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                                                           L’AVATAR DI VISHNU IN CRISTO

      CHI E’ COLUI CHE DEVE VENIRE?

 (Alexandra Celia)

 

“Per la Protezione dei giusti

e la distruzione dei malvagi

ogni volta che il Dharma

declina, Io Mi Incarno

di era in era”

(Baghavad Gita 4,8)

 

“Colui che non ha conosciuto

peccato, Egli lo ha fatto

diventare peccato per me,

affinchè noi diventassimo giustizia di Dio in Lui

 (2 Corinzi 5,21)

“I Veda paragonano il creato a una telaragno

che il ragno crea e poi abita. Dio è sia

il contenitore dell’universo sia ciò

che in esso è contenuto”

Sri Ramakrishna

 

In queste profetiche parole possiamo travisare, l’arcano, enigmatico “Maestro di Giustizia” degli “Esseni”? Ma, forse anche l’incarnazione divina di un ‘Avatar’, Krishna, Rama di Vishnu, in Cristo l’Unto del Signore? Giovanni grida al mondo una verità, la ‘Verità’:

”Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i genuini

 adoratori, adoreranno il Padre in Spirito e Verità. Dio è Spirito, e i suoi adoratori devono adorarlo in Spirito e Verità”

 (Giovanni 4, 23-34)

Per cui penso che questo Spirito di Verità, non può in definitiva incarnarsi un’unica volta nel tempo. Una ragione della ‘Legge cosmica’ della Salvezza universale, deve in qualche modo provvedere ad un fine pluralistico d’Amore divino, della Scintilla Divina nell’Uomo. Quindi, anche se non nella modalità Dogmatica ― opinioni nate dalle ‘divine rivelazioni’, se non accettate si tocca l’eresia ― cui intesa da Cristiani di Oriente e Occidente, dopo il Concilio di Nicea (20 Maggio 325 d.C.), ma, nell’ascesa e consapevolezza dell’uomo che guarda a Yahweh, come fine ultimo della vita oltre ogni forma di male e peccato. Attualizzabile, mediante e attraverso le molteplici forme del pensiero Religioso e Teologico, che si chiami Induismo, Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo. Il senso, il nucleo, è il rapporto di ‘Puro Amore’ che Dio emana sull’uomo, sua creatura tra le creature.

A ragione di questo pensiero, non escludo l’ipotetica forma ed aspetto di un Avatar Krishna/Rama in Cristo, nell’ottica, come si diceva, del sapere-teologico dell’antico Induismo, che si apre ad accettare e comprendere l’Unico Dio!

Investighiamo, linearmente, il racconto e gli avvenimenti per far luce sul mistero! L’Avatar in sanscrito e secondo la religione Induista significa il ‘disceso’ del Signore. Avatar è l’assunzione di un corpo fisico da parte di Dio, o di uno dei Suoi aspetti. L’incarnazione di un Deva – ‘Colui che emana luce’ -  viene a stabilire la reale/terrena presenza in corpo fisico dell’incarnazione di Vishnu stesso, tra cui Krishna e Rama.

Un enigma che si prefigura tra due correnti di pensiero teologico e filosofico. Per gli Induisti gli Avatara sono le incarnazioni di Dio sulla terra, non una sola volta come sostiene il Cristianesimo, ma, ogni qualvolta ‘La Legge cosmica’ Dharma, in sanscrito per gli Induisti, il Tao nella filosofia cinese ― viene offuscata dalla malvagità umana. Nella sostanza è presente anche nella Teologia ebraica, nei testi Veterotestamentari per cui Yahweh punisce i malvagi, inviando il Diluvio Universale, come leggiamo in Genesi. Allorchè Dio ordina a Noè, l’unico giusto, di costruire un’Arca dell’Alleanza, per risparmiare animali e la sua famiglia. Poiché il Signore Yahweh avrebbe distrutto i malvagi:

“… Fatti un’arca di legno d’albero resinoso. Ed ecco come la farai: trecento cubiti la lunghezza dell’arca, cinquanta cubiti la sua larghezza e trenta cubiti la sua altezza … E di ogni creatura vivente, di ogni sorta di carne ne farai entrare nell’arca di ciascuna per conservarla in vita.”

