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Immagini gentilmente concesse da R.Volterri e facenti parte del libro

         Il laboratorio del dr. Frankenstein

        Intervista al dr. Roberto Volterri, realizzata da Marisa Uberti

 


Il dr. Roberto Volterri, con una sua personalissima 'mostruosità':una comune 'Razza' trasformata in una sorta di "drago" mediante un po' di necessario... lifting! (p.90)  


 
Incontriamo il dottor Roberto Volterri, nome noto ai lettori di questo sito, non solo perchè uno dei più ‘eclettici’ archeologi contemporanei ma anche perché, in più occasioni, ha gentilmente accettato di farsi intervistare da me, per i tanti amici di 'Duepassinelmistero'.

Stavolta l'occasione ci è data dall'uscita del suo ultimo saggio "Il laboratorio del Dr. Frankenstein", edito dalla Casa Editrice Eremon, in cui affronta mostri naturali, artificiali, inesistenti...Tutto un programma!

L'Autore, di misteri, ne ha veramente affrontati tantissimi, nel corso delle proprie ricerche, trovando a volte il modo di sfatarli e a volte quello di renderli più appetibili. La sua grande caratteristica è, almeno secondo chi scrive, la sperimentazione. Egli non si accontenta di 'teorie', ma ama tradurre in pratica molti degli argomenti trattati nei suoi libri.
 
1)- Dunque, dottor  Volterri, anche in quest'ultimo libro, troviamo una parte teorica, storica e delle Appendici Sperimentali? Vedo infatti in copertina una frase sibillina "E come realizzarne qualcuno... in cantina!". Si riferisce ai mostri oggetto del saggio?

R.V. Ognuno di noi ha una ‘cantina’ – reale o solo immaginaria – dove vorrebbe vedere “… se le cose stanno veramente come si dice…”.

Moltissimi anni fa, un secolo fa, io credevo che la ‘Camera Kirlian’ fosse veramente… una ‘camera’ in cui – con strane apparecchiature mai ben descritte nei giornali che ne vantavano le meraviglie – si effettuavano fotografie… dell’anima!

Poi passarono gli anni e incuriosito da tanto clamore, mi documentai un po’ di più, studiai come, “in cantina”, realizzarne qualcuna – vari anni più tardi descritte in libri come “Psicotronica” ed “Enigma Uomo”, entrambi editi da SugarCo e, più di recente, nel “Manuale di Psicotronica sperimentale”, Eremon Edizioni, 2007 – e mi accorsi che per ‘camera’ si intendeva una sorta di dispositivo utilizzante carte o pellicole fotografiche e che invece dell’inafferrabile ‘anima’, sull’emulsione fotosensibile rimanevano policromatiche, bellissime tracce luminose dovute all’”Effetto Corona” (ma il  ‘gossip’  qui non c’entra!). Effetto ben noto in elettrotecnica, ma in questi casi modificato – bisogna dirlo – da svariati fattori non del tutto identificati con precisione, come non bene definiti sono i parametri (tensione, frequenza, ecc.) con cui operare. Ma questo è tutt’altro discorso…

Con “sperimentazione” intendo dire che, ove possibile, è bene che il lettore cerchi di ‘toccare con mano’ qualche aspetto della fenomenologia ‘strana’, ‘misteriosa’ a cui cerca di avvicinarsi leggendo certi libri. Non sempre ci si riesce ma… almeno tentar (cum grano salis!)  non nuoce.
 
2)-Sulla copertina è riportata anche una dicitura che avverte i lettori più sensibili che potrebbero essere turbati da alcune immagini inserite nel libro stesso. Sono così ‘inguardabili' e cosa consiglierebbe a chi morisse comunque dalla curiosità?

R.V. Ritengo che sia estremamente variabile il grado di ‘sensibilità’ di ciascun essere umano nei confronti di situazioni, di immagini ‘forti’. A me, lo confesso, credo proprio che non faccia impressione nulla di ciò che ho riportato nel libro ( e anche molto di più…), ma conosco persone – e tra esse anche mia figlia Susanna, la ‘ultrascettica psicologa’ – che si sono rifiutate di vedere le foto dello sventurato cane ‘senza corpo’ sacrificato nell’interesse della Scienza – diciamo così – dal dottor Bryukhonenko, oppure  quelle del cane con due teste ottenuto dal dottor Guthrie… 


3)- Perché ha affidato al...dr. Frankenstein l'onere e l'onore di intitolare questo libro?

