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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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di
Filippo
Goti
1.
Introduzione
Come
potrebbe non affascinare, non inebriare la fantasia e i sensi,
una principessa la cui bellezza morbosa ammalia uomini e donne
indifferentemente, succubi del suo ingordo potere sessuale ? Una figura alta,
slanciata, di una femminilità perversa e morbosa. Capelli corvini, che
incastonano un volto ovale, color di madreperla. Occhi di un colore nero
ardente, che si trasformano in un rosso rubino durante la possessione. Labbra
sottili, esangui, e una voce, un ipnotico sussurro, che opprime la mente e il cuore,
sgorgando all'improvviso nella carne dell'uditore. Le dita della mano
affusolate, con acuminate e lunghe unghie con cui durante l'amplesso strazia le
carni del compagno, unendo così al parossismo dell'orgasmo, la frenesia del
sangue. Un seno eretto che si nasconde fra la folta capigliatura che scende
lungo i fianchi, e da cui zampilla sangue. Maestose ali neri, pronte a farla
librare in volo, mentre conduce le legioni demoniache, a turbare le notti di
uomini, donne, bambini e animali. Una
femmina, la prima femmina, il cui nome è Lilith. Potrebbe
stupirsi l'addolcito lettore di cose esoteriche, nello scoprire quante congreghe
sono votate al culto di Lilith, e quanta operatività di coppia e di gruppo
trova perno su questo mito; già la sua presenza nella Cabbala, come in ogni
grimorio, o testo di magia cerimoniale, dovrebbe essere un valido indizio, delle
forze che stuoli di operatori, a torto o a ragione, ad essa associano. Compito
di questo lavoro, in virtù del taglio divulgativo, è quello di analizzare il
mito di Lilith, lasciando ad altro veicolo e momento l'aspetto pratico. 2.
Lilith e Cabbala Ogni
sistema filosofico, ogni docetica esoterica, ogni affresco spirituale umano,
invariabilmente trova radice e sviluppo, attorno al perchè del Male, e al sommo di tutti i mali, rappresentato dalla morte. Lo Zohar(1)
non fa eccezione a tale ovvia constatazione, affrontando il Male attraverso un
approccio tendenzialmente impersonale, rifuggendo ad una identificazione di tale
cataclisma, indicandolo generalmente con il termine Sitra Ahra. Nello Zohar
l'incapacità umana di seguire la legge divina, è a sua volta riflesso del Male
Cosmico ( i mondi distrutti da Dio perchè imperfetti, o gli scarti del pensiero
divino: a ben vedere, sono concetti identici nella sostanziale realtà ). Vi
sono però due eccezioni a tale trattazione spersonalizzate del Male, inteso
come forza cosmica senza forma. La
prima è rappresentata dalla meticolosa descrizione dei "palazzi delle
impurità", la seconda dalla coppia Samael (
il satana cabbalistico, colui che ha portato il veleno nel mondo ) e Lilith ( la
sua compagna ), i sovrani del regno delle impurità(2).
Lilith è anche raffigurata come un serpente che attraversa lo Sitra Ahra,
mentre Samael, cavalcandola, si unisce a lei: da tale unione nasce la
moltitudine demoniaca. Arrivando a conclusione di questi brevi cenni di Lilith
nella Cabbala, riporto come in Ammud ha-Semali, Samael e Lilith regnano
rispettivamente sull'ottava e decima Sefirah(3) dell'emanazione malefica
(la parte sinistra, o l'albero della morte che si sviluppa nell'abisso sotto
Malkuth) mentre in "La Kabbale Pratique" di R.Ambelain, Lilith è
posta al governo della nona quilipoth (10). Sempre
nello Zohar è da segnalare la specularità fra la Shekinah(4)
e Lilith. Mentre la prima è la sposa benedetta da cui trae origine il popolo
degli eletti ( la casa di Israele ), la seconda è la grande meretrice, la
prostituta, da cui prende vita la gente impura, la moltitudine mista ( i non
ebrei ). Ciò ampiamente dimostra una vena ossessiva che attraversa tutto lo
Zohar, ma questo esula dal nostro attuale lavoro. Invocazione
per il rituale contro Lilith, da eseguirsi prima della copula matrimoniale. (Zohar
III,19a) Nell'ora
in cui l'uomo si unisce con sua moglie deve volgere il pensiero alla santità
del suo Signore, e dire: «Coperta
di morbido velluto – sei tu qui? Via, via! Non entrare e non uscire! Nulla di
tuo e nulla della tua parte! Voltati, voltati, il mare infuria, le sue onde ti
chiamano. Ma io afferro la parte santa, Con la santità del Re il sono
ricoperto.» 3.