(Genesi 6, 14)

La Legge Cosmica, disarmonizzata cui è intesa dall’Induismo, e che sempre in questa visione, la medesima posta in cosmo, cioè in ordine, da Yahweh con il Diluvio, e da Cristo suo Unigenito, con il sacrificio del suo sangue e corpo. Vediamo, meglio, leggendo il passo interessato del Vangelo:

… Ora mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e pronunciata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo ‘Bevetene tutti perché questo è il mio sangue della nuova alleanza, versato per i molti in remissione dei peccati’ “

(Matteo 26, 26-28)

Dopo questa premessa, che apre la via ad un dialogo possibile di natura esoterico-teologica al nostro racconto degli avvenimenti della ‘Gerusalemme anno Zero’. Si procede con la storia, di quei lontani accadimenti che danno l’inizio al Tempo Domini.

Tra l’ora sesta e l’ora nona di venerdì 14 Nisan anno ebraico 3791
Tra mezzogiorno e le tre del pomeriggio del 7 Aprile del 30 d.C., si fa buio su tutta la terra. Gesù di Nazareth, l’Uomo di YHWH, il Logớs fatto carne, emette lo Spirito al Padre, ponendo fine alla sua essenza terrena...

Qualche mese prima…

Un ebreo disse ad un altro ebreo: “A Gerusalemme raccontano che il Messia è già venuto. Si chiama Gesù”. All’inizio Gesù fu soltanto questo; una notizia propagata a voce fra i pellegrini, che rientravano dall’Impero di Roma, in occasione della Pasqua. E i commercianti di ritorno dalla città Santa, ne parlavano nelle case e nelle sinagoghe, agli ebrei emigrati che erano numerosissimi: cinquantamila ad Antiochia, forse altrettanti a Roma, duecentomila ad Alessandria d’Egitto, in tutto l’Impero romano quattro-cinque milioni, contro un milione in patria. Quella stessa Gerusalemme che vede disperdere i seguaci di Gesù, al momento della sua morte. Tutti fuggono atterriti. Tranne Maria (Myriam), qualche altra donna ― tra le quali la Maddalena, portatrice in seno del Sacro Graal? Del Sangue Reale? ― e l’Apostolo Giovanni. Nemmeno la risurrezione riuscì, sul momento, a rinfrancarli.

Molto tempo prima,

nelle lontane terre di Oriente, il terrore dilaga tra gli uomini. Il “Regno di Dio”, sarà preceduto da angoscia e sconvolgimenti immensi ― che non sia forse, quel disegno del riordino cosmico, di cui l’Induismo parla mediante l’intervento terreno di un Avatar? ―

Cos’è mai questo Regno di Dio? E quali avrebbero potuto essere questi sconvolgimenti immani? Terremoti, mutamenti climatici, cataclismi, fuoco e grandine dal cielo? Perché un ‘Regno di Dio’ deve essere preceduto da simili sciagure? Dove si annida il Mistero che spaventa e atterrisce gli uomini, e chiama a raccolta la natura con tutti suoi eventi? Si ode la voce di uno, o più, che grida dal deserto. E’ la voce del profeta Isaia che ammonisce: “Guai a voi … Ma ci saranno dei superstiti. Accadrà come quando si scuote un olivo: resteranno due o tre olive sulla cima più alta. Ne resteranno quattro o cinque attaccate ai rami dell’albero” (Isaia 17, 5-6).

Parole che suonano tremende, dense di terrore. Gli uomini saranno vagliati come il grano, come l’erba cattiva? Viene  la morte, come vento di tempesta, con la sua falce a decapitare le teste dei viventi. Viene sul suo rosso cavallo di fuoco, il suo lugubre nero mantello. Fiamme dalla sua bocca, urlando: “Guai a voi…” (Isaia 1, 4ss.).  “…Uomini che pensate di essere eterni. Ma io la morte, signora del tempo eterno, è dietro ognuno di voi, come un’ombra oscura, arcana vi segue… mai vi abbandonerò. Farò di voi un banchetto, fino alla fine dei tempi e oltre” (n.d.r.).

