Sono
trascorsi ben 110 anni da
questa triste vicenda, tuttavia, nessuno è stato in grado di trovare
risposte esaurienti su quanto realmente accadde in quel freddo 15 dicembre
del 1900. Io stessa, mentre
eseguivo le ricerche per
ricostruire questa storia mi sono chiesta più volte come sia stato
possibile che dopo tanti anni trascorsi,
ancora nessuno sia riuscito a fare luce sul tragico destino dei tre
guardiani protagonisti di questa sparizione misteriosa.
Siccome l’argomento è stato più volte trattato, cercherò di
fornire la mia versione basandomi sui fatti, le teorie e le precedenti
ricostruzioni che sono riuscita a reperire in tre mesi di ricerche. Un
ringraziamento particolare va a Annamaria Lilla Mariotti, Scrittrice di
grande personalità, la quale ha pubblicato: “Racconti di Fari e altre
storie di mare”, che ho utilizzato per la realizzazione di questo
articolo.
Ci
troviamo nell’Oceano Atlantico, precisamente al largo della costa
scozzese. Le Isole Flannan fanno parte dell’arcipelago delle
Isole Ebridi esterne, sono formate da 7 grossi scogli
denominate anche Seven Hunters (sette cacciatori). Questo piccolo
complesso di isolotti deve il suo nome al Vescovo Flann, che nel 1600
decise di ritirarsi in solitudine diventando così l’unico abitante del
piccolo arcipelago. Fece costruire una modesta Cappella dove dimorò e morì
una decina di anni dopo. In
questa zona il mare spesso si ingrossa e rende particolarmente difficile
l’attraversamento delle navi. Moltissime imbarcazioni che navigavano in
quel tratto, a causa della forte corrente finivano per schiantarsi contro
le Flannan.Tantissimi marinai persero la vita tragicamente.Per evitare
altre vittime nel 1895 venne deciso di costruire un Faro per segnalare la
presenza delle Flannan, e per
dare un punto di riferimento molto utile alle navi di passaggio.
Il
faro venne eretto nell’isolotto più grande: Eilean Mor, a pochi
passi dalle rovine della Cappella.
Il
7 dicembre del 1899 il faro era pronto per cominciare a vigilare sulla sua
piccola parte di Oceano.
Dalla
Società Northern Lighthouses Board vennero
reclutati quattro esperti
uomini di mare per custodire e
presidiare il faro. Ecco i loro nomi:
- James Ducat – Capo Guardiano - per
20 anni aveva esercitato in diversi fari in giro per l’Europa
- Thomas Marshall – Primo assistente -
Marinaio da svariati anni, era un vero lupo di mare.
- Donald Mc Arthur – Assistente occasionale e
marinaio di grande esperienza.
- Joseph Moore - Secondo
assistente - L’uomo
“chiave” della storia e vedremo presto il perché.
L’accordo
tra la società e i guardiani prevedeva che ci fossero sempre 3 persone
fisse a custodire il faro. Così organizzarono una turnazione che metteva
tutti d’accordo: sei settimane sull’isola, due settimane sulla terra
ferma. Ognuno di loro a rotazione poteva tornare a casa dalla famiglia e
svagarsi un po’. La loro breve avventura ebbe inizio il 7 dicembre 1899.
Riporto qui si seguito le impressioni raccontate da Joseph Moore dopo aver
trascorso il primo giorno a Eilean Mor.
“Eravamo
soli ormai, la nave era tornata in Scozia. Quella notte accendemmo la
grande lampada per la prima volta.
Fu
veramente emozionante! Qualcosa di invisibile sembrava legarci a quanti
erano sul mare. Sapevamo bene cosa significhi
Per
un marinaio vedere una luce amica, che indica la rotta sicura. C’era
qualcosa di strano nell’aria. Niente di terribile o spaventoso, solo uno
strano silenzio in mezzo al fragore del mare, una pace che noi non
riuscivamo a capire.”
Ogni
15 giorni la nave Hesperus
portava viveri, rifornimenti e giornali. Rientrava in Scozia portando con
se uno dei quattro guardiani. Trascorse le due settimane successive era la
volta di un altro guardiano e così via. Questa era ormai la consuetudine;
i giorni, le settimane, i mesi
si ripetevano ciclicamente. Il 6 dicembre del 1900 L’Hesperus attraccò
con a bordo James Ducat che rientrava dal suo periodo di vacanza. Vennero
consegnate le provviste e la posta come sempre. Joseph Moore era di turno
per rientrare a casa, mentre il traghetto si allontanava dall’isola
salutò i suoi colleghi rimasti sul faro.
Quella
fu l’ultima volta che li vide.
I
due punti di attracco dell’isola di Eilian Mor – schema fornito da: National
Archives of Scotland -
Il
15 dicembre il Capitano Holman transitava in prossimità delle Flannan a
bordo della nave Archer. L’uomo testimoniò che il faro era spento.
