Il 22 gennaio
un bel gruppetto di ricercatori e simpatizzanti del nostro sito si è
ritrovato per il primo degli appuntamenti che celebrano il decennale di
DPNM. La meta è stata la cittadina di Crema (CR), che sorge in
prossimità della confluenza del fiume Serio con l'Adda e anticamente era
un'isola, chiamata Fulkerij (o Fulcheria) ma anche Mosa, un
rialzo emergente dal cosiddetto "lago
Gerundo", una depressione alluvionale padana in cui dilagavano le
acque dell'Adda, dell'Oglio e delle risorgive, formando ampie paludi. Gli
aspetti topo-idrografici sono stati determinanti per la costruzione del
territorio urbano e rurale. Crema è percorsa da una rete fittissima di
canali e rogge; i monaci nel medioevo hanno contribuito alla bonifica
delle zone paludose.
I nostri
"due passi", guidati dallo studioso e corrispondente locale Dino
Zanini, hanno preso avvio da piazza Garibaldi, la più vasta del
centro storico, per dirigerci verso il nucleo storico -monumentale
imperniato su un quadrilatero nel quale- forse- si impiantò in antico un castrum
bizantino; è questa la zona più elevata della città (anche se non
ce ne si accorge), costituita dal Duomo (XIII-XIV sec.), attualmente
chiuso per restauro (vi abbiamo dedicato una pagina
da precedente visita), dal Palazzo Comunale (1525), da quello Vescovile,
dall'area di piazza Istria, Dalmazia (un tempo "delle
Erbe") che, con l'attigua piazza Trento e Trieste (la vecchia
piazza "del Pesce") e la ex- chiesa di San Domenico, formano un
interessante complesso urbanistico risalente al XIV secolo.
Abbiamo
potuto ammirare anche le chiese di Sant'Antonio Abate e quella di San
Bernardino, definita come una pinacoteca per l'importanza dei dipinti
presenti. Ne citeremo uno, assai curioso, situato nella prima cappella a
sinistra dell'altare, in cui i restauri hanno messo in evidenza un
precedente dipinto: l'effetto è che oggi, guardando il volto della grande
figura angelica sullo sfondo, se ne vede un secondo (probabilmente
maschile), le braccia dell'angelo appaiono poi chiaramente sproporzionate
(v. foto sotto). Che dipinto si nasconde, sotto quello attuale, chi lo
eseguì e perchè venne coperto?
Dietro
l'altare, si cela una singolare grata che potrebbe dare l'accesso ad un
antico pozzo...
In piazza
Duomo, passando sotto il fornice del Torrazzo (coevo al Palazzo
Comunale), ci siamo portati davanti alla chiesa della SS. Trinità,
a due facciate, capolavoro del barocco a Crema, costruita da Andrea
Nono nel 1739; stupisce di primo acchito per i colori rosa della facciata
e, nel timpano, per un gigantesco occhio trinitario (che è simile a
quello massonico: un occhio-quello onniveggente di Dio- al centro di un
triangolo, dai cui lati escono raggi, che simboleggia la potenza divina
irradiata ovunque), v. foto:
Abbiamo
trovato questo simbolo sparso per tutto il centro storico, sia all'interno
che all'esterno degli edifici religiosi.
Di fronte
alla chiesa, il gruppo ha imboccato via A. Fino, che ha mantenuto
la caratteristica medievale del tracciato curvilineo, per
raggiungere l'antica chiesa delle Cappuccine (1608), oggi dedicata
alla Madonna di Lourdes, in cui si officia il rito ortodosso.