La premonizione di quanto avverrà di lì a qualche tempo, quando gli ebrei in numero di dodicimila, vengono deportati a Roma ― dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme 70 d.C. ad opera dell’esercito di Roma sotto Tito ― per la costruzione del Colosseo, sotto l’Imperatore Vespasiano, nel 72 d.C.

La Profezia di Gerusalemme, triste premonizione o tragico evento?

Gerusalemme, un popolo si domanda e cerca risposte alle antiche profezie bibliche. Nelle stelle scruta la verità, ricerca negli antichi testi sacri la profezia:

Ma la ricompensa sarà proporzionata all’angoscia: in luogo di una Gerusalemme di pietra “discenderà”, una città celeste, tutta costruita là in Alto” (Isaia 14, 1ss.).

 

Sibilline, imperscrutabili parole, cosa celano in verità?

Eliminata la malattia, vinta la morte, ecco che potrà cominciare il ‘vero banchetto senza fine’, nel quale i giusti troneggeranno nello splendore di un Sole sette volte più grande. In questo modo lavora l’immaginazione ebraica, nel tempo in cui Giovanni il Battista, sulle rive del Giordano, chiama a raccolta gli uomini per un ‘pentimento’ di rinascita. E, apre la dimensionalità a 'Colui che deve venire'. La strada di un cammino messianico, la via al Maestro di Giustizia esseno? Il probabile Avatar? divino che il cosmo ricompone?

Chi è Colui che deve venire?

Chi è Colui che deve venire? Nessuno conosce questa enigmatica verità, quest’arcana realtà. Nel mentre, lontano da Gerusalemme Giovanni Battista, è nel suo totale isolamento, nella completa mortificazione della carne e di ogni desiderio terreno. Temprato al Sole rovente del deserto, come sacro fuoco sul fluido metallo, nella sabbia rameata, che si nutre unicamente di locuste e orripilanti insetti, veste fetidi pelli di cammello, e nell’intimo del suo intelletto, si pone una dubbiosa questione. Qual’è la vera identità del Messia? “Sono forse io il Messia che deve venire?” Il Battista come uomo, nella sua natura, si accontenta di vivere lì sotto il Sole implacabile del deserto, come un reietto tra i reietti.  Egli sa che il Messia, l’Unto del Signore annunciato dagli antichi profeti è già nel mondo. ― Storicamente parlando, sappiamo che ― il Battista apprende che Gesù di Nazareth è il vero Messia, solo al fiume Giordano. Il giorno in cui, nell’acqua di questo lo battezza, mentre una bianca colomba che dall’alto discende, simboleggia lo ‘Spirito’ Eccelso. Ma, la sua fede è sottoposta alla prova tremenda, nel momento in cui Erode Antipa lo mette in carcere. Contesto che evoca la celebre bellezza, e la celeberrima danza di Salomè, il cui premio finale è la stessa testa del Battista offerta su di un piatto d’argento. Veridicità storica, seguendo le linee evangeliche, che molti film hanno celebrato in tutto il suo splendore teatrale e scenico!

Alzando gli occhi dalla fugacità della vita, e dalle rughe del mondo, si cerca  di annaspare tra le possibili ed infinite verità e dubitabili certezze. Quali sono queste verità? Dov’è mai la Cerca del vero? Tra l’immanente uomo del deserto, Giovanni che vive totalmente l’ascesi mistica del momento, e il trascendente Re che si fa Bambino. Il Gesù dei racconti evangelici, l’uomo  di Nazareth?
La vita del ‘Maestro di Giustizia’, è unicamente edificare sulla terra la Parola/Logós del Padre; un ritornare alla storia delle origini, alla purezza dello spirito, attraverso la pianificazione soteriologica della salvezza umana. Dunque il centro della Gerusalemme anno zero, ruota intorno, ed è Cristo. Il Re Bambino,  l’uomo-Dio che salva! L’Avatara disceso? Il contatto tra l’Alto ed il basso? L’Alfa e l’Omega?
La grotta di Betlemme, nella perfetta congiunzione astrale Giove-Saturno
Anno zero, una grotta di Betlemme vede, in una gelida notte, nascere il Re dei Re, tra un bue ed un asinello, teneri agnellini, e poco oltre, greggi con pastori che s’apprestano ai ricoveri per la notte. Il Fiat, si è finalmente fatto luce. Lo stesso ‘Fiat Lux’, che Dio pronuncia all’origine della Creazione dell’universo, del mondo, e che il racconto Biblico di Genesi (1, 1ss) ci offre con estrema, tenera, assoluta bellezza. Contemporaneamente è la profonda enigmaticità, impenetrabilità del mistero  Divino.

