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Tematiche: Simbologia e Cultura Orientale Utility: Servizi:
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Due byline novgorodesi come specchio di vita vera (di
Aldo C.Marturano) Dalla
bylina di quest’ultimo sappiamo come i pranzi novgorodesi potevano
essere veramente epocali. Riportiamo ad esempio, il richiamo dell’amfitrione
ai giovani che accorrono al convito affinché mangino e bevano senza ritegno,
dicendo (il testo è stato parafrasato da noi): Venite
ragazzi alla tavola bella, Bevete
idromele a garganella, Gustate
dolci a profusione, Ma
non fate confusione! Vi
ho portate queste botti E
spero vi bastino per tre notti! Vasilii
Buslajev addirittura mette insieme una druzhina scegliendola fra i
ragazzi novgorodesi trascinandoli nella corte della casa di suo padre in vista
di grandi imprese. Purtroppo, messa insieme una bella banda, indispettisce
talmente sua madre che questa, stanca delle sue bravate, lo rinchiude in una
cantina. I suoi amici della banda (druzhina) intanto, a causa delle
incaute scommesse fatte da Vasilii si scontrano sul Ponte Vecchio con gli
scommettitori, senza che Vasilii appaia, per ben tre giorni! Alla fine Vasilii
è costretto a compiere le sue bravate insieme ai suoi compagni di strada fuori
di casa, in Terra Straniera. Tornerà a Novgorod cadavere addirittura provenendo
proprio dalla Terra Santa, riportato dai suoi per essere seppellito nel luogo
dove è nato… A
noi è piaciuta di più quella di Sadkò che, benché ricalchi gli stessi
motivi “eroici” di Vasilii Buslajev, richiama specialmente la figura
del mercante che parte per le avventure nel sud attraversando il Baltico e il
fiume Volga (a seconda delle versioni). Questa
bylina è più utile dal nostro punto di vista ed è probabile che
descriva un vecchio costume cittadino, quando l’Arcivescovo alla fine di ogni
stagione dava tradizionalmente un pranzo di benvenuto o di commiato a tutti i
mercanti presso l’Arcivescovado o nella Corte di Jaroslav e ciascuno
raccontava le proprie peripezie nel modo che sapeva. I
novgorodesi erano grandi viaggiatori per necessità e per passione e Monsignore
si beava nell’ascoltare dai suoi ospiti (compresi gli stranieri) tutto quello
che avevano da raccontare sui luoghi e sulle persone che avevano visto ed
incontrato nei loro viaggi. In
queste occasioni si facevano le offerte per Santa Sofia (o si presentavano i
consuntivi!) e il prelato si teneva aggiornato per aver poi degli argomenti
“esotici” per le sue omelie e nei suoi dibattiti coi vescovi colleghi su
diversi soggetti, come abbiamo già detto, e persino per le sue sentenze nei
tribunali. Tutte
queste informazioni fluivano anche nelle orecchie di tutti i convitati e
confermavano od ampliavano la visione del mondo che Novgorod aveva, ad esempio,
per averla appresa dallo studio di Cosma Indicopleuste nella sua Topografia
Cristiana, opera molto popolare in città non soltanto fra gli uomini di
chiesa, o dai suoi pellegrini che tornavano dalla Terra Santa o da
Costantinopoli. Se
la bylina di Sadkò Sytinic’ può benissimo rispecchiare delle
circostanze che si ripetevano periodicamente nella vita di Novgorod al contrario
delle spacconate di Vasilii Buslajev, ecco allora il valore del nostro
personaggio, kupez ormai professionista. Niente
di quello che racconterà è menzognero perché racconta cose che ha realmente
visto, anche se poi le ha interpretate con le conoscenze che ha. Riporta le
leggende pagane del dio Volhov, i problemi che si incontrano quando bisogna
fermarsi ai punti daziari, le belle donne conosciute negli altri paesi, la
possibilità di stare con loro durante il tempo che un mercante si ferma per
vendere la sua roba, e persino l’incontro coi regnanti locali in palazzi
splendenti e inimmaginabili. Tuttavia mentre racconta, Sadkò si accorgerà
