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                                     Alla scoperta della città magica di Francia

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                                                                             (di Marisa Uberti)

 

Sulla città di Lione (45°46′01″N  4°50′03″E, regione Rodano-Alpi, dipartimento Rodano) - terza città francese più grande dopo Parigi e Marsiglia -bisognerebbe soffermarsi molto più a lungo di quanto possiamo permetterci di fare. Cercheremo di fare i nostri "due passi" tra le pieghe della storia e del tempo, dall'antica Lugdunum al quartiere dei Cavalieri Templari e Giovanniti, offrendo qualche stimolo di visita nuovo senza privarci, naturalmente, del fascino del mistero.

lyon-22.jpg (128470 byte)Lione era anticamente la città del dio celtico Lug, signore della luce; la parola Lug-dunum significa "fortezza di Lug".  La romana Lugdunum fu fondata nel 43 a.C, sulla collina sacra di Fourvière, che oggi contiene due importanti rimanenze di quell'epoca: il teatro (15 a.C., uno dei più vetusti in Gallia) e l'odeon della musica (100 d.C.). L'area archeologica è un ottimo punto di partenza per prendere confidenza con questa città che sorge alla confluenza di due fiumi, il Rodano e la Saona, simbolicamente accostati alle energie maschile e femminile, un po' come avviene a Torino per il Po' e la Dora. E proprio con Torino (45°4′0″N  7°42′0″E)
 (e con Praga, 50°04′00″N 14°25′00″E), Lione formerebbe un triangolo di magia bianca, secondo la concezione esoterica. Possiamo dire che abbiamo completato il perimetro di questo triangolo, avendo già visitato sia Torino che la capitale Ceca. Effettivamente sono tutte e tre città dotate di un grande fascino arcano, ricche di acqua, con un avvincente passato e con una architettura simbolica notevolissima. Ma viste le loro coordinate, il triangolo che formerebbero è alquanto singolare (provate a unirle e ve ne accorgerete).

lyon-02.jpg (121774 byte) Ricostruzione (1:100) del grandioso Tempio romano (20 d. C.circa), costruito sulla collina di Fourviére, scoperto durante gli scavi ad una distanza di circa 500 m dal Museo Gallo-Romano. Gli archeologi hanno esplorato 4 ettari di giardino appartenente al Convento del Verbo Incarnato (rue R. Radisson, Lione 5^), dove sono emerse case e botteghe, oltre a resti di colonne di marmo e calcare che componevano il Tempio, che doveva innalzarsi su un podio. Era preceduto da un portico e aveva un criptoportico (o portico sotterraneo). Era largo 32 m per 40 m di lunghezza che lo rendeva uno dei templi più grandi costruiti in Gallia. Era dedicato al culto dell'imperatore. IN seguito al suo abbandono, avvenuto dopo il IV sec. d. C., l'edificio è servito come cava di pietre da costruzione e quindi fu interamente smontato. 

Accanto all'area archeologica sorge il bellissimo Museo Gallo-Romano, progettato dall'architetto Bernard H. Zehrfuss ed inaugurato nel 1975. Raccoglie una delle più ricche collezioni archeologiche di Francia, che narrano la storia della città di Lione dalla fine della preistoria al VII sec. d.C. I reperti esposti testimoniano aspetti della vita pubblica e privata nella capitale dell'impero romano in Gallia. Ricordiamo che due imperatori romani nacquero proprio a Lione: Claudio e Caracalla. Del tempo di Claudio troviamo la splendida Tavola bronzea, scoperta nel XVI sec., che egli fece incidere a Roma nel 48 d.C. in favore delle Gallie. Ma non dimentichiamo la grande statuaria e l'arte funeraria, gli oggetti sacri, quelli magici, i giochi a pedine, stupendi mosaici, e l'enigmatico Calendario di Coligny, uno dei più lunghi documenti in lingua celtica conosciuti fino ad oggi. I druidi non utilizzavano la scrittura, per cui il fatto di aver ritrovato un calendario scritto, per di più in lettere latine, non può essere spiegato che con gli effetti dell’occupazione romana su un insegnamento che era sempre stato trasmesso per via orale. Il calendario di Coligny contiene la rappresentazione di una sequenza di cinque anni lunari completi, ciascuno composto da 12 mesi alternativamente lunghi 29 o 30 giorni, più 2 mesi supplementari, ritenuti essere mesi intercalari introdotti per rendere lunisolare il calendario (rimandiamo all'articolo del prof. A. Gaspani per l'approfondimento del reperto). Nell'esposizione museale, lo troviamo accanto alla statua di divinità in cui, a pezzetti, era stato riposto. Nel Museo si trovano anche i reperti emersi dagli scavi dell'Anfiteatro delle "Tre Gallie", che si trova dalla parte opposta alla collina di Fourvière, sulla collina della "Croix Rousse" (chiamata così per la presenza di una croce cristiana di colore rosso ruggine). Il monumento è particolarmente importante perchè qui si trovava il santuario federale delle tre province galliche, dove ogni anno si radunavano i delegati delle 64 tribù galliche per celebrare il culto di Roma e dell'imperatore regnante. 

