SCOPERTE ALTRE TRIPLICI CINTE A
VILLA SANTO STEFANO
di Giancarlo Pavat
Anche a seguito del particolare interesse suscitato dagli articoli ospitati su
questo sito, in ordine a simbologie misteriose presenti nel paesino ciociaro di
Villa Santo Stefano (FR), nella vallata del fiume Amaseno, si è scatenata, nel
centro storico, una vera e propria "caccia" a rappresentazioni e figure
enigmatiche. In particolar modo il simbolo della "Triplice
Cinta". Sono saltati fuori altri tre
esemplari, che vanno ad aggiungersi agli altri sei o sette. Uno non lo vedremo
mai più. Si tratta di quello trafugato lo scorso aprile dai ruderi della chiesa
di San Giovanni in Silvamatrice. Il primo è, a dire il vero, piuttosto dubbio,
essendo particolarmente consunto. Si trova sullo stipite di un portale in via
Santa Maria. (Fig 1).
1.
Il secondo ci è stato segnalato da
Pino Leo, già dipendente comunale e da sempre attento studioso e ricercatore
delle tradizioni locali. La Triplice Cinta si trova incisa sui gradini in
peperino delle scale (Fig. 2) interne dell'edificio del XVIII secolo conosciuto
a Villa Santo Stefano come "Palazzo Marchese" (Fig. 3).
2 3
Di difficile datazione, la sua
presenza sul gradino farebbe pensare che sia stato realizzato appunto per il
gioco della "Tria" o "Filetto". Come è noto lo scopo ludico è solamente l'ultimo
utilizzo di questo arcaico simbolo, rintracciabile dai siti preistorici a quelli
celtici. Dalle grandi civiltà dell'Asia Centrale a quelle del Mediterraneo,
dall'antica Roma al Medio Evo. Si trova presso le grandi basiliche della
Cristianità, come San Giovanni Laterano o San Paolo fuori le mura a Roma, nelle
celebri Abbazie, come Fossanova e Valvisciolo.
Pino Leo ha una sua ipotesi, decisamente interessante."La Triplice Cinta non
è intagliata al centro perfetto del monolite, tanto che solo da un lato si può
sedere una persona per giocarci. L'altro giocatore non può farlo perchè lo
spazio tra la Triplice cinta ed il muro delle scale è troppo stretto. Ritengo,
come ipotesi più plausibile, che l'incisone si stata fatta sul blocco di pietra
prima che venisse utilizzato come scalino. Siccome Palazzo Marchese venne
costruito sui resti della rocca dei Colonna e utilizzando gli stessi materiali,
forse anche la Triplice Cinta è così antica e magari scolpita per altre ragioni
attualmente sconosciute".
La terza Triplice Cinta (Fig. 4) è stata scoperta casualmente lo scorso 23
agosto dallo storico Marco Felici. Specializzato in storia contemporanea, non
disdegna di occuparsi con la medesima passione ed acume anche delle vicende di
altre epoche. "Stavo passeggiando con il mio cane lungo una strada che si snoda
tra le campagne santostefanesi. Proprio sotto il punto più alto della rupe
tufacea su cui sorge il paese" spiega Marco Felici "quando il mio sguardo è
stato attratto da un blocco di pietra sul quale si intuiva la presenza di un
disegno geometrico". Avvicinatosi, il ricercatore romano ma originario di Villa
Santo Stefano, non ha potuto che constatare di trovarsi di fronte all'ennesimo
esempio dell'antichissimo simbolo formato da tre quadrati concentrici, con
quattro segmenti che congiungono i punti mediani dei lati ed altri quattro
diagonali che uniscono gli angoli.
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Questa Triplice Cinta non venne
incisa a casaccio. E' visibile presso un punto notevole del paese. In prossimità
di una fontana, detta "la Rentra" ormai prosciugata, non distante dalla "Portella",
da cui i santostefanesi per secoli sono usciti per recarsi al lavoro nei campi.
Si fermavano davanti alla "Cona" della Madonna delle Grazie, recentemente
restaurata dall'Amministrazione Comunale, e poi proseguivano anche in direzione
di San Giovanni in Silvamatrice.
Prima di concludere; una curiosità. Il simbolo si è reso visibile in quanto il
blocco si è staccato dalla sua sede originaria, una specie di muretto,
posizionandosi verticalmente e rivolto verso l'osservatore. Se fosse caduto in
modo diverso nessuno avrebbe mai notato la "Triplice Cinta". Pura casualità?
(Giancarlo Pavat)
Segnaliamo
ai nostri gentili lettori che sarà presto disponibile nelle librerie il saggio
di Marisa Uberti e Giulio Coluzzi 'I
Luoghi delle Triplici Cinte in Italia:alla ricerca di un simbolo sacro o di un
gioco senza tempo?", della
Eremon Edizioni. Per ulteriori info
contattate la webmaster di questo sito.
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