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LA STORIA del CASTELLO ALBANI DI URGNANO (BG) -prima parte

Le origini del Castello o Rocca di Urgnano non sono ancora ben definite. Alcuni testi  indicherebbero una costruzione già presente al secolo X, sicuramente con funzione difensiva.Nel 1100 si ha notizia di ben 77 castelli nella provincia di Bergamo.

La posizione in cui sorge la Rocca di Urgnano fu sicuramente determinata da scelte strategiche,in quanto questo borgo (per le difficoltà ad essere utilizzata la via fluviale,costituita dalle ostiche acque del Serio)aveva il vantaggio di una eccellente rete di comunicazione,basata su due principali vie,di probabile origine romana(1):

la strada "Francesca" che giungeva da Milano e proseguiva verso Ghisalba,portando a Brescia; l'altra era la strada 'Cremasca' che univa Bergamo a Crema.Strade percorse regolarmente ancora oggi. Avere un castello posizionato in questo incrocio di direttrici,era utile per un maggiore controllo su eventuali orde di invasori che,nel medioevo, erano frequentissime.

Cartina-territorio-Urganno1.jpg (25783 byte)

Nella cartina(del 1758)si vede bene la strada Francesca,a destra per capirci,che giunge da Ghisalba e arriva ad Urgnano, il cui borgo era allora cinto da mura.Proseguiva per Canonica d'Adda e Milano (come oggi).Si vedono anche i paesi limitrofi, teatro di aspre lotte nei secoli Medievali.

Nel 1016 è attestato con certezza un castello in Urgnano(2).

La Rocca conobbe alterne vicende e proprietari,che se la contesero aspramente,così come tutto questo territorio, che passò dal Barbarossa ai Visconti e agli Sforza, da Pandolfo Malatesta alla Repubblica Veneta, e poi a Bartolomeo Colleoni,il quale -ancora in vita- lo venedette al suo segretario Abondio Longhi,che divenne il legittimo proprietario.Dopo la morte di Colleoni, il 20/05/1475, Venezia si oppose alle sue volontà testamentarie e solo con la ducale del 28 maggio 1485 riconobbe al Longhi il suo diritto di proprietà della Rocca.

Abondio Longhi de Curnis o de Cumis (forse 'da Como') divenne legittimo proprietario della Rocca,che aveva acquistato con atto notarile dal Colleoni in persona, di cui era stato segretario.Lo stemma del casato Longhi(che si può vedere nel santuario Mariano in località Basella-foto sotto) è un grifone con delle parallele trasversali..

basella1-Longhi.jpg (7929 byte)

Fu persona influente  per Urgnano.stimato e onorato ed è spesso nominato in documenti dell'epoca.

Il figlio del Longhi, Marco Antonio, alla propria morte lasciò  i suoi averi alle due figlie, che se li ripartirono in comune accordo. A Teodora era toccata la Rocca di Urgano,tra le altre cose, ma  il 23/09/1539 lei e il marito (Pietro Francesco Visconti) la vendettero alla sorella Laura,anzi più precisamente al marito di questa, il cavaliere G.Gerolamo Albani, destinato a diventare il futuro Cardinale Albani a Roma,nonostante avesse avuto ben sette figli da Laura,che morì di parto probabilmente, in giovane età, a soli 28 anni.Come arrivò a diventare Cardinale lo diremo tra poco.

Dal momento dell'acquisto,la Rocca inizia a vivere sotto gli ALBANI (una delle famiglie più rappresentative di Bergamo)un periodo di rinnovamento.

G.Gerolamo Albani(1509-1591)

,che qui vediamo in veste Cardinalizia, portò ai più lati splendori il suo nobile casato.Era stato educato alle lettere greche e latine,e aveva studiato a Padova con i migliori maestri dell'epoca. Dimostrò sempre una propensione per il diritto Canonico e civile,in cui si laureò a pieni voti.

Nel 1529 fu inisignito del titolo di "Cavaliere Aurato" dal doge di Venezia Andrea Gritti e ricevette molti privilegi dall'imperatore Carlo V,nel 1543,sia per sè che per tutta la sua discendenza maschile(4).

Ebbe sette figli, di cui uno(Marco Antonio) morì poco dopo la madre,Laura,che il conte dimostrò di amare molto, così come l'intera sua famiglia,che gli diede comunque sia gioie che grandi dolori.

La figlia Lucia aveva un grande talento poetico, tanto che fu elogiata dal Torquato Tasso con una ode a lei espressamente dedicata.

ALtre due figlie,Cornelia e Giulia, andarono spose a nobili.

I figli maschi,invece, lo portarono sull'orlo della rovina.Ma fino ad un certo punto non avevano destato preoccupazione,anzi.

Il figlio G.Francesco divenne condottiero nel 1557,al servizio di Venezia ed era noto come abile guerriero. Andò anche a Costantinopoli con dei cavalieri e ricevette una collana d'oro da Solimano II per aver vinto una 'giostra'tra Cavalieri.Al rientro in Italia, passò a servire il duca di Ferrara come condottiero d'arme.

Il figlio G.Battista fu patriarca di Alessandria, dal 1568, e mediò con successo la conciliazione tra gli Spagnoli e Carlo Borromeo.

G.Domenico, si dimostrò abile in battaglia (fu nominato 'Cavaliere Aurato'' nel 1589),fu colonnello di Enrico IV, re di  Francia. 

Questi tre figli comunque si resero protagonisti di un fatto di sangue che segnò per vari anni l'onore della nobile famiglia ALBANI,come vedremo.

