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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
| Tutto il materiale è soggetto alle Avvertenze/Disclaimer WÜRZBURG (BAVIERA,GERMANIA) (di Marisa Uberti) "Il re Salomone fece venire da Tiro un certo Hiram, figlio di una vedova della tribù di Neftali, ma di padre tirio, artefice in lavori di pietra e di bronzo, di grande capacità tecnica e pieno di talento, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo.Egli venne presso Salomone ed eseguì tutti quei lavori.Fuse due colonne di bronzo, ognuna delle quali misurava 18 cubiti di altezza e 12 di circonferenza, vuote ma dello spessore di 9 centimetri. Fece pure due capitelli di bronzo fuso da collocare sulla sommità delle due colonne. Tutt'e due i capitelli misuravano ciascuno 5 cubiti di altezza. Fuse pure due reti, lavoro d'intreccio con fregi e festoni a modo di catenelle, per ornare i due capitelli posti in cima alle colonne: una rete per ciascun capitello.Fece anche delle melagrane in due ordini, l'uno al di sopra dell'altro, attorno alla rete di ognuno dei due capitelli.[...] Sui capitelli, posti sulle colonne, vi fu aggiunto un lavoro in forma di giglio: questa sovrastruttura misurava 4 cubiti. Salomone fece poi innalzare le due colonne davanti al vestibolo del Tempio: eresse la colonna di destra e le dette il nome di "IACHIN "; elevò quindi quella di sinistra e la chiamò "BOAZ". Poi, sulla sommità delle due colonne, sistemò quel lavoro fatto a giglio. E così fu compiuta l'opera delle due colonne" .[dal I Libro dei Re, 7,13-22] 12 WÜRZBURG, 2004:vi presento Iachin e Booz! Immaginate il mio stupore e la mia gioia quando mi sono ritrovata davanti a queste due colonne, collocate esattamente come dice il passo Biblico introdotto, a destra la colonna J e a sinistra la B. E sono annodate. Non stanno certo nel vestibolo del grandioso Tempio di Gerusalemme, più volte distrutto e ricostruito, ma quasi nascoste nel Duomo di WÜRZBURG, Baviera-Germania-anch'esso subente la stessa sorte (più volte distrutto e ricostruito). Per trovarle, ho attraversato l'intera Baviera ma, finalmente, eccomi qui. Giunta dinanzi al Duomo, grandioso edificio di cui abbiamo accennato in questa sezione, provai una certa delusione poichè non vi era alcuna traccia di colonne, anzi il portale è in stile moderno (1964-67), ma sapevo che c'erano, le sentivo come una presenza vicinissima, inoltre nel lavoro tedesco che mi ha fatto da guida in questi anni per il loro censimento, venivano menzionate in questa Cattedrale. Ma dove? Entrando, restai per un attimo attonita e smarrita dalla vastità dell'interno, che trasuda storia, travagli, sa di antico pur mostrandosi del tutto restaurato (i lavori di ricostruzione sono terminati nel 1967). 3 L'enorme Menorah(opera del 1981), il candelabro ebraico a sette braccia (anch'esso arredo dell'antico Tempio di Salomone a Gerusalemme) che si para dinanzi al visitatore appena entrato, suscita quasi un senso di soggezione, di ammonimento. Come si nota, il luogo sacro in quel momento era completamente immerso nel buio, rischiarato soltanto dalla luce diurna filtrante dalle finestre e da fioche luci artificiali. L'atmosfera era Sublime, permettendo un contatto intimo con sè stessi e quindi con il divino. In tali circostanze, però, riuscire ad individuare le colonne annodate sembrava più arduo del previsto. Per quanto ne sapevo, potevano essere ovunque e in nessun luogo, nel chiostro come affacciate su portali laterali. Le guide turistiche non le menzionano (solo in seguito sono riuscita a trovare un libercolo in inglese in cui viene loro dedicato un paio di righe, come vedremo). 