 

Qui, nel 177 d.C., avvenne anche il supplizio dei 48 martiri cristiani di Gallia, tra cui Santa Blandina è sicuramente la più nota. 

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Dettaglio del pavimento centrale nella Cripta di Santa Blandina nell'antica abbazia di San Martino di Ainay a Lione, dove riposerebbero (secondo una leggenda) le sue ceneri e quelle degli altri martiri

La collina di Fourvière (che significa la collina che prega, in contrapposizione alla Collina della Croix Rousse, la collina che lavora), è dunque il punto più sacro della città, dove c'erano anche il Foro e il Tempio che abbiamo descritto poc'anzi; nel 177 d.C., in seguito al martirio dei 48 cristiani tra cui San Potino (o Fotino) che era stato il primo vescovo di Lione, la collina divenne luogo di pellegrinaggio. A quel tempo però il Tempio romano era ancora in funzione e dunque questa collina si configurava sacra per un duplice culto, quello pagano e quello cristiano. Solo al 1168 è però documentata una cappella. Attualmente sulla parte più elevata della collina svetta la Basilica di Notre- Dame de Fourvière, costruita nel 1870 per un voto fatto dai Lionesi alla Vergine, affinchè la città venisse risparmiata dalla guerra franco-prussiana. Così fu, e la partecipazione sociale all'erezione del monumento fu altissima: ancora oggi la manutenzione della chiesa è consentita grazie a donazioni e offerte popolari. Si raggiunge con la funicolare dalla città bassa, poco più avanti della Cattedrale di St. Jean, oppure a piedi.

       

La spettacolare sagoma della Basilica di Notre -Dame, sulla collina di Fourvière domina la città. Era il luogo dove i Romani avevano eretto un Tempio per il culto dell'imperatore e, forse, prima di loro, i Druidi vi veneravano il dio Lug o altre divinità legate al mondo celtico

La prima impressione, avvistandola da lontano, sia di giorno che di notte, è che essa sia proprio un polo di attrazione protettivo. L'architetto Pierre Bossan creò l'edificio che manifesta "la potente misericordia di Dio che libera dal male". L'edificio venne poi continuato dall' l'arch. Sainte-Marie-Perin. All'esterno, la basilica somiglia ad una fortezza e, uscendo sul piazzale dopo essere scesi dalla funicolare, si rimane quasi sgomenti dinnanzi alla sua mole, alla forma geometrica, al colore. Dal terrazzo si gode di un magnifico panorama sulla Saona e sul Rodano, mentre dalle torri  si scopre un panorama unico che va da Lione al Monte Bianco. 

    

La basilica è iscritta al Patrimonio Mondiale dell'UNESCO ed è uno dei monumenti più frequentati di Francia. Oltre a sede spirituale, è anche sede culturale, ospitando il Museo d'Arte Sacra e il Tesoro. All'interno, che sorprende, vi è la "Casa d'Oro", che simboleggia la bellezza della gloria di Dio in Maria, modello di santità cristiana. Tutta la Chiesa è una sinfonia mariana ed è decisamente singolare per lo stile; nella cripta vi è un trionfo della Vergine con statue della Madonna, sia bianca che Nera, collocate in ogni cappella, mentre stelle, colonne, pavimenti, simbologie ricordano più un tempio massonico che una chiesa cristiana. Nera è anche la Madonna conservata nella Cappella della Vergine. 

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La statua della Madonna Nera sull'altare della Cappella della Vergine nel complesso devozionale di Notre-Dame de Fourvière

In una vetrina abbiamo trovato anche un simulacro apparentemente arcaico, di una Vergine con Bambino realizzati in legno scuro, reminescenza dell'antico culto druidico delle Madri dal colore bruno come la terra? O, forse, di una primitiva pietra nera ritenuta sacra...(invitiamo a vedere il nostro video sulla basilica).

