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E'
indubbio come molti dipinti che ritraggono la narrazione sacra cristiana,
e non a caso uso qui il termine cristiana in quanto mi riferisco a quella
pluralità di espressioni religiose che sono nate dal cristianesimo (il
quale è espressione spirituale e non formale), hanno valore e significato
alchemico. Dove ovviamente, e correttamente, intendiamo l'alchimia come
l'arte di mondare, separare, e trasmutare le varie componenti di quel
mosaico cacofonico che è l'essere umano. L'arte sacra, con le sue
codifiche avvenute dal VII secolo in poi, favorevolmente si è prestata a
traghettare nel corso dei secoli messaggi iniziatici; e l'attento
estimatore della stessa, a prescindere dal luogo e dal tempo, ha la
possibilità di interpretare questi messaggi sapienziali tramite le forme,
gli spazi, i colori intelligentemente miscelati dall’artista. Il quale
artista è a sua volta "iniziato" all'arte in
"botteghe", per tramite della continua frequentazione del
maestro e del fertile connubio che in tali ambiti esisteva fra arte,
scienza, cultura, e religione.
Scuole
di arti e di mestiere, di cui fin troppo si sente la mancanza in un mondo
di molteplici maestri senza chiavi, e che aiutavano il genio a esprimersi.
1.
Il Rosso, il Blu e il Bianco nell'Arte Sacra
I
capolavori del passato ci tramandano un'immagine della Madre di Gesù
avvolta in un bianco splendente o in un blu che rimanda all'infinità del
cielo, quando questi colori non sono entrambi utilizzati congiuntamente,
assieme ad altri quali l'oro o il rosso. E' però indubbio che è nel blu
e nel bianco che i maestri dell'arte sacra hanno immortalato la Maria di
cui stiamo trattando, intravedendo in essi lo strumento con cui veicolare
il loro messaggio. Ovviamente nell’arte sacra i colori rivestono una
particolare importanza, e sono a loro volta il frutto di sapienti
miscelazioni di metalli ed estratti, in una sorta di alchimia meccanica,
che è preludio di un’alchimia d’intelletto e di spirito. E’ quindi
opportuno nel riferirmi alla preponderanza del bianco o del blu, legata ai
sacri vestimenti, adottare i termini Maria Bianca o Maria Blu.
Nel
linguaggio iconografico il bianco rappresenta la purezza, l'inizio di una
nuova vita non macchiata dal peccato, oppure una vita che è stata
preservata o mondata dalla corruzione terrena. Nei vangeli troviamo il
bianco nella vesta battesimale, così come il Cristo è avvolto di bianco
durante la resurrezione. Numerosi sono poi gli angeli che scendono sulla
terra in bianche vesti, rappresentando essi il pensiero divino che in
quanto tale non può che essere puro in sé stesso.
E'
quindi ovvio che la Maria Bianca rappresenti l'elemento della purezza così
anche in rispetto ai dettami dogmatici quali l'Immacolata Concezione
(Maria è stata concepita priva di ogni peccato e monda dalla corruzione
della carne) Nascita verginale
(Maria ha concepito Gesù senza conoscere uomo)
Verginità perpetua (Maria non ha conosciuto uomini e non ha
procreato dopo la nascita di Gesù).
Il
Blu è l'altro colore con cui troviamo rappresentata Maria. Nel linguaggio
sacro il blu, nelle sue varie gradazioni ed intensità, rappresenta il
mondo spirituale come il rosso, ma con una profonda differenza. Mentre il
Rosso è il colore dello Spirito, del divino in sé divino, il Blu
rappresenta la creatura che liberandosi dalle passioni terrene, dalla
corruzione di questo mondo, attraversa la soglia del divino. Troviamo
questo colore quindi non solo nella rappresentazione di Maria, ma anche in
quella degli Apostoli. Indubbiamente il blu rimanda anche all’idea
stessa di vita, accogliendo in sé il colore delle acque e quello del
cielo, ponendo l’accento quindi sulla natura umana e terrena della
Maria. Mentre il bianco rimanda ad un’idea di staticità, il blu è un
colore fortemente connesso al dinamismo, al mutare, alla trasformazione e
alla vita impetuosa; per questo anche a mio avviso la sua affinità con il
mercurio non può che essere piena.
