Sulla
città di Lione (45°46′01″N 4°50′03″E, regione Rodano-Alpi, dipartimento Rodano) - terza città francese più grande dopo Parigi e
Marsiglia -bisognerebbe soffermarsi molto più a lungo di quanto possiamo
permetterci di fare. Cercheremo di fare i nostri "due passi" tra
le pieghe della storia e del tempo, dall'antica Lugdunum al quartiere dei
Cavalieri Templari e Giovanniti, offrendo qualche stimolo di visita
nuovo senza privarci, naturalmente, del fascino del mistero.
Lione
era anticamente la città del
dio celtico Lug,
signore della luce; la parola Lug-dunum significa "fortezza di Lug".
La romana Lugdunum fu fondata nel 43 a.C, sulla collina sacra di
Fourvière, che oggi contiene due importanti rimanenze di quell'epoca:
il teatro (15 a.C., uno dei più vetusti in Gallia) e l'odeon
della musica (100 d.C.). L'area archeologica è un ottimo punto di
partenza per prendere confidenza con questa città che sorge alla
confluenza di due fiumi, il Rodano e la Saona,
simbolicamente accostati alle energie maschile e femminile, un po' come
avviene a Torino per il Po' e la Dora. E proprio con Torino
(45°4′0″N 7°42′0″E) (e con
Praga, 50°04′00″N 14°25′00″E), Lione formerebbe un triangolo di magia bianca, secondo la
concezione esoterica. Possiamo dire che abbiamo completato il perimetro di
questo triangolo, avendo già visitato sia Torino che la capitale Ceca.
Effettivamente sono tutte e tre città dotate di un grande fascino arcano,
ricche di acqua, con un avvincente passato e con una architettura
simbolica notevolissima. Ma viste le loro coordinate, il triangolo
che formerebbero è alquanto singolare (provate a unirle e ve ne
accorgerete).
Ricostruzione
(1:100) del grandioso Tempio romano (20 d. C.circa), costruito sulla
collina di Fourviére, scoperto durante gli scavi ad una distanza di circa
500 m dal Museo Gallo-Romano. Gli archeologi hanno esplorato 4 ettari di
giardino appartenente al Convento del Verbo Incarnato (rue R. Radisson,
Lione 5^), dove sono emerse case e botteghe, oltre a resti di colonne di
marmo e calcare che componevano il Tempio, che doveva innalzarsi su un
podio. Era preceduto da un portico e aveva un criptoportico (o portico
sotterraneo). Era largo 32 m per 40 m di lunghezza che lo rendeva uno dei
templi più grandi costruiti in Gallia. Era dedicato al culto
dell'imperatore. IN seguito al suo abbandono, avvenuto dopo il IV sec. d.
C., l'edificio è servito come cava di pietre da costruzione e quindi fu
interamente smontato.
Accanto
all'area archeologica sorge il bellissimo Museo Gallo-Romano, progettato
dall'architetto Bernard H. Zehrfuss ed inaugurato nel 1975. Raccoglie una
delle più ricche collezioni archeologiche di Francia, che narrano la
storia della città di Lione dalla fine della preistoria al VII sec. d.C.
I reperti esposti testimoniano aspetti della vita pubblica e privata nella
capitale dell'impero romano in Gallia. Ricordiamo che due imperatori
romani nacquero proprio a Lione: Claudio e Caracalla. Del tempo di
Claudio troviamo la splendida Tavola bronzea, scoperta nel XVI sec., che
egli fece incidere a Roma nel 48 d.C. in favore delle Gallie. Ma non
dimentichiamo la grande statuaria e l'arte funeraria, gli oggetti sacri,
quelli magici, i giochi a pedine, stupendi mosaici, e l'enigmatico Calendario
di Coligny,
uno dei più lunghi documenti in lingua celtica conosciuti fino ad oggi. I
druidi non utilizzavano la scrittura, per cui il fatto di aver ritrovato
un calendario scritto, per di più in lettere latine, non può essere
spiegato che con gli effetti dell’occupazione romana su un insegnamento
che era sempre stato trasmesso per via orale.Il calendario di Coligny contiene la rappresentazione di una
sequenza di cinque anni lunari completi, ciascuno composto da 12 mesi
alternativamente lunghi 29 o 30 giorni, più 2 mesi supplementari,
ritenuti essere mesi intercalari introdotti per rendere lunisolare il
calendario (rimandiamo all'articolo del prof. A. Gaspani per
l'approfondimento del reperto). Nell'esposizione
museale, lo troviamo accanto alla statua di divinità in cui, a pezzetti,
era stato riposto. Nel Museo si trovano anche i reperti emersi dagli scavi
dell'Anfiteatro delle "Tre Gallie", che si trova dalla parte
opposta alla collina di Fourvière, sulla collina della "CroixRousse" (chiamata così per la presenza di una croce cristiana
di colore rosso ruggine). Il monumento è particolarmente importante
perchè qui si trovava il santuario federale delle tre province galliche,
dove ogni anno si radunavano i delegati delle 64 tribù galliche per
celebrare il culto di Roma e dell'imperatore regnante.
