Sulle tracce della
mitica Corporazione
I
“Mastri comacini” a Fabriano
A cura di
Balilla Beltrame
I “mastri comacini” erano
esperti in architettura e ingegneria edile, si spostavano da un luogo
all’altro d’Italia e d’Europa, per costruire sontuose chiese e cattedrali
romaniche, rinascimentali, barocche, palazzi e castelli, ponti e fortezze.
Al loro seguito, scultori, stuccatori, tagliapietre, scalpellini,
capimastri, ebanisti, apprendisti. Provenivano dalle zone di Lugano e di
Como per cui, furono in seguito identificati coi nomi generici di
lombardi, comaschi, luganesi. I “Magistri commacini”
esistevano già al tempo dei Longobardi ma fu dal XIII secolo che si
diffusero, si organizzarono in gilde, congreghe, corporazioni, propri
statuti, regole, scuole, capitani, chiese, ospedali, tutti vincolati alla
solidarietà, e alla mutua assistenza. Veneravano i Santi patroni Giovanni il
Battista e i Quattro Coronati, giovani martiri romani. La festa cadeva
l’otto novembre giorno di riposo, dedicato alla preghiera e alle elezioni di
capitani e camerlenghi.
Dietro i passi dei “magistri” è
rimasto nei secoli, un alone di mistero che la Storia non ha dissolto.
Vicini ai Templari, ai Rosacroce, poi alla massoneria, ci si è fantasticato
parecchio in assenza di documentazione. Il fatto vero, concreto, è che
furono tra i primi depositari delle più moderne tecniche della scienza delle
costruzioni. Ma da chi avevano imparato? Che giro di conoscenze ad alto
livello avevano per ottenere appalti in tutta Europa? Chi li proteggeva?
Solo nel paese di Cuccagna “le fratte si legano con le salsicce”, dice una
vecchia sentenza contadina cioè, nessuno regala successo, ricchezza,
abbondanza in cambio di niente. Una contropartita ideologica ci sarà pur
stata! Poi un’altra considerazione: è risaputo che nelle corporazioni delle
Arti maggiori c’era molta gelosia del lavoro. Vietato divulgare i segreti
del mestiere pena la morte. Questo silenzio e quest’ossessiva riservatezza
furono scambiati – e lo sarà stato – per un codice d’onore di società
segreta esoterica. Non a caso la massoneria fa risalire le sue origini
proprio alle gilde dei muratori, tagliapietre, scalpellini. Comunque sia, se
noi oggi possiamo ammirare la bellezza, la robustezza delle loro
edificazioni è perché i “lumbard” ebbero grande spirito d’adattamento,
interpretarono le mutanti correnti artistiche, seppero calcolare bene i
pesi, le misure, la qualità dei materiali per farli resistere contro le
ingiurie del tempo e i cambiamenti della storia.
Nelle Marche, in molte città
piccole e grandi, dal secolo Tredici al Diciottottesimo, chiamati dalla
ricca committenza laica ed ecclesiastica, lavorarono una trentina di Mastri:
incisero il nome sulla pietra. Altri, meno importanti, si ritrovano nei
documenti come quel Giovanni da Tremola, nel 1472 mise mano alla monumentale
Fontana sturinalto di Fabriano. E vissero in questo castello anche
Taddeo da Como nel 1481 per realizzare il bel sarcofago di marmo di
S.Romualdo, Francesco Silva da Morbio (1560/1633), scultore e stuccatore,
lavorò nella chiesa di S.Venanzio, Mariano Lombardo, architetto, lapicida
disegnò e diresse la costruzione della chiesa di S.Benedetto, Pietro Maria
Loni da Lugano architetto e scultore, disegnò la facciata della chiesa di
san Filippo al Corso danneggiata dal terremoto del 1741, Giacomo Cantoni da
Muggio scultore e stuccatore, nel 1756 realizzò gli ornamenti della navata
della chiesa di S. Agostino.
Lunga e proficua fu la loro
presenza a Matelica. In una ventina d’anni Costantino da Lugano architetto,
col fratello Giovanni Battista e tutta la compagnia degli artigiani
specializzati, costruirono il palazzo Ottoni nel 1452, palazzo Piersanti
subito dopo, e la facciata del Duomo nel ‘74.
Interessante sarebbe
rintracciare i documenti del soggiorno di queste maestranze forestiere per
ricostruirne il “passaggio”, l’eventuale integrazione con la società del
luogo. Un contributo in più a questa storia affascinante, avara di notizie.
I Mastri comacini
nelle Marche
Bernardino di Pietro da Carona
architetto, scultore, (1478/1512 c.). Nel 1498 abita a Senigallia. Jesi
1498, palazzo del Comune, partecipa alla stima di un leone scolpito e l’anno
dopo alla perizia delle finestre. Ascoli 1504, convento di S.Agostino: gli
vengono ordinati alcuni capitelli, colonne e archi. Fano 1506, stemma del
card. Gabriele de Gabrieli (distrutto). Ascoli 1509, atto notarile: “Magr.
Bernardinus magr. Petri de Cariora vallis Lucano de Lombardia hab. civ.
Asculi”. Ascoli 1510, chiesa di S.Francesco: monumento a Papa Giulio II;
l’anno dopo, chiesa di S. Maria del Lago: disegno del tabernacolo costruito
da Domenico da Pavia (distrutto). Fano 1511/1513, portale della chiesa di
S.Michele. Fano 1512, atto notarile: “Magister Bernardinus magistri Petri da
Carona vallis Lugani scarpelinus et habitator Fani”.