Lilith nella Bibbia Cattolica All'interno
della Bibbia cattolica non troviamo esplicito riferimento a Lilith. Tale
rimozione è forse da imputare alla necessità di rendere l'Antico Testamento
quanto più coniugabile, nei limiti del possibile, con il Nuovo Testamento, e in
tale ottica un mito come quello della prima donna ribelle, risultava essere
decisamente ingombrante, in quanto accresceva la disomogeneità delle due
raccolte sacre. Genesi
1:26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra
somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul
bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano
sulla terra». Genesi
1:27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e
femmina li creò. Genesi
2:21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si
addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Genesi
2:22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una
donna e la condusse all'uomo. Genesi
2:23 Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e
osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta».
Nei
primi loghion riportati si narra come Dio al sesto giorno creò ( dal niente:
novità) il Maschio e la Femmina; il termine Adamo (gente delle quattro
direzioni) appare successivamente. Ora possiamo discutere molto attorno a questa
pluralità di genere, chi la riferisce agli Elohim ( potenti angeli della corte
celeste ) che coadiuvano Dio nella sua opera, oppure alla doppia natura (
maschile e femminile ) dello stesso Creatore. Per onestà intellettuale dobbiamo
constatare che questo creare è riferito all'uomo quale immagine di Dio, maschio
e femmina ( Dio Padre e Dio Madre ). Nel racconto biblico siamo innanzi ad una
doppia creazione, contemporanea ma disgiunta, dove i due enti sono relati fra
loro solamente dalla fonte generativa. Il
sospetto che qualcosa non abbia proceduto nel modo previsto, secondo l'estensore
di questo passo dell'Antico Testamento, è dato dalla necessità di Dio di
tornare sulla propria Opera creativa, traendo una costola da Adamo e plasmandola
dando vita a Eva. L'espressione
"Adamo" è
quindi doppiamente illuminante, in quanto rivela la preesistenza di una
precedente compagna, non menzionata, e come colei che è stata appena creata
(Eva) sia una sua consanguinea.
Gli
albori del mito di Lilith sono da ricercarsi nella cultura Babilonese, e ancora
precedentemente in quella Assira., dove troviamo la presenza di due demoni: Lilu
(maschio) e Lilith (femmina). Più che singoli spiriti della notte, possiamo però
parlare di categorie di spiriti (Ardat-Lilith, Lamashtu, ecc.. ), demoni alati
che nella notte scendono a tormentare, a strangolare, uomini, partorienti, e
neonati. Numerose
le formule di di scongiuro in assiro, a dimostrare il potere che veniva
attribuito a questi "Incubi" della
notte. "
A colei che vola nelle stanze della tenebra... passa presto, presto, Lilith
" Nella mitologia ebraica, abbiamo un duplice mito
di Lilith l'uno legato al rapporto con Adamo nell'Eden ( il più complesso ), e
l'altro al rapporto con Adamo fuori dall'Eden. Quest'ultimo mito, di tradizione
midrashica(5), narra come Adamo separatosi da Eva, dopo la cacciata
dall'Eden e la perdita dell'immortalità, si sia unito a numerosi spiriti(6),
generando con loro. Fra essi anche Lilith, o una Lilith, dal cui rapporto nacque
una nuova generazione che popolò la terra. La
leggenda più conosciuta, di radice ebraica, su Lilith la vede come prima moglie
di Adamo. Creata da Dio assieme ad Adamo, ne differisce per composizione: sabbia
finissima Adamo ( terra sottoposta all'azione del fuoco ), melma ( terra
sottoposta all'azione dell'acqua) Lilith. E' narrato che i due si abbandonarono
a fervente passione, ma questo idillio sensuale e sessuale ebbe termine quando
Lilith si rifiutò di continuare ad unirsi stando "sotto" ad Adamo. La
pretesa di Lilith di assumere una posizione sessuale dominante, scatenò l'ira
del compagno a cui si sottrasse, pronunciando il sacro e segreto nome di Dio,
librandosi in aria e fuggendo dall'Eden.
