(di Rudi
Toffetti)
Il "Battistero " Villa Meda
Canzo (CO)
Anche se questo edificio non ha mai assunto a tale
funzione (non esistono infatti ne una dedicazione, ne una consacrazione
riferita ad un altare), la sua forma ottagonale richiama quella tipica di un
luogo sacro e la denominazione con cui viene chiamato da sempre è "Battistero".
Prima di descrivere al meglio le caratteristiche
geobiologiche e vibrazionali di quello che in realtà è un magnifico tempio
rituale, è doveroso delineare la figura dell’architetto che ha progettato
sia questo luogo sia la villa che lo ospita.
Simone Cantoni
Villa Meda è opera dell'architetto Simone Cantoni
di Muggio, detto anche Cantòn Grigo (Muggio 2-09-1739, Gorgonzola
3-03-1818), che trasformò una casa di campagna nella residenza del conte
Meda, con interventi in stile neoclassico. Il progetto si protrasse
dal 1795 al 1804, quando il lavoro fu portato a termine dal monsignore
fratello del conte.
L'architetto dispose i locali di rappresentanza
attorno ai cortili interni e le parti abitate a contatto col giardino
all'italiana e con l'ambiente agreste, raggiungibile sull'altra sponda del
torrente Ravella tramite un ampio ponte interno al perimetro della villa. Fu
uno dei maggiori architetti neoclassici italiani, erede della tradizione dei
Magistri Comacini,
peculiarità che ereditò dal padre
capomastro. Per circa mezzo secolo svolse un'attività quasi frenetica,
lasciando innumerevoli testimonianze, particolarmente a Milano, Gorgonzola,
Bergamo, Como, Brianza, nonché Genova, dove si occupò della ricostruzione
del Palazzo Ducale.
Il Cantoni, nella sua attività, ricevette notevoli
commissioni, specie per nuovi edifici religiosi, in particolare nel
triangolo Milano-Como -Bergamo e nel Canton Ticino. Si ricordano: a
Vimercate la Chiesa di San Michele, a Carate Brianza la Chiesa di Sant'
Ambrogio e Simpliciano e quella della SS. Maria Annunciata a Ponte Lambro.
Fu quindi un esperto nella progettazione e costruzione di luoghi di
ritualità.
Simone
Cantoni
Simone Cantoni, oltre ad essere un eccellente
architetto, era anche un iniziato ( per un radioestesista risulta 16.000
u.B., unità Bovis, n.d.r.), in grado di unire le sue conoscenze tecniche a
quelle energetiche e spirituali; il Battistero ce lo dimostra: nella
sua essenziale geometria esoterica, è un luogo dove lo spirito può elevarsi
ed in cui è possibile ricevere dall'astrale messaggi ed ispirazioni.
I
Magistri Comacini erano dei
costruttori, muratori, stuccatori ed artisti, raggruppati in una
corporazione composta da professionisti specializzati, attiva fin dal
VII -VIII secolo nella zona tra il Comasco, il Canton Ticino e la Lombardia.
E’evidente la relazione di queste antiche corporazioni con le successive
logge massoniche detentrici del sapere costruttivo.
Il primo documento che cita il Magister
Commacinus è l'Editto di Rotari del 22 Novembre 643. Anche l'Editto di
Liutprando del 28 Febbraio 713 riporta in appendice un memoratorium de
mercedibus commacinorum, un vero e proprio tariffario tecnico.
Probabilmente il nome di
Comacini deriva da Como, terra d'origine di questi maestri. Alcuni
studiosi ne fanno risalire l'origine da cum machinis o cum macinis
riferendosi alle impalcature ed argani che questi artigiani utilizzavano
nella costruzione delle loro opere
Il rilievo geobiologico-radioestesico
Per accedere al "Battistero" è necessario
attraversare una piccola piazzetta, al cui centro è sistemata una grossa
vasca in pietra, che ora funge da vaso, ma che un tempo conteneva l’acqua
prelevata dall’antico pozzo perpendicolare ad essa. L’entrata è costituita
da una piccola porta a cui si arriva dopo alcuni gradini, uno di essi ha il
valore di 12.000 u.B. e precede un gradino tarato a zero unità Bovis, che
ricalca la funzione della classica pietra a zero posta sulle soglie delle
chiese. Quello che si coglie immediatamente a livello visivo è la
proporzione della costruzione: essa è impostata sul numero aureo che
le dona un’assoluta armonia. La volta ora crollata era sicuramente
affrescata nello stile tardo settecentesco simile a quello ancora presente
nelle altre sale di rappresentanza della villa.