Qui,
nel 177 d.C., avvenne anche il supplizio dei 48
martiri cristiani di Gallia, tra cui Santa Blandina è sicuramente la
più nota.
Dettaglio
del pavimento centrale nella Cripta di Santa Blandina nell'antica abbazia
di San Martino di Ainay a Lione, dove riposerebbero (secondo una leggenda)
le sue ceneri e quelle degli altri martiri
La
collina di Fourvière (che significa la collina che prega, in
contrapposizione alla Collina della CroixRousse, la collina
che lavora), è dunque il punto più sacro della città, dove c'erano anche
il Foro e il Tempio che abbiamo descritto poc'anzi; nel 177 d.C., in seguito al martirio dei 48
cristiani tra cui San Potino (o Fotino) che era stato il primo vescovo di
Lione, la collina divenne luogo di pellegrinaggio. A quel tempo però il
Tempio romano era ancora in funzione e dunque questa collina si
configurava sacra per un duplice culto, quello pagano e quello cristiano.
Solo al 1168 è però
documentata una cappella. Attualmente sulla parte più elevata della
collina svetta la Basilica di Notre- Dame de Fourvière, costruita
nel 1870 per un voto fatto dai Lionesi alla Vergine, affinchè la città
venisse risparmiata dalla guerra franco-prussiana. Così fu, e la
partecipazione sociale all'erezione del monumento fu altissima: ancora
oggi la manutenzione della chiesa è consentita grazie a donazioni e
offerte popolari. Si raggiunge con la funicolare dalla città bassa, poco
più avanti della Cattedrale di St. Jean, oppure a piedi.
La
spettacolare sagoma della Basilica di Notre -Dame, sulla collina di
Fourvière domina la città. Era il luogo dove i Romani avevano eretto un
Tempio per il culto dell'imperatore e, forse, prima di loro, i Druidi vi
veneravano il dio Lug o altre divinità legate al mondo celtico
La
prima impressione, avvistandola da lontano, sia di giorno che di notte, è
che essa sia proprio un polo di attrazione protettivo. L'architetto Pierre
Bossan creò l'edificio che manifesta "la potente misericordia di Dio
che libera dal male". L'edificio venne poi continuato dall' l'arch.
Sainte-Marie-Perin. All'esterno, la basilica somiglia ad una fortezza e,
uscendo sul piazzale dopo essere scesi dalla funicolare, si rimane quasi
sgomenti dinnanzi alla sua mole, alla forma geometrica, al colore. Dal
terrazzo si gode di un magnifico panorama sulla Saona e sul Rodano, mentre
dalle torri si scopre un panorama unico che va da Lione al
Monte Bianco.
La basilica è iscritta al Patrimonio Mondiale dell'UNESCO
ed è uno dei monumenti più frequentati di Francia. Oltre a sede
spirituale, è anche sede culturale, ospitando il Museo d'Arte Sacra e il
Tesoro. All'interno, che sorprende, vi è la "Casa
d'Oro", che simboleggia la bellezza della gloria di Dio in Maria,
modello di santità cristiana. Tutta la Chiesa è una sinfonia mariana ed
è decisamente singolare per lo stile; nella cripta vi è un trionfo della
Vergine con statue della Madonna,
sia bianca che Nera, collocate in ogni cappella, mentre stelle, colonne,
pavimenti, simbologie ricordano più un tempio massonico che una chiesa
cristiana. Nera è anche la
Madonna conservata nella Cappella della Vergine.
La
statua della Madonna Nera sull'altare della Cappella della Vergine nel
complesso devozionale di Notre-Dame de Fourvière
In
una vetrina abbiamo trovato anche un simulacro apparentemente arcaico, di
una Vergine con Bambino realizzati in legno scuro, reminescenza
dell'antico culto druidico delle Madri dal colore bruno come la terra? O,
forse, di una primitiva pietra nera ritenuta sacra...(invitiamo a vedere
il nostro video sulla basilica).