Respirando profondamente, usciti sul piazzale, viene da pensare a come dovesse essere questa collina in antico, quanti avvenimenti si sono succeduti e quanti segreti conserva nel suo cuore di roccia. Scendere da Fourvière a piedi è un'esperienza da fare; si potranno godere angoli suggestivi e si raggiunge la città bassa, che è poi la Vieux Lyon, la Vecchia Lione, che di sera regala un'atmosfera unica. 

Ma noi, con i nostri "due passi", stiamo ricalcando lo scorrere della storia e siamo arrivati al periodo in cui si attesta il cristianesimo nell'antica Lugdunum, attorno al 150 d.C.. La Chiesa di Lione è considerata la più antica dell'Occidente, dopo quella di Roma. Sappiamo che nel 150 d.C. circa esisteva una basilica cristiana eretta dai primi vescovi, san Potino e sant'Ireneo, che tante volte abbiamo citato in questo sito, in special modo per i suoi attacchi contro le eresie. Tale basilica, che doveva essere una sorta di cappella dedicata alla Vergine Maria, si trovava dove oggi sorge la bellissima chiesa gotica (gotico fiammeggiante) di Saint Nizier. Le ceneri dei 48 martiri vennero conservate nella cripta di questa chiesa fino al VI secolo. Nel V secolo la cappella divenne una chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo, che pare fosse la prima cattedrale della città e a partire dal VI secolo cominciarono ad esservi sepolti numerosi vescovi, tra cui (nel 573) St. Nizier, sulla cui tomba fiorirono miracoli. Da allora, la chiesa è intitolata a Saint Nizier. 

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                                                 Dettaglio del gotico flamboyant della chiesa di St. Nizier oggi

Uscendo, si incontra sul lastricato pavimentale il simbolo della conchiglia, segnale che ci troviamo su una direttrice di pellegrinaggio medievale che, da Chartres, si dirigeva a  Santiago di Compostela.

                                        

I Templari a Lione

Va detto che quest'area di Lione è interessante anche perchè, nel Medioevo, vi risiedevano i Templari (2). Questi ultimi occupavano infatti lo spazio urbano compreso attualmente tra  St. Nizier e Place Bellecour (dove svetta la statua equestre del re Luigi XIV); Convento dei Giacobini (=Domenicani), attuale place des Jacobins, e alla commenda di S. Antoine. La via intermedia era la Via Mercatoria (Rue Mercière), il cui corso è cambiato, al giorno d'oggi.  

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             Dettaglio dell'area urbana odierna dove i punti neri indicano i luoghi di riferimento dei possedimenti Templari a Lione

L'unica prova reale della presenza Templare a Lione proverrebbe da un documento della Santa Sede del 1316; essa ci informa che 23 cardinali si trovarono imprigionati per ordine del reggente di Francia, il conte di Poitiers (il futuro Filippo V), nel chiostro dei Frati Predicatori, vale a dire i Domenicani (noti come giacobini). Dovevano decidere l'elezione di un papa (che sarà poi Giovanni XXII). Il convento di Lione, dove si è tenuto il conclave nel 1316, fu costruito nel 1236 su un terreno situato "dietro la casa dei Templari" la quale si trovava appunto tra il convento dei domenicani e Place Bellecour.

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                                              La statua equestre del re Luigi XIV svetta sulla vasta piazza Bellecour

Sappiamo che nel 1263 il Tempio di Lione aveva accolto il Cavaliere Templare Hugh de Perraud (visitatore di Francia) e ad altri membri della sua famiglia (Cavalieri Templari anche loro); intorno al 1291-92 (subito dopo la disfatta di Acri), venne ricevuto un sergente templare (Lamusse Martin, uno dei precettori del palazzo dell'Ordine a Cipro) (3). Nel 1274, Pierre Moron- che sarebbe diventato papa e santo, fu ospitato nel monastero dei Templari. 

I Templari di Lione furono arrestati nel 1307 dal coppiere del re Filippo il Bello, Barthélemi Chevrier soprannominato " Bartholomeus Caprarii". Negli Atti del processo contro i Cavalieri dell'Ordine non è specificata l'importanza che doveva avere la Mason de Templiers di Lione, eppure si può immaginare che ne avesse moltissima, considerato il fatto che la città era una pietra miliare lungo la via di transito per Marsiglia da un lato e l'Italia dall'altro. Il documento ci dice che l'edificio aveva una Cappella, ma non fornisce informazioni sulle reali dimensioni del complesso. Da studi successivi si è appurato che dovesse avere un ospedale per i pellegrini, una cappella, un fienile, stalle ed edifici, oltre a vigneti e giardini.