Bregno Andrea da Osteno (Como)
scultore (1418/1503). Treia, Duomo: altare maggiore, statue dei SS. Pietro e
Paolo.
Cantoni Giacomo da Muggio
architetto, stuccatore sec. XVIII. Fabriano, chiesa di S.Agostino: decori
della navata.
Costantino da Lugano
architetto, con il fratello Giovanni Battista a Matelica, costruiscono
palazzo Ottoni 1452, palazzo Piersanti e la facciata del Duomo 1474.
Della Porta Giovanni Battista da
Porlezza scultore, col fratello Tommaso a Loreto 1542, Santuario
della Santa Casa: statue delle Sibille e dei profeti.
Fiamberti Tommaso da Campione
scultore, sec. XIV/XV. Urbino, Galleria naz. delle Marche: “Madonna con
bambino” rilievo in marmo; Cagli, chiesa di S.Francesco: due putti
reggicandela, bassorilievo.
Fontana Domenico da Melide
architetto, stuccatore (1547/1607), Ancona 1577, “Cittadella”: progetto per
il restauro del molo; Montalto Marche 1586, Duomo.
Fontana Giovanni da Melide
architetto, scultore (1540/1614). Loreto 1604, “Fontana della Madonna”:
disegno, insieme a Carlo Maderno da Capolago.
Francesco Del Papa lombardo
architetto, scultore. Fossombrone 1479, palazzo vescovile.
Giorgio da Como architetto,
scultore. Jesi 1227, Duomo: acquasantiera con due leoni; Fermo 1257, Duomo.
Giovanni Botto da Lugano
architetto. Santuario di Macereto (MC) 1538. Dopo la morte per infortunio
sul lavoro, viene sostituito da Carlo
di Tommaso Salvi da Melide
architetto, il quale con i suoi figli Giacomo e Filippo lo portano a termine
nel 1558.
Giovanni di Gabriele da Como
architetto, scultore. Jesi 1513, palazzo della Signoria: targhe con leone,
loggia inferiore del cortile; chiesa di S.Marco: sepolcro Nolfi.
Lironi Giuseppe da Mendrisio
scultore (1689/1749). Urbino, Oratorio di S.Giuseppe: statua di S.Giuseppe,
in marmo.
Lombardo Antonio da Carona
architetto, scultore (1458/1516). Montecassiano: palazzo del Municipio,
chiesa e campanile dell’Assunta. Loreto 1583, Santuario della S.Casa:
facciata, statua in bronzo della “Madonna col Bambino” di Girolamo Lombardo
aiutato dal figlio Antonio e dai discepoli Calcagni e Vergelli.
Lombardo Aurelio da Carona
(1501/ Recanati 1563). Scultore e fonditore lavora con i fratelli Girolamo e
Lodovico nel 1539 a Loreto; nel 1550 a Recanati, escono dalla sua fonderia
le porte in bronzo della Basilica di Loreto.
Lombardo Giorgio di Antonio da Carona
lapicida. Nel 1494 abitava in Ancona. Senigallia 1494, Rocca: stipiti
scolpiti da “Georgius mag.i Antonius fi.l qd.m. mag.ri Lombardi de Carona”.
Lombardo Girolamo scultore e
fonditore (1504/1590). Fermo, Duomo: tabernacolo in bronzo; Loreto, S.Casa:
statue di bronzo di Ezechiele, Malachia, Mosè, Zaccaria.
Lombardo Pietro da Ciona di Carona
architetto, scultore (1435/1515). Urbino, Cappella del Perdono.
Lombardo Tullio detto Tullio Solari
da Carona architetto, scultore (1455/1532). Cingoli 1531, palazzo del
Municipio: facciata porticato.
Lombardo Mariano architetto,
lapicida. Fabriano 1605, chiesa di S.Benedetto: disegno e costruzione.
Loni Pietro da Lugano
architetto, scultore sec.XVIII. Fabriano, chiesa S.Filippo: disegno della
facciata.
Lucchini Bartolomeo da Como
architetto. Offida 1488, costruzione della Rocca.
Maderno Carlo da Capolago
architetto, ingegnere, scultore. (1556/1629). Vedi Giovanni Fontana.
Maestro Filippo lombardo.
Ancona 1221, costruzione della “Porta della farina” detta “di S.Pietro”.
Maggi Carlo da Poruzzella
architetto. San Severino 1768, chiesa di S.Giuseppe.
Raggi Antonio Ercole detto “il
lombardo” da Vico Marcote scultore (1624/1686). Loreto, S.Casa:
monumento funebre del card. Bonaccorsi.
Silva Francesco da Morbio
scultore, stuccatore (1560/1633). Fabriano, Duomo: statue varie; Loreto,
modello della Fontana grande.
Tibaldi Pellegrino detto “Pellegrini”
da Puria di Valsolda architetto, scultore, pittore (1527/1596).
Ancona, “Cittadella”; chiesa di S.Francesco delle Scale: tela con “Battesimo
di Cristo”; palazzo Ferretti, attribuzione; Loggia dei Mercanti: restauro
dopo un incendio.
Taddeo da Como scultore.
Fabriano 1481, chiesa dei SS. Biagio e Romualdo: sarcofago in marmo per le
reliquie di S. Romualdo.
Tomaso da Carona nel 1481
lavora nella chiesa di S.Pietro in Castello di Ascoli Piceno con altri
compaesani.