INTERVISTA A SALVATORE
FOSCI, l'uomo dei boschi di Bomarzo (VT)
(di
Marisa Uberti)
Incontriamo
un personaggio davvero singolare, colui che nel tempo libero ripulisce i
boschi sacri di Bomarzo portando alla luce strutture artificiali create
dagli Etruschi, dai Romani o da civiltà ancora più arcaiche... Un vero
conoscitore dei tanti misteri del nostro passato! Tutti i luoghi citati
nell'intervista sono stati da noi documentati, insieme a Salvatore,
nell'agosto 2010 e sono oggetto di due nostri ampi reports (1).
1)-Salvatore,
quando hai cominciato a pensare di ripulire questi luoghi e perchè?
Io lavoro a Brunico, in
Trentino Alto-Adige, durante l'anno, con una breve pausa estiva ed una più
prolungata in inverno. Ma sono nato e vissuto a Bomarzo, prima di
trasferirmi e in quei periodi che ho citato vi torno. Sicuramente la
lontananza per molti anni dai miei luoghi natii, mi ha fatto riflettere sul
loro valore e inoltre ho sempre avuto la voglia di fare qualcosa di utile
per il mio paese.
Come ho cominciato? Ho cominciato correndo; correvo per le strade sterrate
di Bomarzo, paese agricolo, ricco di boschi e di campagna. Alcune volte
cercavo itinerari diversi dai soliti e quindi cercavo vie nei boschi di
querce e in mezzo a rupi e vallate di peperino, che formano dei veri e
propri canyon. Inizialmente usufruivo di alcuni sentieri già abbastanza
puliti; dove invece ce n'era bisogno continuavo io l'opera di ripulitura,
così riuscivo ad effettuare dei bei giri nei boschi, vicino a tante
testimonianze del passato. Le giornate nebbiose erano le più belle in quanto
- tra le rupi del passato- davano quel tocco di mistero in più. Non
contento, i giorni successivi continuavo ad aprire nuove vie tra i boschi e
mi accorgevo che molte testimonianze non erano mai state pulite prima (visto
la vegetazione che le ricopriva) e da quei momenti ho sentito il dovere di
dare ordine a questi luoghi, ripulendoli da rovi e vegetazione.
Nebbia
tra le rupi del passato... (foto di S. Fosci)
2)- Da
dove hai iniziato?
3)-
Qual’è stata la prima struttura che hai messo in evidenza?
4)- A
quel tempo erano state già scoperte da qualcuno?
5)-
Facevi già parte di Archeotuscia?
6)-Cosa
sapevi di questi boschi e quanto ha contato avere un padre che ha trascorso
la giovinezza in essi?
(Salvatore preferisce rispondere cumulativamente a tutte queste domande,
dando una risposta unica)
Ho
cominciato con la piramide.
Da un pò di tempo arrivavano in zona alcune persone e chiedevano della
piramide ma io personalmente- anche se sono del posto- non ne avevo ancora
sentito parlare. In quel periodo
alcune associazioni archeologiche avevano già pubblicato degli itinerari e
notizie su di essa (le associazioni erano la Pro Ferento di Viterbo e
Archeotuscia, sempre di Viterbo, di cui oggi faccio parte ). .
La gente che incontravo aveva con sè dei libri -guida per arrivare alla
piramide, comunque non era facile trovarla e spesso rinunciavano
nell'impresa di ritrovare questo monumento. Chiesi subito a mio padre se
conoscesse la piramide, dato che lui è un vero conoscitore di quei luoghi ,
ma anche lui rimase stupito.
Poi gli venne in mente che in quelle zone c'era un sasso con delle
scale, che circa 50 anni fa utilizzava spesso per andare a caccia (c'è
da dire che quell'altare lo conosceva già da piccolo e lo ha sempre visto
invaso dalla vegetazione ).
Partii subito alla ricerca e, individuata la tagliata, seguii lo
stretto sentiero pieno di rovi con le spine che ti si aggrappavano sui
vestiti. Poco dopo arrivai all'altare; rimasi per qualche minuto fermo a
contemplare quel poco che si poteva ammirare:gli alberi e i rovi erano
cresciuti nella parte alta di essa e le foglie, che nel tempo erano cadute,
si erano trasformate in humus per anni, formando uno strato di terra
di circa 60 cm.