Forse la segnalazione fu ignorata, o semplicemente venne resa nota solo
dopo aver scoperto la tragedia. Il 21 dicembre l’Hesperus sarebbe dovuta
attraccare a Eilean Mor per i soliti approvvigionamenti, con a bordo
Joseph Moore, di rientro dal suo congedo. Ci fu una tempesta fortissima
che imperversò per diversi giorni, impedendo alla nave di avvicinarsi
all’isola. Finalmente il giorno 26 l’Hesperus attraccò e con grande
sorpresa di tutto l’equipaggio, nessuno andò loro incontro come era di
consuetudine. Moore diventò sospettoso e affrettò il passo annunciando a
gran voce il suo arrivo. Silenzio. Si precipitò nel faro e ci mise poco a
rendersi conto che era solo. Dove erano i suoi compagni? Visitò gli
alloggi, la torretta e la cucina. Tutto era in ordine, nulla mancava,
c’era soltanto una sedia rovesciata. La grande lampada era pronta per
essere accesa, piatti e stoviglie erano sistemate con cura. L’orologio
era fermo, il fuoco spento. Moore non riusciva a darsi una spiegazione.
Esisteva un diario che i 4 uomini avevano deciso di scrivere per tenere in
continuo aggiornamento la loro permanenza sul faro. Di questo documento
non possiedo fonti certe, perché l’archivio nazionale della Scozia
afferma che il diario non è più reperibile. Riporto quindi le
annotazioni scritte da Vincent Gaddis in un suo libro edito nel 1977:
-
12
Dicembre:
Vento di tempesta da Nord-NordOvest. Mare molto agitato. Siamo
Bloccati. Ore 9 P.M:
Onde
altissime scuotono il faro, mai vista una burrasca simile. Ducat è
nervoso. Mc Arthur sta piangendo.
-
13
Dicembre: La tempesta è
continuata per tutta la notte. Il vento soffia a ovest. Ducat è
tranquillo,Mc Arthur prega.
-
14
Dicembre: Giornata grigia.
Io, Ducat e Mc Arthur abbiamo pregato.
-
15
Dicembre: Il temporale è
cessato. Il mare è calmo. Dio veglia su tutto.
L’interno
del Faro di Eiliean Mor (foto
tratta dal libro “cronache dell’inspiegabile”)
Venne
immediatamente aperta un’indagine sull’accaduto. Tutta l’isola fu
setacciata. Nessun corpo fu mai ritrovato. L’unico indizio utile che
permise di effettuare ulteriori congetture fu il ritrovamento di un
impermeabile e un paio di stivali. Era l’abbigliamento che erano soliti
ad indossare i guardiani quando uscivano dai loro alloggi.
L’equipaggiamento di Mc Arthur era al suo posto dentro l’armadietto,
mancavano invece gli stivali e
gli impermeabili di Ducat e
Marshall.
Gli
investigatori esposero la loro teoria: Tutto era pronto per accendere il
faro, di lì a poco avrebbero cenato insieme. Ducat e Marshall erano
usciti a fare il giro dell’isola. Si è teorizzato a lungo su ciò che
accadde realmente quel giorno. Tutto fece pensare a un’onda anomala che
travolse e spazzò via Ducat e Marshal;
Mc Arthur vedendo la
scena dal faro, uscì di corsa nel
tentativo disperato di salvare i compagni; questo spiegherebbe il perché
l’impermeabile era rimasto al suo posto e la sedia fu trovata rovesciata
sul pavimento. Mc Arthur abbandonò il faro pur sapendo che il regolamento
lo vietava severamente. Una seconda ondata risucchiò anche lui nelle
gelide acque dell’Atlantico. Ma allora perché tre uomini di mare,
coraggiosi ed esperti come loro avrebbero pianto e pregato il giorno prima
di scomparire? Perché Nessun corpo fu mai rinvenuto? Cosa accadde
veramente nessuno lo saprà mai con certezza. Questa vicenda ha suscitato
l’interesse di migliaia di persone, tenendo sempre vivo
il mistero che tutt’ora rimane senza una soluzione capace di mettere
d’accordo tutti quelli che hanno cercato risposte esaurienti.
Nel
1971 il faro fu definitivamente automatizzato, ma le anime dei tre
guardiani probabilmente sono ancora là, nella “grande Isola” a
custodire il faro … e il loro
inconfessabile segreto.
Ay,
though we hunted high and low
And hunted everywhere
Of the three men's fate we found no trace
Of any kind in any place
But a door ajar and an untouched meal
And an overtoppled chair......
Tratto
da “ Flannan Isle” di Wilfrid Gibson, 1912
Sì,
abbiamo cercato in alto e in basso
E cercato in tutto il mondo
Del destino dei tre uomini non abbiamo trovato traccia
Di qualsiasi tipo in qualsiasi luogo
Ma una porta socchiusa e un pasto intatto
E una sedia rovesciata ......
Tratto da "Isola Flannan" di
Wilfrid Gibson, 1912
Fonti
bibliche e iconografiche:
·
Racconti di fari e altre storie di mare – Anna Maria Lilla
Mariotti – Xenos - 2006
·
Il grande libro dei misteri irrisolti – Colin e Damon
Wilson – Newton Compton - 2003
·
Cronache dell’inspiegabile – Autori vari – Reader’s
Digest – 1989
·
Il triangolo maledetto e altri misteri del mare – Vincent
Gaddis – Armenia – 1977
·
Realtà inesplicabili – Collana il mondo dell’occulto
Rizzoli – Autori Vari – 1973
·
National Archives Scottish
– Google Heart – Biblioteca comunale di Vignola (MO)
·
Crystalsail.net
– MareBluCamogli.com
(Autrice:
Margherita Mariani) |