Il
Rosso è un colore che non di rado, seppur in misura inferiore al bianco
ed al blu, accompagna le sacre rappresentazioni di Maria. Il Rosso è
associato al fuoco spirituale, alla divinità amorevole che dall'alto dei
cieli discende sulla terra, al sacrificio, all'azione di trasmutazione del
fuoco. Il rosso è associato agli esseri spirituali, alle manifestazioni
del divino tramite lo Spirito Santo, ed in genere è riservato allo stesso
Gesù, in quanto la sua natura è anche divina. Qualora investa anche gli
Apostoli o la stessa Maria, sottolinea come lo Spirito Santo sia disceso
su di loro concedendo i suoi doni spirituali e ultrasensibili.
Il
Rosso è il colore dei cherubini, i quali sono una schiera angelica posta
oltre il trono divino, questo ad indicare la loro estrema vicinanza al
potere e al pensiero divino.
Genesi
3,24
"E esiliò (il Signore Dio) l'uomo e pose a oriente del Giardino
di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante per
custodire la via dell'albero della vita."
E’
un rosso, quello iconografico, che rappresenta un amore divino intenso a
cui niente che è impuro si può opporre, un amore che è forza dirompente
che tutto arde senza consumare ciò che è puro.
2.
Il Sale e Mercurio
Prima di procedere è
bene ricordare come gli alchimisti solevano attribuire ai vari elementi,
fasi dell'opera, colori ed oggetti, dei significati ed attributi spesso
intercambiabili, in guisa della scuola di appartenenza o delle necessità
comunicative. In quanto se variabile poteva essere il processo con i suoi
elementi, il risultato dell'Opera non doveva mutare: la trasmutazione in
oro del grossolano, la separazione di ciò che è puro da ciò che è
impuro. Del resto l’arte alchemica è per l’appunto un’arte, e come
tale non può e non deve essere imbrigliata in schemi fin troppo meccanici
e ripetitivi, volendo essa stessa rompere le catene ove l’umana natura
ci ha costretto. Via umida e via secca sono termini didattici, è male
coglie a colui che pensa di imporre una manichea separazione fra le
stesse. Nel processo alchemico spesso ci rendiamo conto che brucia
maggiormente l’acqua, resa corrosiva, rispetto al fuoco a fiamma lenta.
Il quale processo alchemico è costellato di rischi difficilmente
calcolabili, poiché investe una serie quasi infinita di elementi, quasi
mai inerti, di combinazioni e permutazioni.
Terminate
le considerazioni precedenti, non rimane che chiederci a quali elementi
dell'opera alchemica è associata Maria Madre?
Seguendo
la logica dell'arte sacra, che vuole una Maria con addosso bianche vesti,
o una Maria con la tunica o il velo blu, possiamo quindi introdurre il
concetto della Maria Bianca e della Maria Blu. La prima riconducibile al
Sale e la seconda al Mercurio,che come ricordava Gerhard Dorn (XVI secolo)
il blu, nelle sue varie sfumature, è il colore del mercurio.
Il
sale è elemento alchemico associato al corpo e alla materia per la sua
qualità di cristallizzarsi, di raccogliere in forma i suoi elementi
essenziali. Il sale nasce dall'evaporazione delle acque per mezzo del
fuoco. Questa sua duplicità (acqua e fuoco) la ritroviamo nelle sue
caratteristiche ambivalenti di elemento che induce conservazione, ma anche
di distruzione tramite corrosione. Il Sale va quindi dosato secondo i
bisogni e le necessità, e così
come il sale volgare in virtù della cristallizzazione si organizza in
forma, così il sale filosofico è quell'agente che sul piano sottile
dispiega la forma adeguata attorno allo spirito. Questa la Maria Bianca,
vergine e pura, che a seguito dell'annunciazione, concepisce Gesù: dando
quindi forma all’essenza.
Matteo
1:18
La
nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era
stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare
insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Luca
1:34
Maria
disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco
uomo?»
Luca
1:38
Maria
disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua
parola». E l'angelo la lasciò.
Come
in precedenza suggerito la Maria Blu è associata al mercurio. Questo
elemento per gli alchimisti è la semenza del metallo, attraverso cui è
possibile, con l'aggiunta delle adeguate misure e qualità ignee dello
zolfo, conseguire ogni altro metallo, fra cui ovviamente l'oro alchemico.
