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La cripta e l'urna di San Carlo Borromeo nel duomo di Milano

                                             (visita dialogata con un maestro comacino del XIV secolo...)

M- Maestro Simone, sei qui? Ti stavo ancora parlando mentre eravamo in zona Meridiana, ma sei sparito, come al solito!

S-Sai che la prerogativa di essere nell' 'oltre' mi permette di farlo!

M- Ti prendi gioco di me? Che sforzo...! Dai che scherzo, dunque qui siamo nel transetto sinistro, bello quel candelabro, ricorda molto la struttura della Menorah, il candelabro a sette braccia ebraico.

S-Si, è vero. Un'opera magnifica, di chi è?

M- E' detto Candelabro Trivulzio ed è un capolavoro dell'arte orafa attribuito a maestri francesi del XII-XIII secolo, ancora più 'vecchi' di te!

S-Guarda quanti simboli che presenta, alla base, e sullo stelo, e ancora in alto...

M- Splendido davvero. Mi faccio una foto, me la scatti, per favore?

                                                                                   

S- Tu sembri una nana al suo confronto! E' enorme, che grande opera!

M- Non perdiamo altro tempo, sono ormai ore e ore che stiamo qui dentro, maestro Simone, e scommetto che da vedere ci sarebbe ancora una miriade di particolari. Ecco, da lì si scende alla cripta, che ancora manca alla mia visita.

S-Che belle statue, le hai notate? Una tiene in mano la clessidra e l'altra...

M- Un uroboros! Il simbolo alchemico per eccellenza! Queste sono secondo me 'ermetiche'...

S- Ma possono anche indicare 'semplicemente' un luogo di riposo eterno, appunto la tomba del Borromeo, come dice questa lapide in mezzo a loro. La clessidra è sintomo del tempo che passa inesorabile e l'uroboros, come lo chiami tu, un ciclo che si ripete, la speranza nella Vita eterna.

M- Infatti ufficialmente è proprio come dici. Questa è l'allegoria del Tempo, realizzata da Pietro Daverio.

                                                                         

E quest'altra l'allegoria dell'Eternità, sempre dello stesso autore.

                                                                          

S- Opere molto ben fatte.

M- Credo che siano volutamente statue maschili, perchè si dice che il Borromeo aborriva qualsiasi riferimento al femminile, forse anche una repulsione.

S- L'ho sentito dire spesso dai turisti che vengono qui e che ripassano alcuni libricini. Pare che la sua figura ufficialmente fosse di uomo caritatevole, un cardinale proiettato verso i bisognosi, gli appestati, ma in realtà altre cronache della sua epoca lo dipingono come un religioso austero sempre circondato dalle sue guardie che non facevano mai avvicinare nessuno alla sua persona.

M-Dunque figuriamoci toccarlo, e se uno era afflitto da peste, tra l'altro! Ci arrivano tante di quelle storie, scritte apposta per rendere un determinato personaggio come non era. Comunque fu importantissimo per Milano, dove resse la diocesi in qualità di arcivescovo dal 1565 al 1584, riportando quel rigore e quel decoro cristiano in un ambiente che, privo di un vescovo residente, si era diciamo alquanto 'liberalizzata' nei costumi, almeno così si racconta.

S- Lui non era milanese di nascita?

M-No, nacque nel 1538 ad Arona, sul lago Maggiore, dove c'è una sua statua gigantesca, detta San Carlone, che si può visitare anche dall'interno. Morì a Milano il 3 novembre del 1584. Molto giovane, tra l'altro.

S-Era anche nobile, mi pare, ricco di suo, e tra i suoi avi ebbe un papa, vedi come sono informato?

M- Poteri della tua 'dimensione', maestro Simone, non ne dubitavo! Si, suo zio era  Pio IV, al secolo Giovan Angelo Medici di Marignano, fratello di sua madre Margherita. Quando furono ospitati a Roma dallo zio papa, lui e suo fratello Federico, questi morì improvvisamente e Carlo fu caldamente invitato a lasciare la carriera ecclesiastica che aveva intrapreso, a sposarsi e avere una discendenza ma, come già ti ho detto, preferì rimanere nella sua condizione di 'single' perchè non voleva 'contaminarsi il corpo e l'anima' con alcuna donna!

S- Non fu lui a decidere la separazione in chiesa tra i posti dei maschi e quelli delle femmine?