La prima cosa che mi venne in mente è stata: "Devo salvarla al più presto
dall'oblio".
In quei giorni , incontrai Giovanni Menichino, scrittore e guida CAI; con
lui era presente il fotografo e mi disse che scattava alcune foto alla
piramide per un suo libro. Ci tenemmo in contatto, dicendogli che
forse avrei ripulito un pò meglio il sito. Mi organizzai subito con gli
attrezzi giusti, tra cui un'accetta, una zappa e una pala. Nel febbraio 2008
cominciai la ripulitura; iniziai dai rami e dagli alberi infestanti, poi
usai la zappa...
un primo colpo e il manico di legno si spezzò! Mi accorsi che in quei
centimetri di terra si nascondevano
una miriade di radici, capii allora che il lavoro si faceva più lungo del
previsto. Andai dal mio amico fabbro e feci saldare alla zappa un manico di
ferro;.
questa volta i colpi andavano a buon fine tranciando le radici, solamente
che a volte ne trovavo di più grandi e dure e durante il colpo le vibrazioni
della zappa ti arrivavano in testa.
La fatica era notevole; passavano le ore senza che me ne accorgessi. Le
giornate mi parevano più corte del solito e mi dimenticavo quasi di mangiare
tanto era la voglia di vederla splendere.
Più la ripulivo e più mi emozionavo e confondevo le lacrime al sudore; ero
riuscito nel togliere le ultime radici e
adesso rimaneva da fare un lavoro di fino, quindi la zappa si trasformò in
un bisturi (con tutti i colpi di zappa che ho dato, non ho mai
sfiorato e scalfito il manufatto). A lavoro terminato, per la prima volta
vidi la piramide pulita:l'avevo salvata.
Chiamai Menichino che, appena la vide, si riempì di emozione e volle rifare
di nuovo le foto alla piramide.
In quei giorni ho anche riportato alla luce- insieme a mio padre- il vero
sentiero che porta alla piramide, chiamato passo della finestraccia.
Finestraccia perchè alla fine del sentiero si incontra una tomba
riutilizzata ad abitazione chiamata appunto 'finestraccia'.
Il tempo che ho dedicato per ripulire la piramide e i vari sentieri, è
durato circa un mese e mezzo
e l'ho svolto nell'inverno 2008 e 2009; ad oggi continuo a mantenere puliti
i sentieri e la piramide.
Dopo pochi giorni, feci vedere il mio operato al mio amico Giovanni
Lamoratta che da tempo non vedevo. Lui della piramide ne era già a
conoscenza da tempo; infatti, da anni studia il territorio di Bomarzo e, in
più, fa parte del GAP (Gruppo Archeologico Polimartium) e di Archeotuscia.
Sbalordito di ciò che avevo fatto, fece subito un articolo per un giornale
locale di Viterbo e lo disse subito ai soci di Archeotuscia, che mi fecero
subito socio onorario.
In quei giorni chiesi agli amici di Archeotuscia se potevano far intervenire
il Sovrintendente di zona dei Beni Culturali; una volta arrivato in loco,
gli feci conoscere personalmente
la piramide e l'opera di ripulitura che avevo effettuato. Rimase molto
contento e capì le mie vere intenzioni, cioè quelle di salvare e
proteggere ciò che ancora rimane dal passato di queste zone.
Ad oggi, ho la fortuna di conoscere Tiziano Gasperoni, archeologo che da
anni studia la zona con la nuova Sovrintendete dei Beni Culturali, e con
loro presto cercheremo di concretizzare alcuni progetti di mantenimento e
protezione di quei luoghi.
Posso assicurarti che dopo la ripulitura alla piramide, è cresciuto
notevolmente il suo interesse.
7)- Cosa ti ha spinto a
continuare l’esplorazione e a portare avanti il faticoso lavoro di
ripulitura dei siti archeologici dimenticati. che svolgi per pura passione?
Devo ancora una volta citare
mio padre.