Respirando
profondamente, usciti sul piazzale, viene da pensare a come dovesse essere
questa collina in antico, quanti avvenimenti si sono succeduti e quanti
segreti conserva nel suo cuore di roccia. Scendere da Fourvière a piedi
è un'esperienza da fare; si potranno godere angoli suggestivi e si
raggiunge la città bassa, che è poi la Vieux Lyon, la Vecchia
Lione, che di sera regala un'atmosfera unica.
Ma
noi, con i nostri "due passi", stiamo ricalcando lo scorrere
della storia e siamo arrivati al periodo in cui si attesta il
cristianesimo nell'antica Lugdunum, attorno al 150 d.C.. La Chiesa
di Lione è considerata la più antica dell'Occidente, dopo quella di
Roma. Sappiamo che nel 150 d.C. circa esisteva una basilica cristiana
eretta dai primi vescovi, san Potino e sant'Ireneo, che tante volte
abbiamo citato in questo sito, in special modo per i suoi attacchi contro
le eresie. Tale basilica, che doveva essere una sorta di cappella dedicata
alla Vergine Maria, si trovava dove oggi sorge la bellissima chiesa gotica
(gotico fiammeggiante) di Saint Nizier. Le ceneri dei 48 martiri
vennero conservate nella cripta di questa chiesa fino al VI secolo. Nel V
secolo la cappella divenne una chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo,
che pare fosse la prima cattedrale della città e a partire dal VI secolo
cominciarono ad esservi sepolti numerosi vescovi, tra cui (nel 573) St.
Nizier, sulla cui tomba fiorirono miracoli. Da allora, la chiesa è
intitolata a Saint Nizier.
Dettaglio del gotico flamboyant della chiesa di St. Nizier oggi
Uscendo,
si incontra sul lastricato pavimentale il simbolo della conchiglia,
segnale che ci troviamo su una direttrice di pellegrinaggio medievale che,
da Chartres, si dirigeva a Santiago di Compostela.
I
Templari a Lione
Va
detto che quest'area di Lione è interessante anche perchè, nel Medioevo,
vi risiedevano i Templari
(2). Questi ultimi occupavano infatti lo spazio urbano compreso attualmente
tra St.Niziere
PlaceBellecour (dove svetta la statua equestre del re Luigi
XIV); Conventodei
Giacobini (=Domenicani), attuale place des Jacobins, e allacommendadi S.Antoine.
La via intermedia era la Via Mercatoria (Rue Mercière), il cui corso è cambiato, al
giorno d'oggi.
Dettaglio dell'area urbana odierna dove i punti neri indicano i luoghi di
riferimento dei possedimenti Templari a Lione
L'unica
prova reale della presenza Templare a Lione proverrebbe da un documento
della Santa Sede del 1316; essa ci informa che 23cardinalisi trovaronoimprigionatiper ordine delreggente di
Francia, il conte diPoitiers
(il futuroFilippoV),nel
chiostrodei Frati Predicatori, vale
adirei Domenicani(noti comegiacobini).
Dovevano decidere l'elezione di un papa (che sarà poi Giovanni XXII). Il
convento diLione, dovesi
è tenuto ilconclavenel
1316, fu costruitonel 1236su
un terrenosituato "dietrola
casadei Templari" la
quale si
trovava appunto tra il convento dei domenicani e Place
Bellecour.
La statua equestre del re Luigi XIV svetta sulla vasta piazza Bellecour
Sappiamo
che nel 1263 il Tempio di Lione aveva accolto il Cavaliere
TemplareHughdePerraud
(visitatore di Francia) e ad altri membri della sua famiglia (Cavalieri
Templari anche loro); intorno al 1291-92 (subito dopo la disfatta di
Acri), venne ricevuto un sergente templare (Lamusse Martin, uno dei
precettori del palazzo dell'Ordine a Cipro) (3). Nel
1274, Pierre Moron- che sarebbe diventato papa e santo, fu ospitato nel
monastero dei Templari.
I
Templari di Lione furono arrestati nel 1307 dal coppiere del re Filippo il
Bello, Barthélemi Chevrier soprannominato " Bartholomeus Caprarii".
