Bianzano è una
località di circa 600 abitanti, che si snoda su una collina a dominio della
sponda occidentale del lago d'Endine, alle pendici dei monti Pler e Croce,
al confine fra le valli Cavallina e Seriana e in posizione strategica per il
controllo della via che, nel medioevo, permetteva di raggiungere i valichi
per il nord Europa. Costituisce un punto panoramico di elevata
bellezza: da qui si scruta un paesaggio sublime.
Il paese è
situato a 614 metri s.l.m. e conserva ancora oggi un impianto urbanistico 'a
stella cometa', il cui centro è rappresentato dal grandioso castello,
che -a differenza di molti manieri sorti a difesa del territorio- è più
basso rispetto al borgo. Nello stemma del paese è presente il bordone del
pellegrino, a ricordare come questa fosse- con ogni probabilità- una
stazione di sosta per i viandanti e i fedeli in transito. Niente di più
facile che i
Cavalieri Templari,
ordine monastico- cavalleresco sorto a difesa degli stessi, possano avere
avuto un ruolo nell'erezione o gestione del maniero, oggi di proprietà
privata. Questo castello non venne adibito a residenza, dicono gli esperti,
ma doveva avere funzioni difensive anche se su questo non c'è ancora molta
chiarezza. Mancano infatti documenti scritti che indichino sia la data di
costruzione che l'origine nonchè la funzione primitiva. Pare accettata una
datazione compresa tra il 1221 e il 1233. Andando a visitarlo, ci si
accorge di diversi particolari o simboli che abbiamo trovato in contesti
legati ai Templari, ma questo non significa che loro lo abbiano gestito;
solo nuove ricerche potranno portare conferme. Il toponimo Sottotorre
starebbe a ricordare che poco sopra l'attuale castello dovesse trovarsi una
torre di avvistamento, che sarebbe crollata, lasciando sguarnita l'area, per
cui si rese necessario porre rimedio erigendo una fortificazione. Si pensa che esistessero circa duecento castelli nel perimetro del
lago d'Endine, il che rappresenta un numero considerevole per un'area
abbastanza ristretta, ma che ci fa capire l'importanza da essa rivestita
quale 'cerniera' che collegava il Brennero con la pianura Padana.
La visita e
la struttura
Il castello di
Bianzano è molto interessante, oltre che scenografico. A pianta quadrata, era circondato da un doppio recinto di mura
(su due livelli diversi)di cui oggi rimangono alcuni tratti perimetrali,
mentre è ben conservata la cinta più esterna nella parte sud. La cinta più
interna correva parallela ai lati dell'edificio ed era dotata di piccole
torri, parzialmente conservate, mentre la cinta più esterna aveva forma
irregolare, con una torretta ad ognuno dei quattro angoli. Tracciando le
diagonali nella pianta, si scopre che i quattro spigoli sono perfettamente
orientati ai quattro punti cardinali.
L'ingresso
avviene da nord, percorrendo un grazioso vialetto sistemato in epoche
successive, che conduce al cospetto di una gigantesca torre centrale, ai lati
della quale sono disposti due corpi di fabbrica in pesanti blocchi di
pietra. Una cornice separa i piani. Il portale è sormontato da un bellissimo arco ad ogiva (o a sesto
acuto), tipico dell'arte gotica.
Oggi il
castello presenta molte aperture, fatte in epoche diverse, ma
originariamente era dotato di sole 4 aperture a bifora, una per lato, ancora
oggi visibili. Le bifore sono abbellite da un colonnina in pietra di Sarnico
con capitello lavorato, forse di mano Comacina, come ne abbiamo viste
parecchie in altri edifici dell'epoca.
I portali,
sempre nell'assetto primitivo, erano due. Un tempo il
castello aveva una merlatura ghibellina, oggi scomparsa perchè i proprietari
(i Suardi) la fecero togliere per collocarvi una copertura, a salvaguardia
dell'edificio, che ha dunque potuto passare attraversare i secoli pressochè
intatto. Si è salvato, in questo modo, anche dalla distruzione decretata
dalla Repubblica di Venezia, che lo requisì nel XV secolo, appunto perchè
non aveva più l'aspetto di una fortezza, ma di residenza.
Lo stemma sopra
il portale dell'ingresso posto nella torre centrale appartiene ai
Suardo (o Suardi), nobile famiglia
bergamasca che detenne il maniero dal XIV sec. L'ipotesi è che prima possa
essere appartenuto ai Templari e che in seguito alla loro soppressione
(1312), uno di loro- appartenente alla famiglia Suardo- si sia rifugiato o
stabilito qui, e in tal modo il maniero sarebbe rimasto alla sua famiglia.
Atti di vendita o cessione ai Suardo, infatti, non ne esistono. Nel 1367
avvenne un matrimonio tra Bernarda Visconti, figlia illegittima
di Bernabò, signore di Milano, e Giovanni Suardo, al quale la famiglia donò
questo castello (da cui iniziò il ramo di Bianzano tutt'ora in vita).
Per l'occasione vennero affrescati sia l'atrio che il cortiletto e sembra
molto in fretta perchè i restauratori hanno constatato l'assenza dei segni
di fine giornata. Troviamo dei colori ancora molto
belli, in particolare sulla volta in cui sono presenti disegni geometrici e tre registri verticali di 'putti' in tre diversi atteggiamenti: prove
di forza, danza e gioco. Vi sono anche le virtù cardinali e gli stemmi delle
famiglie Suardi e Visconti. Interessanti sono anche altri affreschi posti
sopra l'ingresso, all'interno, ma sono anche i più deteriorati.