Ora, la morte trova il suo riscatto ultimo, nelle cose ultime, tra cielo e terra. Tra il già e non ancora, in una congiunzione di pianeti, cosa insolita e rara, Giove e Saturno (che avviene ogni 854 anni). Una congiunzione che ha indicato ai Re Magi, il luogo esatto dove questo Re si trova ― Mitologicamente parlando, i Re Magi, rappresentano le tre stelle luminose della cintura di Orione, e l’occhio di Orione, detto anche Horus, è la splendida Aldebaran la gigante Stella arancione ― Colui che nel tempo l’Unto, cioè il consacrato del Signore, nella comunità degli Esseni, è il Maestro taumaturgico. Che ordina alla morte di fare un passo nelle tenebre. Il ‘preannunciato’ fin dalla notte dei tempi, secondo i racconti Veterotestamentari, prefigurato dai profeti: Ezechiele, Daniele, Isaia. Rivelato dall’Arcangelo Gabriele ― il Deva, o ‘essere di luce’ per gli Induisti ―  in una notte di assoluto, intenso buio, ad una giovane fanciulla  (Myriam, la Madre di Gesù, l’Iside-Sothis, egizia), che terrorizzata alla visione, rimane in silenzio mistico ad ascoltare unicamente il suo esultante cuore. Annuendo con il suo ‘Fiat all’Altissimo dei Giorni’, la totale accondiscendenza, affinchè tutto fosse posto in atto, in essere, per compiersi nella totalità degli eventi crono/storici/messianici, il volere di Yahweh!

Gli eventi della storia si plasmano con la dimensione surreale della realtà, che trascende fino al limite della magia, dell’alchimia cosmica, della soteriologia e della pura simbologia. Qui, la Cerca deve penetrare la porta delle porte della conoscenza, la Pistis Sophia, il tutto nel mistero di un simbolo, la Croce: morte e redenzione, principio e fine ultimo, creazione e distruzione, l’Alfa e l’Omega. Il già e non ancora.

Storicamente

La data di nascita di Cristo è l’1 d.C., anno tradizionale, ricostruita (ma errata) da Dionigi il Piccolo, e poi adottata – errata anche questa – come inizio dell’era cristiana dal monaco Beda il Venerabile nel 725 d.C., errori dunque nel calcolo effettivo della nascita di Gesù. Secondo alcuni storici si tratta di uno scarto di 4 anni, per altri addirittura di 6 anni retrocedendo, quindi, al 4 a.C.  ― prima della morte di Erode il Grande – in concordanza con la narrazione evangelica secondo la quale il Bambino nasce quando Erode è ancora vivo. Tanto da permettere a costui di ordinare la strage degli innocenti – Matteo 3, 16 ―  o, al 6 a.C. Dov’è il luogo dell’attendibilità?

Storicamente di Erode oggi ci è consentito di sapere, tramite racconti, la data esatta della sua morte avvenuta verso il 4 a.C. Pochi giorni prima di una eclissi di Luna, che si manifesta sulla coordinata Palestina, esatamente il 13 Marzo del 4 a.C.

In un  capitolo del Vangelo di Luca, si legge che Gesù era nato durante il censimento di Quirino Governatore della Siria nell’anno 6, e fino ad oggi ci sembrava anche questa data oggetto di confusione. Perché Quirino era Governatore nel 6 d.C., e fece un censimento in quell’anno. Ma recenti studi, ci confermano che lo stesso, fece già nel 6 a.C. un censimento, come semplice funzionario, affiancando Sanzio Saturnino. Dunque, l’ipotetico errore di Luca nell’omettere questo particolare: di dire 'funzionario' al posto di 'Governatore', mettendo, così, in crisi tutti gli storici successivi che ignorano questo particolare. Del resto, il racconto sulla Natività ci narra solo ciò che scrive Matteo, quando nel suo Vangelo descrive di una ‘Stella luminosa’ in cielo.

