Iniziamo il
viaggio da Capodistria (Koper, in lingua locale), la più antica città
slovena. Essa era in origine un'isola rocciosa in mezzo al mare Adriatico,
solo in epoche molto più recenti venne unita alla terraferma. I Romani la
chiamavano Capris ma è certo che fosse abitata già in epoche
preistoriche. O meglio, il territorio ad essa immediatamente limitrofo,
sulle montagne carsiche che le stanno alle spalle. Infatti le più antiche
testimonianze archeologiche risalgono al Paleolitico, nell'area del Črni
Kal (punto
che sulla mappa del territorio è importante riferimento per il visitatore
moderno). Nel Museo
Regionale
della città si possono trovare e ammirare diversi reperti che raccontano
la storia evolutiva umana del Capodistriano e fare un rapido volo dal
Paleolitico al Mesolitico, al Neolitico, all'Eneolitico e agli
insediamenti dell'Età del Bronzo (2.000- 1.000 a.C.), dove cominciano ad
apparire i primi castellieri (insediamenti d'altura fortificati con cinte
di mura a secco), che perdurarono fino all'Età del Ferro. Essi erano
ubicati soprattutto sulle colline. Per la sua caratteristica carsica,
cioè a formare grotte anche profonde, la montagna slovena (come quella
friulana) ha sempre costituito un riparo per l'uomo antico ed è solo con
l'epoca dei castellieri che diminuisce progressivamente l'importanza delle
abitazioni in grotte rispetto ai precedenti periodi. Particolare interesse
destano alcuni reperti trovati nella Grotta delle Mosche (un abisso
profondo una cinquantina di m circa, presso San Canziano, vicino Divača):
si tratta di centinaia di oggetti di metallo (prevalentemente bronzo) tra
cui armi, utensili, vasi. elementi ornamentali e di abbigliamento
risalenti al XII- VIII sec. a .C. che furono danneggiati intenzionalmente
(spezzati o in parte fusi e deformati), che gli esperti ritengono un
deposito votivo ad una divinità sotterranea sconosciuta. Tra i motivi
simbolici spicca quello legato al sole (forse appartenenti alla Cultura
dei Campi di Urne, per la presenza caratteristica di pendagli a ruota
e del "disco solare" con uccelli stilizzati. Nel deposito furono
rinvenuti anche rari oggetti in ferro, che attestano la più antica
presenza di questo metallo ( nel X-IX secolo a.C) in Slovenia, dovuto a
probabili contatti con il mondo egeo. Il mistero è acuito dal fatto che
gli oggetti sono soprattutto armi, che indicherebbe l'esistenza di una
classe militare forte, forse si trattava di una società a dominanza
maschile (patriarcale). Analogie con i manufatti ritrovati nella Grotta
delle Mosche sono stati fatti con reperti trovati in Italia centrale fino
in Pannonia e Balcani occidentali, oltre che con l'area Egea, e ciò
induce a ritenere che l'importanza di questo deposito- che era un vero e
proprio luogo di culto - fosse sopraregionale e molto ampia. Del
resto in quel periodo (fine del Bronzo finale e prima età del Ferro)
l'areale di San Canziano era al suo apice. I reperti originali di questo
deposito si trovano attualmente presso il Museo di Storia Naturale di
Vienna e nei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste.
Con un volo
ancora più rapido ci spostiamo alla fine dell'età del ferro, quando
l'isola era stabilmente abitata dagli Istri, ma conosceva influenze
celtiche da nord e da ovest nonchè quelle elleniche da sud. Inoltre
iniziavano i contatti con il mondo romano che era in ascesa. Contatti fin
dal principio conflittuali; dagli scrittori latini veniamo a sapere che
nel 221 a.C. venne condotta una spedizione punitiva dell'esercito romano
contro gli Istri e i loro alleati, a causa della pirateria nei confronti
delle navi mercantili romane nell'Adriatico. Le guerre contro il popolo
istriano (178-177 a.C.) segnò il loro declino e la definitiva
romanizzazione. Di particolare rilevanza, vista la scarsità di dati di
quel periodo, sono le necropoli che vengono riportate alla luce, come
quella di San Servolo, che ci dice che il luogo venne continuativamente
usato, a strati, nel rituale di sepoltura, dalla preistoria (su 165 tombe,
100 erano preistoriche) fino al I secolo d.C.