M-Si, si dice che adottò questo sistema, ma represse anche duramente gli adulteri ed istituì una milizia armata di polizia per stanare comportamenti difformi alle regole vescovili, tanto da parte dei religiosi che dei laici.

S-Doveva essere proprio amato! Chissà cosa ne pensavano le autorità civili, in merito...

M- Aspetta che scatto una foto da questa posizione, si apprezza meglio la forma dell'ambiente ipogeo.

                                                                       

M- Scontri, ovviamente. Quando c'è troppo eccesso di potere, in qualunque campo, è così. In quel clima attentarono anche alla sua vita. Mi pare fosse stato un membro dell'Ordine degli Umiliati, che il Borromeo voleva sopprimere ritenendolo troppo vicino alle idee Protestanti. Ma lui si salvò da quell' attentato mentre i quattro che lo avevano ordito vennero tutti messi a morte...

S- Però! E l'Ordine degli Umiliati ovviamente soppresso...Non oso pensare cosa successe ai presunti maghi o streghe, le povere donne che si dilettavano in pratiche 'pagane'...

M- Fu uno dei più feroci avversatori di quelle pratiche, secondo il tempo considerate eretiche, pericolose e demoniache. Ne fece torturare centinaia e oltre una decina li mandò al rogo, si dice a testa in giù, perchè non avevano ritrattato. Il suo furore cieco lo portò ad ideare la costruzione di una torre speciale -immaginiamo come strutturata- per le streghe, ma stavolta il popolo milanese si ribellò e il progetto non si realizzò.

S- Per fortuna. Ma che brutte cose compì questo sant' uomo! Certo, era figlio del suo tempo, ma forse un po' troppo crudele di suo. Ma è leggenda anche il fatto che quando morì dette tutto ai poveri?

M- Non lo so, così si narra.

S- Ma basta questo per farsi perdonare davanti a Dio, di ciò che aveva fatto? A volte non si può fare a meno di pensare che differenza vi sia stata tra gli omicidi che avvenivano per altri motivi e quelli per la religione, ordinati proprio dagli inquisitori cristiani stessi.

M- Maestro Simone, meglio non pensarci adesso. Tu sei in pace con la tua anima, hai vissuto rettamente. Lui non lo so. Ammesso che quanto si tramanda, ancora una volta, corrisponda al vero. Magari i roghi non furono opera sua e si adoperò per evitarli. Che dici maestro Simone?

S-E come morì questo santo uomo?

M- Penso di malattia, a quarantasei anni. Fu canonizzato nel 1610 e la sua festa proclamata il 4 novembre. E' il santo patrono dell'intera Lombardia; è considerato il protettore di tutte le figure 'spirituali'...Dal retrocoro si accede dunque alla cripta, scendiamo dai.

S- Cripta progettata dal Pellegrini, comacino come sai bene.

M- Certo, il Pellegrini lo abbiamo menzionato anche quando eravamo in ...superficie! Carlo Borromeo lo apprezzava tantissimo. Ecco, qui andando avanti si giunge al Tesoro, piccolo ma prezioso. Noi proseguiamo a destra, così andiamo diretti a vedere la cripta e lo scurolo. Guarda, è molto suggestiva!

                                                       

S-Decisamente. E dall'altro lato c'è l'urna con le spoglie del cardinale Borromeo.Lo scurolo/cappella ottagonale è opera dell'architetto Richini. Il corpo è all'interno di un'urna di cristallo.

                                             

S- Non dici niente, è strano da parte tua.

M- Una preghiera in silenzio vale più di tante parole. Risaliamo, vuoi?

S- Adesso dove sei diretta?

M- Sul ...tetto! Voglio vedere le guglie e la Madonnina, godermi il paesaggio dall'alto, dicono sia straordinario!

S-Dovrai aspettare parecchio. E' tutto impalcato e finchè termineranno i lavori non sarà consentito l'accesso!

M- Davvero? Che peccato! Ci tornerò, allora, e spero di ritrovarti ancora qui, caro maestro Simone!

S-Se mi terrai nel cuore questo avverrà.

M- Non dubitarne. Guarda che bel Chrismon, sulla parete dell'abside...Lo vedi?

Ma Simone è già svanito.

 

                                                                     Chrismon Sancti Ambrosi

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