Negli Atti del
processo contro i Cavalieri dell'Ordine non è specificata l'importanza
che doveva avere la Mason de Templiers di Lione, eppure si può
immaginare che ne avesse moltissima, considerato il fatto che la città
era una pietra miliare lungo la via di transito per Marsiglia da un lato e
l'Italia dall'altro. Il documento ci dice che l'edificio aveva una
Cappella, ma non fornisce informazioni sulle reali dimensioni del
complesso. Da studi successivi si è appurato che dovesse avere un
ospedale per i pellegrini, una cappella, un fienile, stalle ed edifici,
oltre a vigneti e giardini.
Con
la caduta dell'Ordine, il monastero e i suoi possedimenti confluirono ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme;
il monastero passò poi in proprietà dei Duchi di Savoia e dell'ordine Celestino,
fino al 1779, quando questo Ordine venne sciolto e l'azienda fu poi venduta.
Percorrendo
le vie che rientrano nello spazio urbano circoscritto e citato nei
documenti, abbiamo incontrato un residuo circa l'esistenza
dell'antica Via del Porto del Tempio (Rue du Port du Temple),
in prossimità del ponte sul fiume Saona, che sicuramente era controllato
dai Templari. Gli edifici sono fatiscenti e sicuramente rimaneggiati, ma
rimane la memoria.
Rue du Port du Temple, nei pressi del fiume Saona
Poco più avanti, c'è una via che è Rue des
Templiers, la Via dei Cavalieri Templari. Una via
dimenticata nel labirinto urbano di Lione, che collega place
Antonin Gourju alla Rue d'Amboise. E' una strada ad angolo dove non si
può parcheggiare ma è percorribile nei due sensi; l'ingresso della via
è protetto da un rivestimento in pietra ma nulla rimane delle antiche
vestigia medievali. Pare che nel XVII secolo rimanesse ancora qualche
traccia nella volta dell'accesso alla strada ma oggi anche quella è
scomparsa. In quest'area i Templari furono attestati dal 1200 fino al 1312, con la loro abolizione. Vicinissima
è la Piazza dei Celestini e, lungo la Saona, Quai des Celestins.
Non molto distante si raggiunge Place des Jacobins dalla
quale, in rettilineo, si può arrivare alla chiesa di St. Nizier.
Dettaglio dell'area urbana dove si trovano le vie legate alla presenza dei
Templari a Lione
Un'area
non certo piccolina...E consigliata vivamente di visitare!
Ma
portandosi sul fiume, dove c'era con ogni probabilità il porto dei
Templari, come indica la via, possiamo immaginare che essi
dovessero avere il controllo sul transito del fiume, attraversato il quale
(oggi da un modernissimo ponte) si giunge nella Vieux Lyon, e nei
pressi del quartiere Saint Jean, dove si trova l'omonima
cattedrale. Il nome evoca un altro famoso Ordine crociato, quello dei Cavalieri
di San Giovanni di Gerusalemme. Forse i Templari controllavano la zona
al di qua del fiume e i Giovanniti quella al di là.
La
cattedrale di St. Jean e la Manècanterie
L'area della
cattedrale di St. Jean è una delle più importanti della città perchè
qui, oltre allo splendido duomo, c'è un'area archeologica che attesta la
presenza di un complesso episcopale formato da tre chiese attorno al
quale, alla fine dell'Impero romano, si sviluppò il nuovo centro urbano.
Le chiese erano quella di St. Etienne, Sainte-Croix e St.
Jean, unica ad essere sopravvissuta ed è ancora oggi la sede del
vescovo di Lione, che dal 1079 è primate delle Gallie (in cattedrale si
tiene anche il rito
gallicano). Nel
giardino attiguo alla cattedrale, dedicato al matematico del Cinquecento
Girard Désargues, furono scoperti negli anni '70 del XX secolo i resti
delle altre due chiese, demolite dopo la rivoluzione. La chiesa di St.
Etienne inglobava il primo battistero cristiano di Francia, del IV secolo,
nella classica forma a vasca ottagonale; la chiesa di Santa Croce era la
parrocchiale. Questo complesso si sviluppò nel XII secolo e la maggiore
delle tre chiese diventerò la cattedrale. Molto suggestiva la cornice in
cui si viene a trovare, pertanto, l'attuale cattedrale, dal luminoso
colore chiaro. In questo complesso vescovile si svolsero importanti eventi
poichè rappresentava un centro stabile di potere in una città che doveva
continuamente confrontarsi con molteplici dominazioni dal basso Impero al
Medioevo. Dal 1245 al 1274 si svolsero numerosi concili e nel 1316 si
tenne il concistoro per l'elezione del papa (Giovanni XXII).