Sai, sapere che lui ha vissuto in quei luoghi che oggi sono quasi del tutto
abbandonati, mi fa venire voglia di ritrovare le mie vere origini, e ci
tengo quindi tantissimo a questi posti. Posti cui si impara a voler bene
come fossero un tuo stretto parente. Una volta ho ripulito parte del
cimitero di Santa Cecilia dai rovi e quando mio padre ha rivisto quei siti,
dopo tanti anni che non c'era più stato, ho visto in lui affiorare emozioni
e tanti ricordi (lui per me è uno degli ultimi abitanti di quei luoghi) e
anche se oggi sono più alto di statura, non sarò mai alla sua altezza.
Questa mia a volte faticosa passione nel ripulire siti e sentieri, mi porta
a dare più valore alle cose vere della vita. Per me non serve il denaro per
esprimere il bene che ho per il mio paese...e poi mia sorella dice che i
soldi sono del diavolo.
Salvatore
e il padre Abbondio, per gli amici Cleto
8)- Sei aiutato da
qualcuno in quest’opera?
Inizialmente le ripuliture
ai siti e ai sentieri le ho effettuate sempre da solo. Ma nell'inverno del
2009 ero riuscito a coinvolgere sia il sindaco di Bomarzo, Bonori Stefano,
sia la giunta comunale, visto che non conoscevano ancora la piramide e i
luoghi circostanti. Per alcune domeniche mi hanno aiutato volontariamente
nella ripulitura della tagliata romana e di parte del sentiero che
porta alla piramide; in futuro mi hanno promesso che ci saranno dei progetti
per la tutela di questi luoghi.
.
Lo scorso febbraio, con gli amici della 'Boscaglia' (gruppo di escursionisti
della Toscana)
ed insieme agli amici di Archeotuscia (sempre presenti in ogni mia
iniziativa ), abbiamo organizzato una Giornata della ripulitura e
segnatura del sentiero da me ritrovato, che nessuno aveva mai più riaperto
da anni. Il nuovo sentiero parte dalla piramide e arriva a Santa Cecilia.
Da un po'di tempo sono anche in contatto con il Gruppo Archeologico
Roccaltia di Soriano e sono anche loro intenzionati ad aiutarmi nel prossimo
inverno. E' bello sapere che c'è gente con le tue stesse idee che ama il
territorio; in quei momenti ritrovi i veri amici e speriamo che queste
unioni, un giorno, servano una volta per tutte a dare valore al territorio
stesso.
Comunque fino a quando ce la farò, anche da solo, cercherò di mantenere
sempre pulite queste testimonianze del passato. Aprire un sentiero dai rovi
per me è come aprire le vie del passato;.
seguo spesso l'istinto e anche i buoni consigli di mio padre. A volte seguo
anche il passo che lascia il cinghiale e si arriva dove meno te lo
aspetti....
'Antenato', scultura
interpretata e realizzata da Salvatore Fosci
9)- Qual è
la sensazione che provi quando sei in questi boschi e quando ‘porti alla
luce’ un manufatto sepolto?
La sensazione che provo è
bellissima, riesco a ritrovare me stesso; scappo da un mondo e da una
società che ti ha rapito e che ti usa per il suo scopo, dove sono gli altri
che decidono per te.
Mi piace sparire tra le rupi del passato, e una volta lì, mi sento a casa e
capisco che qui il mondo si è fermato. Tutto ciò che incontri davanti a te è
lì da secoli, sempre uguale. Qui la vegetazione riesce ancora a vincere
sull'uomo e se oggi io ripulisco un sito dalla vegetazione, spero che fra
tanti anni -quando noi saremo storia per gli altri - qui il progresso non
avanzi e che la vegetazione in queste selve sia ancora il nemico-amico da
battere .
Ogni scoperta è una sensazione unica ma la sensazione più coinvolgente l'ho
provata alla piramide, visto che le ho dedicato molto tempo. Giorno dopo
giorno, dopo giorno, dopo giorno, parlo sempre di lei.
Salvatore e la 'piramide' da lui tanto amata e a cui ha dedicato molti mesi
per ripulirla.
10)- Ti sono mai capitati
‘fenomeni strani’, quando sei solo in queste magiche selve?