4 Questa è la pianta del Duomo di WÜRZBURG(cliccare per ingrandirla),che al momento non possedevo ancora (le colonne annodate non sono comunque riportate); quindi muoversi in quello spazio vastissimo mi procurava quell'emozione che solo l'attesa che sta tra lo spasimo e la gioia infinita della scoperta può dare. Ma arrivata a metà della navata centrale, che percorrevo molto lentamente con profondo rispetto, una 'vocina'mi disse di andare a destra, nella navata laterale. C'era una porta e potevo intuire che conducesse nel chiostro, ma prima che potessi varcarla, lo sguardo fu rapito alla mia estrema destra. E le vidi.5 Anzi, le intravvidi, perchè come si vede dall'immagine il buio era profondo. Ma eccole là in fondo, ai lati di quella apertura ad arco (n.29 sulla pianta) che conduce in una camera in cui è conservato un battistero in bronzo del 1279 (attribuito ad un Maestro Eckard), in cui non si può accedere (e ancora più buia del resto!). Mi batteva il cuore e i passi si facevano più affrettati, desideravo essere loro vicina! 6 Miracoli della fotocamera digitale, ora tutti possiamo goderne con una qualità di luce buona. Più mi avvicinavo, e più capivo che non erano le 'solite' colonne annodate, che ho potuto censire fino ad ora e che possono essere viste nelle pagine precedenti. 7Vista di fronte.La colonna di sinistra o B mostra non un nodo solo ma DUE, distanziati circa da cinquanta centimetri. La colonna appare costituita da quattro fasci fusi insieme a formare un 'unicum', digradanti nelle dimensioni dal basso verso l'alto (si restringe dalla base al capitello). Due voluminosi nodi la tengono saldamente unita. 8 Vista dal lato destro9 e da quello sinistro. 10 La base della colonna B L'altra colonna, a destra,11 (clicca) è ancora più straordinaria, composta da otto fasci di colonne fusi insieme in un' unica colonna, legata da un nodo, un intreccio molto particolare e che non avevo mai visto prima. 12Particolare del nodo della colonna J,visto dal lato destro. Pare che -a due a due- le colonne superiormente e inferiormente si 'aprano'come la cruna di un ago, all'interno della quale 'passa' un' ulteriore corda di pietra, non liscia ma rigata in orizzontale. 13Particolare del nodo della colonna J, visto dal lato sinistro 14 (clicca)Particolare del nodo della colonna J, visto di fronte 15 La colonna J vista dal lato sinistro16 Particolare della base della colonna J 17 (clicca)Capitello della colonna J,visto di fronte; superiormente, la scritta incisa IACHIN o IACHIM, in un carattere gotico. La parte terminale delle colonne è proprio sul capitello, in cui vengono ulteriormente legate da un anello per ogni lato. Impressioni e dati Entrambe le colonne annodate dovevano essere,in origine, di colore rosso poichè se ne osservano i residui, ma non posso sapere con certezza se tale carattere cromatico avrebbe potuto essere stato apposto in epoca più tarda o se sia la tinta della pietra originaria. Mi affiderei, in questo caso, a persone più esperte di me nel campo. [Sono bene accette ipotesi aperte a tutti coloro che desiderano esprimere un'opinione relativa a queste pagine 'annodate']. La loro altezza è di circa due metri e mezzo; non recano ulteriori incisioni nelle parti visibili. Questo le differenzia dalle colonne annodate che ho trovato a Bamberga, le quali recano simbolismi anche alle basi, oltre che sui capitelli, ma non hanno alcuna scritta, come vedremo(per le mie conoscenze attuali, solo queste di WÜRZBURG sono J e B). Possiamo anche sbizzarrirci in analisi sulla grafia incisa. Balza all'occhio come la B sia più curata della Z, che pare tracciata in un corsivo diverso; anche la prima O è diversa (più stretta) rispetto a quella che la segue. All'inizio e alla fine della parola c'è un punto ben inciso, che indicherebbe dove essa appunto parte e termina. Sembra anche di vedere altri segni sotto le lettere, ma per il momento non dispongo di una interpretazione chiara. Per quanto riguarda la parola IAChIm (o IAChIn), essa è scritta esattamente in questo modo:una I, una A ed una C in grafia maiuscola, la h, che è scritta minuscola, un'altra I maiuscola e una m oppure una n corsiva. Le scarne notizie relative a queste due splendide opere scultoree le datano all'incirca al 1230 e originariamente stavano in un portico, che pare fosse a due piani (two-storey) che era eretto dinanzi al portale maggiore e che fu demolito nel 1644. Ma c'è un'incongruenza,poichè la data di erezione di detto portico viene indicata al 1500, mentre le colonne annodate in questione al 1230! Dov'erano prima, dunque? Non