R.V. E a chi altri avrei potuto ‘affidare’ l’onore di illustrare le varie ‘mostruosità’ che la Natura Matrigna si ostina ogni tanto a far comparire tra noi, tra voi, per la “delizia” del genere umano?

Salvo il ‘buon’ Vlad III Tepes – ma sì, quel ragazzaccio transilvano, l’Impalatore, al quale si è ispirato Bram Stoker per il suo “Dracula” – in pole position si trovava solo il ’letterario’ Dr. Victor von Frankenstein, ispirato – ne sono certo – a Johann Conrad Dippel e ai suoi ‘orrorifici’ esperimenti, di cui  Mary Shelley avrà quasi certamente sentito parlare. Dopo un mio recente vagabondare tra i castelli della Transilvania, a Vlad l’Impalatore e ai suoi ineffabili epigoni ho comunque dedicato un altro libro, “Odissee di sangue” che il dottor Emanuele Zampetti (Eremon Edizioni) vorrebbe pubblicare a fine anno. Spero un po’ prima…


 4)-Il primo capitolo introduce nella Teratologia sperimentale & Co. Da quando si inizia a parlare di una 'scienza' delle deformità umane? E quanto ha inciso la superstizione nel creare tante 'leggende metropolitane'?

R.V. Solo per citare alcuni studiosi, potrei ricordare che tra la fine del XVIII secolo e i primi decenni del secolo successivo, sperimenta a lungo Johann Friedrich Meckel. All’inizio del XIX troviamo Etienne Geoffroy Saint Hilaire, presto seguito dal figlio Isidoro che nel 1836 pubblica un “Trattato di Teratologia”. Poi potrei ricordare sia il francese Camille Dareste sia Hans Spemann, zoologo di Friburgo e Premio Nobel per la Medicina nel 1935. Non dimenticherei di certo anche Ancel ed Etienne Wolff che sperimentarono agli inizi degli anni Trenta, ma indagini nel campo della Teratogenesi andarono avanti per molto tempo ricorrendo anche a sorgenti radioattive e a sostanze chimiche. E un aspetto della Biologia veramente affascinante!

Dimenticavo la ‘superstizione’ e le ‘leggende metropolitane’!

Indubbiamente, da sempre, sono “esistiti” Ciclopi, Chimere, Pegasi, Unicorni & Co. Ma forse solo nell’infinito universo poetico dei letterati…Però la letteratura ’misteriosa’ abbonda di segnalazioni di strani esseri non rientranti affatto negli ortodossi schemi della zoologia di stretta osservanza: dal Big Foot d’Oltreoceano allo Yeti, dalla scozzese ‘Nessie’ al nostrano ’Coccodrillo del Po’, forse confuso con il Pesce Siluro realmente esistente. Mai dire mai, però!

5)- Nel Capitolo secondo si parla del sogno di vita eterna. Lei ritiene che 'qualcuno' l'abbia individuata davvero, la ricetta dell'immortalità?

R.V. Molti l’hanno cercata – ricordiamoci di Voronoff… – nessuno l’ha ancora trovata. Tentarono gli alchimisti DOC con il loro ‘Elisir di lunga vita’ – non era l’Immortalità, ma a volte bisogna accontentarsi! – e moltissimi adepti dell’Ars Regia indagarono in quella direzione, compreso lo straordinario Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, ben ricordato nel libro “Il Laboratorio del Dr. Frankenstein”. La “cerca” tuttora continua…

  
6)- Alchimia, criptozoologia, mostruosità umane e vegetali, scherzi della natura e personaggi che gravitano in queste orbite....c'è qualcuno di questi che le ha suscitato particolare curiosità mentre ci lavorava e - se si - perché?

R.V. Forse proprio Serge Voronoff e i suoi esperimenti per prolungare al massimo l’efficienza della ‘macchina umana’ mediante ben mirati trapianti di testicoli di scimmie. A Ventimiglia, a Villa Grimaldi, qualche anziano si ricorda ancora delle gabbie – tuttora esistenti – in cui venivano rinchiuse le scimmie destinate al prelievo di ghiandole sessuali delle sue ‘cavie’, frammenti delle quali venivano innestate nei testicoli di suoi illustri pazienti. Voronoff, comunque, non raggiunse l’immortalità a cui voleva arrivassero  tutti gli esseri umani: in ottima salute passò in un lontano Altrove all’età di 85 anni portando con se una  parte dei suoi ‘segreti’…

7)- Ci svelerà, nel libro, se grifoni e unicorni sono esistiti veramente o sono le classiche metafore ermetiche che è inutile cercare nel mondo fisico?