Con la caduta dell'Ordine, il monastero e i suoi possedimenti confluirono ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme; il monastero passò poi in proprietà dei Duchi di Savoia e dell'ordine Celestino, fino al 1779, quando questo Ordine venne sciolto e l'azienda fu poi venduta.

TEMPLE.jpg (168403 byte)Percorrendo le vie che rientrano nello spazio urbano circoscritto e citato nei documenti, abbiamo incontrato un residuo circa l'esistenza dell'antica Via del Porto del Tempio (Rue du Port du Temple), in prossimità del ponte sul fiume Saona, che sicuramente era controllato dai Templari. Gli edifici sono fatiscenti e sicuramente rimaneggiati, ma rimane la memoria. 

                                                                  Rue du Port du Temple, nei pressi del fiume Saona

Poco più avanti, c'è una via che è Rue des Templiers, la Via dei Cavalieri Templari. Una via dimenticata nel labirinto urbano di Lione, che collega place Antonin Gourju alla Rue d'Amboise. E' una strada ad angolo dove non si può parcheggiare ma è percorribile nei due sensi; l'ingresso della via è protetto da un rivestimento in pietra ma nulla rimane delle antiche vestigia medievali. Pare che nel XVII secolo rimanesse ancora qualche traccia nella volta dell'accesso alla strada ma oggi anche quella è scomparsa. In quest'area i Templari furono attestati dal 1200 fino al 1312, con la loro abolizione. Vicinissima è la Piazza dei Celestini e, lungo la Saona, Quai des Celestins. Non molto distante si raggiunge Place des Jacobins dalla quale,  in rettilineo, si può arrivare alla chiesa di St. Nizier.

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                                  Dettaglio dell'area urbana dove si trovano le vie legate alla presenza dei Templari a Lione

Un'area non certo piccolina...E consigliata vivamente di visitare!

Ma portandosi sul fiume, dove c'era con ogni probabilità il porto dei Templari, come indica la via, possiamo immaginare che essi dovessero avere il controllo sul transito del fiume, attraversato il quale (oggi da un modernissimo ponte) si giunge nella Vieux Lyon, e nei pressi del quartiere Saint Jean, dove si trova l'omonima cattedrale. Il nome evoca un altro famoso Ordine crociato, quello dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Forse i Templari controllavano la zona al di qua del fiume e i Giovanniti quella al di là.

La cattedrale di St. Jean e la Manècanterie

L'area della cattedrale di St. Jean è una delle più importanti della città perchè qui, oltre allo splendido duomo, c'è un'area archeologica che attesta la presenza di un complesso episcopale formato da tre chiese attorno al quale, alla fine dell'Impero romano, si sviluppò il nuovo centro urbano. Le chiese erano quella di St. Etienne, Sainte-Croix e St. Jean, unica ad essere sopravvissuta ed è ancora oggi la sede del vescovo di Lione, che dal 1079 è primate delle Gallie (in cattedrale si tiene anche il rito gallicano). Nel giardino attiguo alla cattedrale, dedicato al matematico del Cinquecento Girard Désargues, furono scoperti negli anni '70 del XX secolo i resti delle altre due chiese, demolite dopo la rivoluzione. La chiesa di St. Etienne inglobava il primo battistero cristiano di Francia, del IV secolo, nella classica forma a vasca ottagonale; la chiesa di Santa Croce era la parrocchiale. Questo complesso si sviluppò nel XII secolo e la maggiore delle tre chiese diventerò la cattedrale. Molto suggestiva la cornice in cui si viene a trovare, pertanto, l'attuale cattedrale, dal luminoso colore chiaro. In questo complesso vescovile si svolsero importanti eventi poichè rappresentava un centro stabile di potere in una città che doveva continuamente confrontarsi con molteplici dominazioni dal basso Impero al Medioevo. Dal 1245 al 1274 si svolsero numerosi concili e nel 1316 si tenne il concistoro per l'elezione del papa (Giovanni XXII). 