Il mercurio è associato al femminile, alla passività, all'umidità, e
alla fertile indifferenziazione. Il mercurio corrisponde quindi ai fluidi,
all'acqua, ma anche al seme (per la tradizione occidentale il seme
femminile, mente lo zolfo corrisponde al seme maschile). Il Mercurio non
da forma a ciò che non è forma, niente esso attiva e raccoglie in se. In
quanto il mercurio per sua primaria natura è polimorfo, ed assume esso
ogni forma insita nel suo essere semenza metallica.
«
Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c'era la
madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più
vino". Gesù le disse: "Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia
non è ancora venuta". Sua madre disse ai servitori: "Fate tutto
quel che vi dirà". C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo
adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno
due o tre misure. Gesù disse loro: "Riempite d'acqua i
recipienti". Ed essi li riempirono fino all'orlo. Poi disse loro:
"Adesso attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi
gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che
era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano
bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli
disse: "Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto
abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino
ad ora". Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di
Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.
»
(Vangelo
secondo Giovanni 2,1-11)
L'angelo
dell'Annunciazione e il Gesù delle nozze di Cana altro non rappresentano
che lo zolfo, (il terzo elemento alchemico alla basa di ogni sostanza ed
elemento, principio attivo e maschile), che combinandosi in modo ed
intensità diverse determina nel primo caso il concepimento del
Lapis-Cristo, e nel secondo caso la trasmutazione della materia (nel primo
caso lo zolfo impone al sale di cristallizzarsi, nel secondo caso è il
mercurio che ha azione di reagente o di acceleratore alla sua azione).
Ovviamente i tre elementi sono comunque e sempre presenti, seppur in dose
diverse in ogni processo, ed anche la loro apparente assenza va letta come
non azione esplicita, ma potenziale. Così come nel simbolismo dell'arte
sacra la successione dal bianco al blu, o dal blu al bianco per la madonna
altro non è che la volontà di far risaltare la purezza come elemento
necessario alla divinazione, oppure la sua condizione di privilegiata fra
le creature e da cui la purezza. Nell'immaginario alchemico si procede
dall'interno verso l'esterno (questa la successione, in quanto le prime
fase sono interiori al crogiuolo), indica le fasi dell’Opera, e le dosi
necessarie agli elementi dell'Opera. Così se è il bianco a costituire il
vestito e successivamente abbiamo un velo azzurro, è suggerito come sia
necessario prima immettere il sale nel crogiolo e successivamente il
mercurio, oppure come nel caso dell’annunciazione abbiamo un Angelo,
significa che la Lapis Bianca, rappresentata da Maria, deve essere ancora
sottoposto alla forza dello Zolfo, al fine di concepire il Lapis Cristico.
Ai
tanti che sostengono come la Maria Maddalena è sempre raffigurata di
rosso, mentre Maria Madre di Gesù di bianco o blu, è bene ricordare che
questo confronto ha ben poco senso, in quanto si pretendere una
valutazione qualitativa, laddove questa non vi è rappresentando le due
Marie momenti e vie diverse dell’Opera stessa. Del resto l'arte sacra ci
tramanda innumerevoli opere dove Maria Madre ha vestimenti di color rosso,
questo ad indicare come l'elemento spirituale inevitabilmente arda in lei,
anche se l'iconografia classica si predilige porre maggiormente l'accento
sul bianco ed il blu. E' pur bene riflettere, quando siamo davanti ad una
sacra rappresentazione dei secoli passati, quale indumento assume il
colore bianco, blu o rosso, e quale processione questi colori
rappresentano: la veste è legata alla corporeità, il velo
all'intelletto, il manto al diaframma fra ciò che è dentro e ciò che
sta fuori.
L'opera
alchemica, così come gli elementi alchemici, non è un ferreo alternarsi
di operazioni fra loro slegate, ma è un costante e circolare calcinare,
separare, riorganizzare, sublimare e trasmutare. Dove i vari elementi
raccolgono attribuiti e qualità, seppur in intensità diversa, gli uni
dagli altri.
Il
sale e i suoi cubici cristalli sono tratti dall'acqua grazie all'azione
del fuoco, ma è esso stesso fuoco che brucia sulla carne viva, che
corrode gli elementi, che assorbe l'umido. Così come il mercurio
assorbendo il sale, si purifica a sua volta, risultando capace di mondare
da ogni incrostazione opprimente e velante l'oro.