E' chiaramente
visibile, però, un tondo che inscrive una stella a sei punte (stella di
Davide). Perchè?
Su uno dei
conci di pietra dell'atrio abbiamo trovato un simbolo che riproduciamo,
sembra una croce, piantata sul Calvario, con dei cerchi alle
estremità dei bracci.
Nella piccola
corte, dotata di un ballatoio su tre dei quattro lati, si resta impressionati dalla profusione di
losanghe bianche e nere (che vengono
associate alla famiglia Visconti), una 'dualità' che potrebbe non essere
casuale ma legata ad una precisa volontà di chi l'ha voluta. Pare che gli
affreschi risalgano alla metà del XIV secolo. Sul blocco immediatamente a
sinistra dell'accesso, ad altezza occhi, si può vedere un chiaro Fiore
della Vita inscritto in un cerchio, scolpito con particolare profondità
e cura, sopra il quale è presente una data, mal leggibile, che dovrebbe
essere il 1233, con il segno zodiacale del Leone posto all'inizio, che viene
legato al mese di agosto di quell'anno.
Alzando gli
occhi oltre il ballatoio, di fronte, sotto il tetto, abbiamo visto un
altro Fiore della Vita, inciso su un peduccio di sostegno. Come i nostri
lettori sanno benissimo, questo simbolo è spesso presente nella 'decorazione'
di chiese e castelli Templari (come nella chiesa di San Bevignate a Perugia).
Un'altra
particolarità sono delle feritoie a forma di croce, davvero
singolari. Se ne apprezzano sulla torre centrale, una sopra l'ingresso e
l'altra sul lato destro; mentre un' altra si trova nella torretta che sorge
in posizione staccata lungo il percorso delle mura esterne. Se in un primo
momento si potrebbe ipotizzare che attraverso questa forma si potesse
collocare una balestra, vedendo da vicino la struttura di quest'ultima
finestra, dall'interno, ciò è da escludersi per l'impossibilità pratica
anzitutto di avvicinare l'attrezzo all'apertura, secondariamente risulta
troppo piccola. Allora che funzione potevano assolvere queste finestre? Tra
l'altro, se si osserva bene, presentano tutte una sorta di 'piedistallo'
superiormente; forse potrebbe rifarsi ad un simbolismo Templare? Potrebbero
aver lasciato proprio loro questo dettaglio, che ricordava la doppia
natura di cavalieri e di monaci?
Abbiamo trovato
molto suggestiva l'inquadratura data da due specchiature della torretta
periferica, dalla quale è possibile vedere il campanile del santuario
dell'Assunta, eretto appena un anno dopo del castello (1234) in forme
romaniche (oggi rimaneggiato). Un tempo la chiesa aveva un campanile a vela
e sembra potesse costituire a sua volta un punto di avvistamento importante perchè, sorgendo in asse al castello ma su un'altura più avanti, permetteva
di visionare tutta la porzione di vallata (con le sue strade e il lago) che
dal maniero stesso non era possibile osservare. Non si può escludere che vi
fossero dei passaggi sotterranei che collegassero i due edifici, anzi
sarebbe strano il contrario dato che ogni castello era dotato di vie di
fuga. Ma finora non sono stati messi in evidenza.
A tutto ciò si
va ad aggiungere uno studio archeoastronomico di Aldo Tavolaro (Astronomia
e simbolismo nel castello di Bianzano, Editore: Istituto Italiano
dei Castelli), il quale,
sulla base delle sue esperienze di studio su Castel del Monte in Puglia,
ha individuato per Bianzano un voluto collegamento iniziatico tra
cielo e terra: i raggi del sole agli Equinozi vanno a colpire un preciso angolo interno mentre per i Solstizi i punti di incidenza
individuano larghezza e altezza della torre, del castello, del cortile;
anche la luna viene coinvolta, correggendo l'orientamento del castello ai
punti cardinali con 10 gradi di differenza. La guida ci ha informato che
nel portale di accesso all'atrio è rispettata una proporzione 'armonica',
poichè l'altezza divisa per la base dà 1,618, che è il numero
aureo o divina proportione, come la chiamò il matermatico Luca
Pacioli. Che con tale numero d'oro avessero dimestichezza i Templari è
convinto l'attuale proprietario, l'architetto Faglia.
Curioso è pure
il simbolo inciso sulla chiave di volta del portale del lato
sinistro, verso il lago,di difficile decifrazione, anche perchè la parte
superiore è completamente scomparsa.
Dal portale del
lato destro è invece l'attuale ingresso padronale (il castello è affittato
in una porzione e dispone di un l'alloggio per il custode), contornato da un
bellissimo arco a tutto sesto, la cui chiave di volta è rovinata. Il
passaggio è visibilmente piccolino, e infatti sembra che ciò crei
alcune difficoltà ad individui di alta statura. All'interno, che è
interdetto al pubblico, le guide informano che vi sia un sistema di 'trabocchetti'
ideati nel medioevo per scopi difensivi, chiaramente, in caso di attacco
della fortezza.
Non nascondiamo
che ci sarebbe piaciuto portare i nostri 'due passi' anche all'interno delle
sale del primo piano, che è l'unico abitato, con la torre. Rivivere
l'atmosfera che sicuramente ancora aleggia, come in ogni maniero che si
rispetti, e godersi la vista paradisiaca che dalle sue finestre sicuramente
di apprezza, sia sul lago che sulle colline circostanti. Dietro quelle porte
chiuse, molti misteri attendono ancora di essere svelati.