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Da sinistra a destra: rappresentazione della posizione urbana della cattedrale disegnata sul pavimento di Rue de St. Jean; la facciata gotica della cattedrale attuale; vestigia del battistero di San Giovanni, nell'area archeologica attigua

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 Cattedrale, facciata principale: dettaglio dei motivi simbolici delle formelle che formano la strombatura del portale centrale

La dedicazione completa della cattedrale è oggi Saint-Jean-Baptiste-et-Saint-Étienne. Il vasto nucleo vescovile si sviluppò sugli argini del fiume Saona nel Medioevo e includeva l'episcopio, il chiostro e gli edifici necessari alla vita comunitaria dei Canonici. Da rilevare importanti porzioni medievali addossate alla parete sud, con simbologie interessanti. Si tratta dell''antica Manécanterie (nome derivante dalla presenza di un'ex -scuola di canto, che in latino si dice mansio cantorum), edificio poco conosciuto, che fungeva originariamente da refettorio. L'edificio, nelle sue attuali proporzioni, fu ricostruito nell' XI e nel XII secolo sulle vestigia di una costruzione più antica, di cui è possibile scorgere un arco carolingio di pietra e mattoni sulla facciata meridionale. Il capocroce della cattedrale era allora in fase di realizzazione. La facciata ovest della Manècanterie è cieca e scandita da arcatelle gemelle in pietre da taglio. Una decorazione policroma, ottenuta con incrostazioni di mattoni dalle sagome circolari o quadrate, occupa l'archivolto (cioè la modanatura posta attorno all'arco), la croce che sovrasta la porta d'ingresso, le pietre angolari (cioè quelle poste tra l'arco e l'angolo retto) tra le arcatelle e il fregio superiore. Attualmente, la maggior parte di queste incrostazioni è andata perduta; restano soltanto gli incavi di questo motivo ornamentale-simbolico tipicamente romanico, visibile a Lione anche nella chiesa abbaziale di Saint-Martin d'Ainay. Diverse statue collocate all'interno delle nicchie completavano questa facciata ma oggi è difficile identificarle a causa dei danni subiti nel XVI secolo. L'aspetto della facciata principale si è modificato soprattutto con l'apertura delle finestre e il sopralzo della copertura, ben evidente al di sopra del fregio romanico. Il volume interno si articola in una cappella inferiore e, al primo piano, nella grande sala dal soffitto a travi, che ospita le opere principali del Tesoro. La Manècanterie resta il più antico edificio romanico di Lione, annoverato tra i monumenti nazionali, al pari della cattedrale, dal 1862 e restaurato  nel 1936.

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                                                                     La Manècanterie: vari scorci dell'edificio    

 

                                                      La Manècanterie: particolare di una delle statue superstiti

All'interno della cattedrale, un itinerario lo compongono -da sole- le splendide vetrate. Da vedere la cappella dei Borboni, è molto interessante, e vi abbiamo trovato tracce di segni di lapicidi su diversi blocchi di pietra della muratura, tra cui ricorre una sorta di L rovesciata.

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Cattedrale di St. Jean: scorci dell'interno; la quarta foto si riferisce alla Cappella dei Borboni e, l'ultima, mostra alcuni blocchi su cui sono graffiti probabili marchi di lapicidi

Imperdibile l'elaborato Orologio astronomico situato all'incrocio del transetto destro con la navata, datato al XIV secolo e quindi uno dei più antichi del genere, e ancora funzionante (il movimento fu rifatto nel 1930). 

 

La cattedrale ha anche un Museo del Tesoro sicuramente da visitare.

 

I Cavalieri di Malta a Lione

Tutto, nella Vieux Lyon, parla di St. Jean (san Giovanni), i nomi delle vie, delle piazze, dei locali. Veramente stimolante percorrere la lunga Rue St. Jean (e le sue strette diramazioni) alla scoperta di targhe commemorative, stipiti e architravi dal sapore medievale e magari con qualche simbolismo residuo, o infilarsi in alcuni dei curiosi traboule, passaggi interni dei palazzi che collegano varie parti di un quartiere senza dover passare sulla strada. I proprietari hanno stipulato un accordo con il Comune e permettono gratuitamente alla gente, turisti soprattutto, di passare attraverso questi passaggi segreti...

lyon-03.jpg (110233 byte) Le Grand Traboule attraversa ben 4 edifici consentendo il passaggio dalla Rue St. Jean a Rue de Boeuf

lyon-10.jpg (163431 byte) Enigmatico "volto" all'angolo tra via St. Jean e Place Nueve St. Jean

lyon-05.jpg (133567 byte) Un "quattre de chiffre" inciso sull'architrave di un portone nei pressi della chiesa di St. George

fourviere-05.jpg (190523 byte)Rappresentazione della posizione urbana della chiesa dio St. Georges, disegnata sul pavimento di Rue de St. Jean

lyon-06.jpg (126627 byte)Terminato il rettilineo della via St. Jean, si incontra una bella chiesa in stile gotico, St. Georges, e piazza della Commanderia