anche di aver “paganeggiato” troppo ed allora tira fuori San Nicola del Mare
(nella bylina viene chiamato San Nicola di Mozhaisk, ma sicuramente è
un’aggiunta “moscovita” successiva), protettore dei naviganti, che sarà
il suo nume tutelare per il resto del viaggio che lo salverà in tutte le
circostanze difficili. Al santo Sadkò, tornato sano e salvo nella sua
Novgorod, naturalmente dedicherà l’offerta maggiore: gli costruirà (o
ricostruirà) la famosa chiesa della Riva del Mercato! Basterà
immaginare allora di essere ad un pranzo ufficiale e, siccome ciascun invitato
deve fare un brindisi e raccontare la sua, è abbastanza naturale che Sadkò
da ex-suonatore di gusli e da ex-cantautore improvvisi una cantata per
mettere allegria a tutti i presenti. Si sarà dunque sistemato al centro della
sala, col gusli, questa tradizionale chitarra orizzontale, sulle
ginocchia e mentre tutti zittiscono per ascoltarlo, Sadkò incomincia. Anche
questo testo è stato da noi riletto e riadattato con delle rime italiane... C’era
una volta in una paese lontanissimo da qui, nel grande e gelido nord, una grande
e bellissima città: Novgorod. Era la città più bella che si fosse mai vista
fra le foreste fitte del nord della Russia, con le sue chiese, le sue mura, i
suoi ricchi palazzi e le tantissime viuzze dove lavoravano i suoi abilissimi
artigiani. Ognuno
era occupato per suo conto nei giorni dedicati al lavoro, mentre nelle feste
tutti andavano nella Chiesa di santa Sofia ad accendere le candeline per onorare
il Signore e per ricordare i propri defunti o anche soltanto per chiedere di
essere esauditi per un qualche desiderio segreto. I
ricchi bojari di Novgorod erano tutti grandi mercanti e alle feste nelle loro
case avevano sempre tantissimi invitati e per allietare la festa invitavano i
cantori e i suonatori della chitarra orizzontale novgorodese, il gusli, che
quando si suona si poggia sulle ginocchia. Un
famoso gusliar (così si chiamavano i suonatori di gusli) era un certo
Sadkò. Era
un bel giovanottone che sapeva cantare e suonare tanto da incantare giovani e
vecchi. L’unico suo difetto era quello di esser povero in canna e di vivere di
quel poco che gli pagavano cantando di qui e di là nei banchetti dei ricchi
novgorodesi. Novgorod
è attraversata da un grande fiume chiamato Volhov e d’estate Sadkò, quando
non aveva da fare perché nessuno lo chiamava a suonare si andava ad esercitare
cantando e suonando tristemente sulla riva del lago Ilmen, da dove il grande
fiume scaturisce per entrare poi in città. Dovete
sapere che in fondo al lago viveva il padrone del lago stesso il quale
rallegrato dalla musica che Sadkò sapeva suonare e dal dolce suo canto decise
di ricompensarlo anche lui, ma non come facevano i ricchi mercanti. Così gli
dice: O
mio buon e bravo gusliar, Se
mi vuoi accontentar Vai
in città giù dai mercanti E
salutali tutti quanti. Fai
con loro una scommessa Di
venir qui dopo messa. Gli
dirai che nel lago si pesca Il
pesce d’oro senza l’esca. Chi
lo prende vincerà E
chi perde suo schiavo sarà! Conclude
il Signore del Lago: Finora ti hanno pagato per suonare e per cantare. Ora
scommetti che nessuno è così bravo come te a pescare il pesce dalle pinne
d’oro che si trova qui nel lago. Sta tranquillo, però. Io ti aiuterò a
vincere! Sadkò
rimase qualche istante a pensare: Che cosa aveva da perdere infine? Se veramente
il Signore del Lago lo avesse aiutato sarebbe diventato ricco altrimenti sarebbe
stato venduto schiavo presso i mussulmani del sud che non era una conclusione
tanto brutta! Il giorno dopo, quindi, si recò sulla piazza del mercato dove di
solito aspettava qualcuno che lo ingaggiasse per la cena di festa e cominciò a
gridare la sua sfida a tutti. Naturalmente al principio tutto lo prendevano in
giro dicendo che quelle erano tutte chiacchiere da ragazzi, ma alla fine
qualcuno lo prese sul serio e accettò la sfida. Sadkò!
