Aperto
nel 1992,conserva le opere scultoree,pittoriche e gli arredi provenienti
dal Duomo,dove si trovavano in depositi, in attesa di un ambiente
adatto.Ad eccezione della prima sala,il percorso di visita segue un
andamento cronologico.La sala iniziale fa eccezione poichè racchiude in
teche di vetro opportunamente dosate da luce illuminante,dei corali e
codici miniati di mirabile bellezza(esposti a rotazione),il più antico
dei quali risale all'anno Mille.La cosa interessante è che studi
recenti(ma basta un po' di spirito di osservazione)attestano la
somiglianza tra i girali vegetali di alcune miniature e quelli scolpiti
sugli architravi di varie chiese cittadine,come ad esempio San
Frediano.Un' (ulteriore)conferma della sicura 'colleganza'tra i
Monasteri,in cui ferveva l'attività amanuense,e le corporazioni
Edilizie,tra cui quella dei Maestri Comacini,che a Lucca hanno lasciato
impronte in capolavori inequivocabili.
In questa sede
si inseriscono solo alcune immagini di alcuni pezzi esposti nel Museo
della Cattedrale,gioielli non solo in senso 'metaforico'!Infatti si
possono ammirare gli ornamenti (tutti in oro,con inserti di pietre
preziose e diamanti) per il venerato crocifisso detto del Volto Santo
o della Santa Croce(conservato in un tempietto nel Duomo),che
vengono applicati due volte all'anno(il 3 maggio e il 14 settembre)alla preziosa statua-
reliquiario.Constano nella corona,nel collare,nel gioiello,nel fregio
della veste
e
nello scettro,di autori ed epoche diverse.
(particolare)
Piccola
scultura raffigurante il Volto Santo,prima metà del XIX sec.Ignoto
argentiere lucchese. La caratteristica con cui a Lucca viene
rappresentato questa iconografia, è che il piede destro ha la punta
rivolta verso un calice.
Chiavi
in argento del Volto Santo(metà XVII sec.e 1814),attribuite ad ignoti argentieri
lucchesi In origine erano tre,corrispondenti alle tre porte della
città;se ne aggiunse una quarta nell' '800 per volere di Elisa
Baciocchi, sorella di Napoleone e signora di Lucca,a simboleggiare porta
Elisa,aperta in quegli anni per sua stessa volontà.
Volto
Santo,dipinto attribuito a Domenico Ferrucci,databile post 1655,poichè
è già presente la corona,identica a quella realizzata in quell'anno da
Ambrogio Giannoni e conservata nel Museo.Si noti la nerezza del volto
del Cristo,che quasi non si distingue.
Padre
Eterno tra angeli(1517),Agostino Marti
Braccio
reliquiario di San Biagio(primo quarto XV sec.).
Dittico
eburneo del console Areobindo(prima metà VI secolo d.C.),bottega di
intagliatori costantinopolitani.Non si conosce nè quando nè come il
reperto entrò a far parte del tesoro della Cattedrale di Lucca.
Aerobindo fu console a Costantinopoli tra il 506 e il 545.Da incisioni
di nomi di santi(come San Frediano) all'interno delle valve,databili per
grafia al VII_VIII secolo d.C.,si ritiene che il manufatto sia stato
precocemente usato nella liturgia.
Frammento
di pilastrino marmoreo decorato a intreccio,ritrovato in epoche recenti
nel muro esterno dell'antica sala capitolare della cattedrale,dove era
stato reimpiegato come elemento della muratura.Si pensa che dovesse
contribuire ad arricchire il presbiterio,poichè le fonti raccontano che
esso era impreziosito da transenne e dotato di una cripta rivestita di
marmi. Oggi,non resta quasi più nulla della costruzione antecedente il
IX secolo,anno in cui il Duomo fu ricostruito.
Accanto al
frammento nella foto,c'è la lapide sepolcrale di Leo Giudice,morto nel
1046,che fa capire come fosse in uso la pratica di seppellirvi le
personalità distinte,socialmente o religiosamente.
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Chi,quando,dove
e come sono le domande che contornano ancora di mistero questo
celebre manufatto.
La
scultura è delicatissima e la giovane donna sembra dormire
dolcemente,sul suo doppio cuscinetto con nappine laterali.I particolari
sono molto curati,ci si accosta quasi con timore reverenziale.
Oggi (ancora
provvisoriamente) quest'opera si trova nella sagrestia del Duomo;si
tratta ufficialmente del monumento funebre di Ilaria del Carretto,seconda moglie del
signore di Lucca dal 1400 al 1430, Paolo Guinigi.L'opera è
considerata un capolavoro della scultura italiana gotico
-rinascimentale.