Le percezioni a livello sottile ci comunicano immediatamente che siamo in
un luogo di altissima energia, ed è necessario avvicinarsi in maniera
graduale al centro della costruzione per poterla rilevare. Non si tratta di
un locale, quale una tipica chiesa atta ad ospitare dei devoti, non esiste
infatti lo spazio materiale per potersi sedere, non è presente alcun altare
o iconografia sacra, ma si capisce che è uno spazio sacro per iniziati di
alto livello. In una chiesa, generalmente il corpo e lo spirito hanno il
tempo di tararsi alle nuove ed alte frequenze che incontrano, tutto è
studiato affinché il passaggio sia graduale e possibilmente dolce. Qui, al
contrario, ad ogni passo l’energia cambia in maniera crescente: passata
l’entrata ed entrando nel perimetro interno delimitato dalle colonne, si
entra in un circolo che ha la frequenza di 11.000 u. B., poi -dopo due passi
-ci si trova nel circolo a 18.000 u.B. e, giunti nel centro esatto ( del
diametro di circa 50-60 cm.), l’energia è pulsante da 18.000 a 32.000 unità
Bovis!
A giudicare dalle sue caratteristiche, questo tipo
di metodica è più simile a quella di antichi tumuli di sepoltura o ai
cromlech megalitici. L’energia è disposta in modo concentrico e le fasce
che ne risultano sono tarate progressivamente a livelli vibrazionali
diversi, come anche in vari percorsi di guarigione tracciati dalla chiesa
cristiana.
Come tutti i templi il luogo sacro è orientato
perfettamente ad "Or" (oriente) ed ha l’ingresso ad ovest.
Come da rilievo, tre vene acquifere sotterranee ed
una sincronica si incrociano nel centro del "battistero". La tecnica
di chi ha progettato l’edificio è stata quella di costruire le colonne sopra
le vene acquifere, dando poi alle medesime, in modo alternato, delle cariche
positive e negative, in tal modo ha congegnato uno statore energetico in
grado di comunicare ed elevare i riti con l’universo, amplificando tutte le
energie cosmo-telluriche. Nelle vene 2° e 3° le colonne (11.000 u.B.) si
trovano al centro di esse e sono in relazione con le proprie opposte che
hanno anche la stessa valenza di segno. Nella vena 1° le colonne (18.000
u.B.) ne delimitano esattamente la larghezza.
Vista est. Il centro del "Battistero", Punto di massima energia
Sicuramente, prima del progetto, il costruttore ha
ricercato un luogo cosmo-tellurico di massima energia e successivamente lo
ha disegnato anche utilizzando il cerchio e l’ottagono ( per la parte
superiore), che fanno parte delle funzioni sacre dell’universo.
Conclusioni
Dopo aver eseguito il rilievo, sia lo stupore che
la carica energetica accumulata sono stati grandi. Il "Battistero" assorbe
la nostra energia bio-fisica rapidamente e non è possibile sostarvi a lungo,
a meno che si rimanga all’esterno delle colonne.
L’antico proprietario della villa probabilmente lo
usava da solo o con iniziati del suo rango, o in speciali giorni dell’anno,
come ad esempio solstizi o equinozi. Nei secoli, questo tempio è stato
sicuramente impiegato per evocare, ritualizzare o iniziare nuovi adepti.
Alcuni degli uomini che sono entrati in questo luogo ne sono usciti
trasformati, per sempre.
"Battistero" di Villa Meda. Particolare colonne ed archetti
(Autore:Rudi
Toffetti. Email:
ruditoffetti@yahoo.it )
"L'acqua è il mezzo con cui l'Ineffabile parla all'uomo,
E' la realtà primordiale, a partire dalla quale Dio agisce"