conosco la destinazione che venne data alle 'mie' colonne,nemmeno in seguito, se vennero portate all'interno già a quell'epoca oppure no. Tutta la costruzione subì rifacimenti e con la seconda guerra mondiale andò distrutta dal bombardamento del 16 marzo 1945. Le colonne si sono salvate, ma dov'erano fino ad allora? Sempre in questa posizione o altrove? Ci sono quindi due buchi temporali da colmare, se fosse possibile: dal 1230 al 1500 circa e dal 1644 al 1967 (date di riferimento certe). E' assai probabile che stessero sempre nel Duomo, sarebbe però interessante conoscerne l'ubicazione precisa ante 1945. Un lavoro che possiedo (del 1967, più volte menzionato nelle sezioni precedenti:"Die Meister von Como", apparso sul quaderno nr. 4, Aprile 1967,della R.: L.: QUATUOR CORONATI nr. 808 Or.: di Bayreuth (R.F.T.)), le dice presenti in questo Duomo ma non dice dove e proprio nel 1967 terminarono i lavori di restauro dell'edificio. La cella del battistero, della quale oggi esse sono a guardia, fu creata nel 1967, e il coperchio del fonte battesimale bronzeo nel 1968, da Max Walter. Il fonte, come si è già detto, è invece opera del 1279, di Maestro Echart di Worms, divisa in otto rilievi che mostrano scene Neotestamentarie (Annunciazione, Natività, Battesimo di Cristo, La Resurrezione, l'Ascensione, la Pentecoste e il Giudizio Universale). Si cerca di capire se la scelta della loro ubicazione attuale possa avere una qualche attinenza con la stanza, della quale stanno ai lati d'ingresso. "Die Meister von Como" riporta anche la notizia secondo cui fedeli riproduzioni di queste colonne annodate sono presenti nella Loggia Massonica di WÜRZBURG. Dalla guida "Kiliansdom-WÜRZBURG"- Schnell+Steiner Edition (12^edizione inglese, 2003) traggo quanto segue: "At the west end of the aisle, before the baptistry, are two Romanesque knotted shafts (c.1230) from the porch, wich was demolished in 1644, inscribed "Booz" and "Iachim" (' In him is strength" and "God will fortify") like the brass shafts set up by Solomon in the Temple at Jerusalem". Mio malgrado,sono le uniche notizie ricavate in loco. La cortese custode non mi perdeva di vista e probabilmente non capiva assolutamente tutto il mio interessamento per quelle due colonne, ignorate da tutti gli altri turisti; quando l'ho interpellata mi ha sorriso,dopo aver visto che forse avrei desistito dal rifotografare per l'ennesima volta le due colonne, e cercando di comprenderci a stento, non ha saputo dire null'altro al riguardo. Ad ogni modo, abituata come sono ormai a non disporre di dati in merito alle colonne annodate, additate come 'ornamento' nel migliore dei casi, vediamo di fare il punto della situazione. La guida non usa il termine 'column'=colonna ma shaft=asta. La descrizione ci permette di soffermarci sul significato di questi manufatti, poichè ci dice -come già molti di noi avranno capito-che Booz equivale al concetto di Forza (" in Lui è la forza") e Iachin (che in effetti pare scritto Iachim) equivale alla stabilità ("Dio fortificherà). Per curiosità iniziai la Ricerca sul simbolismo del nodo alle colonne, e ho proseguito accorgendomi gradualmente che non si può trattare di una semplice decorazione, ma fino ad oggi dovevo fare tesoro solo delle mie sensazioni personali, deduzioni, Pensieri, e di quelle persone che hanno compreso fin dall'inizio questa mia ricerca e che avranno sempre la mia gratitudine. Cercando e perseverando nella mia strada di Ricerca, sono stata premiata oltre le aspettative e ho scoperto che esiste al mondo almeno un'altra colonna che vagamente assomiglia a quella a otto fasci di WÜRZBURG, per capirci la Iachin. Si trova in Ungheria. Non ho visto la colonna dal vivo ma è tratta da un sito ungherese che ho trovato recentemente. La colonna, in pietra calcarea, è alta 115,5 centimetri è stata datata al 1220, anche se all'osservazione si presenta molto più deteriorata di quelle viste in questa pagina. E' mancante sia del capitello che della base,ma che pare siano stati ritrovati separatamente e misurino rispettivamente 26cm e 30 cm; è formata da otto fasci di colonne che si restringono dal basso verso l'alto. Più che un nodo, a mezza altezza presentano una lavorazione che 'nelle intenzioni' è un annodamento ma del tutto particolare: le colonne,anche qui, paiono formare a coppie una cruna di un ago,ma contriamente a quella J, il rilievo che corre attorno alle colonne pare un bassorilievo applicato, modellato,apparendo anche molto più sottile. Questa colonna è venuta alla luce in seguito a lavori di scavo della cripta occidentale della chiesa di Pannonhalma,in Ungheria. Il copyright di queste due immagini è del sito http://www.osb.hu/ La