Sicuramente l'interesse,
sempre presente nella mia mente, per queste selve indica che non posso fare
a meno di comunicare con il passato. Ripulire e vedere cosa si nasconde
sotto ogni strato di vegetazione su quei massi è cosa unica e ti permette un
filo diretto con gli antenati. Penso che chiunque arrivi e guardi con vero
interesse questi siti, sia già coinvolto in qualche modo in questa storia. E
quando ognuno di noi si accinge a fare ipotesi su cosa poteva servire quel
determinato manufatto, penso che in fondo- nelle nostre menti
-riaffiorino ricordi di un passato che abbiamo già vissuto. Come se quel
momento della nostra vita ci facesse rivivere un immagine che ci appartiene.
Questi luoghi ti danno la possibilità di capire cosa vuol dire giorno e cosa
vuol dire notte. I tanti monumenti presenti fanno riferimento al sorgere del
sole, e le stelle della notte sembrano indicare le posizioni di quei massi.
Ho sentito il momento in cui avviene quella fase ed è bellissimo, perchè gli
animali diurni lasciano il posto ai notturni con i loro suoni più pacati e
ti avvertono che il sole è tramontato e che la notte si fa buia.
Solstizio d'inverno alla 'piramide' (foto di S. Fosci)
Cara Marisa, tu mi chiedi se mi sono capitati fenomeni strani, ma in questo
caso ti giro la domanda, visto che proprio a te è capitato qualcosa di
strano prima di arrivare alla piramide. La stessa sensazione l'ha avuta
anche mia sorella e ultimamente altre due mie amiche di Bomarzo che, giunte
alla piramide, hanno avuto questo tuo stesso strano avvertimento... Quindi
tu puoi spiegarmi cosa hai veramente provato?!
11)- Pensi ci sia ancora molto da scoprire, sotto la vegetazione o pensi
di conoscere ormai tutti i segreti dei boschi di Bomarzo?
,
Ti faccio un esempio
esplicativo: ho pulito la piramide, ho tolto le sue vesti fatte di rovi e
radici,
ho passato tanto tempo a guardare incisioni, scoli e quant'altro lei
possedeva ed ero sicuro che avessi visto tutto di quell'altare. Ma il
mio amico Luciano Proietti di Archeotuscia, durante una visita alla
piramide con il resto dei soci, un giorno mi chiama e mi dice. "Salvatore!Ma
questa croce l'avevi già notata durante la ripulitura?". Io resto stupito:
No, non l'ho mai vista!". Come vedi, basta una tonalità di luce diversa e ti
accorgi che quel masso continua a svelare segreti; quindi penso che non si
finirà mai di svelare i misteri di queste selve e boschi.
Alla fine è come andare per funghi: ti spuntano davanti come sorprese e non
puoi far altro che ammirarli, raccoglierli e pulirli con molta cura (questo
è il mio fungo di peperino che ho raccolto nella mia mente e creato con le
mie mani per gli amici di duepassinelmistero come riconoscimento per
l'affetto dimostrato a me e ai miei familiari: mi raccomando di mangiarlo
con moderazione, rimane un pò pesante!).
N.d.r.: Salvatore è anche un
bravo scultore del legno e della pietra; nella foto sotto, il fungo di
peperino da lui stesso realizzato:
12)-
Cosa vorresti dire a coloro che auspicano di fare questa esperienza e vivere
una meravigliosa avventura come la nostra?
Ci sono
semplici regole che ci permettono di far parte di questo meraviglioso mondo
del passato. Bisogna saper amare le persone ,e rispettare i i luoghi a noi
cari. E' bene ricordarsi che il tesoro più grande che noi cerchiamo è in
verità il sapere.
Se ci si vuole veramente immergere in questo passato, non dobbiamo
avventurarci in percorsi pericolosi, a volte basta soffermarsi anche davanti
ad un semplice sasso, ci accorgeremo così di poter scoprire qualche nuovo
particolare o simbolo. Provate anche a toccare con mano quelle pietre
lavorate dai popoli del passato:sentirete ancora il rumore di chi quella
pietra l'ha scolpita .
Se un giorno passerete da queste parti e vorrete perdervi in questi luoghi
fatemelo sapere(la mia email è
salvatorefosci@aruba.it ). Cercherò di indirizzarvi nella via giusta.
Grazie
infinite, Salvatore, da me e da tutti gli amici di 'due passi nel
mistero'. In questi boschi, posso garantirlo, sono assicurati!