R.V. Io sono, come lei sa da sempre, estremamente ‘aperto’ verso le infinite meraviglie della Conoscenza ad ampio spettro, ma dubito proprio che siano mai esistiti veri Grifoni a Denominazione d’Origine Controllata. Neanche a… Denominazione Appena Appena Verificata!

Anche lo splendido ‘Unicorno’ – salvo qualche errore di Madre Natura che ogni tanto desidera stupirci con ‘effetti speciali’ – deve la sua notorietà al ben più umile Narvalo, che uno zoologo chiamerebbe Monodon monoceros della famiglia dei Delfinatteri, e al suo suggestivo ‘corno’ che faceva bella mostra di se tra gli  innumerevoli ‘Mirabilia’ molto di moda nei secoli passati.

8)- Qualche consiglio da elargire a chi fosse interessato ad approfondire questo sorprendente e complesso universo di 'meravigliose mostruosità? Vedo una nutrita bibliografia.... Italiani o stranieri, gli autori più prolifici in questo campo di studio?

R.V. Ai lettori particolarmente interessati a tali tematiche suggerirei di dare un’occhiata, per esempio, all’interessante libro di Anzaldi e Izzi “Storia illustrata dell’immaginario”, oppure, sempre di Izzi, a “Il Dizionario illustrato dei mostri” o, ancora, alla “Guida ai draghi e mostri in Italia” dell’amico Umberto Cordier.

Su Voronoff e sui suoi ‘frankensteiniani’ esperimenti, con difficoltà, sono riuscito a reperire “L’innesto testicolare’ dello stesso Voronoff in collaborazione con Alexandrescu. Ma in Bibliografia i lettori troverebbero molti altri ‘suggerimenti’.


9)-Lei ritiene che esistano creature viventi 'mostruose' ancora da scoprire?

R.V. Non sono ancora stato lungo le rive del Loch Ness, ma colleghi universitari che hanno visitato quei luoghi, partiti pregiudizialmente ‘scettici’ – come d’abitudine in certi ambienti e su certi argomenti quasi da Santa Inquisizione – sono tornati ‘possibilisti’. La qual cosa costituisce un discreto passo in avanti non tanto per la cara (o il caro?) ‘Nessie’ ma a vantaggio della Criptozoologia che appare un po’  troppo bistrattata dalle ‘Istituzioni’.

Il famoso Celacanto, o Latimeria Chalumnae, – poiché nessuno lo aveva informato del fatto che ne era stata decretata scientificamente (?) la sua estinzione da qualche milione di anni – nel 1938 ma anche nel 1952 e nel 1998 –  fece capolino tra le acque dei nostri Oceani e, senza alcun rispetto per il bon-ton ittico, fece fare anche  qualche brutta figura agli zoologi sicuramente DOC ma ben poco ‘possibilisti’…Da qualche altra parte di questa nostra intervista ho concluso con un “Mai dire mai!”. Rinnovo qui l’invito…

10)- Ci dica la verità: non è che il Laboratorio del dr. Frankenstein è un po'... il suo ?!(che ebbi la fortuna di visitare, anni fa)

R.V. Non capisco proprio  in qual modo lei, gentilissima Marisa Uberti, l’abbia potuto intuire, ma anche questa volta è andata molto vicina alla verità. Però non lo dica troppo in giro…


La ringrazio della disponibilità le auguro di avere un 'mostruoso' successo...

 R.V. Non poteva di certo farmi augurio più appropriato!  Grazie anche a nome del ‘Basilisco’ che, qui accanto, continua a scodinzolare....

 

                              

Il castello dell'alchimista Konrad Dippel a Darmstadt, noto come il Castello di Frankenstein (p.17)

Il dr. Voronoff (p. 35)

 

 

Un caso di teratologia (p. 86)

 

Lo 'scienziato pazzo' (stampa d'epoca)

 

 

 

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                                                                     Giugno 2011