Adamo per questa fuga
protesta con Dio, reclamando il ritorno della compagna, allora Dio ordinò a tre
angeli ( Sanvi, Sansanvi e Semagelaf ) di trovare, e ricondurre ad Adamo Lilith.
Questa si era rifugiata in un luogo inospitale, presso il Mar Rosso, dove
unendosi con dei demoni generava una moltitudine di figli (Limm). Gli angeli,
raggiunta la fuggiasca, le intimano di ritornare nell'Eden, ma lei si oppone
all'ordine divino (che con tutta evidenza non aveva potere alcuno oltre l'Eden
stesso), mostrando la condizione in cui si trovava. Poteva adesso tornare da
Adamo, ora che si era congiunta con altri e aveva generato ? Lilith inoltre
rivela che lo stesso Dio le ha conferito potere sui neonati, gli uomini, e le
giovinette; ma qualora sia pronunciato il nome degli emissari divini, i tre
angeli, lei recederà. La punizione che le viene impartita per il suo rifiuto,
è quella che ogni giorno 100 dei suoi Limm moriranno, lo stesso numero dei
generati, condannandola a vedere morire i figli, ad essere eterna Madre senza
prole.
In un testo ebraico, è
riportato come Lilith resa furente e gelosa a causa della nuova compagna di
Adamo, si trasformò in serpente ed offrì alla coppia il frutto proibito,
condannando l'uomo e la donna alla perdita della loro condizione di favoriti da
Dio, e soggetti al ciclo naturale di vita e morte. Lilith
trova alcune corrispondenze, gioco che non ci affascina oltre una certa misura,
con la Lamia dei greci e dei romani, a Brunilde(7) della tradizione
nordica, alla Kalì(8) vedica, ed infine alla stessa Hecate(9).
Solo alcune corrispondenze, che devono offrire riflessioni successive, visto che
ogni elemento mitologico ha valore in se e in riferimento alla Cosmogonia in cui
è debitamente inserito. 5.
Conclusioni E'
fin troppo facile, e quindi erroneo, sostenere che Lilith afferisca ad una realtà
matriarcale precedente al patriarcato monoteista, oppure che essa sia un mito
riconducibile e riducibile alla Tradizione della Dea Madre (11). L'ovvia
constatazione di come le vittime di Lilith fossero proprio i neonati ( il frutto
più sacro della femminilità manifesta ), e l'incapacità della stessa di
trovare piena armonia con l'ordine della fertilità naturale, di cui la
tradizione della Grande Madre è simbolo ed espressione, la collocano
eventualmente in un anti-mito, oppure in una espressione parziale di una
particolare componente "femminile". Inoltre la valenza magica e
simbolica esclusivamente distruttiva, ed energivora, la rendono inadeguata ad
offrire un rapporto "integrale" con ogni aspetto del femminile, in
quanto contrastante con l'espressione della maternità. Superficiale
è ancora l'affezione, che diviene afflizione, a questo mito esaltandone
solamente l'aspetto ribelle all'ordine costituito, in quanto se esso è
indubbiamente presente, è altresì vero che essa non è poi in grado di
proteggere il frutto del proprio grembo (Limm): la più grave delle colpe di una
madre, autocondannandosi ad un'eterna esistenza di rancore e di vendetta. Lilith
non è il simbolo dei viventi, ma delle ombre, e l'enorme confusione che oggi
viviamo attorno a questo mito è in parte dovuta alla sua riscoperta a fine
dell'ottocento, e successivamente negli anni 60-70, dall'intelligenza del
femminismo in gran parte donne di cultura ebraica, alla ricerca di un forte
contrasto culturale con la controparte rabbinica che incarnava l'immaginario del
patriarcato.