lyon-17.jpg (23041 byte) Questo era il quartier generale dei Cavalieri Giovanniti (chiamati poi di Malta). Non sappiamo se essi fossero già stanziati qui al tempo dei Templari ma, come abbiamo ipotizzato poc'anzi, è plausibile che i Giovanniti controllassero il passaggio sulla Saona da sud-ovest e i Templari da nord-est. E' chiaro che la città fosse munita anche di Porte, delle quali restano poche vestigia. Sappiamo che verso il 1315 i Giovanniti si installarono nella chiesa di Saint-Georges, quando cioè l'Ordine del Tempio era stato abolito. Ma prima? Certamente in quest'area sorgeva fin dal V secolo una chiesa, su un luogo agricolo coltivato a vigneti. Nel VI secolo si ha notizia di un modesto convento femminile sotto il patronato di Sant'Eulalia, vergine spagnola martirizzata nel 304 a Mérida. Stando ad una tradizione tardiva, il re merovingio Childeberto avrebbe portato qui le reliquie di questa santa nel 547 d.C. (la chiesa era in corso di fondazione). Nel 732 le incursioni saracene rovinarono chiesa e monastero e solo nel 798 si tornò a parlare di Sant'Eulalia, sotto l'arcivescovo Leidrade. Tra l' 809 e l' 812 l'edificio venne restaurato da Carlomagno. In quell'occasione forse vennero trovate le vestigia di una vecchia chiesa intitolata a San Giorgio, che rimase il titolare. Quando subentrarono i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, nel 1315, quella chiesa era ben vetusta. Divenne la chiesa della Commanderia, anche per la sua posizione sul fiume. Nel Medioevo -al di là della Porta St. Georges- era situato l'Hospitale Saint-Laurent -des-Vignes. Nel 1492 il giovannita Humbert de Beavoir intraprese i lavori di restauro, abbattendo alcune parti e usando le pietre per le parti nuove. 

lyon-11.jpg (221003 byte)Al numero 53 di Rue Saint-Georges troviamo un piccolo bassorilievo rappresentante San Giorgio che uccide il drago, che potrebbe provenire dall'antica chiesa medievale, dicono le cronache locali. A poco a poco nel quartiere si impiantarono botteghe artigiane, fabbriche di seta, e piccole boutique. 

lyon-08.jpg (237450 byte)Dalla vetrina di una bottega moderna, occhieggiano delle statuette meccaniche che attirano l'occhio: un prete, una popolana, e un Cavaliere Giovannita. Il pannello a corredo racconta un po' la storia dell'insediamento dell'Ordine in quest'area di Lione.

La Commanderia divenne, con la Rivoluzione, bene nazionale; il chiostro venne abbattuto nel 1807 e il complesso fu venduto. Nel 1854 rovinò ulteriormente per un incendio e venne demolito nel 1857. Su quelle ceneri sorse la chiesa attuale nel 1884, in stile neo-gotico fiammeggiante,  che oggi è ridivenuta parrocchiale. Un raro souvenir della Commanderia si trova poco distante dalla chiesa, su un palazzo di Place Benoit-Crepu al numero 13; è una pietra inserita in un muro recante l'iscrizione "A la Croix de Malthe" (Alla Croce di Malta).

                       

Sul muro che forma l'angolo della piazza, si trovano diverse curiose incisioni, fatte probabilmente con piccoli strumenti, di un'epoca che non possiamo conoscere (potrebbero essere moderni, e si trovano ad un certa altezza da terra): piccoli cerchi contenenti una croce e curiosi semicerchi con appendici bifide. Di cosa si tratta?

                                          

                                                                            

lyon-16.jpg (46426 byte)La chiesa è veramente bella; a croce latina, è orientata sull'asse O-E (ingresso ad ovest, abside ad est). Nell'impossibilità di darne una descrizione, ci limiteremo a segnalare una curiosità relativa a due confessionali stile Rinascimento (XVII sec.), provenienti dall'antica abbazia de l'Ile-Barbe. Il curato Gourdiat, nel 1806, desideroso di dare rinnovamento dopo la Rivoluzione, fece rifare (o aggiungere) i frontoni triangolari inserendovi un Delta luminoso, occhio trinitario (v. foto sotto):

                                                                 lyon-12.jpg (36638 byte) lyon-14.jpg (29721 byte)

lyon-20.jpg (59069 byte) La chiesa di Saint- Georges vista dalla passerella sul fiume Saona

E' importante sottolineare come, al di là del fiume Saona, superata la passerella Saint-Georges, si raggiunge il Quai Tilsitt dove si può notare, su un bel palazzo d'angolo, un simbolismo massonico accompagnato da un nome A LOUVIER e da una data in cifre romane (1857).