Ne fu
autore Jacopo della Quercia.
Ma è tutto
così semplice? Pare
di no. A cominciare dall'identità della defunta.Secondo alcuni,
non sarebbe la citata Ilaria ma Maria Caterina degli Antelminelli,la
prima moglie di Paolo Guinigi.
Stando alle
fonti, Ilaria(dei marchesi di Savona) e Paolo si sposarono nel febbraio
1403 con grande sfarzo; nel 1405 Ilaria morì di parto(il secondo),a
ventisei anni e sarebbe stata inumata nella cappella di S.Lucia nella
chiesa di San Francesco di Lucca, patronato dei Guinigi, ma ciò appare
poco probabile perchè - per ostentare la supremazia sociale goduta, il
Guinigi avrebbe fatto collocare il monumento sepolcrale,fin dal
completamento (circa 1407) ,nel transetto destro del Duomo,nella
Cappella Guinigi.Quando Paolo decadde come potenza sdulla città di
Lucca,il sepolcro di Ilaria fu posto nella Sacrestia,dalla quale venne
trasferito nella Cappella Garbesi,nel 1760,ma in seguito essa venne
distrutta e si sa che nel 1842 il bellissimo
sarcofago si trovava nel transetto sinistro appoggiato al muro perchè
mancavano due lati del manufatto,fortunatamente poi recuperati.Per problemi di
stabilità delle pareti dell'edificio, dovette essere spostato(ancora
oggi il transetto sinistro non è visitabile e vi alloggiano
impalcature).
Paolo si
risposò nell'aprile 1407.
Il sarcofago
risente dell'influsso della scultura gotica francese,che si era
diffusa a livello internazionale: figura giacente,posizione delle
mani,cagnolino ai piedi come simbolo di fedeltà,veste con alta
cintura,alto soggolo incorniciante il volto,polsini alti e aderenti,che
depone per un ceto sociale elevato.Ma rivela le connotazioni
classicheggianti tipiche dell'arte rinascimentale,che si vede nei
festoni sorretti da putti lunghi i lati del sarcofago.Su uno dei lati
corti si può osservare lo stemma con i blasoni uniti delle famiglie
Guinigi-Del Carretto.
N.B.:Le due
immagini sono tratte dalla guida indicata a fondo pagina(nella sagrestia
è vietato fotografare)
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Dodici
secoli di storia della città sono visitabili nell'area archeologica
all'interno della chiesa. Sono infatti ben cinque le
stratificazioni che vanno dal I sec.a.C. (in origine qui sorgeva
una domus romana) al XII sec. d.C., passando per i resti
delle terme romane,della basilica e del battistero
paleocristiani (IV-V sec.d.C., prima cattedrale di Lucca)
e una cripta del IX sec.d.C.
Il
portale della chiesa,con sculture della cerchia di Guidetto da Como(maestro
Comacino),è uno dei resti medievali(XII
secolo-inizi XIII)sulla facciata seicentesca.I leoni laterali lottano
rispettivamente con un drago e con un altro leone,al di sotto due
telamoni con veste pieghettata.La chiesa,nel 1808, fu chiusa al culto
per volere della sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi,che ne fece
archivio di Stato.Fu restituita al culto nel 1828 ma la quasi totalità
degli arredi era andata perduta.
Piano
attuale della chiesa:veduta dell'interno.La pianta è a croce commissa e
ricalca quella dell'impianto ambosiano del IV sec.
Cappella
di Sant Ignazio di Loyola,particolare dell'affresco della cupola(G.Marracci,1703)
Urna
cineraria di epoca romana(II sec.d.C.),sotto l'altare dell'abside.Oggi
vi si conservano le reliquie di San Pantaleone da Nicomedia (a cui nel 984
era intitolata la chiesa, insieme a S.Reparata e San Giovanni.Era
questa la prima cattedrale della città di Lucca).
Monumenti
sepolcrali presenti nel transetto sinistro dell'attuale chiesa.Alcuni
recano simbologie interessanti,come quella nel dettaglio sottostante
L'area archeologica:
Scendiamo nel
sottosuolo,a 2,20 m di profondità.Dal transetto sinistro si
accede,tramite delle scale,all'area di scavo percorrendo tutto il
percorso di stratificazioni storiche. Un'emozione e un brivido ci
percorrono: stiamo penetrando nel profondo dei secoli e delle vicende
umane.
Suggestive
immagini,che ho scattato per mostrare come,in un clic,simbolicamente
il presente (la parte superiore)e il passato(sotto l'impalcatura
metallica che separa l'area di scavo dal piano attuale)si fondano in un
illusorio 'ponte'di collegamento temporale.