La città di Bergamo viveva in quel periodo sotto l'incudine sempre sospesa, come ogni altro territorio soggetto alla Chiesa di Roma, dell'Inquisizione. Si era sparsa la voce che in  Bergamo il moto ereticale fosse sempre vivo e fiorente e avesse perfino 'corrotto' il vescovo! 

Papa Giulio III inviò allora a Bergamo un suo emissario, Fra Michele Ghisleri (che diventerà PAPA egli stesso con il nome di PIO V),con il compito di verificare tali dicerie, ma la tensione era talmente alta tra coloro che si sentivano minacciati da questa visita, che Frà Ghisleri rischiò di essere assassinato (nella notte del 5 dicembre 1550). Riuscito a fuggire, trovò riparo nel Castello di Urgano,presso G.Gerolamo Albani,che lo ospitò in gran segreto,probabilmente alloggiato nella camera a volta posta nel Mastio, 'versus Montes',cioè a nord dell'edificio (ancora oggi esiste in questo punto una sorta di sala a volta), camera che probabilmente era stata usata anche per redigere l'atto notarile di acquisto,anni prima.

A testimonianza di tale 'soggiorno', oggi rimane una lapide posta sopra la porta della scala di accesso al torrione nord Rocca1.jpg (3440 byte) Sull'archivolto, campeggiano tre stelle e,al centro, nella 'lunetta' c'è l'epigrafe.

L'incontro e l'aiuto dell'Albani in questa circostanza,al frate Ghisleri sarà determinante negli eventi che andiamo a raccontare per la sorte del Conte bergamasco.

Frà Ghisleri venne eletto papa con il nome di PIO V e fu il papa della Battaglia di Lepanto,in cui i cristiani vinsero sui Turchi.Venne santificato nel 1710 da papa Clemente XI.Le sue spoglie furono trasportate dal Vaticano alla Cappella del Presepe di S.Maria Maggiore(foto seguenti:monumento e corpo di Papa Pio V (1504-1572) 

Nel frattempo che a Roma si avviano bene le cose per la carriera ecclesiastica di Michele Ghisleri, a Bergamo nascevano faide fratricide e lotte intestine tra le nobili famiglie. Anche quella degli Albani venne coinvolta.

I figli di G.Gerolamo, G.Francesco e G.Domenico, furono coinvolti in un omicidio, nel 1563, aiutati forse anche dall'altro fratello. Era stata una famiglia all'apice del benessere e della floridezza,con potere notevole nel territorio,fino a quel momento. Gian Domenico,maggiore responsabile,fuggì a Ferrara dalla sorella Lucia e poi in Francia, mentre gli altri due fratelli, che avevano preso parte all'agguato mortale, Gian Francesco e Gian Battista Albani, furono arrestati nella loro casa. G.Gerolamo,il padre, si fece arrestare a Venezia.

Seguì un processo lungo,in cui alla fine vennero emesse varie condanne,che prevedevano il bando perpetuo per G.Domenico e la morte qualora si fosse ripresentato nei territori veneziani;G.Francesco venne confinato a Retimo in perpetuo e G.Battista per cinque anni a Cherso,dopodichè sarebbe stato bandito in perpetuo dalle terre veneziane.

Il Conte padre fu confinato in Dalmazia, a Lesina, per cinque anni.Non aveva fatto nulla ma questa condanna era stata inflitta perchè accusato di scarsa energia nell'educazione dei propri figli, decisione che suscitò molto scalpore,perchè l'Albani era stato sempre stimato e onorato dalla Repubblica Veneziana.

In questo periodo di tempo, approfondì gli studi di giurisprudenza canonica e si fece benvolere dalla popolazione dalmata. Nel 1566 veniva intanto eletto papa PIO V, e quando il conte Albani -terminato il periodo di confino nel 1568- fu libero, sbarcò ad Ancona aiutato dall'allora duca di Urbino e andò a Roma dal suo vecchio amico cui aveva dato ospitalità nel 1550.

Il Papa PIO V  non si dimostrò ingrato e,anzi, lo nominò governatore della marca di Ancona.Nel 1570 il papa lo elevò alla sacra porpora cardinalizia con il titolo presbiteriale di S.Giovanni ante portam latinam.

A questo punto, Venezia non poteva più considerarlo bandito e,nel 1571, tolse infatti il bando; la stessa cosa fu fatta nei confronti dei suoi figli, che erano divenuti parte della nobiltà romana e Gian Francesco prese dimora nel Castello di Urgnano, nel 1574.

Il Cardinale Albani godette di tale considerazione in ambito Vaticano da essere proposto ben due volte nel Conclave come papa,ma non venne eletto. Morì nel 1591 e fu deposto nella Basilica di S.Maria del Popolo a Roma,lasciando ai posteri molti scritti.Nella foto seguente,il suo munumento sepolcrale.

Si ringrazia l'amico Giulio Coluzzi per le ultime tre  immagini, scattate nelle rispettive chiese romane.

NOTE:

1.Sull'origine Romana della strada 'Francesca' sono testimonianza i numerosi ritrovamenti lungo il percorso da Canonica d'Adda a Ghisalba di reperti di età romana.
2.Pergamanena Capitolare n.4296,conservata nella Biblioteca Civica di Bergamo)
4:Pergamena n.5633 della Biblioteca Civica di Bergamo.La Repubblica veneta revocò poi tali privilegi perchè in contrasto con la propria legislazione

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