mia impressione è che questa colonna sia molto antica, e che rappresenti forse
un modello di cui sarebbe estremamente interessante sapere di più. Teniamo
conto che la colonna annodata più antica, in ordine cronologico, che ho censito
fino ad oggi, risulta essere quella del pulpito
di Gropina, risalente al periodo Longobardo, le cui maestranze
edili erano proprio i Magistri Comacini. Questo frammento di
colonna proviene dalla Pannonia, che guarda caso è la patria di provenienza dei
Longobardi, ma in Italia, per ora, di questa tipologia di colonne annodate non
ne ho ancora avuto sentore. Il XIII secolo è fuori epoca,naturalmente,per
essere opera Longobarda, se effettivamente la datazione è questa, però è
contemporanea alle colonne di Wuerzburg(1230 circa) e Bamberga(1220). Nella
sezione sugli 'artefici' sarà interessante verificare quali sono le Maestranze
che possono aver prestato la propria opera in dette zone e magari nella medesima
epoca. Il cerchio, allora, si restringerebbe veramente... Nel significato simbolico delle colonne annodate di WÜRZBURG Vedere le colonne di WÜRZBURG ha significato per me una svolta importante in questa Ricerca: la prova tangibile che 'chi' eseguì i nodi alle colonne non li eseguiva certo per un senso estetico o un capriccio della commitenza(anche se non escludo che in taluni casi possa essere così), ma che aveva coscienza del loro profondo significato di unione, di legame, di riunificazione,di conoscenza di sè stessi. Le quattro colonne che diventano una sola, le otto colonne che divengono una sola possono essere ignorate e liquidate in due parole dai critici dell'arte? Il doppio nodo che rende forte, indissolubile il legame tra i quattro elementi naturali, aria, acqua, terra e fuoco per ritrovare Lui, il seme divino che è in noi (in Lui è la Forza), non possono suscitare che stimolo alla riflessione e all'approfondimento, senza volerci vedere per forza qualcosa di straordinario perchè la presenza di queste colonne sono già, per me, un fatto straordinario! Ma io non sono nessuno per poter sapere in quale contesto, con quali e per quali intenti lo scultore operò. La pista che seguo, ovvero quella degli artefici di tali manufatti artistici, finora in Italia, sembra essere quella giusta,dal momento che anche oltralpe e nella fattispecie in Germania ho potuto trovare Maestri Lombardi (per non dire COMACINI) che prestarono la loro mirabile opera (e questo verrà trattato in una sezione apposita). Se consideriamo che questi stessi artefici furono (ormai ne sono convinta sempre più) i fondatori di quella che chiamiamo Massoneria Operativa (Unione e Fratellanza di Intenti e di Valori, finalizzati alla Realizzazione dell'Uomo, alla ricerca della Verità Universale e dell'Assoluto, cioè Dio), allora potremo comprendere come il linguaggio criptato tramite i Simboli possa essere accettato come un Fondamento e non una semplicistica 'decorazione'. Capiremo che il Tempio non è la costruzione fisica ma il Tempio è l'Uomo, e così come le colonne stavano nell'ingresso del Tempio di Gerusalemme, la cui costruzione fu voluta da Dio come Sua abitazione, penetrando nel loro senso più profondo, noi entriamo dentro noi stessi, ci liberiamo delle impurità, passiamo una 'soglia',un livello di coscienza; superando quel vestibolo Lo troviamo nel posto più nascosto di noi, remoto, oscuro, nelle viscere interne della nostra terra, della materia grezza. Costruendo il Tempio, si costruisce l'Uomo/dio, di cui Boaz e Ioachin sono metafore dell'equilibrio perfetto indispensabile alla