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KOPER/CAPODISTRIA

                                                                                              ( di  Marisa Uberti)
                                                                

Iniziamo il viaggio da Capodistria (Koper, in lingua locale), la più antica città slovena. Essa era in origine un'isola rocciosa in mezzo al mare Adriatico, solo in epoche molto più recenti venne unita alla terraferma. I Romani la chiamavano Capris ma è certo che fosse abitata già in epoche preistoriche. O meglio, il territorio ad essa immediatamente limitrofo, sulle montagne carsiche che le stanno alle spalle. Infatti le più antiche testimonianze archeologiche risalgono al Paleolitico, nell'area del Črni Kal (punto che sulla mappa del territorio è importante riferimento per il visitatore moderno). Nel Museo Regionale della città si possono trovare e ammirare diversi reperti che raccontano la storia evolutiva umana del Capodistriano e fare un rapido volo dal Paleolitico al Mesolitico, al Neolitico, all'Eneolitico e agli insediamenti dell'Età del Bronzo (2.000- 1.000 a.C.), dove cominciano ad apparire i primi castellieri (insediamenti d'altura fortificati con cinte di mura a secco), che perdurarono fino all'Età del Ferro. Essi erano ubicati soprattutto sulle colline. Per la sua caratteristica carsica, cioè a formare grotte anche profonde, la montagna slovena (come quella friulana) ha sempre costituito un riparo per l'uomo antico ed è solo con l'epoca dei castellieri che diminuisce progressivamente l'importanza delle abitazioni in grotte rispetto ai precedenti periodi. Particolare interesse destano alcuni reperti trovati nella Grotta delle Mosche (un abisso profondo una cinquantina di m circa, presso San Canziano, vicino Divača): si tratta di centinaia di oggetti di metallo (prevalentemente bronzo) tra cui armi, utensili, vasi. elementi ornamentali e di abbigliamento risalenti al XII- VIII sec. a .C. che furono danneggiati intenzionalmente (spezzati o in parte fusi e deformati), che gli esperti ritengono un deposito votivo ad una divinità sotterranea sconosciuta. Tra i motivi simbolici spicca quello legato al sole (forse appartenenti alla Cultura dei Campi di Urne, per la presenza caratteristica di pendagli a ruota e del "disco solare" con uccelli stilizzati. Nel deposito furono rinvenuti anche rari oggetti in ferro, che attestano la più antica presenza di questo metallo ( nel X-IX secolo a.C) in Slovenia, dovuto a probabili contatti con il mondo egeo. Il mistero è acuito dal fatto che gli oggetti sono soprattutto armi, che indicherebbe l'esistenza di una classe militare forte, forse si trattava di una società a dominanza maschile (patriarcale). Analogie con i manufatti ritrovati nella Grotta delle Mosche sono stati fatti con reperti trovati in Italia centrale fino in Pannonia e Balcani occidentali, oltre che con l'area Egea, e ciò induce a ritenere che l'importanza di questo deposito- che era un vero e proprio luogo di culto -  fosse sopraregionale e molto ampia. Del resto in quel periodo (fine del Bronzo finale e prima età del Ferro) l'areale di San Canziano era al suo apice. I reperti originali di questo deposito si trovano attualmente presso il Museo di Storia Naturale di Vienna e nei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste.

Con un volo ancora più rapido ci spostiamo alla fine dell'età del ferro, quando l'isola era stabilmente abitata dagli Istri, ma conosceva influenze celtiche da nord e da ovest nonchè quelle elleniche da sud. Inoltre iniziavano i contatti con il mondo romano che era in ascesa. Contatti fin dal principio conflittuali; dagli scrittori latini veniamo a sapere che nel 221 a.C. venne condotta una spedizione punitiva dell'esercito romano contro gli Istri e i loro alleati, a causa della pirateria nei confronti delle navi mercantili romane nell'Adriatico. Le guerre contro il popolo istriano (178-177 a.C.) segnò il loro declino e la definitiva romanizzazione. Di particolare rilevanza, vista la scarsità di dati di quel periodo, sono le necropoli che vengono riportate alla luce, come quella di San Servolo, che ci dice che il luogo venne continuativamente usato, a strati, nel rituale di sepoltura, dalla preistoria (su 165 tombe, 100 erano preistoriche) fino al I secolo d.C.