Ecco, io ci metto questo sacco pieno di pezzi d’argento, ma tu, ragazzo mio,
che cosa ci metti? Qual è la tua posta? E
Sadkò pronto: O
mio caro e buon mercante Le
tue monete, è vero, son tante, Ma
se perdessi non farei festa Perché,
lo sai? scommetto la testa! Se
vinci tu, sarai il mio padrone E
non pagherai più la mia canzone E
poi, quando lo vorrai, Schiavo
al sud mi venderai! Tutti
conoscevano Sadkò a Novgorod e appena si sparse la voce della scommessa
accorsero altri mercanti a porre la loro posta in argento e oro. L’indomani
il gruppo in testa e tantissimi novgorodesi dietro si recano sulle rive del lago
Ilmen per assistere alla pesca miracolosa. Certamente
avrete già immaginato che Sadkò riuscisse a pescare il pesce dalle pinne
d’oro. Ebbene così fu, ma non potete mai indovinare che ne pescò ben tre,
con grandissima meraviglia di tutti i novgorodesi che rimasero a bocca aperta di
fronte ad un prodigio così grande. A
questo punto tutto cambiò. I mercanti che avevano scommesso contro di lui
diventarono poveri e Sadkò improvvisamente si trovò ad essere il più ricco di
tutti! Sadkò,
povero da sempre, non sapeva però come godersi tutto quel denaro e avendo in sé
il desiderio di girare il mondo come facevano i mercanti, attirato da quanto
costoro dicevano fra di loro quando parlavano ai banchetti di genti e di paesi
strani e meravigliosi, decise che anche lui si sarebbe messo in viaggio! Per
fare il mercante però occorre avere qualcosa da vendere e così lanciò
un’altra sfida: O
ricca e grande Novgorod, io Sadkò Sytinic’ sono pronto a comprare tutte le
merci che esistono in questa città! I
novgorodesi, che amano da sempre scommesse e tenzoni, anche stavolta accettarono
la sfida e cominciò una lunga processione di mercanti che portavano i propri
prodotti da Sadkò e che Sadkò regolarmente pagava. Novgorod
era troppo ricca per poter trovare un solo mercante che comprasse tutte le sue
merci e i soldi non bastarono neanche a Sadkò. Così rinuncia e con gli ultimi
soldi che gli rimasero riuscì però ad armare ben trenta navi e a riempirle
della sua roba e mettersi in viaggio per i mercati lontani. Sul
gran fiume con coraggio, Verso
il nord si mette in viaggio, Passa
i laghi, passa i mari, Aiutato
dai suoi marinari. Verso
il sole segue le rotte, Sia
di giorno sia di notte. Dopo
il Baltico e l’Occidente Verso
il sud volge la mente. Sul
grande Volga fino alla fine Dell’Orda
d’Oro giunge al confine. Ecco
il mercato di Sarai! Se
non vendiamo, qui sono guai! Dunque
Sadkò riesce a vendere la sua roba e raccogliere una bella somma e gongolante
fa i conti. Ora bisogna però tornare a casa e, dopo aver diviso una parte del
ricavo coi suoi, si rimette in viaggio per tornare nella sua Novgorod. Addirittura
Mamma Volga accomiatandosi da lui gli raccomanda di salutar per conto suo il
fratello, il Lago Ilmen’. Sulle
sue rive ti fermerai E mio fratello saluterai! Purtroppo,
mentre navigano scoppia una tempesta che strappa loro la vela e impedisce di
continuare la navigazione. Dice Sadkò ai suoi: E’
il re del mare che vuole la sua parte per averci aiutato a vendere a Sarai
quello che avevamo. Dunque gettiamogli qualche botte di monete d’argento. Detto-fatto,
ma la tempesta non si placa. Allora dice ancora Sadkò: Gettiamogli una botte di
monete d’oro. Neanche
stavolta le acque si calmano. Si decide di far la conta e su chi cadrà la
sorte, questo sarà abbandonato al giudizio di Dio. Si fa la conta e per tre
volte la sorte cade su di lui. Ormai non c’è scelta, benché Sadkò sia il
padrone, deve sottostare a questo sacrificio. Prende