sua realizzazione, al suo compimento. Il termine Booz viene spesso scritto anche BOAZ( a volte Boahz), come nella traduzione Biblica da me consultata, e in realtà una traduzione specifica di quanto significhi non sarà mai esaustiva, anzitutto perchè nell'antica lingua ebraica le vocali non sono presenti. Dobbiamo affidarci alle traduzioni 'classiche', che indicano Boaz e Iachin le due colonne del Vestibolo del Tempio di Gerusalemme (costruito nel I Millennio a.C.), che erano un simbolo augurale della durata del Tempio stesso. Se diamo uno sguardo al testo biblico, nell'Antico Testamento notiamo come Booz sia anche il nome del decimo figlio di Caino, che avrebbe ucciso il padre per errore e,ancora, come così si chiamasse un progenitore di re Davide, padre di Salomone. Basta scorrere una consultazione online del Testo Sacro, per scoprire quante volte i termini Booz o Boaz ricorrono:http://www.vatican.va/archive/ITA0001/1/QG.HTM (Booz) e http://www.vatican.va/archive/ITA0001/E/5I.HTM (Boaz) Anche per la parola Iachin può valere il medesimo discorso, potendosi trovare scritto in modi diversi, da Iackin a Jachin o Jakin, etc. Quello che conta è il loro significato simbolico. Le colonne B e J rivestono grande importanza in ambito Massonico anche attualmente, pur se la Massoneria Operativa è confluita in quella speculativa.Oggi non si opera più con gli 'attrezzi del mestiere' ma con strumenti simbolici, tuttavia nello Spirito i suoi Valori dovrebbero mantenersi vivi.
Appendice: Secondo il dizionario della Massoneria riportato nel sito: http://www.esonet.org/dizionario/, le colonne hanno un significato assai importante,che si è potuto incontrare in altre sezioni di questo sito e che non fa mai male riproporre. Colonne: Le due Colonne poste all'ingresso del Tempio massonico sono rappresentazioni emblematiche dei principi della Forza e della Bellezza, e sono il simbolo della vita. Quella posta a sinistra entrando è di stile dorico (o raramente gotico), sostiene un globo terracqueo (ricorda la serietà e l'importanza dell'impegno assunto da ogni adepto) e porta incisa la lettera "B", iniziale di Boaz, nome (secondo la tradizione biblica) del proavo di Davide, principe e legislatore di Israele. Simbolicamente rappresenta il principio attivo, l'elemento maschile e la Forza, attributo del 2° Sorvegliante: è al suo fianco che si dispongono gli Apprendisti. La colonna opposta è in stile ionico (o corinzio), sorregge tre o quattro melagrane semiaperte e porta impressa la lettera "J", iniziale di Jachin (o Jakin), che nella tradizione biblica è il nome del gran sacerdote che officiò l'inaugurazione del tempio di Salomone. Simbolicamente rappresenta il principio passivo, l'elemento femminile e la Bellezza, attributo del 1° Sorvegliante. È la colonna dei Compagni d'Arte. Le melagrane sono oggetto di varie interpretazioni simboliche: ricordano la carità che racchiude tante virtù, l'umiltà, la fecondità, la procreazione e la proliferazione. Inoltre sono semiaperte, per cui se ne può scrutare l'interno, ricordando così l'introspezione (Gnose te ipsum) richiesta al massone, nonché il compito affidatogli di ricerca della Verità attraverso l'esoterismo. Viste congiuntamente, le C. rappresentano l'equilibrio del dualismo nei termini opposti: Forza e stabilità, morte e vita, distruzione e creazione, tenebre e luce, vizio e virtù. Tutto procede in un armonico bilanciamento di coppie, e l'evoluzione procede grazie alle energie che operano in combinazione ed in contrasto, che solo apparentemente sono tra loro in opposizione. Opportuno infine ricordare che i nomi Boaz e Jachin contraddistinguono anche le colonne poste all'ingresso del tempio di Re Salomone, come citato in I Re: 7, 21 nonché in. II Cronache: 3, 17. B: Lettera impiegata come abbreviazione del nome Boaz (v.), che la Massoneria considera sacra, in particolare per l’Apprendista Libero Muratore. È impressa nella Colonna (v.) meridionale, detta appunto degli Apprendisti, posta all’ingresso del Tempio. Boaz: Secondo l'Antico Testamento sarebbe il nome del decimo figlio di Caino, che avrebbe ucciso il padre per