Enorme sciocchezza,
poi, sostenere che le tradizioni monoteistiche non sono riuscite a debellare il
mito di Lilith, in quanto se esso è sopravvissuto nei secoli è proprio grazie
al Talmud e ai Midrash; se tale operazione di occultamento veramente voleva
essere perpetrata sarebbe stato più congeniale il semplice ostracismo. Inoltre
il mito di Lilith ha numerosi elementi di virilità: basti ricordare la
tradizione che la vuole serpente tentatore nell'Eden, o alcune leggende ove essa
può possedere (Incubus) uomini e donne, tramite la possente coda. Questi
particolari suggeriscono una non totale collocazione al femminile di questo
mito. Quanto
sopra è valido se perseveriamo nell'errore di decontestualizzare il simbolo
Lilith, e in genere ogni simbolo, dalla integra sede che gli è propria:
l'insieme fisico-psichico-spirituale dell'uomo. Il
mito ebraico ci narra come Adamo sia frutto di sabbia fine, mentre Lilith di
melma. Adamo è frutto dell'azione dell'elemento fuoco sull'elemento terra,
Lilith della combinazione fra l'elemento terra e l'elemento acqua. Ci è
suggerito che Adamo e Lilith sono due espressioni coeve, dove l'una non può
sovrastare l'altra, e la loro unione è magnetica ed immediata. Il dramma per le
due parti, risiede nel momento della separazione che relega entrambe ad una
condizione inferiore alla preesistente, ed in generale alla lenta disgregazione
del composito mosaico chiamato uomo. Sicuramente
Adamo è ascrivibile ad un'insufflazione dell'elemento fuoco nell'elemento
terra, che renda questa secca, per non procedere nell'arcano è bene quindi dire
che ci riferiamo all'aspetto cosciente, logico-dialettico; come altrettanto
sicuramente Lilith è ascrivibile a quella radice atavica, ed insopprimibile,
della sessualità, fra le due
porzioni è inserita una terzo elemento di frizione. Questo elemento è frutto
di Adamo dormiente ( che sogna e desidera ), quindi successivo ai precedenti,
prende il nome di Eva e rappresenta l'emozionalità. Che da un lato permette
alla sfera logica-dialettica di trovare sfogo e limite, alla sua estenuante
ricerca di sistematizzazione ed ordine, e alla parte atavica sessuale di
affiorare. Quanto
sopra esposto afferisce ad un sottile equilibrio, che millenni di
civilizzazione, e socializzazione dell'uomo, hanno portato a relegare l'elemento
lilithiano nei meandri più profondi dell'animo umano, rendendolo simile
all'energia di un vulcano che anela a dirrompere verso la superficie, trovando
varco nella sfera mobile ( l'emotività ). Che
Lilith rappresenti un atavismo sessuale, in sè generale e diffuso ( quindi
forza elementale non mediata e non mediabile ) è indicato sempre dal mito, che
narra come Lilith provochi le polluzioni notturne negli uomini che possiede. La
forza sessuale che comunque deve trovare sfogo, dirompente, violento e
distruttivo, come ci ricorda anche la simbologia legata al Dio Kama (12)
vedico, o alla doppia veste di Lucifero-Satana. Il
binomio sesso e morte accompagna profondamente il mito di Lilith, e i rituali
stregoneschi, che su essa trovano fulcro, trovano espressione in una sessualità
lupesca, frenetica e sanguinaria. La doppia e violenta fuoriscita dei due
elementi basi del vitale ( vita in essere, e vita in potenza ), che vanno ad
aprire le porte di una memoria genetica, in sè e per sè terribile, in quanto
semplice ed elementale verità: la bestialità allo stato puro.) La
scissione che l'uomo vive, fra la parte cosciente ( la superficie del mondo ), e
la parte atavica ( il cuore pulsante del mondo ), rende i molti che prediligono