Veduta
degli scavi del Battistero di San Giovanni(dal transetto della chiesa
superiore). Si notino le tracce di pavimento a tessere musive e l'insolita
forma, quadrata, per un battistero.
La
campagna di scavo iniziò nel 1969 e venne messo in luce il
primitivo impianto della basilica paleocristiana del IV -V secolo d.C. e
dell'adiacente battistero coevo.In questa zona,sono stati rinvenuti
cinque diversi livelli di stratificazioni,corrispondenti a dodici secoli
di storia.Qui i resti più antichi(1
livello) consistono nel frammento di
una pavimentazione in opus signunum a cocciopesto(laterizio
macinato con inserti di crocette bicrome in marmo)delimitato da
mattoni,appartenente ad una domus romana del I secolo a.C.
Guardiamoci
un po' attorno...(le foto non necessariamente seguono la descrizione
testuale).Dopo la fase romana,si può vedere come l'ambiente -verso il
II sec.d.C.- cambiasse destinazione d'uso,e divenisse una zona
termale (2 livello) di
cui resta canalizzazione in laterizio per il trasporto dell'acqua.
Gli
scavi hanno evidenziato un 3 livello, sopra
quello precedente, in cui si era installata la prima ecclesia,databile
al IV-V secolo,di cui restano tracce pavimentali policrome.Era formata
da un'unica grande aula con transetto e absidata; il primo battistero
aveva forma quadriconca con abside semicircolare su ogni
lato,di tipo orientale. Al centro del battistero si trovava un fonte
battesimale circolare.
Nel 754
l'edificio era funzionante come attestato da alcuni documenti.In epoca
longobarda, questo edificio venne utilizzato come cimitero,documentato
dalle numerose sepolture rinvenute.La necropoli occupava anche gli spazi
interni e anche il battistero quadriconco.Da ciò è presumibile che l'ecclesia
non dovesse più essere in attività,però.
Ad una 'prima
fase altomedievale',si accosta l'edificazione di una struttura nota
come 'battistero di pilastri'(4
livello),il cui corpo centrale era
costituito da sette pilastri,fondazioni a pianta quadrata di cui
sono visibili le basi,su cui poggiano le strutture metalliche di
sostegno.La nuova centratura del battistero resterà costante e immutata
nelle redazioni successive,dovuta al ruolo del grande fonte battesimale
quadrato pertinente all'edificio.
Un
frammento visibile nell'ipogeo,si distingue una mano ma...quante dita
ha?!
Nella prima
metà del IX secolo (epoca carolingia) fu creata una cripta, a
corridoio rettilineo,collocata nello spazio antistante l'abside,a
cui si accedeva tramite due scale collocate nel transetto.
Una serie di
lastroni in pietra di Guamo fungevano sia da soffitto alla cripta
che da pavimento al presbiterio sovrastante.
Sono ancora
visibili le nicchie che dovevano contenere le lampade votive.Restano
ancora visibili due delle quattro colonne in granito,di provenienza
delle antiche terme romane?) sostenenti il ciborio.
Tra il X
e l'XI secolo la chiesa di S.Reparata subì radicali
trasformazioni e, nel XII secolo, sopra il battistero quadrato
precedente venne edificato un nuovo battistero,sfruttando le fondazioni
della basilica paleocristiana del IV-V sec.Si crearono,così,la chiesa e
il battistero superiori (5 livello),di
cui abbiamo visto precedentemente il fonte quadrato per immersione
rivestito
di piastrelle di marmo policrome;inoltre restano ancora visibili
tre lacerti di pavimentazione.
La
cupola altissima del battistero risale al 1393; ha forma ottagonale e si
dice che potrebbe avere perfino ispirato Brunelleschi, per la
tecnica costruttiva di grande innovazione.
Esistono
ancora tracce dell'antico cantiere di lavoro per metalli e mattoni,
per la costruzione del la chiesa e il battistero superiori,del XII
secolo.
Molto
interessante una parete incisa da graffiti del XII secolo,che-stando
alla didascalia-rappresentano la leggenda di Santa Reparata(1).
Altri 'graffiti'...
Si
risale.Scorgiamo una
porticina prima dell'inizio della navata laterale,chiusa.
Prima
di uscire dall'edificio,una targa ci attira,dietro lo
stand/biglietteria.Non sappiamo nè l'epoca,nè le circostanze in cui fu
apposta(sopra,c'è un'apertura con inferriata).Deduciamo soltanto che
oggi -forse come allora- suscita un enigmatico sorriso. "Si
fa noto che per disposizione pontificia, la qui annessa casa e suo
coretto, dal quale per mezzo di finestrella graticolata di ferro vedesi
l'interno della chiesa,non gode ecclesiastica immunità".
Capito?
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