In realtà si tratta di cosa ben diversa, come enunciato sopra, della congiunzione tra Giove e Saturno, che per diffrazione della luce, diviene cinque volte di più della somma delle due sorgenti luminose prese singolarmente. Congiunzione astronomica – ogni 854 anni – ma, anche il tanto atteso evento dei tre ‘Re saggi sacerdoti-astronomi’, di origine babilonese – i Magi – custodi del ‘sacro fuoco’ di Zarathustra. A questo punto, la Cerca dovrebbe penetrare nei meandri della religione ‘esoterico-ermetica-simbolica’, ma è un’altra via, tutt’altra storia.

L ‘Uomo-Dio che salva? Il mistero è tutto racchiuso in una Croce?

Proviamo a lasciare andare la nostra mente, fin nei luoghi del tempo antico. Osserviamo le polverose strade dove lo stesso Giovanni e Cristo vi camminano, operano, agiscono. Immergiamoci nella cultura, nella società, nella struttura complessa della vita quotidiana, fino a sentire i rumori di sottofondo, e percepire i profumi speziati tipici dei bazàr. Apriamo il velo del tempo, che ci occulta la vista. Scrutiamo gli esotici luoghi degli accadimenti,  attentamente. La gente è osannante a Gerusalemme, agitano palme e verdi ramoscelli di olivo. Perché? Sta entrando Gesù il ‘Re dei Re’, o come, nel tumultuoso frastuono del momento i Giudei salutano: “Re dei Giudei”. E’ il momento teatrale che precede gli Atti ultimi della sua Passione che coincidono con la Pasqua ebraica, quella dell’offerta sacrificale dell’immacolato agnello ― per altro, pratica condannata dallo stesso Gesù  – Infatti, come l’agnello, egli sarà immolato, non sulla pietra dell’altare del Tempio, bensì sul legno della Croce, che chiude, abbraccia in sé tutta la dimensionalità del mondo e dell’universo nelle quattro simboliche estensioni spazio/temporali.

Ritorniamo, come osservatori, agli avvenimenti del momento storico della Pasqua ebraica.

Gesù, si trova nelle vicinanze del Tempio, la casa del Signore, dove il sangue di arieti e agnelli scorre a fiumi, e l’ira di Cristo, il Maestro di Giustizia? L’Avatar? s’eleva in un tono di rabbia e furia incontenibile. Perché i molti hanno fatto della ‘Casa del Signore’, un covo di vipere, una spelonca di ladri, un convegno per il peccato. Nel contempo,  risse tra i cambiavalute...

In realtà, il potere di Roma domina con forza Gerusalemme e d’intorni. Governa come un protettorato sotto l’autorità di un procuratore imperiale. Archelao, figlio di Erode il Grande, parteggia con Roma. In Galilea, storicamente, con sede Tiberiade governa Erode Antipa figlio del Grande. La storia ci dice ancora che: un altro figlio di Erode, Erode Filippo, governa le regioni della Traconitide, Gaulanitide, Batanea, Hauranitide e Iturea. Questo insieme di territori è posto tuttavia sotto la sorveglianza di un funzionario romano: il “Legato della provincia di Siria”.

Chi è l’Osannato Re dei Giudei?

La Cerca, c’induce a comprendere il personaggio centrale che domina tutta la storia fin qui narrata, il Messia, Colui che deve venire? O, ne dobbiamo attendere un altro? Quando Gesù giunge a Gerusalemme la situazione è complessa. Intorno al luogo del Tempio si svolge una fiorente e intensa attività commerciale di vario genere. Un’intensa attività bancaria con un sistema di cambiavalute ben organizzato. I Romani sanno che per dominare Gerusalemme è necessario avere in pugno il sommo sacerdote, cioè, il capo di una comunità di ventimila persone. In tutto questo teatro di vicende, tra la polvere e l’ombra, agiscono di nascosto i Farisei eterni nemici di Roma e del suo potere. Non ostentato, invece, dai ricchi Sadducei.