L'esterno è molto semplice e all'interno stupisce per i suoi tenui colori
e la presenza della grotta miracolosa a fare da abside. I dipinti
ritraggono le più importanti figure femminili del Vecchio Testamento
(Rachele, Giuditta, Esther, Ruth). Addossato alla contro facciata,
è un portale ligneo (proveniente da una chiesa scomparsa) che per noi,
attenti a certi particolari, è parso davvero interessante: oltre all'
"occhio trinitario" riporta per esteso la famosa frase
biblica
Altra sorpresa, la Madonna
Nera dell'Oratorio di Santa Maria Stella: una statua molto
particolare, una Madonna con Bambino, con volto nerissimo e corpo adornato di collari, dettaglio che nelle altre Vergini Nere che abbiamo
visto altrove è assente. I collari su questo gruppo statuario sono stati
scolpiti insieme al manufatto e riproducono gemme, croci e perfino il
"vello d'oro", la pelle di montone appannaggio dell'Ordine
del Toson d'Oro. Il motivo di questa presenza è per il momento
ancora da chiarire.
La doverosa pausa pranzo
ci ha consentito di scambiarci opinioni e fare il punto dei nostri
rispettivi studi in corso. Erano presenti anche alcune persone che non
avevano mai partecipato ai nostri eventi ed entrare subito in sintonia con
ciascuna è stata la dimostrazione di quanto sia importante il collante
della Ricerca. Il gruppo si è mantenuto molto attento e ricettivo anche
nel pomeriggio, quando la nostra solerte guida ci ha accompagnato alla
scoperta di angoli molto suggestivi, che hanno compreso i giardini
pubblici estesi oltre Porta Serio, e che furono creati nel XIX sec.
con la distruzione dell'antico castello, i canali, gli avanzi delle Mura
Venete (nei pressi della chiesa della Madonna delle Grazie), alcune dimore
signorili come palazzo Arrigoni Albergoni (XVIII sec.) in via Cavour,
palazzo Crivelli (metà del XVII sec.), in via Matteotti e, in via Dante
Alighieri, il fastoso ed enigmatico palazzo Bondenti, oggi Terni de
Gregori, costruito su disegno dell'arch. Giuseppe Cozzi tra il 1698 e il
1737. L'edificio incorpora varie case dei secoli XIII-XV, tra cui una
quattrocentesca casa Terni; ha mattoni a vista, cancellate in ferro
battuto, fregi e statue distribuite su tutta la facciata. Particolare
un'ala rimasta incompiuta, con le finestre che sembrano vuoti occhi: una
leggenda narra che mentre era in costruzione, il figlio del proprietario
cadde e morì sul colpo. Il padre non avrebbe fatto portare a termine i
lavori, pazzo di dolore; il fantasma del fanciullo si aggirerebbe ancora
tra le mura del palazzo...
Ingresso del palazzo
Terni de Gregori
Di fronte, sulla destra
della piccola piazza, si trova l'ex convento di Sant'Agostino, iniziato
nel 1439 dai monaci Agostiniani e oggi sede del Museo Civico, della
Biblioteca Comunale e del Centro Culturale, che è stata la nostra meta
conclusiva. Il gentilissimo Dino, godendo della disponibilità di chi
lavora nel complesso (che ringraziamo vivamente anche noi), ci ha mostrato
i due meravigliosi chiostri dalle forme gotiche con inserti
rinascimentali (interessanti i simboli scolpiti sui capitelli delle
colonne in cotto), la strabiliante Sala affrescata da Pietro da
Cemmo tra il 1498 e il 1505, un tempo Refettorio dei monaci e i vari piani
su cui sono dislocate le varie sezioni. Il Museo raccoglie una collezione
archeologica, storica, musicale, pittorica nonchè la recente
sezione di Archeologia fluviale, molto suggestiva, che espone 4 delle 13
piroghe ritrovate sui greti dei fiumi Adda e Oglio, di probabile epoca
alto-medievale.
Il gruppo, soddisfatto
della giornata, si è così congedato da Crema, ringraziando di cuore la
nostra impeccabile guida.
L'appuntamento è al
secondo evento della serie. Non mancate!
Il video della
giornata:
Si ringrazia Dino
Zanini per averci guidato alla scoperta della sua cittadina
Si ringrazia
Geographical Research Association nella persona di Michael Bolognini per la
concessione delle foto.