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L'abbazia di Saint-Martin-de-Ainay e la cripta di Sainte- Blandine

Siamo quindi nel quartiere medievale dove è situata la chiesa abbaziale di Saint Martin de Ainay. E' questo uno dei gioielli architettonici, culturali e naturalmente spirituali della città di Lione, costituito da edifici altomedievali, medievali (XI-XV sec.), ottocenteschi e del XX secolo. All'interno si trovano pezzi di epoca romana provenienti dall'altare di Augusto del santuario delle Tre Gallie (sulla collina della Croix Rousse). L'abbazia nacque benedettina nel IX secolo quando Aureliano, abate benedettino e futuro arcivescovo di Lione, fondò il Priorato di San Benedetto di Cessieu attorno all' 859 e chiamò i monaci da Bonneval. Ritenuta erroneamente l'antica basilica dei 48 martiri cristiani uccisi nel 177 d.C., (che come abbiamo visto prima era invece situata nell'attuale St. Nizier), ha iniziato ad essere oggetto di culto dei Martiri non prima dell'XI-XII sec., quando vennero trasportate qui le supposte reliquie. Si ignora pure dove si trovasse il monastero "Interamnis" (=tra i due fiumi, cioè la Saona e il Rodano), dove si incontrarono san Romano, abate di Condate e Sabino. Gli archivi sono scomparsi e di scavi archeologici non ne sono stati ancora condotti, tanto che dei primi edifici non si sa praticamente niente. Si sa che nel 1107 la chiesa fu consacrata da papa Pasquale II e posta sotto il patronato di San Martino. Tra XII e XIV sec. Ainay appare quale una vera e propria potenza spirituale e temporale; nel 1250 l'abbazia possedeva 72 chiese o priorati nella diocesi di Lione e anche oltre. 

Nel XIV secolo fu costruito il palazzo del Monastero da Giovanni II di La Palud (1313-1324); con l'inizio del Rinascimento e la Commenda, i re ne fecero un luogo di passaggio e vi soggiornarono a più riprese. Nel 1562 gli ugonotti (protestanti) bruciarono gli archivi, devastando la chiesa e distruggendo parzialmente il chiostro. Nel 1685 la chiesa viene secolarizzata e i monaci vennero sostituiti dai canonici. Nel 1780 perse il titolo di abbazia, diventando una parrocchia e tutti i suoi beni passarono all'arcivescovo di Lione. 

Durante la Rivoluzione, il palazzo abbaziale fu distrutto; la chiesa venne chiusa e adibita a deposito. Fu riaperta nel 1802 e nel 1844 dichiarata Monumento Storico. Pio X la promosse nel 1905 a basilica, che le restituì una maggiore dignità. 

Impressionante avvicinarsi e cominciarne l'osservazione esterna: al centro si staglia un campanile-portico che in origine si staccava in avanti rispetto alla chiesa; esso è alto 31 m e alla base presenta blocchi provenienti da monumenti antichi. Gli intarsi di mattoni a ispirazione antica e le formelle scolpite in bassorilievi sticciati risalgono all'XI sec. Il portale e le volte a ogiva sono della fine del XII secolo. Il timpano e la croce sono del 1860. Ma andando dietro l'edificio, che sorpresa! Le absidi sono complesse: si distinguono da sinistra verso destra quella quadrata della cappella di Santa Blandina (XI sec.), quella di San Martino, semicircolare fiancheggiata dalle absidiole inserite in un muro piano, la cappella di San Michele con le sue alte vetrate e infine le vestigia della chiesa di San pietro. Il secondo campanile o lanterna, rozzo e massiccio, è tipico della regione lionese. 

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                                                    Un collage di immagini dell'esterno del complesso

La Cappella di Santa Blandina venne profondamente modificata nell'XI secolo. In origine non si conosce come fosse. Le venne dato un soffitto a volte e la cripta, molto piccola, fu sistemata sotto il coro. E' qui che si trovano due annessi destinati a conservare le reliquie. I mosaici romanici sono stati ritrovati sotto il coro della chiesa di San Martino. La scritta contro il muro del corridoio, che si trovava in origine sul pavimento intorno all'effigie dell'arcivescovo Gauceran, abate di Ainay, evoca i ruoli fondamentali della chiesa.

"Qui, qui, inginocchiatevi,voi che venite a chiedere il Perdono.