il suo gusli e su una tavola di legno si lascia trascinare dalla corrente. La
tempesta infatti si placa mentre le sue navi ritornano sane e salve a Novgorod. Piange
Sadkò per tristezza, Dorme
Sadkò per stanchezza Ad
un tratto, o meraviglia! In
fondo al mare Sadkò si sveglia, Sulla
sua testa c’è l’acqua verde E
non sa più quel che si perde. Qui
non c’è luna! Qui non c’è sole! Sadkò
rimane senza parole: Davanti
a lui c’è il Re del Mare! Nel
suo palazzo lo invita ad entrare. Il
Re del Mare già conosce Sadkò di fama e così gli chiede di suonare e di
cantare per lui. E il Re del Mare rimane così affascinato dalle arti di Sadkò
che messosi a ballare addirittura non riesce a fermarsi più. Se
la musica non s’arresta, Il
Re danza e c’è tempesta. Sadkò
perciò è stanco e non ce la fa più a suonare, ma come si fa a fermare un re? Per
miracolo o per incanto San
Nicola gli appare accanto. Con
un gesto ferma il sovrano E
Sadkò alfine riposa la mano. In
realtà San Nicola gli ha proposto di rompere le corde del gusli, ma purtroppo
non è ancora finita perché ora a Sadkò tocca risolvere alcuni indovinelli.
Anzi, siccome il Re e la Regina del Mare litigano su che cosa costi di più il
ferro o l’oro, se Sadkò potrà rispondere soddisfacentemente a questo
quesito, visto che è un mercante, in premio riceverà la mano della bellissima
figlia del Re e della Regina del Mare. Ispirato
da san Nicola, Sadkò ha pronta la risposta. O
mio caro! O mio buon re! Oro
e ferro, molto ce n’è! Nella
Rus e a Novgorod mia Ci
si riempie un’abbazia, L’uomo
ricco ha pieni i forzieri Ma
oggi ne trova meno di ieri! Perché,
si dice al mio paese, Non
c’è oro che non va speso. Il
ferro invece ti costa meno E
ti serve più del fieno. Senza
la spada non puoi andare Ma
senza falce non puoi tagliare. Il
Re del Mare capisce e apprezza le risposte e ora non vuol più separarsi da lui
ed oltre a concedergli la mano di sua figlia gli offre di vivere per sempre nel
palazzo in fondo al mare. Prima però deve indovinare, fra le trecento ragazze
che gli vengono presentate, tutte bellissime, qual è la figlia del Re. Tre
volte deve scegliere, ma Sadkò ha paura poi di dover sposare le tre ragazze
scelte e di non poter poter più tornare nella sua Novgorod. San
Nicola però non lo ha abbandonato e così gli indica quale fra le ragazze dovrà
scegliere poiché costei non è nata nel fondo del mare, ma come lui è nata
sulla terra e quindi lo aiuterà a trovare la via per tornare in superficie. La
ragazza si chiama Nerina (Cernava o Cernavusc’ka, che compare anche nella
bylina di Vassilii Buslajev) perché ha i capelli neri, ma in realtà non è una
donna, essa è un fiume che si versa nel Volhov ed è per questo che Sadkò,
dopo aver fatto all’amore con lei, sarà trascinato lungo la sua corrente che
sbocca proprio vicino al Ponte Vecchio della sua Novgorod! Lungo
il fiume è ritornato, Sadkò
Sytinic’ il fortunato. Sono
in due col buon vecchietto: San
Nicola e il suo protetto. Dal
Ponte Grande guarda la gente: Evviva
Sadkò!, gridar si sente. C’è
Monsignore da Santa Sofia. Gli
viene incontro per la via. Sadkò
il ricco, Sadkò il buono
Non vuol feste, né frastuono. Chiama
tutti intorno a sé Perché
tempo più non c’è. Una
chiesa costruiranno Prima
della fin dell’anno, A
Novgorod c’è questa sola Dedicata
a san Nicola. Se qui vieni, la vedraiE
questa storia ricanterai. ossia,
più o meno, in russo: ….. А
и теперь как
ведь да после
этого A
и тому да
всему да
славы поют. (Aldo C.Marturano) Sezioni correlate in questo sito:
www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer luglio/agosto 2007 |