Si è tenuta il 09/10/'08 la prima
conferenza a tema 'marziano'della stagione 2008-2009 al Planetario di
Milano, a cura del dr.Cesare Guaita. Come ricorderete, nel mese di giugno
avevamo seguito l'ultima conferenza a tema prima della pausa estiva, e il
relatore aveva in quell'occasione promesso che ci avrebbe tenuti informati
sullo sviluppo dell'attesissima missione della sonda Phoenix. Non staremo
pertanto a ripetere le cose già dette nel nostro report precedente,
limitandoci a segnalare quelle emerse nell'ultimo periodo. Non sono poche e
per gli esperti sono sorprendenti. Per coloro che attenderebbero però che la
scienza ci rivelasse strabilianti ritrovamenti, magari testimonianze di una
civiltà che un tempo popolava il pianeta rosso, non è tempo nè luogo!
Ai profani questi possono apparire insignificanti passi ma per gli
scienziati sono rivelazioni sconosciute prima, che costa molta fatica (e
soldi!) ottenere.
Phonenix sta ultimando la propria vita, poichè l'incombente inverno marziano decreterà la
sua naturale soppressione, o almeno quella delle strumentazioni elettroniche
di bordo, che smetteranno di funzionare entro un mese al massimo. Le
temperature raggiunte sul pianeta Marte sono infatti di circa - 70/ - 80°C
di notte (attualmente la notte marziano dura all'incirca cinque ore, ma si
allungherà progressivamente) e - 25°C di giorno.
Ci eravamo lasciati che il
computer di bordo della sonda si era per così dire 'inceppato' e gli
scienziati avevano deciso di lasciarlo riposare qualche giorno. Infatti così
è stato. In realtà si era verificato un serio 'corto circuito' dovuto ad
iper funzionamento di una delle fornaci, che era stata sottoposta ad un
lavoro continuo di scuotimento del materiale che non voleva saperne di
entrare all'interno. Inoltre, si erano verificate delle difficoltà di
distacco del materiale dalla pala del braccio meccanico perchè, frammisto al
terriccio, vi era pure del ghiaccio che tendeva ad incollarlo ad essa. Si
era dedotto di aspettare un certo periodo di tempo per lasciar 'sciogliere'
il ghiaccio e facilitare l'impresa. Come il dr. Guaita aveva precedentemente
detto, questa missione ha optato per l'atterraggio sul polo nord di Marte in
quanto ritenuto ricoperto, sotto lo strato di terriccio superficiale, da
ghiaccio, che è substrato ottimale per inglobare eventuali forme di vita
microscopica.
I primi risultati ottenuti
alle diverse temperature cui è stata portata la fornace che ha analizzato i
campioni sono stati, a detta degli esperti, di notevole interesse:
1° ciclo a 35°C=tracce di
umidità
2°
ciclo a 100°C=tracce di CO2 (anidride carbonica)
3° ciclo a 1000°C= H2O(acqua)
+ tracce di O2 (ossigeno libero)
La presenza dell'acqua è
fortemente legata al materiale (argille) del suolo marziano.
Ricorderemo che nella
conferenza precedente, il relatore aveva mostrato le immagini di quello
strato biancastro sotto la superficie, e ci si era domandati cosa fosse.
Per capirlo si è deciso di cambiare punto di scavo, dirigendo l'attenzione
verso una zona più vicina alla sonda, denominata Biancaneve (in
inglese Snow White), dove essa è atterrata, spostando lo strato
superficiale di polveri e terriccio per azione dei retrorazzi. Lì sotto c'è
una superficie compatta, presumibilmente ghiacciata, e si è pensato di
raccoglierne una porzione, analizzando dunque direttamente il ghiaccio.
Le analisi condotte con
l'apparato MECA-WCL hanno lasciato perplessi. Il sensore pensato per testare
i nitrati (NO3), che non ha rilevato, si è dimostrato invece molto
sensibile al perclorato.
Si sarebbe atteso di trovare
una composizione acida del campione, invece il pH è risultato pari a 8,3!
(1), che è basico (altrimenti detto alcalino)
Questo apre nuovi dubbi perchè la vita batterica generalmente si
sviluppa in ambiente acido. Scartare che essa dunque ci sia? No.
In entrambi i due prelievi
fatti nel sito di Biancaneve ed analizzati dal MECA è stato trovato il ClO4-
(perclorato), di cui al momento si ignora l'elemento con cui è legato
(potrebbe essere lo ione potassio (K), o magnesio (Mg), Sodio (Na),
Ammoniaca, etc.; si devono aspettare ulteriori analisi. Potrebbe essere
questa molecola di ClO4 a rendere alcalino il
campione d'esame; il problema è che se vi fosse vita batterica non la si troverebbe perchè la stessa verrebbe distrutta dall'ambiente creato dal perclorato!
Sorge una personale
riflessione: tanta fatica e tanti soldi per questa missione e ancora siamo
punto e a capo?
Non stiamo più a descrivere
l'assetto sofisticatissimo di Phoenix ma si ricordi come tutte queste
operazioni siano di una delicatezza e estrema. Sono state condotte
analisi anche con l'altro apparato di cui è dotata Phoenix, il TEGA
(Thermal end Evolved Gas
Analyze) in cui si trova la fornace. Introdurre il campione di ghiaccio
è stato un dramma, come ci ha spiegato il dr. Guaita: non si staccava dalla
pala! Ha dovuto essere bucherellato con delle punte di cui la pala
stessa è dotata,
al fine di ottenere delle piccole scaglie che andassero a finire
nell'imboccatura della fornace, che fortunatamente si era aperta
senza problemi. Per ottenere il campione idoneo si è aspettato un mese! A quel
punto esso però aveva perso molto del ghiaccio, tuttavia ne era
rimasto a sufficienza per esaminarlo. Lo strumento, che ha portato il
campione a diverse temperature, ha evidenziato il 2% di H2O,
ma nessuna presenza di Cl (cloro) che invece con l'analisi chimica era stato
rilevato, dunque è un ulteriore mistero!
Le ultime notizie dalla sonda
Phoenix è che a trenta centimetri dalla superficie ha trovato molto sale, il
che significa che lì c'era molta acqua, un tempo.
La sonda dispone di otto
fornaci: cinque sono state già utilizzate e sono fuori uso; una è riservata
per il materiale portato dalla Terra, che serve come campione di controllo
(standard), ovviamente. Restano due fornaci da poter impiegare per gli
ultimissimi esami. Si è deciso di andare a prelevare un campione di
materiale situato al riparo dai raggi solari, per escludere che le
radiazioni ultraviolette possano avere correlazioni o meno con la presenza
del Cloro. Cosa c'è di meglio del terriccio che riposava - da tempi
immemorabili - sotto un bel sasso? Per tale motivo Phoenix ha dovuto
spostarlo e ha prelevato il campione, i cui risultati non sono ancora
pronti.
L'ultima ricerca sarà trovare
il Carbonio (C) - elemento fondamentale di qualsiasi forma organica - nel ghiaccio e pare che dalla NASA sarebbero trapelate
notizie non confermate della presenza di carbonati. Chissà se sarà veramente
così. Per appurarlo, Phoenix avrà ancora un solo mese di tempo.
Nella prossima conferenza il
dr. Guaita terrà ragguagliati gli interessati con nuove informazioni
provenienti dal mondo marziano. Nel possibile, noi le seguiremo e ne
daremo comunicazione su questo sito.
Alla prossima!