Qui la Pace, qui la Vita, la Salvezza. Qui sarete santificati.

Qui il Vino diventa Sangue. Qui il Pane diventa Carne di Cristo.

Tendete in questo luogo le mani, o voi che prima avete peccato"

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                                            L'interno della chiesa abbaziale e la cripta di Santa Blandina

Abbiamo fatto "due passi" nel passato di questa città straordinaria, cercando di cavalcare le onde che ci separano dagli eventi che qui si sono svolti, tappe cruciali della storia non solo di Francia ma dell'Europa, agli albori della civiltà romana e della cristianità d'Occidente, all'epopea dei Templari e dei Giovanniti in cui tutto l'assetto urbanistico era un po' diverso dall'attuale, difficilmente immaginabile. Accontentiamoci di aver assaporato sull'arco dello spazio-tempo la sua storia, i suoi contrasti urbanistici, le sue piazze, le fontane rigogliose, l'atmosfera della Vieux Lyon e dei suoi colori quando scende la sera. E' allora che la collina di Fourvière si accende di luce e sembra dirci che il dio Lug, da lì, non se n'è mai andato...

Ed ora partiamo, con il nostro bagaglio di foto, di documentazione e di ricordi, per un'altra tappa del nostro tour francese.

Note:

1)- La Gallia Lugdunense comprendeva molti popoli e diverse attuali regioni francesi. Plinio il Vecchio (Storia Naturale), ci informa che "Quella parte della Gallia nota come Lugdunensis contiene i Lexovii, i Vellocasses, i Galeti, i Veneti, gli Abrincatui, gli Ossismi, e il celebrato fiume Ligeris, come anche una molto degna di nota penisola, che si estende nell'oceano all'estremità del territorio degli Ossismi, la cui circonferenza è 62510 miglia... Oltre a questi ci sono i Nannetes, e nell'interno vi sono gli Ædui, popolo federale, i Carnuti, un popolo federale, i Boii, i Senones, gli Aulerci, entrambi soprannominati Eburovices e questi chiamati Cenomanni, i Meldi, un popolo libero, i Parisii, i Tricasses, gli Andecavi, i Viducasses, i Bodiocasses, i Venelli, i Cariosvelites, i Diablinti, i Rhedones, i Turones, gli Atesui, e i Secusiani, un popolo libero, nel cui territorio vi è la colonia di Lugdunum" http://it.wikipedia.org/wiki/Gallia_Lugdunense 

2)- In un atto del 1315 che annovera i beni dell'Ordine del Tempio di Lione si legge: « Domus hospitalis apud Lugdunum sita, quae quondam fuit « militiae Templi », una cum capella, grangiis, stabulis, et aedificiis, quibuscumque vineis, hortis et aliis sitis infra clausum dicte Domus, que ad dictum hospitale pertinebant, prout protenditur, juxta aquam Sagonae, protendendo videlicet a clausura domus fratrum Praedicatorum inferius versus domum Franchicheri, via intermedia publica et de la Franchicheri versus domos Sancti Anthonii existentes inter l'Aberour et domum Templi, ex altera, et juxta domos et hortum Sancti Anthonii, ex altera, et juxta domos de hortum exeuntes versus domo Praedicatorum horto dicti Templi contiguo ex altera » (Léopold Niepce - Le Grand prieuré d'Auvergne, 1883).

3)- Fonte: Trudon des Ormes : Les possessions templières recueillent durant les interrogatoires des templiers par les hommes de Philippe le Bel et les commissions pontificales des diocèses de France

 

Bibliografia:

  • Exploring the Museum (Musèe Gallo-Romain, Lyon -Fourvière) Website: www.musees-gallo-romains.com oppure www.rhone.fr
  • Chiesa di Saint -Nizier Lyon (Association des Amis de l'Eglise Saint-Nizier)
  • Il Tesoro della Cattedrale di Lione (Centro dei Monumenti Nazionali) Website. www.monuments-nationaux.fr
  • Basilica Notre-Dame de Fourvière (Guida della Fondazione Fourvière) Website: www.lyon-fourviere.com
  • Eglise Saint-Georges (guida distribuita in loco). Webasite: www.eglisesaintgeorges.org
  • La Basilica di San Marino di Ainay (a cura dell'Associazione Amici di San Martino di Ainay, con la partecipazione del Comune di Lione, tipografia Beau'Lieu)

Sezioni correlate in questo sito:

www.duepassinelmistero.com                                                                                                                Avvertenze/Disclaimer

                                                                                 Giugno 2012