Vale
qui in ultima analisi il detto che solamente chi ha l'oro può fabbricare
l'oro.
Nel
secolo XV apparve ad opera di un francescano errante di nome Ulmannus un
testo alchemico dal nome Libro della Santa Trinità (1415-1419), che
associa alle varie fasi ed elementi alchemici temi proprio della mistica e
dell'iconografia cristiana. In questo testo alchemico, ancora oggi
largamente indecifrato, si narra come l'Uomo sia nato dall'azione
congiunta di un duplice Sole: Il Sole Spirituale ed il Sole Nero. Seppur
non è questa la sede di narrare delle similitudini fra questo testo e la
sapienza gnostica, rimanendo nel solco del presente lavoro è interessante
notare come il Sole Spirituale sia un Rebis formato da Gesù "la
pietra maschile della purezza", e da Maria "la pietra femminile
della Grazia", la loro unione avviene nella plenitudine del Dio Padre
"la pietra oleosa". Nel libro della Santa Trinità si sottolinea
come anche Maria è consunstanziale al Padre, e non solo Figlio, in quanto
anche lei sarebbe nata nello Spirito Santo. Dando quindi vita ad una
matrice il cui dissolversi e coagularsi è il punto di origine di ogni
essere ed ogni creazione. E’ interessante notare come la Maria tratta
nell’immagine a corredo sia avvolta in vesti di un blu intenso,
sottolineando quindi il suo carattere squisitamente mercuriale. Essa viene
incoronata, sacralizzata, dal Cristo verde (sale), e dal Padre rosso
(zolfo), durante un’azione congiunta.
Nel
rinascimento i circoli neoplatonici, i mistici cristiani, si espressero
attraverso ardite, quasi surrealiste, visioni del rapporto esistente fra
Creatura e Mondo Divino, per cui non possiamo stupirci che in tale fervore
culturale e sapienziale le vie proposte all’Opera Alchemica ricordano più
un percorso individuale, che una strada maestra per molti.
3.
Conclusione
Abbiamo
visto, in questo lavoro introduttivo, come arte sacra, misticismo ed
alchimia sono depositi dello scibile iniziatico fortemente connessi, e
malgrado questo lavoro non intenda fornire espliciti suggerimenti
operativi ma promuovere solamente delle riflessioni, è indubbio come
un'Opera Reale non possa essere privata di questi apporti, così come del
genio individuale.
Il
tendere della Maria dal bianco al blu, dal sale al mercurio, da ciò che
è cristallino a ciò che è metallica semenza, dal mondo organico a
quello metallico, non è altro che il mutare di ogni elemento su questo
piano. Elemento che in virtù della presenza della scintilla divina,
zolfo, del fuoco trasmutatore, modifica il proprio stato e composizione in
guisa di un'opera in perenne corso e senza soluzione di continuità. Così
se è il sale che si rende forma e raccoglie lo Spirito disceso dal mondo
superiore, in quanto su questo piano tutto deve avere una forma, ciò
avviene perchè sussiste il mercurio passivo e femminile che incontra il
mercurio maschile ed ativo, in modo tale che alla semenza divina pura in
quanto pura essenza, si unisce la semenza femminile di una pietra pura
poiché preservata dalla corruzione. Così è la Maria Blu, in cui
l'elemento mercuriale ha maggior rilevanza e presenza, che agisce nelle
nozze di Cana, spingendo il figlio a manifestarsi e compiere il Miracolo.
Del resto non è compito del mercurio, adeguatamente attivato dal sale,
mondare e rendere espresso il Lapis, qui rappresentato dal Lapis-Cristo ?
Come
la stessa Alchimia tramanda ed insegna gli elementi sono finiti a fronte
di infinite combinazioni e permutazioni. Così il singolo elemento
sottoposto all’azione ripetuta degli altri elementi, più e più volte
modifica la propria composizione e qualità. Così la Maria Bianca e la
Maria Blu possono essere intese come l’espressione di un unico elemento
che ha attraversato varie fasi di lavorazione.
E’
quindi la prospettiva e la scienza alchemica che si riveste di elementi
cristiani, oppure è il nucleo essenziale del mistero cristiano ad essere
uno scrigno alchemico?
(Autore: Filippo
Goti)
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