Da
sinistra a destra: rappresentazione della posizione urbana della
cattedrale disegnata sul pavimento di Rue de St. Jean; la facciata gotica
della cattedrale attuale; vestigia del battistero di San Giovanni,
nell'area archeologica attigua
Cattedrale,
facciata principale: dettaglio dei motivi simbolici delle formelle che
formano la strombatura del portale centrale
La
dedicazione completa della cattedrale è oggi Saint-Jean-Baptiste-et-Saint-Étienne.
Il vasto nucleo vescovile si sviluppò sugli argini del fiume Saona
nel Medioevo e includeva l'episcopio, il chiostro e gli edifici necessari
alla vita comunitaria dei Canonici. Da rilevare importanti
porzioni medievali addossate alla parete sud, con simbologie
interessanti. Si tratta dell''antica Manécanterie (nome derivante
dalla presenza di un'ex -scuola di canto, che in latino si dice mansio
cantorum), edificio poco conosciuto, che fungeva originariamente da
refettorio. L'edificio, nelle sue attuali proporzioni, fu ricostruito
nell' XI e nel XII secolo sulle vestigia di una costruzione più antica,
di cui è possibile scorgere un arco carolingio di pietra e mattoni sulla
facciata meridionale. Il capocroce della cattedrale era allora in fase di
realizzazione. La facciata ovest della Manècanterie è cieca e
scandita da arcatelle gemelle in pietre da taglio. Una decorazione
policroma, ottenuta con incrostazioni di mattoni dalle sagome circolari o
quadrate, occupa l'archivolto (cioè la modanatura posta attorno
all'arco), la croce che sovrasta la porta d'ingresso, le pietre angolari
(cioè quelle poste tra l'arco e l'angolo retto) tra le arcatelle e il
fregio superiore. Attualmente, la maggior parte di queste incrostazioni è
andata perduta; restano soltanto gli incavi di questo motivo
ornamentale-simbolico tipicamente romanico, visibile a Lione anche nella
chiesa abbaziale di Saint-Martin d'Ainay. Diverse statue collocate
all'interno delle nicchie completavano questa facciata ma oggi è
difficile identificarle a causa dei danni subiti nel XVI secolo. L'aspetto
della facciata principale si è modificato soprattutto con l'apertura
delle finestre e il sopralzo della copertura, ben evidente al di sopra del
fregio romanico. Il volume interno si articola in una cappella inferiore
e, al primo piano, nella grande sala dal soffitto a travi, che ospita le
opere principali del Tesoro. La Manècanterie resta il più antico
edificio romanico di Lione, annoverato tra i monumenti nazionali, al pari
della cattedrale, dal 1862 e restaurato nel 1936.
La Manècanterie: vari scorci dell'edificio
La Manècanterie: particolare di una delle statue superstiti
All'interno
della cattedrale, un itinerario lo compongono -da sole- le splendide
vetrate. Da vedere la cappella dei Borboni, è molto interessante,
e vi abbiamo trovato tracce di segni di lapicidi su diversi blocchi di
pietra della muratura, tra cui ricorre una sorta di L rovesciata.
Cattedrale di
St. Jean: scorci dell'interno; la quarta foto si riferisce alla Cappella
dei Borboni e, l'ultima, mostra alcuni blocchi su cui sono graffiti
probabili marchi di lapicidi
Imperdibile l'elaborato Orologio astronomico situato all'incrocio
del transetto destro con la navata, datato al XIV secolo e quindi uno dei
più antichi del genere, e ancora funzionante (il movimento fu rifatto nel
1930).
La cattedrale
ha anche un Museo del Tesoro sicuramente da visitare.
I
Cavalieri di Malta a Lione
Tutto, nella Vieux
Lyon, parla di St. Jean (san Giovanni), i nomi delle vie, delle piazze, dei locali.
Veramente stimolante percorrere la lunga Rue St. Jean (e le sue
strette diramazioni) alla scoperta di targhe commemorative, stipiti e
architravi dal sapore medievale e magari con qualche simbolismo residuo, o
infilarsi in alcuni dei curiosi traboule, passaggi interni dei
palazzi che collegano varie parti di un quartiere senza dover passare
sulla strada. I proprietari hanno stipulato un accordo con il Comune e
permettono gratuitamente alla gente, turisti soprattutto, di passare
attraverso questi passaggi segreti...