errore. É soprattutto il nome assegnato ad una delle due colonne poste circa 3.500 anni fa in Gerusalemme, all'ingresso del Tempio Di Salomone. La seconda colonna porta il nome di Jachin (v.). La Libera Muratoria ha adottato la costruzione del Tempio di Salomone come simbolo operativo, che ne definisce le finalità, ed a cui fa riferimento anche ritualmente, sia a livello di Loggia che in quasi tutti i Corpi Rituali. Il fine ultimo della Massoneria resta comunque la costruzione del tempio dell'Umanità. I Massoni tendono a lavorare la propria pietra grezza fin dall'apprendistato, per trasformarla gradualmente in pietra cubica. É alla colonna Boaz che gli Apprendisti ricevono il proprio simbolico salario. Il novello iniziato deve spogliarsi di ogni scoria profana residua, attraverso il lavoro assiduo che deve compiere su se stesso, avendo assimilato quanto ha appreso in Loggia lavorando fianco a fianco con i Fratelli. Adottati i principi massonici, li applica anche nella vita profana, al di fuori del Tempio, con estrema coerenza. É così che l'uomo libero e di buoni costumi, che è stato iniziato virtualmente diventando Apprendista, diventa poi Compagno d'Arte, per infine avviarsi verso la Maestria. B. è una parola sacra, che simboleggia l'oro, il fuoco, il sole, la vita, la potenza e la forza, ed è il nome distintivo della colonna dorica dei Fratelli Apprendisti della Loggia. Opportuno notare che le obbedienze nordiche assegnano ai Compagni d’Arte la Colonna B, come anche la relativa Parola Sacra. Perciò la Colonna B vi viene considerata la seconda Colonna del Tempio massonico. J: Lettera con la quale si identifica la Colonna posta alla destra della porta d’accesso al Tempio massonico. Essa è l’inizio della parola sacra dei Compagni d’Arte, ovvero Jachin (versione latina) o Jakin (versione nordica), avente il significato di "ben saldo". Presso le Obbedienze nordiche viene tradizionalmente invertita l’attribuzione delle Colonne e delle relative parole sacre, per cui la Colonna "J" vi diventa attributo degli Apprendisti Liberi Muratori V. Colonne. Jachin: Così sillabato rappresenta la versione latina, mentre secondo quella nordica è Jakin. Era stata in tal modo chiamata una delle colonne poste circa 3.500 anni fa all'ingresso del Tempio di Salomone, in Gerusalemme (v.Boaz). La Libera Muratoria ha adottato come simbolo operativo, che ne definisce la finalità, la costruzione del Tempio di Salomone, cui fa riferimento anche ritualmente, sia a livello Loggia che in quasi tutti i Corpi Rituali. Il fine ultimo della Massoneria è comunque la costruzione del tempio dell'Umanità. I Massoni tendono a lavorare la propria pietra grezza fin dall'apprendistato, per trasformarla in pietra cubica. Solo allora ogni pietra squadrata potrà far parte della costruzione. Evidente che in realtà si tratta di spogliare l'iniziato di ogni scoria profana residua, attraverso il lavoro assiduo che ognuno deve compiere su se stesso, avendo assimilato quanto ha appreso in Loggia lavorando fianco a fianco con i suoi fratelli. Adottati i principi massonici, li applica anche nella sua vita profana, al di fuori del Tempio, con coerenza estrema. É così che l'uomo libero e di buoni costumi, che è stato virtualmente iniziato diventando Apprendista, diventa Compagno d'Arte, acquisendo il diritto ad esprimere le proprie opinioni. Allorché i suoi Fratelli di Loggia constatano l'avvenuto completamento della sua opera, lo iniziano al grado di Maestro, che dovrebbe corrispondere all'Iniziazione reale. L'uomo è diventato Uomo. La sua maturazione è sufficiente per consentirgli di far parte della costruzione, con le altre pietre cubiche, con i suoi Fratelli. La Massoneria non rappresenta altro che la malta cementante quelle pietre, rendendo così saldo e compatto il Tempio dell'Umanità. Jachin è il nome della colonna dorica dei Compagni d'Arte della Loggia. Occorre rilevare che la tradizione delle obbedienze nordiche contempla l’inversione delle Colonne, per cui la "J" vi diventa Colonna e Parola Sacra degli Apprendisti Liberi Muratori.
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