Fare una premessa partendo da così lontano ci torna utile quando visiteremo la città, nella quale troviamo qualche labile traccia del periodo romano, ma soprattutto ad Izola, una località costiera vicina (era un'isola anch'essa), dove è stata riportata alla luce una magnifica domus marittima prospiciente il mare, il cui porto giace ancora sotto le acque e non distante dalla riva. Capo d'Istria era la città più importante dell'Istria, con la sua posizione strategica, la terra fertile, il clima mite, le sue sorgenti numerosissime e per questo molto contesa. Il papa Gregorio I nel 599 l'appellò Insula Capraria (isola delle capre); dalla metà del VI sec. fino all'VIII sec. fu Justinopolis, per i Bizantini; per i patriarchi di Aquileia era Capo d'Istria (Caput Histriae). Furono i Veneziani a chiamarla Capodistria, denominazione rimasta tutt'oggi (Koper).

La città conobbe il più lungo periodo di governo sotto la Serenissima (1279-1797), durante il quale la città si sviluppò economicamente (mercato, sale) e culturale (pittura, musica). L'impronta dello "stile veneziano" è riscontrabile ovunque. Le architetture che ancora oggi si possono apprezzare nel centro storico hanno mantenuto un discreto sapore medievale, specialmente in taluni edifici (vedi filmato).

Curioso questo gruppo scultoreo conservato nell'interessantissimo Museo Regionale: nella prima foto vediamo due cavalieri medievali che pregano rivolti verso sinistra, accanto a loro c'è un evidente personaggio orientale, dai lineamenti cinesi, che ha le mani giunte ed è rappresentato di fronte all'osservatore. Di chi si tratta? Certamente il bellissimo manufatto (proveniente da un edificio distrutto di Capodistria) venne realizzato dopo che Marco Polo rientrò dalla Cina. Ma che significato assume? Forse, a destra, il decoro vegetale raffigura una pannocchia? (A quel tempo non era ancora ufficialmente nota in Europa perchè venne importata dopo la conquista dell'America del 1492). La seconda foto mostra due cavalieri (forse sempre gli stessi) e un cavallo (il cui zoccolo tocca il tallone del primo cavaliere, che è inginocchiato e rivolto verso destra). Il milite al centro guarda davanti, mentre il cavallo è pure rivolto verso destra. Il primo cavaliere, che ha un pugnale nel fodero appeso al fianco, sembra rivolgere le sue preghiere verso...il vegetale ma sicuramente manca una parte del fregio, che doveva essere ben più grande e articolato. E' probabile che vi fossero le statue della Madonna o qualche Santo? Sculture di una raffinata arte.

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Dunque, l'antica Koper era un'isola, abbiamo detto: era circondata da mura e da porte e per giungervi dalla terraferma vi era un ponte di legno (direzione San Canziano). Nella parte più elevata sorgeva la fortezza di Castel Leone e attorno alla città si estendevano le saline. Chi aveva il sale aveva i soldi, abbiamo detto molte volte in articoli precedenti, e nel tratto di costa sloveno le saline erano numerose (resta attiva quella di Sicciole). La supremazia di Capodistria venne meno quando venne istituito il porto franco di Trieste, nel XVIII sec. e perse definitivamente il proprio dominio con la caduta della Repubblica Veneta.

Determinanti furono gli eventi a cavallo della I Guerra Mondiale, il periodo napoleonico e quello del dominio asburgico. Le saline iniziarono a prosciugarsi e nel 1912 vennero abbandonate provocando il ritiro del mare, che trasformò Capodistria in una città di terraferma. Un secondo collegamento con il continente venne realizzato nel 1825 (strada di Semedella) mentre a metà dell'ottocento venne costruita la strada Litoranea. Fu pure effettuato il collegamento marittimo con Trieste e nel 1902 venne inaugurata la storica ferrovia Parenzana (Trieste-Parenzo). Grossi cambiamenti arrivarono con la II Guerra Mondiale. Nell'ottobre del 1954 (con la firma del Memorandum di Londra, che sancì i confini degli stati), Koper fu annessa alla Jugoslavia (con cambiamenti nella sua struttura etnica, nuove impronte architettoniche nel nucleo cittadino e nei dintorni). Divenne un porto importante; in seguito la storia recente ha portato alla fondazione della Repubblica Slovena, di cui Koper è la seconda città per importanza dopo la capitale, Lubiana. Nota come città Universitaria, è attiva nel commercio e nel turismo nautico, sportivo e culturale. Si dice che a Capodistria ogni pietra del lastricato che si calpesta parla del suo passato, andiamo dunque a fare i nostri due passi (guarda il video che abbiamo preparato):

 

Continuiamo i nostri due passi nella Slovenia misteriosa:

 

(continua-)

 

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                                                                                                    Settembre  2012