Contestualmente, il fiume di sangue degli animali sacrificati scorre tra le gelide pietre del Tempio, tra belati e grida di uomini curanti dei loro affari, più che delle cose di Yahweh. La carne dei poveri animali sacrificati serve per la mensa dei sacerdoti, e nemmeno una goccia di sangue va sprecata, si usa come concime. Lo stesso sangue, ma del ‘Maestro di Giustizia’, l’‘Avatar?’, sarà di lì a poco asperso sui mali e peccati del mondo per mondare l’umanità corrotta, e riportare quell’ordine prestabilito nella ‘Legge cosmica’, il ‘Dharma?’, secondo il pieno volere di Yahweh, contro ogni forma di dissolutezza e di corruzione. ‘Colui che deve venire’ è il Figlio di Dio, la Luce fatta carna, l’Avatar? che riequilibria l’universo attraverso il dono del ‘Puro Amore’. Il cosmo racchiuso nell’intento di un solo giusto, l’Avatar dell’amore Divino. Il prescelto del Signore per corrispondere alla malvagità umana riscattando la morte.

Il ‘Puro Amore’ di un ‘Folle in Dio’,

a conclusione di questo itinerario spirituale, di questa arcana Cerca, per comprendere se il Cristo può essere identificato in un Avatara, Colui che mandato da Dio riordina la ‘Legge cosmica. Si è spiegato che nella visione Induista Gesù è così visto, pensato, identificato.

Nella sfera teologica cristiana si deve far appello, invece, ai vari Concili Ecumenici della storia, in primis, il Concilio di Nicea-Costantinopoli, del quale si è fatto cenno.

Ma, in assoluto non è questo che conta!

L’aspetto fondante è che si deve avere un cuore aperto alla comprensione di un possibile ‘dialogo’ tra uomo e Dio, tra le grandi religioni dell’umanità errante!

Così come la storia, molto significativa, ricca di spunti riflessivi, che desidero raccontare a conclusione, della Cerca.

Si narra, che il 18 Febbraio 1836 nasce in un villaggio indiano, Kamarpukur – Hugli nel Bengala, da una famiglia povera di bramini, Ramakrishna (1836-1886).  Giovanissimo si recò, per rimanervi, a Calcutta in un Tempio. Lì apprese la filosofia dei Vedanta, i Testi Sacri. Egli era come un bambino gentile, pieno di gioia interiore. Di solito era in uno stato d’intensa coscienza divina – Samadhi – Scendendo da questo piano soleva muoversi nel suo mondo ideale. Definito, come il ‘folle di Dio’, ripeteva giorno e notte “Madre Madre”, e parlava incessantemente con la Madre Divina, che per lui era Realtà, l’unica Realtà.

Ed ora racconto, il punto saliente della storia. Il ‘fuoco sacro’ della sua pratica ascetica: egli fece suoi i diversi sentieri dell’Induismo, del Cristianesimo, dell’Islamismo, e realizzò l’idea che alla fine conducono tutti allo stesso ‘Essere’, in quanto unicità nella diversità.

Sostenne l’armonia di tutte  le religioni e insegnò il fatto che Dio può essere visto, perché l’essenza della religione è la realizzazione di Dio. Lo seguirono nel suo ideale elevate personalità del mondo, tra i quali Swami Vivekananda.

Dunque, il personale pensiero è che ci troviamo dinanzi ad  un caso di Avatar? Colui che pone ordine nella Legge del Dharma, un mandato da Dio? E’ ipotizzabile, come pensabile il crederlo.

Un suo aforisma chiude l’ipotetico viaggio in una spiritualità che come enunciato si apre al ‘dialogo’, e solleva le pietre sepolcrali dell’ottusità collettiva, unendo cielo e terra.

La vera Verità, l’essenza del creato è l’Amore Divino che si armonizza con il ‘tutto cosmico’.

“ … Vedo coloro che parlano di religione litigare sempre tra loro. Indù, musulmani, bramini, shakta, vishnuiti, shivaiti, litigano sempre uno con l’altro. Non hanno l’intelligemza per capire che colui che  chiamiamo Krishna è anche Shiva e la Shakti primordiale e che è sempre lui che viene chiamato Gesù, Allah: ‘ c’è soltanto un Rama ed ha mille nomi’

Sri Ramakrishna.

 

 

“Siano fulgida Luce tutte le Religioni,

per edificare sulla Terra l’ Universale Pax”

Alexandra Celia

Ottobre 2008

 

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