la prima massima espressione di un controllo privo di potenza, e i rari che
incarnano la seconda potenza senza controllo. Tale separazione non giova:
creatori senza forza i primi, forti senza capacità di creare i secondi ( I Limm
muoiono appena scorgono la luce). La
via che potrà permettere un novello equilibrio fra queste due sfere coeve, che
sono il senso della perduta regalità umana, non è quella di una fuga in
avanti, attraverso astruse intellettualizzazioni. Quanto un coraggioso
precipizio nel baratro primordiale, sperando di mantenere viva una sottile luce,
che permetta di fecondare il ventre di Lilith, portando alla luce l'uomo nuovo:
reintegrato in ogni componente: Adamo-Lilith-Eva. Non è fonte di fascino ed interesse che Lilith,
l'impura, la dannata, la prostituta demoniaca, conosca l'esatta pronuncia del
nome dell'Ineffabile, che nella tradizione magica- religiosa ebraica, poteva
essere pronunciato solamente una volta all'anno, nel Tempio di Salomone, dal
capo dei Sacerdoti ? Con la differenza che mentre, secondo i testi sacri, Lilith
effettivamente deteneva questo "potere", e lo manifestò, niente è
dato di sapere su quello del sommo sacerdote. Non è forse un velato
suggerimento a ricercare la Conoscenza, che tutto trasforma, dove si presume che
vi sia la tenebra? Ad un guardare oltre l'apparenza della manifestazione, e attraversando il deserto impervio che al limitare della sfera conscia, imprigionata nel singolo transito temporale, recarsi alle radici eterne della nostra esistenza: quando sia il fuoco che l'acqua furono infusi nella terra.
NOTE: (1)
Zohar. Testo fondamentale della Cabbala, lo Zohar, è stato scritto
all'inizio del XIV secolo, in Spagna, dal mistico Mosé de Léon. La parola
significa libro dello splendore, anche se si sviluppa in una serie di oscuri
precetti e commenti, che l'autore imputò ad una tradizione precedente. (2) E'
impuro ciò che non è sacro, o consacrato. Ciò alterato dalla mescolanza con
altri elementi. (3)
Sefirah. Nel sistema cabbalistico rappresentano degli aspetti qualititativi del
divino, e la loro interazione delimita la forma e il campo del dispiegamento
della manfiestazione (creazione) (4)
Shekinah. L'immanenza divina. (5)
Midrash. Metodo di interpretare la sacra scrittura,
che va oltre il senso letterale delle parole. Questi vari commenti sono raccolti
in antologie. (6)
Spiriti. Nella tradizione cabbalistica il sesto giorno Dio creò anche gli
spiriti senza corpo (elementali). (7)
Brunilde. Mitica regina di Islanda, impose una serie di prove cruente ai suoi
pretendenti, culminanti con un duello mortale. (8)
Kalì. Raffiugura l'aspetto guerriero di Parvati la consorte di Shiva. E'
conosciuta come la grande Dea. (9)
Hecate. Dea della mitologia greca, unica fra le immortali a non essere stata
partorita da Zeus, ma figlia di un Re dei giganti. E' in grado di viaggiare nel
mondo degli dei, degli uomini e dei morti. (10) Le Quilipoth sono le riflessioni negative delle
sephirat, il loro volto nascosto, o la loro manifestazione degradata o
degrandate, ma al contempo ne rappresentano anche un curore pulsante, che deve
essere riassorbito dall'interno (11)
Dea Madre. Complesso di miti arcaici, che si vuole riconducibili ad un'estesa
cultura matriarcale, poi sdradicata dal patriarcato. (12)
Dio Kama. Nella mitologia vedica è un Deva bifronte della sessualità, nel suo
aspetto di piacere e forza atavica. (Filippo Goti) Sezioni correlate in questo sito: www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer luglio 2007 |