Le Grand Traboule
attraversa ben 4 edifici consentendo il passaggio dalla Rue St. Jean a Rue
de Boeuf
Enigmatico
"volto" all'angolo tra via St. Jean e Place Nueve St. Jean
Un "quattre
de chiffre" inciso sull'architrave di un portone nei pressi della
chiesa di St. George
Rappresentazione
della posizione urbana della chiesa dio St. Georges, disegnata sul
pavimento di Rue de St. Jean
Terminato il
rettilineo della via St. Jean, si incontra una bella chiesa in stile gotico,
St.
Georges, e piazza della Commanderia.
Questo era il quartier generale dei Cavalieri
Giovanniti (chiamati poi di Malta). Non sappiamo se essi fossero già stanziati qui al
tempo dei Templari ma, come abbiamo ipotizzato poc'anzi, è plausibile che
i Giovanniti controllassero il passaggio sulla Saona da sud-ovest e i Templari
da nord-est. E' chiaro che la città fosse munita anche di Porte, delle quali
restano poche vestigia. Sappiamo che verso il 1315 i Giovanniti si
installarono nella chiesa di Saint-Georges, quando cioè l'Ordine del
Tempio era stato abolito. Ma prima? Certamente in quest'area sorgeva fin
dal V secolo una chiesa, su un luogo agricolo coltivato a vigneti. Nel VI
secolo si ha notizia di un modesto convento femminile sotto il patronato
di Sant'Eulalia, vergine spagnola martirizzata nel 304 a Mérida. Stando
ad una tradizione tardiva, il re merovingio Childeberto avrebbe
portato qui le reliquie di questa santa nel 547 d.C. (la chiesa era in
corso di fondazione). Nel 732 le incursioni saracene rovinarono chiesa e
monastero e solo nel 798 si tornò a parlare di Sant'Eulalia, sotto
l'arcivescovo Leidrade. Tra l' 809 e l' 812 l'edificio venne restaurato da
Carlomagno. In quell'occasione forse vennero trovate le vestigia di
una vecchia chiesa intitolata a San Giorgio, che rimase il titolare.
Quando subentrarono i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, nel
1315, quella chiesa era ben vetusta. Divenne la chiesa della Commanderia,
anche per la sua posizione sul fiume. Nel Medioevo -al di là della Porta
St. Georges- era situato l'Hospitale Saint-Laurent -des-Vignes. Nel
1492 il giovannita Humbert de Beavoir intraprese i lavori di restauro,
abbattendo alcune parti e usando le pietre per le parti nuove.
Al
numero 53 di Rue Saint-Georges troviamo un piccolo bassorilievo
rappresentante San Giorgio che uccide il drago, che potrebbe provenire
dall'antica chiesa medievale, dicono le cronache locali. A poco a poco nel
quartiere si impiantarono botteghe artigiane, fabbriche di seta, e piccole
boutique.
Dalla
vetrina di una bottega moderna, occhieggiano delle statuette meccaniche
che attirano l'occhio: un prete, una popolana, e un Cavaliere Giovannita.
Il pannello a corredo racconta un po' la storia dell'insediamento
dell'Ordine in quest'area di Lione.
La
Commanderia divenne, con la Rivoluzione, bene nazionale; il chiostro venne
abbattuto nel 1807 e il complesso fu venduto. Nel 1854 rovinò
ulteriormente per un incendio e venne demolito nel 1857. Su quelle ceneri
sorse la chiesa attuale nel 1884, in stile neo-gotico fiammeggiante,
che oggi è ridivenuta parrocchiale. Un
raro souvenir della Commanderia si trova poco distante dalla chiesa, su un
palazzo di Place Benoit-Crepu al numero 13; è una pietra inserita
in un muro recante l'iscrizione "A la Croix de Malthe" (Alla
Croce di Malta).
Sul muro che
forma l'angolo della piazza, si trovano diverse curiose incisioni, fatte
probabilmente con piccoli strumenti, di un'epoca che non possiamo
conoscere (potrebbero essere moderni, e si trovano ad un certa altezza da
terra): piccoli cerchi contenenti una croce e curiosi semicerchi con
appendici bifide. Di cosa si tratta?