Fare una premessa
partendo da così lontano ci torna utile quando visiteremo la città,
nella quale troviamo qualche labile traccia del periodo romano, ma
soprattutto ad Izola, una località costiera vicina (era un'isola
anch'essa), dove è stata riportata alla luce una magnifica domus
marittima prospiciente il mare, il cui porto giace ancora sotto le
acque e non distante dalla riva. Capo d'Istria era la città più
importante dell'Istria, con la sua posizione strategica, la terra fertile,
il clima mite, le sue sorgenti numerosissime e per questo molto contesa.
Il papa Gregorio I nel 599 l'appellò Insula Capraria (isola delle
capre); dalla metà del VI sec. fino all'VIII sec. fu Justinopolis,
per i Bizantini; per i patriarchi di Aquileia era Capo d'Istria (Caput
Histriae). Furono i Veneziani a chiamarla Capodistria, denominazione
rimasta tutt'oggi (Koper).
La città conobbe
il più lungo periodo di governo sotto la Serenissima (1279-1797), durante
il quale la città si sviluppò economicamente (mercato, sale) e culturale
(pittura, musica). L'impronta dello "stile veneziano" è
riscontrabile ovunque. Le architetture che ancora oggi si possono
apprezzare nel centro storico hanno mantenuto un discreto sapore
medievale, specialmente in taluni edifici (vedi filmato).
Curioso questo gruppo
scultoreo conservato nell'interessantissimo Museo Regionale: nella prima
foto vediamo due cavalieri medievali che pregano rivolti verso sinistra,
accanto a loro c'è un evidente personaggio orientale, dai lineamenti
cinesi, che ha le mani giunte ed è rappresentato di fronte
all'osservatore. Di chi si tratta? Certamente il bellissimo manufatto
(proveniente da un edificio distrutto di Capodistria) venne realizzato
dopo che Marco Polo rientrò dalla Cina. Ma che significato assume? Forse,
a destra, il decoro vegetale raffigura una pannocchia? (A quel tempo non
era ancora ufficialmente nota in Europa perchè venne importata dopo la
conquista dell'America del 1492). La seconda foto mostra due cavalieri
(forse sempre gli stessi) e un cavallo (il cui zoccolo tocca il tallone
del primo cavaliere, che è inginocchiato e rivolto verso destra). Il
milite al centro guarda davanti, mentre il cavallo è pure rivolto verso
destra. Il primo cavaliere, che ha un pugnale nel fodero appeso al fianco,
sembra rivolgere le sue preghiere verso...il vegetale ma sicuramente manca
una parte del fregio, che doveva essere ben più grande e articolato. E'
probabile che vi fossero le statue della Madonna o qualche Santo? Sculture
di una raffinata arte.
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Dunque, l'antica
Koper era un'isola, abbiamo detto: era circondata da mura e da porte e per
giungervi dalla terraferma vi era un ponte di legno (direzione San
Canziano). Nella parte più elevata sorgeva la fortezza di Castel Leone e
attorno alla città si estendevano le saline. Chi aveva il sale aveva i
soldi, abbiamo detto molte volte in articoli precedenti, e nel tratto di
costa sloveno le saline erano numerose (resta attiva quella di Sicciole).
La supremazia di Capodistria venne meno quando venne istituito il porto
franco di Trieste, nel XVIII sec. e perse definitivamente il proprio
dominio con la caduta della Repubblica Veneta.
Determinanti
furono gli eventi a cavallo della I Guerra Mondiale, il periodo
napoleonico e quello del dominio asburgico. Le saline iniziarono a
prosciugarsi e nel 1912 vennero abbandonate provocando il ritiro del mare,
che trasformò Capodistria in una città di terraferma. Un secondo
collegamento con il continente venne realizzato nel 1825 (strada di
Semedella) mentre a metà dell'ottocento venne costruita la strada
Litoranea. Fu pure effettuato il collegamento marittimo con Trieste e nel
1902 venne inaugurata la storica ferrovia Parenzana (Trieste-Parenzo).
Grossi cambiamenti arrivarono con la II Guerra Mondiale. Nell'ottobre del
1954 (con la firma del Memorandum di Londra, che sancì i confini
degli stati), Koper fu annessa alla Jugoslavia (con cambiamenti nella sua
struttura etnica, nuove impronte architettoniche nel nucleo cittadino e
nei dintorni). Divenne un porto importante; in seguito la storia recente
ha portato alla fondazione della Repubblica Slovena, di cui Koper è la
seconda città per importanza dopo la capitale, Lubiana. Nota come città
Universitaria, è attiva nel commercio e nel turismo nautico, sportivo e
culturale. Si dice che a Capodistria ogni pietra del lastricato che si
calpesta parla del suo passato, andiamo dunque a fare i nostri due
passi (guarda il video che abbiamo preparato):
Continuiamo i nostri due passi
nella Slovenia misteriosa: