quarto (tenendo presente il disegno della fig. g). Se
non considerassimo la croce, allora i semiquadrati diventerebbero uno in
più per ciascuno, ma scomparirebbe la ripartizione. A seconda di come lo
si osserva, il disegno sembra dare delle illusioni ottiche (l'oggetto
andrebbe visto com'è realmente). Il reperto non è in ottime condizioni:
è deformato e piegato su tutta la superficie; è presente un foro lungo
un punto del perimetro tra la quarta e la quinta losanga (orientativamente
per far capire, si veda questa
immagine). Tuttavia i ricercatori hanno tentato di valutare, con
discreto successo, le sue caratteristiche geometriche. La vicinanza
dei tumuli in cui le losanghe sono state scoperte e la loro somiglianza
morfologica ha fatto ipotizzare, ad alcuni studiosi, che l'artigiano fosse
unico (8). Ci
piace aggiungere che in un tumulo adiacente a quello del Tall Stout Man
sono stati rinvenuti oggetti d'oro molto belli, tra cui quello mostrato
nella figura sottostante, secondo chi scrive particolarmente interessante
per il motivo geometrico che riporta:
-
Dispositivo
di memoria. Sono state avanzate
teorie che individuano nella losanga di Bush Barrow gli stessi numeri aurei e rapporti matematico-geometrici insiti nei grandi monumenti
di antiche civiltà come quella che ha costruito Stonehenge
(naturalmente), quella Sumera, Egizia, Greca e Romana (9).
-
Un
potente
talismano o un accumulatore di energia,
una sorta di circuito radionico utilizzato dal proprietario e che ne
contraddistingueva il rango o il potere. E' stata anche interpretata come
possibile oggetto
rituale e cerimoniale,
di cui però non è stata data ulteriore spiegazione.
-
Un
prototipo della "nostra" Triplice
Cinta. A
questo punto anche noi ci permettiamo di formulare un'associazione
morfologica e con cosa se non... con lo schema del quadrato
concentrico (Triplice Cinta)? Molti lettori avranno già probabilmente notato la
somiglianza. Anche perchè esistono esemplari a tre, quattro, cinque e
anche più...cinte! Sono rarissimi ma ne abbiamo documentati. Dai
nostri assidui studi, sfociati nell'anno 2012 in un nuovo, corposo
libro, sappiamo che la Triplice Cinta così come la conosciamo oggi e
assimilata al gioco del filetto (che è solo uno dei suoi aspetti),
non compare nelle incisioni su pietra o roccia prima della fine
dell'Età del Ferro e l'inizio del periodo romano. I graffiti del
Tempio di Kurna (1.350 a.C. circa) in Egitto, sono con ogni evidenza
da datarsi al periodo copto se non dei Crociati (medioevo) e non
possono costituire una prova di antichità così remota. Il caso di
Bush Barrow (e di Clandon Barrow) rimette indietro la lancetta del
tempo, sebbene un collegamento diretto con lo schema di una TC non è
possibile, al momento, documentarlo con scientificità. Come abbiamo
già ipotizzato e rimarcato nelle nostre ricerche, però, va
perseguita la strada che porta ad una genesi simbolica di questo
schema, sul cui significato abbiamo dedicato ampio spazio nel citato
volume (10). Ci rammarichiamo del fatto che, al momento di
pubblicarlo, non avevamo notizie sull'esemplare presentato in questo
articolo.
Probabilmente
la risposta all'enigma della losanga di Bush Barrow va cercata nel suo
altrettanto misterioso proprietario, il "gigante" sepolto vicino
a Stonehenge, e alla sua stirpe. Forse madre di quel druidismo che non
aveva bisogno della scrittura per trasmettere e veicolare conoscenze
riservate a pochi.
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