La
chiesa è veramente bella; a croce latina, è orientata sull'asse O-E
(ingresso ad ovest, abside ad est). Nell'impossibilità di darne una
descrizione, ci limiteremo a segnalare una curiosità relativa a due
confessionali stile Rinascimento (XVII sec.), provenienti dall'antica
abbazia de l'Ile-Barbe. Il curato Gourdiat, nel 1806, desideroso di dare
rinnovamento dopo la Rivoluzione, fece rifare (o aggiungere) i frontoni
triangolari inserendovi un Delta luminoso, occhio trinitario (v. foto
sotto):
La chiesa di
Saint- Georges vista dalla passerella sul fiume Saona
E' importante
sottolineare come, al di là del fiume Saona, superata la passerella
Saint-Georges, si raggiunge il Quai Tilsittdove si può
notare, su un bel palazzo d'angolo, un simbolismo massonico accompagnato
da un nome A LOUVIER e da una data in cifre romane (1857).
L'abbazia
di Saint-Martin-de-Ainay e la cripta di Sainte- Blandine
Siamo quindi
nel quartiere medievale dove è situata la chiesa abbaziale di Saint
Martin de Ainay. E' questo uno dei gioielli architettonici, culturali
e naturalmente spirituali della città di Lione, costituito da edifici
altomedievali, medievali (XI-XV sec.), ottocenteschi e del XX secolo.
All'interno si trovano pezzi di epoca romana provenienti dall'altare di
Augusto del santuario delle Tre Gallie (sulla collina della Croix Rousse).
L'abbazia nacque benedettina nel IX secolo quando Aureliano, abate
benedettino e futuro arcivescovo di Lione, fondò il Priorato di San
Benedetto di Cessieu attorno all' 859 e chiamò i monaci da Bonneval.
Ritenuta erroneamente l'antica basilica dei 48 martiri cristiani uccisi
nel 177 d.C., (che come abbiamo visto prima era invece situata
nell'attuale St. Nizier), ha iniziato ad essere oggetto di culto dei
Martiri non prima dell'XI-XII sec., quando vennero trasportate qui le
supposte reliquie. Si ignora pure dove si trovasse il monastero "Interamnis"
(=tra i due fiumi, cioè la Saona e il Rodano), dove si incontrarono san
Romano, abate di Condate e Sabino. Gli archivi sono scomparsi e di scavi
archeologici non ne sono stati ancora condotti, tanto che dei primi
edifici non si sa praticamente niente. Si sa che nel 1107 la chiesa fu
consacrata da papa Pasquale II e posta sotto il patronato di San Martino.
Tra XII e XIV sec. Ainay appare quale una vera e propria potenza
spirituale e temporale; nel 1250 l'abbazia possedeva 72 chiese o priorati
nella diocesi di Lione e anche oltre.
Nel XIV
secolo fu costruito il palazzo del Monastero da Giovanni II di La Palud
(1313-1324); con l'inizio del Rinascimento e la Commenda, i re ne fecero
un luogo di passaggio e vi soggiornarono a più riprese. Nel 1562 gli
ugonotti (protestanti) bruciarono gli archivi, devastando la chiesa e
distruggendo parzialmente il chiostro. Nel 1685 la chiesa viene
secolarizzata e i monaci vennero sostituiti dai canonici. Nel 1780 perse
il titolo di abbazia, diventando una parrocchia e tutti i suoi beni
passarono all'arcivescovo di Lione.
Durante la
Rivoluzione, il palazzo abbaziale fu distrutto; la chiesa venne chiusa e
adibita a deposito. Fu riaperta nel 1802 e nel 1844 dichiarata Monumento
Storico. Pio X la promosse nel 1905 a basilica, che le restituì una
maggiore dignità.
Impressionante
avvicinarsi e cominciarne l'osservazione esterna: al centro si staglia un
campanile-portico che in origine si staccava in avanti rispetto alla
chiesa; esso è alto 31 m e alla base presenta blocchi provenienti da
monumenti antichi. Gli intarsi di mattoni a ispirazione antica e le
formelle scolpite in bassorilievi sticciati risalgono all'XI sec. Il
portale e le volte a ogiva sono della fine del XII secolo. Il timpano e la
croce sono del 1860. Ma andando dietro l'edificio, che sorpresa! Le absidi
sono complesse: si distinguono da sinistra verso destra quella quadrata
della cappella di Santa Blandina (XI sec.), quella di San Martino,
semicircolare fiancheggiata dalle absidiole inserite in un muro piano, la
cappella di San Michele con le sue alte vetrate e infine le vestigia della
chiesa di San pietro. Il secondo campanile o lanterna, rozzo e massiccio,
è tipico della regione lionese.
Un collage di
immagini dell'esterno del complesso
La Cappella
di Santa Blandina venne profondamente modificata nell'XI secolo. In
origine non si conosce come fosse. Le venne dato un soffitto a volte e la
cripta, molto piccola, fu sistemata sotto il coro. E' qui che si trovano
due annessi destinati a conservare le reliquie. I mosaici romanici sono
stati ritrovati sotto il coro della chiesa di San Martino. La scritta
contro il muro del corridoio, che si trovava in origine sul pavimento
intorno all'effigie dell'arcivescovo Gauceran, abate di Ainay, evoca i
ruoli fondamentali della chiesa.
"Qui,
qui, inginocchiatevi,voi che venite a chiedere il Perdono.
Qui la Pace,
qui la Vita, la Salvezza. Qui sarete santificati.
Qui il Vino
diventa Sangue. Qui il Pane diventa Carne di Cristo.
Tendete in
questo luogo le mani, o voi che prima avete peccato"
L'interno della
chiesa abbaziale e la cripta di Santa Blandina
Abbiamo fatto
"due passi" nel passato di questa città straordinaria, cercando
di cavalcare le onde che ci separano dagli eventi che qui si sono svolti,
tappe cruciali della storia non solo di Francia ma dell'Europa, agli
albori della civiltà romana e della cristianità d'Occidente, all'epopea
dei Templari e dei Giovanniti in cui tutto l'assetto urbanistico era un
po' diverso dall'attuale, difficilmente immaginabile. Accontentiamoci
di aver assaporato sull'arco dello spazio-tempo la sua storia, i suoi
contrasti urbanistici, le sue piazze, le fontane rigogliose, l'atmosfera
della Vieux Lyon e dei suoi colori quando scende la sera. E' allora che la
collina di Fourvière si accende di luce e sembra dirci che il dio Lug, da
lì, non se n'è mai andato...
Ed ora partiamo, con il nostro
bagaglio di foto, di documentazione e di ricordi, per un'altra tappa del nostro
tour francese.
Note:
1)- La Gallia Lugdunense
comprendeva molti popoli e diverse attuali regioni francesi. Plinio il Vecchio (Storia
Naturale), ci informa che "Quella parte della Gallia nota come Lugdunensis contiene i Lexovii, i Vellocasses, i Galeti, i Veneti, gli Abrincatui, gli Ossismi, e il celebrato fiume Ligeris, come anche una molto degna di nota penisola, che si estende nell'oceano all'estremità del territorio degli Ossismi, la cui circonferenza è 62510 miglia... Oltre a questi ci sono i Nannetes, e nell'interno vi sono gli Ædui, popolo federale, i Carnuti, un popolo federale, i Boii, i Senones, gli Aulerci, entrambi soprannominati Eburovices e questi chiamati Cenomanni, i Meldi, un popolo libero, i Parisii, i Tricasses, gli Andecavi, i Viducasses, i Bodiocasses, i Venelli, i Cariosvelites, i Diablinti, i Rhedones, i Turones, gli Atesui, e i Secusiani, un popolo libero, nel cui territorio vi è la colonia di
Lugdunum" http://it.wikipedia.org/wiki/Gallia_Lugdunense
2)- In un atto del 1315 che
annovera i beni dell'Ordine del Tempio di Lione si legge: « Domus hospitalis apud Lugdunum sita, quae quondam fuit « militiae Templi », una cum capella, grangiis, stabulis, et aedificiis, quibuscumque vineis, hortis et aliis sitis infra clausum dicte Domus, que ad dictum hospitale pertinebant, prout protenditur, juxta aquam Sagonae, protendendo videlicet a clausura domus fratrum Praedicatorum inferius versus domum Franchicheri, via intermedia publica et de la Franchicheri versus domos Sancti Anthonii existentes inter l'Aberour et domum Templi, ex altera, et juxta domos et hortum Sancti Anthonii, ex altera, et juxta domos de hortum exeuntes versus domo Praedicatorum horto dicti Templi contiguo ex altera »
(Léopold Niepce - Le Grand prieuré d'Auvergne, 1883).
3)- Fonte: Trudon des Ormes : Les possessions templières recueillent durant les interrogatoires des templiers par les hommes de Philippe le Bel et les commissions pontificales des diocèses de France
La Basilica di San Marino di
Ainay (a cura dell'Associazione Amici di San Martino di Ainay, con la
partecipazione del Comune di Lione, tipografia Beau'Lieu)